Buona sera a tutte!
Ebbene no, non sono morta! ^^’
La vita universitaria a volte fa schifo, il mese scorso ho fatto l’Esame di abilitazione professionale di Psicologo (PASSATO! ^_^) e il mese prossimo ho una tesi di master da presentare…
Sì, sono vecchia, embè!? Sono ancora sotto i 30 anni! :P *e chissenefrega? N.d.Tutti *
Comunque, oggi avevo voglia di darvi in pasto il nuovo capitolo di La scomparsa di Danimarca che stava facendo le ragnatele nel mio desktop, così posso sparire per un altro paio di mesi senza problemi (ma anche no! ^^’).
Va bene, non mi dilungo in altre boiate sulla mia vita di studentessa tardona e vi auguro una piacevole lettura!
Adrienne
Capitolo 8: Niels
La mattina seguente Norvegia rotolò intontito in un letto vuoto. Spingendosi in
posizione seduta, in un primo momento gli fu difficile capire dove fosse. Non riconosceva nessuna delle cianfrusaglie intorno a
lui e non riusciva a ricordare come fosse arrivato lì.
Ma all'improvviso tutto gli tornò in mente in un lampo.
"Danimarca!" disse ad alta voce con occhi spalancati. Scivolò
rapidamente fuori dal letto e raccattò i suoi abiti
sparsi su tutto il pavimento. Senza toccare i capelli, spalancò la porta della
camera. Trovò quello che sembrava essere il soggiorno di un appartamento. Ma
era vuoto. Danimarca non c’era.
Nondimeno Norvegia trovò la stanza quasi affascinante.
Un loveseat con poltrone poste ai lati di un televisore,
tutto in materiale diverso ma dello stesso colore di base, almeno nel tentativo
di bilanciare. Sul mobile, attorno al televisore, Danimarca aveva messo ogni
sorta di strani oggetti o ricordi - uno di questi sembrava la statuina Lego di un’ascia, inoltre c’era un
assortimento di action figures e modellini di
vichinghi. Norvegia non poté far altro che sorridere. Danimarca non era
cambiato.
Un gorgoglio nel suo stomaco gli fece capire che era ora di colazione, così
Norvegia si diresse verso la cucina.
Una volta entrato, gli occhi di Norvegia caddero
immediatamente sulla macchina del caffé. Sopra vi era attaccata una nota
adesiva.
"Norge, Sono al lavoro. C’è del cibo nel frigorifero; il caffé è nella
dispensa accanto.
Niels"
Uomo intelligente. Sapeva esattamente dove mettere una nota che potesse essere trovata da un norvegese. Voltandosi, Norvegia
andò dritto verso l'armadietto adiacente. Trovò una imitazione
tedesca del caffé preferito di Danimarca, che però non era abbastanza forte
come Norvegia avrebbe voluto. Ma Norvegia non se ne sarebbe lamentato. Non
avrebbe osato.
Si versò il caffé e controllò dentro il frigorifero. Sorpreso, trovò una prima
colazione completa con pane e uova, il tutto rivestito con un involucro di
plastica pronto per lui. Danimarca era più attento di quanto sembrava, anche
adesso.
Mentre mangiava, Norvegia si rese conto che sarebbe stato meglio aspettare
semplicemente che Danimarca tornasse a casa, e poi gli avrebbe spiegato la
situazione. Sì, ma … come? Danimarca era stato l'unico a non aver pensato che fosse pazzo. Sarebbe stato capace di affrontare l’argomento?
... Sì, giusto.
'Allora, che cosa fai nella vita?'
'Oh, sono la personificazione di un Paese, e a proposito, lo sei anche tu!'
Ancora prima di terminare la colazione, Norvegia decise che avrebbe
improvvisato.
Controllando l'orologio, Norvegia scoprì di avere probabilmente molte ore davanti prima del ritorno di Danimarca. Cercando
qualcosa da fare, Norvegia decise di esaminare i libri su uno scaffale molto
piccolo che non aveva notato prima. La maggior parte erano fiabe danesi che Norvegia
riconobbe. Sorrise. Danimarca aveva buon gusto. Tuttavia, sotto i libri
tascabili, era stato spinto a lato un libro in pelle
di grandi dimensioni. Non c’era alcun titolo sul dorso. La curiosità ebbe la
meglio su Norvegia, che fece scivolare il libro dallo scaffale con attenzione,
cercando di mantenere in posizione i tascabili sullo scaffale.
Era un album con le foto di infanzia del nuovo
Danimarca. Col cuore che quasi perdette un colpo, Norvegia
prese il libro e si accasciò sulla poltrona. Puntellando il libro sulle
ginocchia, Norvegia girò la prima pagina dell'album. Le prime immagini erano di Danimarca neonato, e in molte di esse era in
compagnia di una bella donna. Norvegia suppose che fosse la “madre” di
Danimarca. Quando Danimarca
ebbe raggiunto l'età di bambino, c'erano foto di famiglia che comprendevano
anche il “padre” di Danimarca. L’uomo somigliava in modo impressionante a
Danimarca, e se anche la sua personalità fosse stata simile, ciò avrebbe
spiegato l'abbondanza di fotografie.
