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Autore: Ila96    14/01/2012    2 recensioni
Molti pensano che l'unico amore di Sherlock Holmes sia John Watson, altri che sia Irene Adler.
Se ci fosse un'altra persona, di cui nessuno, nemmeno John, sa nulla?
E se questa persona ricomparisse all'improvviso per chiedere aiuto cosa succederebbe?
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fin da quando ero piccola ho sempre riletto, ogni anno, almeno un'avventura di Sherlock Holmes. Ho visto tutti i film, tutte le serie tv possibili e immaginabili dedicate a questo fantastico personaggio. Fino ad ora, però, non avevo mai osato scrivere niente su di lui, sopratutto su un tema delicato come l'amore, perché non credevo di essere all'altezza di trattare dei personaggi come Sherlock o Watson. Devo dire però che la serie tv della BBC mi ha ispirato parecchio. Mi piace l'idea di riadattare alcuni racconti nel mondo attuale e così finalmente mi decido a pubblicare il primo capitolo.
Mi scuso per eventuali errori di grammatica o altro. Cercherò di pubblicare un capitolo ogni due settimane.
Vi prego, siate clementi! XD

 

Una Voce dal Passato
 

 Capitolo 1
~ Una visita inaspettata ~

 

“Perché soffri, o cavaliere in armi,
E pallido indugi e solo?
Sono avvizziti, qui i giunchi in riva al lago,
E nessun uccello cantando prende il volo.”
La Belle Dame Sans Merci - J. Keats

 

 
 

Rumori di spari, gli uomini urlavano e immense nuvole di polvere e terra si sollevavano arrossando gli occhi e confondendo la vista. Davanti a lui un ragazzo perdeva molto sangue. Doveva fare qualcosa. Doveva salvarlo. Era sua la responsabilità, era lui il medico. Il ragazzo boccheggiava, i polmoni ormai intasati dall'emorragia interna. Stava morendo. Doveva salvarlo. Moriva.

