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Autore: Vale9    14/01/2012    1 recensioni
Cosa succede a Bella mentre mette al mondo Reenesme? Cosa succede ad Edward dopo il parto? Bella riuscirà a sopravvivere? Edward riuscirà a guardare gli occhi della figlia, così identici a quelli della madre? Edward avrà abbastanza coraggio?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Sentivo a mala pena il sangue che mi scorreva nella gola, saziando il mio primordiale bisogno, la mia mente e il corpo volevano essere da un'altra parte in quel momento.

Volevano essere in quel letto vicino a qual cuore che a stento batteva, per dargli forza, per dargli il coraggio di battere ancora per lui e per tutti.

Ma doveva cacciare per stare vicino a lei, che tanto amava.

Dopo aver finito il pasto, mi sentivo meglio, ma solo nel fisico, da un mese l'ansia mi divorava, il dolore? Insopportabile.

L’immane paura di perdere la persona che contava più della mia stessa vita, se quell'esistenza si poteva chiamare vita, divorava la mia anima. Ogni. Giorno.

Abbandono distrattamente il corpo del cervo, per tornare a velocità super sonica dalla mia Bella.

 

Entro in casa come una furia silenziosa e mi dirigo nella mia camera dove lei vuole stare, dice che le ricorda la prima volta che è venuta a casa mia, la prima volta che aveva conosciuto la mia imprevedibile e meravigliosa famiglia, e i tanti bei momenti passati assieme.

La trovo che dorme beatamente sotto le calde coperte, seguo il tubicino che va dalla macchina fino al suo naso aiutandola a respirare, sento il delizioso profumo di sangue e noto i due bicchieri colmi del liquido rosso appoggiati sul tavolino, pronti per essere bevuti da Bella appena dopo il suo risveglio.

La osservo. La pelle pallida e fredda, oramai mostra la sua ossa e si tende sul bacino arrotondato, come se si volesse strappare da un minuto all'altro, i capelli oramai spenti, poggiano sulle spalle rassegnati ad un destino che sembra inevitabile e crudele.

 

Noto un lieve spostamento delle lenzuola su e giù, su è giù, e me ne godo, ogni singolo momento come se fosse l'ultima goccia di sangue rimasta al mondo. Si perché se io non vedessi quel debole movimento si direbbe quasi che la mia dolce Bella fosse... non riesco neanche a pensarlo figuriamoci dirlo ad alta voce.

Molto lentamente, senza fare il minimo rumore, mi avvicino al letto dorato e con delicatezza, mi stendo accanto a lei. Nonostante il suo sonno pesante, sente la mia presenza e si avvicina a me, come attirata dalla forza di gravità. Ha un viso così sereno… è la prima volta da giorni che dorme così beatamente, sembra quasi la calma prima della tempesta, ma adesso non voglio pensarci, voglio solo ammirare il suo pallido, ma sempre bello, viso.

 

Non so per quanto tempo rimango a guardare il suo volto, mi accorgo che si sta facendo sera e la mia Bella non si è ancora svegliata, il suo battito è regolare dopo questa lunga dormita sembra avere il viso più disteso, impaziente di vedere di nuovo i suoi occhi mi accingo a svegliarla, ma lei mi precede, aprendoli lentamente.

I suoi occhi. L’unica cosa immutata del suo corpo stanco, ancora pieni di vita, parlano al posto di Bella, comunicando tutto il loro per me. Mi crogiolo in questa splendida visione finché i suoi occhi non si posano, famelici, sui bicchieri di sangue.

Senza dire una parola capisco. Le porgo un bicchiere colmo del liquido rosso, e lei quasi con frenesia lo porta alla bocca, beve con evidente piacere, infine anche il secondo bicchiere rimane vuoto. Mi guarda. Le rivolgo un sorriso, quello che le piace tanto, da quando è incinta adora il silenzio, non parla quasi mai, se non con me. Noi non abbiamo bisogno di parole, ci capiamo, con uno sguardo, con gesto, con una carezza.

 

Una volta mi ha detto che parla volentieri anche con il bambino, la sento certe volte sussurragli dolci parole e io non posso che sorridere nonostante il peso che ho sul cuore.

Lei continua a guardarmi e avvicinandosi a me, mi accarezza il viso. Quando le nostre labbra si incontrano, sembrano danzare, restie a staccarsi si fermano, Bella ha ancora bisogno di ossigeno. Mi circonda con le sua piccole braccia, e io con le mie, si accuccia con la testa sul mio petto, si rilassa e con delicatezza porta una mano sul ventre, lentamente comincia ad accarezzarlo.

 

Passa qualche ora, e Bella si è assopita di nuovo. Lentamente porto una mano sui capelli e comincio ad accarezzarli, dopo qualche minuto sento uno schiocco, come quando qualcosa si spezza, Bella apre gli occhi di scatto, pieni di dolore, e incomincia ad urlare. Il feto le ha rotto una costola, come una furia mi alzo la prendo in braccio e la porto nella piccola sala operatoria adibita apposta per lei, le dico di resistere di non mollare, nel mentre accorrono mio padre, Rose e Jacob, Bella comincia a vomitare sangue.

 

La distendo sul lettino, Carlisle le fa una flebo di morfina, ma non c’è tempo, Bella ha già perso conoscenza, Rose capisce, con un bisturi fa un taglio in fondo alla pancia per estrarre il bambino, ma alla fine cede, c’è troppo sangue. Si china per iniziare a succhiare, ma Jacob la scaraventa fuori dalla stanza, tutto questo nell’arco di pochi secondi. Bella è ricoperta di sangue e con orrore mi accorgo che non sento più il suo cuore, prendo in mano la situazione, con freddezza e velocità riesco ad estrarre il bambino dal corpo di Bella e lo do a mio padre senza degnarlo di uno sguardo, stranamente non piange, ma so che è vivo. Mi concentro su mia moglie che ormai non respira più, le affondo una siringa con il mio veleno direttamente nel cuore e dico a Jacob di farle il massaggio cardiaco più veloce che può, ignorando i suoi pensieri idioti, non mi arrendo e comincio a sanare ogni sua ferita, con la mia salita e con i miei morsi.

 

 

Ma Bella non reagisce, passano i secondi, passano i minuti e non riesco a sentire la trasformazione in corso nel suo corpo. Non ci voglio credere, non mi voglio arrendere. Semplicemente non posso, non posso arrendermi, non posso perderla.

E allora grido, grido il suo nome, grido così tanto che gli uccelli sugli alberi vicino alla casa scappano spaventati.

 

La porta sbatte, entra mia sorella e comincia a scrollarmi, io apro gli occhi di scatto, lei affannata mi urla: “Edward! Era solo un incubo! Stai  tranquillo ora sei sveglio!”, ma io non le credo, corro da Bella al piano superiore. La trovo distesa sul letto che sonnecchia con una mano sul ventre gonfio, respira bene e regolare, il sangue funziona bene.

Il sollievo mi sommerge, è ancora viva, era solo un incubo.

   
 
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