Chi
ero prima?
Bè...
sinceramente, è difficile da spiegare.
Ero
solo un`elfa, come tante, in una famiglia di elfi.
Ma
i miei genitori erano un po strani. "Vogliamo vivere tra gli umani", mi
dissero un giorno.
E
così partimmo.
Mia
sorella maggiore pareva molto turbata, il mio fratellino, era molto
piccolo, per lui era una gita.
Quanto a me, anch`io ero un po emozionata all`idea, non ero mai uscita
dalla mia città, al massimo mi ero spinta nei recessi del
bosco, dove teoricamente avevo il divieto di andare, ma apparte gli
animali, i folletti e le fate, non avevo mai visto altre forme di vita,
se non nei libri.
Arrivammo
in un villaggio, alle pendici di una catena montuosa, non troppo
imponente. I miei genitori chiesero udienza col saggio, che aiutava a
mantenere l`ordine nel posto.
Non ricordo cosa dissero, non lo capivo bene, e inoltre ero molto
distratta da ciò che avevo intorno, ma ricordo come ci
guardavano.
C`era curiosità nei loro occhi, ma nel più dei
casi era mista ad astio, e a paura.
Sentivo i loro occhi su di loro, su di me, sembravano volerci spogliare
delle nostre vesti, e ancor più giù, della nostra
pelle, delle nostre carni... più in là appresi
che era perchè noi possedevamo il dono della magia, cosa a
loro negata, e per ciò la temevano.
Poi
ricordo quella notte.
Il vento quella sera ci portò l`odore del sangue e del
fuoco, ma mio padre volle liquidare la faccenda con una battuta di
caccia spintasi oltre il tramonto.
Eppure non era possibile, non era assolutamente possibile, un giorno
andai nel luogo adibito per i malati e i feriti, per alleviare la noia
di un amico, si era rotto una gamba giocando... l`odore del sangue
umano è così dolce, e pungente... è
come l`odore che quella sera impregnava l`aria, riempendomi le narici.
Noi
fummo i primi a renderci conto di ciò che stava per
succedere, ma perchè... perchè mio padre non
volle darmi ascolto.
Ero fuori casa, con la mia famiglia, quando arrivarono, correvamo a
destra e a sinistra, per avvisare la gente, volevamo si salvassero.
Ma gli umani, che sembravano ormai averci accolto, non ci lasciavano
entrare nelle loro case, tal volta neanche ci aprivano la porta, non
volevano crederci, ci insultavano.
Ben
presto una pioggia di fuoco investì il villaggio, i tetti
delle case divorati dalle fiamme, l`odore del fieno bruciato...
Non capivo più nulla, vedevo gente correre, sentivo il
bestiame lamentarsi, impazzito, lontano il muggito di qualche vacca
rimasta intrappolata tra le fiamme...
Dov`era la mia famiglia? Dov`erano quei pochi che c`avevano creduto?
Loro
arrivarono, su robusti destrieri marroni.
La gente aveva qualche arma, ma non la usava! Avevano paura, urlavano,
scappavano.
E mentre i banditi facevano macello dei miei compaesani, io vidi mio
fratello, correre spaventato tra la gente, e poco più in
là vidi uno di quegli uomini a cavallo.
Non so cosa volevo fare, volevo salvarlo certo, ma non avevo pensato a
come fare.
Corsi, corsi più veloce che potevo, quando arrivai dal mio
fratellino mi avventai su di lui, lo strinsi forte a me, e mi chinai,
praticamente certa che quell`uomo m`avrebbe ammazzata là.
Sentii un rumore metallico, ferro contro ferro.
Era mio padre.
"Sofiah, scappa, nasconditi, non lasciare che vi trovino..."
"Dov`è la mamma?!"
"Sofiah ascolta scappa! Devi fuggire."
Mia madre... dov`era mia madre... neanche me ne accorsi, ma cominciai a
piangere, e a gridare.
"Dov`è nostra madre! Padre! Dovete dircelo! Dov`è
nostra madre!"
