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Autore: funkia    14/01/2012    9 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Spingi, Vanessa, spingi

DON’T TELL DAD II

 

 

20. Stuck

 

 

 

There are so many things
That I never ever get to say
'Cause I'm always tongue-tied
With my words getting in the way

If you could read my mind
Then all your doubts would be left behind
And every little thing
Would be falling into place                                       (big time rush)

 

 

 

 

“Spingi, Vanessa, spingi!”

 

Vanessa fece tanti piccoli respiri ravvicinati come le avevano insegnato a fare alla scuola preparto. Mi tenne stretta la mano e la guardai mentre si impegnava con tutta se stessa, stesa a terra con le gambe divaricate. Non potevo credere che la stavo veramente aiutando a fare una cosa simile. E lei non poteva credere di star facendo una cosa simile.

 

“Basta così, Rose. Mi sembra di essere un’idiota.” Disse mettendosi seduta. Faceva ridere, sembrava che avesse un grosso cocomero nascosto sotto la maglietta. “Perché mai dovrei esercitarmi a partorire? Non dovrebbe essere una cosa naturale?”

 

“Non lo so.” Dissi io scotendo la testa. “Non sono incinta.”

 

La aiutai ad alzarsi, facendo leva sulla sua schiena. Diavolo se era diventata pesante! Era enorme, ma mai in un miliardo di anni mi sarei sognata di farglielo presente. Eppure era sempre bellissima, aveva un viso solare e pulito. Non era mai stata così bella.

 

“Capisco che tu abbia un sacco di tempo libero adesso, Rosie, ma non importa che tu venga qui a esercitarti per queste scemenze.”

 

“Beh, sembrano proprio scemenze.” Feci io annuendo tra me. “Ma dovrai almeno sapere cosa fare, non credi? Non vorrai mica sparare fuori il bambino come una palla di cannone!”

 

Vanessa sospirò. “Sarebbe molto più facile.”

 

Per un attimo l’immagine di Vanessa stesa su un lettino d’ospedale che sparava fuori il bambino e Al che lo prendeva al volo trionfante mi attraversò la mente. “Già.” Dissi. “Avete già deciso il nome?”

 

“Non proprio.” Fece Vanessa sedendosi sul divano. “All’inizio volevamo chiamarlo come qualcuno di importante, ma erano tutti nomi terribili! Peggio di Albus Severus!”

 

Io ridacchiai. “Sì, ad Al non è andata proprio bene.”

 

“Poi avevamo pensato di fare una lista e sceglierne uno. Ma non siamo d’accordo su niente.”

 

“Quindi avete intenzione di lasciarlo anonimo?” Feci io inarcando un sopracciglio. “Anonimo sembra un bel nome.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “No, abbiamo solo pensato che quando uscirà da lì e lo vedremo, sapremo che nome dargli.”

 

“Sembra funzionare.” Dissi io incoraggiante. “Potreste sempre chiamarlo Ross. Zia Rose e il nipotino Ross.”

 

Vanessa fece una smorfia. “Certo.” Non le piaceva, ovviamente. “Hai più sentito Malfoy?”

 

Sentii il mio sorriso scivolare via dalla mia faccia. Sospirai profondamente scotendo la testa. “Non dopo che mi ha detto che mi ama e avergli chiuso la porta in faccia.”

 

Vanessa scoppiò a ridere. Rideva ogni volta che glielo raccontavo. “Non deve aver gradito la tua risposta.”

 

“Non quanto Zabini.” Feci io colpevole. “Gli ho rotto il naso sbattendogli la porta addosso.”

 

Vanessa rise più forte. “Esilarante. Avrei voluto esserci! Ma seriamente, Rose, sbattere la porta in faccia ad uno che ti ha appena detto che ti ama?”