John si svegliò di soprassalto, sudato e angosciato e smarrito.
Si passo una mano sul volto, sospirando, e ricadde tra le coperte. Un altro incubo. Un altro maledettissimo incubo. Non poteva andare avanti così.
Fuori era già giorno, la luce debole del sole filtrava stancamente dalle persiane della finestra.
Novembre.
Si trascinò stancamente in bagno, cercando con lo sguardo la figura famigliare del suo coinquilino. Non c'era, probabilmente stava ancora dormendo. Quando non aveva nessun caso tra le mani diventava davvero stressante. Poteva stare a letto fino a dopo mezzogiorno e quando si alzava trovava i passatempi più bizzarri.
Come sparare al muro, per esempio.
Non fece in tempo a chiudere la porta dietro di sé che qualcuno bussò all'ingresso.
La voce della signora Hudson risuonò dall'altra parte del corridoio chiara e concisa:
- Sherlock, si svegli! C'è una persona che desidera vedervi. Dice che è una questione della massima urgenza! 
John andò velocemente ad aprire.
- Arrivo, arrivo, un attimo soltanto!
Davanti a lui la signora Hudson lo guardava con occhi allarmati.
- Sherlock non c'è?
- Ho paura che stia ancora dormendo...
- Oh, beh, qui c'è una ragazza che dice di conoscerlo.
Lo sguardo di John si spostò sulla sottile figura che indugiava timidamente dietro la signora Hudson.
La ragazza era davvero molto bella. Delicati riccioli castani gli incorniciavano il volto dalla pelle candida e due luminosi occhi verde smeraldo luccicavano dall'ombra. 
La signora Hudson continuò, abbassando notevolmente il tono della voce.
- Dice di essere una sua vecchia amica!
A quella frase John per poco non lanciò un'esclamazione, ma riuscì a trattenersi.
La ragazza sorrise, abbassando lo sguardo e arrossendo appena.
- Oh, prego, la faccia entrare, adesso andrò a svegliarlo immediatamente.
La ragazza si accomodò su una poltrona e iniziò a guardarsi in torno con un sorriso nostalgico sulle labbra.
John le chiese di aspettare solo un secondo. Sarebbe tornato subito.
Andò in fretta verso la stanza di Sherlock, curioso più che mai di sapere chi fosse la misteriosa ragazza che aspettava nell'altra stanza. Bussò più volte, ma non successe nulla. Provò a chiamare ottenendo solo un muto silenzio per risposta. Prudentemente aprì leggermente la porta.
- Sherlock? Sei sveglio?
Alla fine si decise a spalancarla del tutto. Il letto giaceva intatto, la stanza vuota stracolma di cianfrusaglie stava immobile davanti a lui.
Quando ritornò nel salotto vide che la ragazza si era alzata e passeggiava per la stanza, curiosando tra i libri e le foto.
- Sherlock non c'è. Mi dispiace. - annunciò con voce mesta.
La ragazza sorrise.
- Posso aspettarlo?
Aveva la voce molto chiara, cristallina e delicata.
- Certo, si.
- Lei deve essere un militare... No, scusi, un medico... un medico militare. Tornato da poco?
John la guardò sbalordito.
- Come...?
La ragazza sorrise maliziosamente e si risedette sulla poltrona.
- Mi scusi, mi scusi davvero. Le informazioni le ho avute da Mycroft, ma non ho resistito a mettere in pratica quello che Sherlock fa tutti i giorni. E' molto divertente.
- Così lei conosce i suoi metodi? - soggiunse accomodandosi a sua volta sulla poltrona di rimpetto.
- Fin troppo bene. Lo conosco da quando ho memoria. I nostri genitori erano ottimi amici e così io ho passato praticamente tutta la mia infanzia con i fratelli Holmes. Può immaginare...
- Oh Dio...no, non ci voglio pensare...
La ragazza sorrise ricordando un Sherlock bambino ormai scomparso.
- Mi chiamo Lisa Southland, piacere...
- Piacere, John Watson.
- Si, l'avevo intuito.
Osservandola meglio John vide che portava un semplice paio di jeans un po' sgualciti e una camicetta azzurra. Dopo un secondo di imbarazzante silenzio decise di porre una delle tante domande che gli vagavano per la testa.
- Allora... Lei è venuta qui solo per motivi personali o c'è dell'altro?
Lisa sorrise e rispose abbassando leggermente il capo.
- Immagino che Sherlock non le abbia mai parlato di me...
- No, a dir la verità no, mai.
- Lo sapevo. Beh, diciamo che i nostri rapporti negli ultimi tre anni non sono stati dei migliori. Anzi, se devo essere sincera non ci sono proprio stati.
- Non avete mai parlato?
- Oh, io gli avrò spedito un sacco di e-mail, ma non ho ricevuto nessuna risposta.
- Avevate litigato?
