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Autore: Zomi    13/01/2012    6 recensioni
...quella orrida visione gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Odiava quel cretino che si approfittava così palesemente delle attenzioni e delle cure della sua navigatrice...
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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…O LUI O ME…

 

Zoro fissava con insistenza la navigatrice, sdraiata comodamente sul prendi sole sotto l’albero maestro sul ponte della Sunny.
La rossa armeggiava, stranamente delicata e dolce, ancora con quell’essere, oggetto di ostilità dallo spadaccino. Era da quando lo avevano incontrato in alto mare e raccolto in mezzo a loro, che Nami non degnava altra attenzione se non a lui.
Lo accarezzava, controllava che fosse sempre in ordine, se lo accoccolava tra i suoi morbidi e accoglienti seni, lo ricuciva se ferito…
Il verde ringhiò adirato.
Era sdraiato sotto l’albero con l’altalena, lì vicino. Aveva l’intenzione di sonnecchiare un po’, ma quella orrida visione gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Odiava quel cretino che si approfittava così palesemente delle attenzioni e delle cure della sua navigatrice. Aveva occhi solo per lui. Non degnava nessun altro per scherzare o per sciocchezze varie. Aveva per fino smesso di rispondergli a tono, quando lui la insultava per iniziare una delle loro solite litigate. Quella mocciosa, era completamente ammaliata dalla sua presenza.
Lui, che bastava che la guardasse con quei suoi fottutissimi occhietti scuri, e senza che facesse nemmeno un movimento, subito lei lo stringeva a sé in un caldo e amorevole abbraccio.
Strinse lo sguardo sulla figura di Nami. Anche in quel momento lo stava sistemando con fare accurato e devoto, ricucendogli con ago e filo trasparente, un taglio che aveva su un orecchio.
Avrebbe voluto stapparglielo a morsi quello stupido padiglione auricolare, Zoro.
Possibile che solo a lui infastidisse la presenza di quello lì?
Digrignò i denti e infosso lo sguardo sulle sue mani tremanti: no, no era la sua semplice presenza ad infastidirlo. Era soprattutto la sua esistenza che gli faceva perdere la calma. La sua esistenza tra le braccia di Nami, per la precisione.
Strinse a pugno le dita callose, e tornò a fissare la mocciosa.
Ora lo stava coccolando, posandogli qua e là, tenere carezze sul capo bruno, intrecciando la mano a quella dell’ignobile individuo. Si alzò in piedi e cercò di distarsi dirigendosi verso il balconcino che sovrastava il ponte erboso.
Davanti all’entrata della cucina, Sanji fumava tranquillamente, sorridendo, godendosi della visione delle sue belle compagne. Accanto a lui, Brooke pisolava.
 Alzò un occhio verso lo spadaccino in avvicinamento. Ridacchiò.
-Come mai sveglio? Stai male?-
-Spiritoso…- mugugnò il verde, appoggiandosi alla balaustra insieme al biondo. Tentò di osservare il cielo, ma i suoi tenebrosi occhi tornavano insistenti e testardi alla figura rilassata della cartografa in compagnia dell’ospite indesiderato.
Non riuscì a trattenere uno sbuffo di rabbia.
-Non ti è molto simpatico, vero?- chiese il cuoco, notando l’umore del compagno.
-Umpf…- sbuffò.
-Cos’era? Un si, un no o un rutto?-
-Umpf…-
Sanji sorrise divertito. Ora capiva…
-Uhm… per me sei geloso…- ridacchiò, aspirando una boccata di fumo.
Lo spadaccino si voltò veloce verso l’amico e negò con forza con un ringhio. Arrossì, per poi tendere le braccia sul legno del balcone e sospirare sconfitto.
Si, era geloso.
Geloso marcio.
Lo odiava.
Accidenti, se lo odiava quell’odioso approfittatore. 
Lo infastidiva anche l’atteggiamento della ragazza. Sembrava che facesse apposta a interessarsi così devotamente a lui, solo per irritarlo e renderlo pazzo per la gelosia.
Se solo avesse saputo che era effettivamente vero...
Digrignò i denti, e bruciò con uno sguardo quello stronzo sdraiato sul piatto ventre diafano di Nami. Lo insultò con tutti i vocaboli che conosceva nel fatto di offese e imprecazioni, supponendo innumerevoli volte, una relazione sentimentale basata sul sesso della madre del pretendente bruno, con un cammello.