 

“Sono andata nel panico!” Mi giustificai io. “Non ricordavo neanche più che Zabini fosse lì, altrimenti non gli avrei mai lanciato la porta addosso! Lily era così arrabbiata! Senza contare che per la botta ha urlato così forte che i miei si sono spaventati e sono venuti a vedere cosa stesse succedendo. Hugo si sta ancora rotolando per terra dalle risate.”

 

“I miei giorni sarebbero così noiosi senza di te, Rose.” Fece Vanessa sorridendo.

 

Io sbuffai tristemente. “Ce ne saranno molti a venire, Vì. Fino a che non mi trovo un altro lavoro, almeno.”

 

Vanessa mi guardò con un sorriso amaro e annuì. “Sì, lo so, Rose. E’ davvero spiacevole rimanere senza lavoro, soprattutto se era una cosa che adoravi fare. Ci sono passata.”

 

Solo in quel momento ricordai che la carriera di modella di Vanessa era finita quando i suoi capi avevano saputo che era rimasta incinta. “Sì beh, i tuoi capi sono degli idioti!”

 

Vanessa alzò un sopracciglio. “Abbiamo più cose in comune di quante credessi, Rose.”

 

Scossi la testa. “No, quello che voglio dire…” La guardai. “Sei sempre bellissima. E meriteresti di poter tornare a sfilare.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Non è così male stare a casa. Ho avuto i miei giorni di gloria.”

 

“Potresti lanciare una nuova campagna.” Feci io all’improvviso. “Ti aiuterei a pubblicizzarla! La chiameremo ‘come tornare in forma dopo la gravidanza’! E’ geniale!”

 

Vanessa scoppiò a ridere. “Rose, non sappiamo ancora se tornerò in forma. Al momento sto lievitando come un panettone!”

 

“Un bellissimo panettone ripieno.” Fece Al ridendo mentre entrava nella stanza. “Ehi Rose, come te la passi?”

 

Io scrollai le spalle e lo seguii con lo sguardo, si avvicinò a Vanessa e le diede un bacio prima di lasciarsi andare sul divano. “Il solito.” Feci io con una smorfia. “Torni da lavoro.”

 

Al annuì stanco e si passò due dita sopra le palpebre. “Vorrei tanto lamentarmi, ma mi sembra un po’ indelicato vista la situazione. Ultimamente mi sento così fortunato ad avere ancora il mio lavoro.”

 

Vanessa gli sorrise. “Non è colpa tua se i tuoi capi sono persone intelligenti, Al.”

 

“Lo so.” Fece lui ricambiando il sorriso. “Ma trovo davvero ingiusta questa situazione. Insomma, tu e Rose avete lavorato entrambe così duramente!”

 

“Staremo bene, Al” Intervenni io. “L’importante è la salute. E la famiglia.”

 

Vanessa si accarezzò il pancione. “Giusto. Non vedo l’ora di vederlo e di vedere a chi assomiglia. Manca così poco che non resisto più.”

 

“Io non mi preoccuperei più di tanto.” Feci io ridendo. “E’ praticamente impossibile che venga brutto o stupido. Vedrai che sarà un bellissimo genio e farà strage di cuori.”

 

Al scosse la testa. “E’ una femmina.” Disse convinto.

 

Io guardai Vanessa ma anche lei sembrava perplessa quanto me. “Come lo sai?”

 

Al fece un sorriso e scrollò le spalle. “Non ne ho idea. Lo so è basta. E’ una femmina.”

 

Fissai per un po’ la pancia di Vanessa. “Dieci galeoni che è un maschio!”

 

Al alzò gli occhi su di me e si illuminò. “Ci sto! Anzi, facciamo quindici!”

 

“Cosa?” Fece Vanessa. “No! No, no, no! Non scommetterete su questo bambino!”

 

Io scoppiai a ridere e allungai la mano verso Al che la strinse in accordo. “Mi spiace, Vì, ma sembra proprio che la partita sia aperta. Mi raccomando non deludermi.”