La ragazza abbassò lo sguardo, arrossendo leggermente, e John si sentì davvero imbarazzato dal suo comportamento.
- Mi scusi. In genere io non faccio tutte queste domande. Capisco perfettamente che non sono affari che mi riguardano.
Lisa gli sorrise e scosse la testa.
- No, no. Non si preoccupi. Comprendo la sua curiosità. Infondo per voi Sherlock è un amico, ma anche una persona molto eccentrica. Non avete mai sentito nominargli una donna se non come parte di un indagine.
John annuì e aspettò che continuasse. La ragazza aveva tradotto in parole i suoi pensieri.
- Vede, è complicato. Il litigio è iniziato tutto per una semplice battuta. Io stavo con il figlio di un mecenate dell'industria petrolifera. Volevamo sposarci e così, quando ha ottenuto l'incarico da suo zio di trasferirsi in America, andai con lui. Non dissi nulla a Sherlock. Me ne andai e basta e lui lo venne a sapere da Mycroft e questa...questa era la cosa peggiore che potessi fargli.
- Già... Non si sopportano neanche ora.
La ragazza sorrise gentilmente, ma i suoi occhi esprimevano molta tristezza, che fece volare via con un'aggiustata della folta chioma castana.
- Ma perché non glielo disse? Non capisco.
- A quel tempo non capivo nemmeno io il motivo, credevo che fosse perché a Sherlock non piaceva. Oggi so che era tutto per ferirlo. Forse non... non sopportavo che lui fosse così freddo, così... indelicato.
Non voglio che lei si faccia un'idea sbagliata dei miei rapporti con Sherlock. In quasi ventisette anni il massimo che sono riuscita a raggiungere è stato una pacca sulla spalla o una stretta di mano e sempre e solo in occasioni particolari e straordinarie.
John annuì comprensivo. La capiva, la capiva benissimo.
- Perché è tornata allora?
- Sono qui per... per nascondermi.
John aggrottò la fronte incredulo.
- Nascondervi?! Da chi?
- Da mio marito. E' cambiato da quando ci siamo sposati. E' diventato un uomo violento e scortese. Io...
Lisa nascose il volto tra le mani e iniziò a singhiozzare.
Watson le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
- Non si è rivolta alla polizia?
- No, sarebbe stato inutile, e poi non volevo che venisse arrestato. Suo zio ha molto potere. Se il caso fosse passato alla polizia la faccenda sarebbe diventata di dominio pubblico in più di due paesi.
John si alzò e iniziò a camminare per la stanza pensando a dove potesse essere andato a quell'ora di mattina Sherlock Holmes. In quel periodo stava seguendo un caso particolarmente facile per lui. Ieri aveva visto di sfuggita Lestrade scendere le scale in tutta fretta, ma ora non aveva la più pallida idea di dove potesse essere.
- Mi dispiace davvero... Solo, dovrà aspettare fin quando Sherlock non sarà tornato.
La ragazza sorrise e annuì.
- Non c'è problema. Mi piace la sua compagnia.
John le sorrise leggermente e si risedette al suo posto.
- Allora, cambiamo argomento. Mi racconti com'era Sherlock da bambino.
- Non aveva molti amici, anzi, a dir la verità io e Mycroft eravamo gli unici con cui passava il suo tempo libero. Andava male in tutte le materie che non gli interessavano. Gli piaceva musica, scienze e in particolare chimica e anche storia. Gli altri bambini lo schernivano sempre perché faceva cose strane come contare il numero degli scalini di un edificio o intrufolarsi dove non doveva e prendere cose di altri.
- Rubava?
- No, no. Le prendeva solo per dimostrare quanto era facile. Quanto era intelligente lui e quanto stupidi gli altri.
John sorrise leggermente. Non si era mai immaginato un Sherlock bambino, ma ora iniziava a raffigurarselo.
Proprio in quel momento un forte rumore di passi li distrasse dalla conversazione e un secondo dopo la porta si spalancò lasciando spazio a un Sherlock euforico.
- John, non puoi immaginare in quanti minuti ho risolto questo caso! Un nuovo record! Bisognerà annotarlo da qualche parte...
- Sherlock...
- Indovina!
- Sherlock...
- Che...c'è.
Appena i suoi occhi si posarono sulla figura seduta davanti a John ammutolì.
Lisa si alzò in piedi, ma non proferì parola. I suoi occhi dicevano molto di più.
Sherlock posò lentamente la sciarpa sull'appendiabiti nell'angolo, non smettendo di fissare la ragazza.
John era semplicemente sbalordito. Per la prima volta da quando lo conosceva, Sherlock Holmes non sapeva cosa dire.