Norvegia continuò a guardare le foto e si fece rapidamente un'idea di che tipo
di vita 'Niels' aveva vissuto. Era cresciuto in una
famiglia normale. La sua figura paterna sembrava un po’ più eccentrica di lui e
sua madre sembrava equilibrata. C'erano foto di loro tre,
anche con Danimarca adulto, e Norvegia comprese che quelle erano le foto
più recenti.
Poteva davvero chiedere a Danimarca di abbandonare quel tipo
di vita per diventare di nuovo una Nazione?
Quando ebbe finito di guardare l'album, Norvegia tornò alla parte con Danimarca
bambino. Questo era un lato di lui che Norvegia non
aveva mai visto prima, e sembrava adorabile. In una foto Danimarca stava
muovendo i primi passi – o almeno questo suppose Norvegia. Un
un’altra foto stava festeggiando il suo quinto compleanno … aveva
ricevuto in regalo una bicicletta. E poi ce n’era un’altra in cui aveva fatto
un capitombolo incredibile cadendo da questa. C’erano immagini di quando era un preadolescente, per lo più Danimarca con
ragazze sempre diverse. Una ragazza che assomigliava straordinariamente a Norvegia
con i capelli lunghi appariva più spesso. Ad un esame più attento di Danimarca
adolescente, Norvegia notò che assomigliava un sacco a come Norvegia lo ricordava.
Naturalmente, si riferiva a quando erano stati
entrambi vichinghi ...
==
Norvegia si trovava sul ponte della nave danese. Dovevano salpare per la notte,
ed erano sulla via del ritorno a casa dopo il saccheggio a casa di Inghilterra.
Gli uomini stavano mangiando al ponte inferiore, e il rumore delle loro
chiacchiere giungevano facilmente dal punto in cui
stava salendo Norvegia.
"Che stai facendo qui?" gli chiese Danimarca
avvicinandosi a Norvegia. La sua fidata ascia gigante era
appoggiata sulla sua spalla, e teneva in mano un corno pieno di idromele.
"'Stavo solo pensando", rispose sgarbatamente Norvegia.
"E a cosa stai pensando? Abbiamo fatto un altro buon bottino e Odino ci
ama. Cosa ti impensierisce?" Danimarca gli offrì il suo idromele.
Norvegia bevve ma disse "Ultimamente gli uomini
si zittiscono in nostra presenza. Sta per accadere qualcosa".
"Posso catturarli!" disse Danimarca coraggiosamente, brandendo la
scure sopra la sua testa con un braccio.
Norvegia non era sicuro come Danimarca. Gli uomini non erano mai stati veramente
d'accordo di avere Danimarca come loro capo. Sembrava più piccolo e più giovane
di tutti gli altri, e gli uomini non stavano di buon grado agli ordini di
Danimarca. Avevano già provato in passato a minare la loro autorità,
ma Danimarca era sempre stato più
forte di qualsiasi sfidante che aveva incontrato. Ma c'era sempre una
possibilità ...
Continuarono a parlare, discutendo sulle modalità delle scorribande passate e
su come in futuro avrebbero potuto ottenere di più da Inghilterra e dai suoi
fratelli, o sul fatto che forse avrebbero potuto trascinare anche Svezia prima o poi. Danimarca continuava a parlare, ma Norvegia
sentì un brivido lungo la schiena. Che cosa è stato? L'idromele era stantio
come mai lo era stato. Le onde si schiantavano contro la barca, come hanno
sempre fatto ... Ma mancava qualcosa. Anche Danimarca lo aveva notato, e anche lui cadde in
silenzio come l'aria intorno a loro. La mano di Norvegia lentamente raggiunse
l’elsa della spada, la presa di Danimarca ben serrata sulla sua ascia.
In un solo movimento, la tensione si ruppe. Ci fu una levata di scudi da parte
degli uomini e delle due Nazioni, e combatterono – ciurma contro capitano.
L’uomo più grosso tra gli ammutinati si fece avanti per primo, e una scure
pesante oscillò tra Danimarca e Norvegia. Le Nazioni vennero
divise in direzioni opposte, e un gruppo di uomini attaccò ciascuna Nazione
singolarmente. Questa non fu una buona condizione - lavoravano meglio in
squadra, e Norvegia capì subito che i vichinghi stavano attaccando più Danimarca
che lui. Gli uomini che stavano combattendo contro Norvegia erano massicci e
impedivano a Norvegia di andare in aiuto di Danimarca. Norvegia non riusciva a
vedere bene, ma da quel che riusciva a capire, Danimarca non era messo meglio
di Norvegia. Danimarca ruggì sopra le grida e cercò di abbattere gli uomini
facendo oscillare la sua ascia gigante come
un’altalena ma fu inutile. C’erano troppi uomini da respingere per Danimarca.