 

 

**

 

 

Tornai a casa che stavo ancora ridacchiando. Vanessa si era proprio infuriata e ci aveva fatto una ramanzina su come non si scommettesse su certe cose, poi era scoppiata a piangere e si era rifugiata in camera. Io ed Al non ci preoccupavamo più quando piangeva, non era per egoismo, ma avevamo imparato a convivere con gli ormoni di una donna incinta.

 

Hugo era in salotto, seduto sul divano a mangiare biscotti. Mi rivolse un sorriso caldo. “Ehi, che c’è da ridere?”

 

Io buttai fuori un’ultima risatina e scossi la testa, lanciando la borsa sulla poltrona. “Niente, sono stata da Al e Vanessa. Le solite discussioni da donna incinta. Io ho scommesso che è un maschio, tu che ne dici?”

 

Hugo ci pensò un po’ su e poi annuì. “Sì, andrò per il maschio. E dovrebbero chiamarlo Hugh.”

 

“Veramente originale, Hugo.” Ridacchiò papà entrando nella stanza. “Non vedo l’ora di avere nipoti per sentire che nomi avete in serbo per loro.”

 

“Spiacente, non ne avrai mai da me. Dovrai affidarti a Rose.” Fece Hugo senza battere ciglio, continuando a mangiucchiare i suoi biscotti.

 

Papà mi fissò come se si aspettasse una risposta. Io scrollai le spalle. “Beh, io ho suggerito Ross ma non è piaciuto.”

 

Papà alzò un sopracciglio divertito. “Davvero, ragazzi? Ross e Hugh? Spero che Vanessa abbia dei nomi migliori.”

 

“Non preoccuparti, hanno questo grande piano per dare il nome al bambino. Aspetteranno fino a che non sbuca fuori per vedere che faccia ha, e decideranno quando lo vedranno.” Feci io enfatizzando la cosa. “Così se per caso non le verrà in mente nulla, Vanessa sarà costretta a chiamare il suo bambino l’Innominato.”

 

Papà scoppiò a ridere. “Non essere sciocca, Rose. Io e mamma abbiamo fatto lo stesso con te ed ha funzionato perfettamente.”

 

“Come?” feci io sorpresa.

 

“Ma sì.” Papà alzò gli occhi al cielo con la sua solita aria sognante quando ricordava qualcosa di bello. “Profumavi di rose. Per questo ti abbiamo chiamata Rose. Avevi davvero questo forte odore di rose.”

 

Qualcosa si fermò dentro di me. Non seppi dire perché, forse perché in quel momento realizzai seriamente che avevo sempre profumato di rose e nessuno avrebbe potuto cambiarlo.

 

“Beh, speriamo che il bambino di Vanessa non profumi di caccabomba. Sarebbe davvero un casino.” Fece Hugo.

 

“Mi avete chiamato così perché profumo di rose?” Continuai il mio discorso con papà.

 

Lui mi fissò un po’ strano poi sorrise. “Certo. Non dirmi che non te l’ha mai detto nessuno. Profumi sempre come allora.”

 

“No… io…” sospirai. “C’è una persona che sente le rose nell’amortentia e da allora…”

 

“E’ una buona cosa, Rose.” Interruppe papà. “Mamma sentiva il mio odore nell’amortentia e siamo felicemente sposati.”

 

Io lo guardai male. “E’ Malfoy, papà.” Feci secca. “Malfoy sente le rose nell’amortentia. Beh, le sentiva, almeno, quando andavamo a scuola. E’ Vanessa ha tirato fuori questa storia che io profumo di rose. Perché non mi sono mai resa conto di profumare di rose?”

 

Papà rimase un attimo interdetto. Perfino Hugo si voltò verso di lui, distraendosi per la prima volta dai suoi biscotti. “Malfoy non mi dispiace poi così tanto.” Fece alla fine papà sorridendo.

 

Lo fissai a bocca aperta. “Seriamente, cosa ne hai fatto di mio padre? Dimmi dov’è, sporco impostore bevitore di pozione polisucco!”

 

Lui scrollò le spalle. “Lo trovo… divertente.”