Fu sorprendente breve il tempo che impiegò per riprendersi dalla forte emozione, per lui inusuale. Una qualsiasi persona normale quanto meno avrebbe salutato o stretto la mano o qualsiasi gesto amichevole attribuito all'uomo, invece Sherlock disse semplicemente
- Hai cambiato profumo?
- Si, sarà un anno ormai...
- Preferivo il precedente, questo è troppo... non so... forte. Non trovi che sia troppo forte, John?
- Sherlock, lei è qui per... - non fece in  tempo a terminare la frase perché l'altro lo interruppe con voce fredda e tagliente.
- So perché è qui, lo so bene. Non pensavo che venisse... Credo anche che Lisa conosca già la risposta.
La ragazza gli si avvicinò implorante.
- Ti prego, Sherlock, ti prego. Perché non mi vuoi aiutare?
A John non gli era nemmeno passato per la mente che Sherlock potesse rifiutarsi. Questo superava di gran lunga ogni cosa abominevole fatta da lui fino a quel momento.
- Perché non vai da Mycroft, come al solito?
Gli occhi di Lisa si riempirono di nuove lacrime, ma poi un lampo di malizia le accese il volto.
- Si, forse ci andrò. In fondo lui è di gran lunga più intelligente di te ed anche molto più gentile.
- Sarà anche molto più gentile, ma non si muove da quel suo trono su cui è seduto. E' inattivo come il lavoro che fa'.
- Ed è proprio per questo sono venuta da te.
La ragazza sorrise e dentro di sé Watson non poté fare a meno di sorridere a sua volta. Per Sherlock le donne erano infinitamente insignificanti e ottuse, ma forse solo perché non riusciva a comprenderle appieno. Non poteva controllarle e allora le definiva stupide o senza importanza. Beh, ora quella ragazza era riuscita a ingannarlo semplicemente usando un banale trucco femminile, che su Sherlock Holmes funzionava anche troppo facilmente. L'adulazione. 
Lisa si riaccomodò davanti a John, mentre Sherlock, toltosi il cappotto, rimase in piedi accanto al camino, non smettendo di osservare la ragazza un solo istante.
- Quello che hai raccontato a Mycroft è tutto o c'è dell'altro?
La ragazza sorrise vittoriosa, ma ad uno sguardo di Sherlock tornò subito seria.
- No, c'è dell'altro.
- Bene, allora sarà meglio che ci racconti tutta la storia in modo che John possa farsi un'idea chiara della situazione.
Lisa sorrise.
- Non puoi fare a meno di avere un tuo pubblico personale, vero?
Sherlock non rispose, ma distolse lo sguardo da lei e lo posò sulla collezione di farfalle accanto.
- Molto bene. Allora inizio. John, posso darti del tu?
- Si, certamente
- Bene. Tu sai già che mio marito mi trattava male. Mi picchiava e mi tradiva con altre donne, in casa nostra.
- Disgustoso...
Il commento proveniva da Sherlock.
John guardò il suo coinquilino sorpreso. Non lo aveva mai visto così teso. Incominciava a chiedersi quante cose ancora non sapesse di lui. Lisa continuò.
- Un giorno, un mese fa' circa, l'ho minacciato di dire tutto ai giornali se non mi avrebbe permesso di ritornare in Inghilterra. Sapeva che non ne avrei mai avuto il coraggio, così continuò. Arrivò al punto di non farmi uscire di casa nemmeno di giorno. Scappai e con l'aiuto di amici riuscii a ritornare qui, ma sapevo che non avrebbe smesso di cercarmi. Aveva giurato che mi avrebbe cercato anche in capo al mondo, se necessario.
- Ma allora perché sei qui?
Entrambi guardarono Sherlock increduli.
John tentò di rispondere.
- Beh, mi sembra logico che voglia protezione.
Sherlock lo guardò sarcastico.
- No, ha tutta la protezione che vuole da mio fratello. Se è venuta qui è per altro.
- E' vero.
Sherlock ritornò ad osservare distrattamente le farfalle aspettando che Lisa continuasse il racconto.
- Una settimana fa' mio marito mi chiamò. Disse che mi amava e che sentiva la mia mancanza e che desiderava che io tornassi da lui. Io non gli credetti. Mi aveva ingannata già troppe volte. Anzi, li comunicai che avrei chiesto il divorzio. A quelle parole lui iniziò a sbraitare dicendo che se non ritornavo da lui di mia spontanea volontà lo avrei fatto di forza...
A quel punto la voce le si incrinò e John le si avvicinò di nuovo, per rassicurarla.
Sherlock li guardò irritato.
- Non mi hai ancora detto cosa vuoi esattamente da me.
Lisa lo guardò gelida.
- Voglio che tu lo costringa a firmare le carte per il divorzio.  

   
 
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