Ma l`elfo non rispondeva a quella domanda, mentre tratteneva e
disarcionava il bandito.
"Sofiah, sai perchè abbiamo scelto questo nome per te?
Perchè volevamo che tu, un`elfa, crescessi apprendendo anche
cose più consone agli esseri umani. E abbiamo cominciato
dandoti un nome umano. So che dopo sta notte, stenterai a crederlo, ma
gli esseri umani sono delle creature davvero fantastiche, sono
coraggiose, e nobili, e orgogliose, e dignitose, e hanno un cuore e una
mente, davvero immensi."
Il bandito sferrò un colpo più forte, e l`elfo
tentennò.
"Ora va, prendi tuo fratello e scappa, nasconditi, almeno voi dovete
farcela, corri Sofiah!!"
E corsi, mi caricai in braccio mio fratello e corsi, più
veloce che potevo, lui piangeva, ma cercava di trattenere i singhiozzi
sulla mia spalla.
Entrai nel bosco, e mi ricordai dell`albero cavo, dove andavo sempre a
parlare con un elfo dei boschi.
Lo incontrai un giorno, per caso... e da quel dì ci
incontrammo sempre in quell`albero, lui si prese il mio primo bacio.
Disse di chiamarsi Cyprian.
Pensando questo cominciai di nuovo a piangere, a fiotti, a stento
vedevo dove andavo, finchè non arrivai all`albero.
Poggiai a terra mio fratello, e lo feci strisciare nel grande tronco
cavo... ero sicura che lì non c`avrebbero trovato.
Non so quanto attesi, con le urla e i pianti nelle orecchie, stringevo
forte mio fratello.
Poi ci fu un rumore di passi, forte, e sempre più vicino.
Un solo colpo secco, che spezzo la corteccia dell`albero.
Qualcuno spio all`interno, quando vide me e mio fratello, quel viso si
illuminò di piacere.
"Hei ragazzi, l`ho trovata... " Ridacchiò compiaciuto "E`
proprio un`elfa, non c`eravamo sbagliati... sicuramente è
figlia di quel mentecatto che è morto per salvare gli altri"
Rise. Rise di cuore, quasi a perdere il fiato.
Mio fratello cominciò a piangere, sempre più
forte.
Devastarono
il tronco, tentai di scappare, ma ci presero.
Mio fratello urlava, si divincolava, ma gli spezzarono entrambe le
braccia... lui cominciò a piangere, sino a non avere
più fiato.
Io non dissi nulla, e non emisi un fiato.
Ci portarono in una grotta, ad ovest dal villaggio.
Gli altri erano già dentro.
Legarono mio fratello ad una escrescenza del terreno.
Mi
gettarono a terra, tentai di strisciare verso mio fratello ma l`uomo
che mi aveva appena fatta cadere mi prese per le caviglie.
"Uh...
ma che bell`abitino rosso portiamo... siamo focose?"
Cominciò a muovere le sue mani sul mio corpo, mi
lasciò le gambe, mi prese per la spalle e mi tirò
su, schiacciandomi contro il suo corpo.
Ero così scossa e agitata che prima non me ne accorsi,
quell`uomo portava un`armatura, completa di elmo.
Potevo sentirla chiaramente, dura e fredda dietro al mio corpo.
Sentì
il suo respiro sul mio collo, il suo fiato caldo...
"Chissà... " riprese lui "Magari sei focosa come i miei
occhi!"
Mi staccò dal suo corpo e mi girò a guardarlo,
portò il suo viso a meno di un centimetro dal mio.
Aveva gli occhi scarlatti.
Io spalancai i miei verdi, come poteva essere... un drow? Un elfo come
noi...
"Sorpresa?" Mi bloccò per le spalle, poi rapido ne
saggiò la lunghezza sino a bloccarmi i polsi, e con una sola
mano mi tirò su.
Era notevolmente più alto, io nemmeno toccavo a terra.
Con la mano libera si tolse l`elmo.