 

“Divertente?!” Feci io allucinata. “Divertente? Papà, ha rovinato la mia vita! E’ colpa sua se il mio matrimonio con Jack è andato a monte!”

 

“Sì, beh… Jack era noioso.” Fece lui come se non fosse niente di che.

 

Hugo fece una smorfia temendo una mia reazione ma alzò la mano facendosi piccolo piccolo. “Se può valere qualcosa, anche io penso che Jack sia noioso. Ma Scorpius… dannazione, ne trova sempre una per farci morire dalle risate!”

 

Io spalancai la bocca offesa. “State davvero suggerendo quello che penso stiate suggerendo? Papà, proprio tu! Non ti ricordi quanto ti sei arrabbiato quando andavo a scuola!”

 

Papà ridacchiò tra sé. “Lo so, ma penso di essermi affezionato a quel ragazzo. In un modo o nell’altro è sempre tra i piedi.”

 

“E poi lui ti piace.” Fece Hugo. “Non ha mai smesso di piacerti.”

 

“E’ solo un idiota!” Feci io arrabbiata.

 

Hugo alzò le mani. “Beh, i tuoi gusti in fatto di uomini sono effettivamente molto discutibili.”

 

“Dovresti dargli un’occasione, Rose.” Fece papà sorridendo. “Tua madre me l’ha data e…”

 

“… e me ne pento tutti giorni da allora!” Arrivò la voce di mamma dal piano di sopra.

 

Io e Hugo ci scambiammo un’occhiata e scoppiammo a ridere. Papà rimase con la bocca aperta per qualche secondo, poi si riscosse e cominciò a salire le scale a due a due. “Ehi!” Fece salendo di corsa. “Che cosa vorresti dire? Hermione!”

 

Hugo rise ancora e scosse la testa. “Mi mancherà ridere con te quando ti sposerai con Malfoy e te ne andrai di casa.”

 

Io smisi subito di ridere. “Io non mi sposerò con Malfoy!”

 

“Certo…” Fece Hugo continuando a mangiare i suoi biscotti. “E Vanessa è incinta di un cocomero.”

 

 

**

 

 

Mi sentivo veramente una stupida ma decisi di bussare lo stesso alla porta. Era una giornata ventosa e mi chiusi dentro al mio cappotto aspettando che qualcuno si decidesse ad aprire. Ancora non ero proprio sicura di che cosa ci facessi lì. beh, prima di tutto mi sarei scusata. Sembrava un buon inizio.

 

Finalmente vennero ad aprire. Zio Harry mi fissò un po’ incerto sull’altro lato della soglia. “Rose.” Fece sorpreso. “E’ bello vederti. Insolito, ma bello.”

 

“Già.” Sforzai un sorriso e mi schiarii la gola. “Lily è in casa?”

 

Lo zio mi fece cenno di entrare e non me lo feci ripetere due volte. Odiavo il vento, mi scompigliava i capelli e dovevo sembrare uno spaventapasseri. “Credo sia di sopra.” Disse. “Vado a chiamarla.”

 

“C’è anche Dylan?” Lo fermai prima che se ne andasse.

 

Lo zio parve un po’ sorpreso dalla mia domanda. “Sì… di sopra… se vuoi…”

 

“Vado da sola.” Annuii. “Grazie.”

 

Cominciai lentamente a salire le scale sentendomi a disagio sotto lo sguardo dello zio. Sarebbe stato troppo strano spiegare perché cercavo Zabini. Arrivai al piano di sopra e puntai dritta fino all’ultima camera sul fondo del corridoio. La camera di Lily.

 

Bussai. “Lily?” Chiamai. “Sono Rose. Posso entrare?”

 

Sentii bisbigliare qualcosa, Lily sembrava avere un tono scocciato, ma venne comunque ad aprire. “Rose.” Fece ostile. “Sei passata a rompere qualche altro naso?”

