Allora mi invocheranno, ma io non risponderò,
mi cercheranno, ma non mi troveranno.

«Ci siamo quasi, Michael?»
«No. Non ancora, Fratello.»
Raphael si aspettava una risposta simile. D'altronde era sempre la stessa, da qualche secolo a quella parte.
Il Trono Luminoso era vuoto. Lo era da molti, troppi secoli. Il tempo degli umani stava per scadere, Paradiso ed Inferno ben presto si sarebbero scontrati nella Guerra Finale, dopo la quale tutto sarebbe rinato. La Nuova Gerusalemme era alle porte. Ma la potenza di Lucifer era terribilmente incalcolabile, le legioni del Paradiso dovevano essere ripulite dai deboli, ripristinate e rinforzate per riuscire ad affrontare l'ultima sfida.
«Hai convocato gli Empi?»
Gabriel annuì.
«A quanto pare non sospettano nulla.»
«Perfetto. Sai cosa fare, Raphael. Ma, ti prego, lascia a me Anna e Castiel.»
L'arcangelo osservò suo fratello vagamente accigliato.
«Perché?»
In tutta risposta Michael spiegò le sue immense ali nere assumendo un'espressione dura e compiaciuta.
«Per quanto mi costi ammetterlo, abbiamo bisogno di loro.» Almeno quanto loro hanno bisogno di una punizione esemplare, per poter tornare ad essere immacolati e degni di questo Posto Glorioso.
Raphael parve non essere completamente convinto di quelle parole, ma non osò controbattere. Sfoderò il proprio pugnale, lo stesso col quale di lì a poco avrebbe stroncato l'esistenza di numerosi angeli, e con un battuto d'ali fu altrove.
Una volta rimasto solo, l'arcangelo più splendente del Paradiso si avvicinò all'immenso Trono e senza una punta di timore vi si sedette comodamente, come se fosse quello il posto che da sempre gli spettava. Levò la mano destra al cielo e dichiarò a gran voce, in tono solenne:

Gettateli fuori nelle tenebre, là sarà pianto e stridore di denti.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.