Doveva starci lui, tra le morbide e profumate braccia di Nami, e non quello.
Lui doveva bearsi del suo profumo e annegare tra i suoi lunghi capelli rossi.
Lui solo, aveva il diritto di starle così vicino.
O almeno, così avrebbe voluto…
Zoro dovette ammettere che, anche in assenza di quel coso, lui di certo non avrebbe potuto deliziarsi delle attenzioni della navigatrice. Minimo, minimo avrebbero litigato e tanti e cari saluti a coccolo e baci.
Anche perché, quando mai ne aveva avuti da lei?!?
La amava, era inutile nasconderlo. Tanto più che con il suo atteggiamento geloso e ostile verso il visitatore, non era riuscito a celare tale sentimento a tutto il resto della ciurma. Ormai tutti avevano capito che lo spadaccino era attratto dalla navigatrice, e che non appezzava proprio per niente, l’intrusione di quel personaggio. Zoro guardò di sottecchi il cuoco lisciarsi il pizzetto.
-Tu come fai?- chiese improvvisamente.
Sanji lo osservò stranito. –Come faccio cosa?-
-A sopportarlo…- sbraitò, indicando con il braccio teso la coppia sullo sdraio.
Al suo urlò, Robin, che leggeva vicino a Nami, alzò lo sguardo verso i due, e sorrise sapiente.
-Bhè…- ridacchiò Mr. Prince -… non sono arrivato a certi livelli così bassi di gelosia, come te…-
Zoro arrossì imbarazzato. –Sono inseparabili… sempre lì a strusciarsi addosso… e poi dormono anche assieme…-
-Mi pare normale…- trattenne a stento le lacrime per le risate, il galant’uomo.
-E smettila imbecille…- lo spintonò il verde. Sanji scoppiò a ridere a crepa pelle, tenendosi la pancia con le braccia e piegandosi in due.
-Ti affetto…- minacciò lo spadaccino, vergognandosi.
-Accidenti… Sei così ridicolo a essere gelosi di… uh uh uh… Zoro geloso di Nami che… ah ah ah ah… se non ti conoscessi, crederei che sei innamorato della mia sirena e che vorresti essere tu al posto del suo amichetto… ah ah ah… Oddio che mal di pancia… assurdo… vero Morimo?!? Morimo?!?-
Zoro si era stancato delle prese in giro del cuoco, e si era diretto spedito verso la navigatrice che gli dava le spalle. Ok, che lo prendesse pure per i fondelli quel cuoco donnaiolo, ma mai nessuno gli avrebbe rubato la sua donna da sotto il naso. Quella storia doveva finire subito. Doveva finire ora.
A passo di marcia, si avvicinò al lettino di Nami e, con fare aggressivo e rissoso, gli si piantò davanti agli occhi. La rossa alzò lo sguardo sul compagno, smettendo per un attimo di ricucire una ferita sul braccio del nuovo arrivato. Lo fissò intensamente, per poi piegare il capo su un lato e osservarlo interrogatrice.
-Che succede Zor…-
-Scegli…- ordinò il ragazzo, incrociando le braccia al petto e fissando con sguardo truce quell’approfittatore. Quello, da canto suo, lo guardava senza interesse.
Sul suo viso sempre quel sorrisetto beffardo.
Il samurai poteva vedersi chiaramente sulle sue iridi nere.
-Scegli… o me o lui…-
L’ultimatum postole, fece sorridere teneramente Nami.
-Parli sul serio?- chiese addolcita dal temperamento dell’uomo che gli si ergeva di fronte.
-Certo che parlo sul serio… non scherzo io su ste cose… o me o lui… può restarne solo uno!!!- s’imbarazzò, arrossendo e stringendo l’impugnatura di una sua katana, per prendere coraggio.
Con quel gesto, stava palesemente dimostrando che finalmente aveva messo da parte il suo smisurato orgoglio, denudandosi della sua dura corazza protettiva. Si offriva al nemico completamente disarmato, ma pronto a tutto pur di non perdere anche solo quella piccola e lontana speranza di aver un possibile storia con la sua mocciosa.
Nessuno gliela avrebbe sottratta.
Nemmeno quel bellimbusto lì.