 

Io sospirai. Lo sapevo che l’avrebbe presa sul personale. “Andiamo, Lily, è stato un incidente!”

 

Lily mi fissò arrabbiata. “Beh, c’è qualcosa che posso fare per te?”

 

Presi un bel respiro. “Veramente vorrei parlare con Dylan.” Dissi. “Da sola.”

 

Lily sembrò un po’ presa alla sprovvista ma poi tornò all’attacco. “Perché diavolo avresti bisogno di parlare con lui? E poi lui non è qui. E’… altrove. In un altro posto con altra gente.”

 

Stavo quasi per dirle che lo zio Harry mi aveva detto che Zabini era in casa ma la sua voce mi precedette. “Lily, falla entrare.” Fece un po’ annoiato. “Il mio naso sta bene e sono sicuro che non cercherà di aggredirmi.”

 

Lily sembrò pensarci su per qualche minuto, fino a che io non alzai un sopracciglio in modo molto eloquente. “Oh, va bene!” Si lamentò. “Ti do cinque minuti.”

 

“Facciamo dieci.” Dissi io.

 

“Dieci!” Fece andandosene arrabbiata. “Non di più!”

 

Aspettai che Lily avesse sceso l’ultimo gradino ed aprii la porta accostata. Zabini era seduto sul letto, mi rivolse il suo solito sorriso accentuato da un bel livido viola attorno al suo naso. Feci qualche passo all’interno della stanza, un po’ imbarazzata. Conoscevo Zabini da anni ma non eravamo mai stati proprio amici.

 

“Come va, Rose?” Fece allegro.

 

“Bene.” Gli concessi. Mi schiarii la gola fissando il suo naso. “Fa ancora male?”

 

Zabini si portò una mano sul naso, d’istinto, ma scosse la testa. “Oh no, sembra molto peggio di quanto sia. Me l’hanno aggiustato con un incantesimo, ma ci vorrà ancora qualche giorno per mandare via il livido. E’ stata una bella botta.” Fece ridendo.

 

Io non ci trovai niente da ridere. Anzi, mi sentii maledettamente in colpa. “Mi dispiace così tanto. Sono stata presa alla sprovvista.”

 

Lui scrollò le spalle. “Beh, se ne è valsa  la pena… “ Mi guardò ma io non battei ciglio. “Ouch. Scorpius non sarà per niente di buonumore.”

 

Io sospirai frustrata. “Già. Vorrei solo sapere come fare a rimettere le cose a posto. Insomma, tu conosci Scorpius meglio di chiunque altro e speravo potessi darmi qualche… consiglio? Non so, qualcosa del genere…”

 

Zabini alzò un sopracciglio. “Forse avresti potuto rispondere ‘anche io’ e sarebbe stato tutto molto più facile, non credi?”

 

“Ero nel panico!” Alzai la voce. “Mi aveva appena fatta licenziare e poi si presenta a casa per… ero infuriata! E nel panico!”

 

Zabini sospirò e sembrò pensarci su un attimo. Mi mandò un’occhiata veloce, quasi si vergognasse di quello che stava pensando. Io cominciavo a temere il peggio. “Beh, ci sarebbe una cosa che possiamo fare…” disse. “… ma non ti piacerà.”

 

Io chiusi gli occhi e sospirai profondamente. “Odio ammetterlo, ma credo di essere pronta a tutto.”

 

 

**

 

 

Ebbene sì, sono ancora viva. A stenti, ma sono ancora viva. Sarò breve, siamo agli sgoccioli e prevedo che dopo questa storia mi prenderò una luuuuuunga pausa dove sarò purtroppo molto poco produttiva. Troppi progetti e troppo poco tempo, devo riordinare le idee e pensare a quello che voglio fare.

Vi lascio in compagnia di questo nuovo capitolo, per i pochi santi che ancora mi seguono nonostante le mie lunghe assenze, e in attesa del prossimo “Take me or leave me”

Vi amo tutti come il primo giorno!

Zia Funkia <3

   
 
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