Era
maledettamente bello, gli occhi vagamente a mandorla, gli zigomi
larghi. I capelli lunghi e bianchi brillavano illuminati dal fuoco del
falò organizzato dai banditi, e la pelle scura era liscia e
perfetta.
"Chiunque di voi toccherà quest`elfa, io lo
ucciderò."
Si guardò intorno, con aria assassina. Nessuno
osò fiatare.
"CHIARO!?" Ruggì poi, e tutti confermarono rumorosamente,
terrorizzati.
"E
ora tu diverrai mia moglie."
Non so dove presi il coraggio, ma gli sputai in faccia.
"Neanche morta." Dissi decisa, guardandolo negli occhi, che gli si
accesero di rabbia.
Mi
scaraventò a terra, urlando "Sarai mia, che tu lo voglia o
meno!"
In un attimo mi fu sopra, strappava i miei abiti mentre si spogliava
dei suoi.
Mi girai, cercai di scappare via, urlavo, disperata.
Infilai le unghie a terra, guardai dritta davanti a me.
Mio
fratello mi fissava con gli occhi sgranati, la bocca tappata da
qualcosa che non riuscivo a vedere.
Poi mi sentii tirare per le caviglie.
Mi
sentivo male, non riuscivo più a muovermi... sentivo ferite
aperte sul corpo bruciare, sanguinare copiosamente.
Dopo qualche istante tornai a vedere, vidi il Drow allontanarsi da me,
e in quel momento realizzai tutto.
Mi alzai in piedi, volevo ammazzarlo, ma come provai a caricare caddi
in ginocchio.
Lui
rise, lo sentii ridere... e le sue risate si fecero vicine.
Alzai gli occhi, e tentai di mettere bene a fuoco.
"Adesso
guarda bene, mia amata..." Ghignò.
Si mise dietro mio fratello, lo sciolse, e gli tolse quello che poi
capii era un topo morto, dalla bocca.
Il
mio cuore si gonfiò di gratitudine, sorrisi.
"Grazie... Gr-a-zie..." rantolai.
Poi
lo vidi tirarlo su per il collo, e strappargli più di
metà di esso con un morso.
Rimasi
pietrificata, e quando il corpo di mio fratello fece rumore cadendo a
terra, senza vita, gridai.
"KAJETAAAAAAAAAN!!!"
Ma
non vi riuscì completamente, caddi riversa al suolo e
vomitai, vomitai anche l`anima."
"Questo,
è il prezzo da pagare, per aver rifiutato la mia proposta,
ti lascerò morire quì."
Rise,
e continuò a ridere, per non so quanto a tempo, a me
sembrò un`infinità.
Piantarono
un`ascia bipenne a terra.
Mi
legarono i polsi, successivamente legarono, largamenti, i polsi al
bacino.
Tra me e i miei polsi c`era l`ascia.
"Quandò
avrai finito di tagliare la corda, sarai già morta
dissanguata." Sorrise.
Si
avvicinò a me, aprì una borraccia e me la
infilò in bocca, sentì l`acqua premere per
scendere giù, lungo la gola, ma non ci riuscivo, e la sputai
tentando di non rimanere soffocata, per spirito di sopravvivenza
immagino.
Sorrise
ancora.
Mi
baciò.
Piantò
i suoi occhi nei miei, mentre io lottavo, i suoi occhi mi incastrarono,
i suoi occhi incandescenti, come due braci, che mi guardavano,
qualsiasi cosa io avrei mai fatto, da quel giorno, lui m`avrebbe vista,
ne ero certa, e cedetti al bacio, aprendo le labbra voluttuosa e
chiudendo gli occhi.
Infine,
se ne andò.
Non
so quanto tempo rimasi lì...
Volevo abbracciare mio fratello...
Non volevo che quel posto ignobile fosse la sua tomba...
E piano, tagliai le corde, aprendomi la schiena, sentivo la carne
aprirsi, e allo stesso tempo le corde allentarsi.