Nami arrossì leggermente per il coraggioso gesto.
Era orgogliosa del suo Zoro.
Se era disposto a parlare in quel modo per quella situazione innocente, ma evidentemente per lui insopportabile, allora voleva dire che teneva molto a lei.
La navigatrice si alzò dal lettino, nelle mani l’orrido pretendente. Se lo rigirò tra le esili dita, per poi voltarlo a faccia in su e sorridergli un’ultima volta.
-Rufy…- chiamò.
Il capitano emerse da poppa con in mano la canna da pesca, dietro di lui Chopper, Franky e Usop, tutti distratti dalla pesca da quel richiamo.
-Ho finito…- lo informò la rossa, sventolando in aria il bruno avversario di Zoro.
Il ragazzo di gomma si catapultò sul ponte e prese in mano il terribile nemico.
-Oh grazie Nami… che bello, ora è tutto ordinato e rammendato… altro di com’era quando l’ho pescato dal mare… pieno di graffi, con un occhio mancante, l’orecchio a penzoloni… Yepeeee!!!! Chopper?!? Guarda: Nami ha finito di ricucire l’orsacchiotto… guarda che bello che è ora…-
Cappello di paglia si circondò dei suoi compagni che ammiravano l’opera di riparazione della navigatrice sul peluche, che proprio qualche giorno prima aveva ripescato dall’acqua tutto malandato e inzuppato di acqua salata. Rufy aveva pregato la sorella di sistemarglielo, perché lui non aveva mai avuto un orsacchiotto e voleva poterne avere almeno uno prima di diventare Re dei pirati.
Da allora, Nami, si era impegnata per esaudire il desiderio del suo capitano, riversando attenzioni e cure “mediche” sull’orso di pezza.
-Grazie mille Nami…- la ringraziò con un enorme sorriso il ragazzo -… spero solo che ora non ti mancherà, ho visto che ti ci eri affezionata… te lo portavi per fino a letto…-
Nami sorrise, abbracciando per il collo Zoro che rimaneva rosso in viso e immobile, davanti a lei.
-Nah… tranquillo Rufy… un po’ mi ci ero affezionata, si… anch’io non ho mai avuto un peluche ma… ho come l’impressione che avrò presto un altro orsacchiotto da stringere e coccolare la notte… forse, forse anche di giorno…- ridacchiò tirando a sé lo spadaccino.
Il verde non oppose resistenza e si lasciò condurre dalla sua mocciosa fino a stendersi sul suo corpo, allungato nuovamente sul prendi sole.
Arrossì non poco, abbracciandola di rimando e infossando il volto vergognoso nel suo morbido seno. La navigatrice iniziò ad accarezzargli la zazzera verde e a posargli qua e là dei dolci bacetti.
-Se lo dici tu…- alzò le spalle Rufy, tornando con la combriccola a pescare.
Robin ridacchiava nascosta nel suo voluminoso libro, mentre Sanji si era fossilizzato sul parapetto a quella orrida visione, mentre Brooke continuava a dormire.
-…Zoro… Nami… coccole… orsacchiotto… stringere notte…-
Lo spadaccino ghignò soddisfatto.
-Non ti gongolare tanto sai…- gli tirò l’orecchio con i tre pendagli Nami -…mi aspetto una dichiarazione per bene, dopo… non credere che basti una tua scenata di gelosia per l’orsacchiotto nuovo di Rufy per convincermi dei tuoi sentimenti…-
Zoro alzò il volto dalle morbide colline della navigatrice, e la guardò. Si alzò appena e le posò un dolce bacio a fior di labbra.
-Dopo…- sussurrò baciandola di nuovo, con passionale partecipazione della ramata, -… dopo ti dirò che ti amo, e tu mi risponderai che mi ami anche tu, però ora devo recuperare il tempo che hai sprecato con quel coso là…-
Si rituffò tra le curve generose della cartografa, mugugnando soddisfatto e strusciando il capo sul suo voluminoso petto.
Nami tornò a coccolarlo con tocchi leggeri e baci delicati. Sorrise, sospirando un po’ per l’idiozia dell’uomo che amava. Solo lui poteva essere geloso di un orsacchiotto di pezza.
Ridacchiò.
-Che gelosone, il mio orsacchiotto formato gigante Zoro…- 

   
 
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