Quando
fui libera, andai da mio fratello... lo sollevai e lo strinsi forte a
me, affondai il viso nel suo collo, incurante del sangue che si sarebbe
mescolato al mio macchiandomi il volto.
Mi
incamminai verso il villaggio, intonando una melodia elfica vicino
all`orecchio del mio fratellino, sussurrandola.
Dei gatti selvatici presero a seguirmi.
Quella melodia si chiamava Il sussurro del gatto morente.
Camminavo,
nuda, nel bosco, carezzando la testa del mio fratellino, e cantando,
con dei gatti selvatici.
Arrivai
al villaggio, c`era gente, e stavano recuperando i cadaveri.
Quando mi videro, mi vennero incontro.
Ero
nuda, ricoperta di sangue, col cadavere di mio fratello in braccio.
Mi
accusarono, tentai di difendermi, non mi credettero, mi accusarono di
aver venduto sia loro che la mia famiglia ai banditi, e di esser stata
io ad uccidere mio fratello, si strinsero intorno a me, cosa volevano
farmi?
I gatti selvatici presero a soffiare, e si pararono in mia difesa,
azzannando e graffiando chiunque tentasse di toccarmi.
Ero
sconcertata, ero allibita, ero... così stanca, e vuota e...
me lo aspettavo.
Cominciai
a cantare più forte, e me ne andai, seguita dai gatti, e
dagli sguardi allibiti della mia gente, cullando il mio fratellino tra
le braccia.
Non
so cosa successe, o per quanto tempo io abbia camminato, fatto sta che
i gatti mi hanno abbandonato solo quando una bellissima drow dai
capelli cremisi mi raccolse e mi prese con se.
Barenziah era il suo nome, ed era una persona importante, non volle
dirmi il suo titolo nobiliare però.
Lei, e il suo compagno, il prode Symmachus, anche lui un bellissimo
drow, mi curarono, e mi permetterono di restare con loro
sinchè ne avessi avuta voglia.
Mio
fratello ora è seppellito nella loro personale cripta.
Poco
tempo dopo, nacque il figlio del mio aguzzino.
Lo guardai, era così bello... non lo odiavo per
ciò che aveva commesso suo padre, ma non sarei riuscita a
crescerlo.
Così lo affidai a Barenziah, che accettò
volentieri, dato che le risultava difficile il concepimento. Gli diedi
il nome di Elphist, e mi feci promettere che quando sarebbe stato
abbastanza grande per capire, gli avrebbe detto la verità.
Crescere un figlio... io che cerco qualcuno che cresca me.
Quando
mi fui completamente ristabilita, preso qualche vestito e pochi scudi,
decisi di partire, e andarmene per la mia strada, con la promessa che
non li avrei mai dimenticati, e che sarei tornata a trovarli.
Ed ora sono quì, in queste splendide terre... non so cosa mi aspetti, ma non ho paura... la paura, l`ho lasciata in quella grotta.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Uh....
ecco, Mangetsu-chan ha già letto questa storia, e
spero mi perdoni per la ripetitività che le consegno
così facendo.
In origine questa storia è nata prima, poi il partner di
questo personaggio, nel gioco di ruolo, mi ha chiesto di scrivergli un
background, e così è nato il figlio della
solitudine. L'ho dovuto inserire per forza adesso, per poter mettere il
nuovo capitolo, quello che ancora non ho scritto. E' che ho un po
d'ansia nel scriverlo, non so bene come gestirlo ad essere onesta, ed
infatti è quasi un anno che scrivo e cancello ciò
che narra di quel personaggio. Poverino, sicuramente si sarà
stancato di stare nei miei pensieri.
Per quanto riguarda Mayaserana-chan spero che se tu non abbia letto
prima questa storia lo farai ora, e lo farai con piacere. Saperti
curiosa di leggere una mia storia, così acerba e piena di
errori, mi emoziona davvero tantissimo.
Bene, per ora vi saluto e vi ringrazio di tutto!
(Mangetsu-chan, grazie per avermi corretta ! Che imbarazzo!)