Dal nulla, un uomo roteò una spada sopra la testa di Norvegia. Solo pochi
secondi per difendersi, e Norvegia bloccò il colpo con la spada,
ma nella stessa mossa, perdette la sua arma. L'uomo sembrava pensare che Norvegia
fosse ormai inerme, ma Norvegia non era così facile da sconfiggere. Quando il vichingo tirò indietro la sua spada, Norvegia si chinò
e afferrò la gamba dell'uomo. Come Danimarca, anche Norvegia era più forte di
quanto sembrasse. Con un grugnito di fatica, Norvegia
sollevò l'uomo sopra la sua testa e lo gettò su un gruppo di uomini.
Infine si aprì un varco tra Norvegia e Danimarca, ma Norvegia
fu sconvolto da ciò che vide.
Danimarca era coperto di sangue e sembrava zoppicare. Uno dei membri dell'equipaggio
sollevò Danimarca per spi9ngerlo fuori dalla nave.
"Danmark!" chiamò Norvegia correndo più veloce
possibile verso Danimarca. Scaraventò le persone a destra e sinistra, ripetendo
più volte il nome di Danimarca, e infine -
Danimarca fu gettato dall’altro lato della barca.
La collera si gonfiò dentro Norvegia e la sua mente si svuotò. Riusciva solo a
pensare di provocare loro quanto più dolore possibile. Tirò il braccio e lo
spinse in avanti per restituire il favore al bastardo…
"Ahia!"
Norvegia si svegliò quando il suo corpo si era
spostato in avanti. Danimarca era in piedi dietro la poltrona, stringendo la
mano sul suo volto. Norvegia capì quello che aveva fatto
quando vide il suo braccio teso.
"Mi dispiace tanto!" disse in fretta Norvegia, girandosi ad
affrontare Danimarca.
"No, sto bene", rispose Danimarca, portando la sua mano lontano dal
segno rosso sulla guancia e
sorrise. "Di sicuro picchi forte per essere un ragazzo così
piccoletto".
"Io non sono piccolo" lo corresse Norvegia
con tono impassibile. "Tu sei alto".
Danimarca rise: «È per via dei capelli."
Norvegia fece un piccolo "Mah" e si alzò. Alzò le braccia e si
afferrò le mani per poi stiracchiarsi fino a che non sentì uno scricchiolio
soddisfacente nella sua spina dorsale. La rigidità alle articolazioni era ancora
lì, ma poteva ignorarli. Ciò che Norvegia non poteva ignorare era lo sguardo
che sentiva alle sue spalle. Norvegia si rilassò e tornò ad affrontare di nuovo Danimarca. I loro occhi erano incatenati; quelli di
Danimarca stavano cercando, quelli di Norvegia semplicemente osservavano.
"Sono sorpreso di vedere che sei rimasto" disse infine Danimarca.
"Non hai mai detto che non potevo farlo" Norvegia ricadde sul divano.
"'È vero," Danimarca sorrise. "Allora,
cos’è Danmark?"
Norvegia rimase come congelato, aveva appena il coraggio di
crederci. "Come fai a saperlo?"
"Hai parlato nel sonno," rispose Danimarca.
"Danmark Danmark
... e poi mi hai dato un pugno. Ha fatto anche male, tra l'altro. Probabilmente
dopo dovrai farti perdonare" comparve un sorriso
malizioso sulle labbra. "Cosa stavi sognando?"
"Io ... uh ..." Doveva dirgli la verità? "Danmark
è ... è quello che il Paese è stato prima che fosse Prussia."
Danimarca gli restituì uno sguardo vuoto. "Non ne ho mai sentito parlare
prima. E’ tipo una storia segreta o qualcosa del genere?"
Uno sguardo triste aleggiava negli occhi di Norvegia.
Non si era aspettato nulla ma fu scoraggiante scoprire
che Danimarca non era era nemmeno riuscito a riconoscere
il suo nome. Fece un profondo sospiro e volse lo sguardo verso il pavimento.
"Già. Avresti dovuto saperlo. Non dovrebbe essere nemmeno un
segreto."
Danimarca doveva aver notato il cambiamento di umore di Norvegia, perché girò
attorno alla poltrona e infilò il suo braccio intorno alla vita della Norvegia.
"Vuoi parlarne?"
Norvegia alzò gli occhi per incontrare quelli di Danimarca. "Probabilmente
dovrei ..." Norvegia si spense, chiedendosi da dove cominciare. "Beh,
in primo luogo, se ti dicessi che tutti i Paesi del
mondo hanno almeno una personificazione che rappresenta l'intero Paese, che
cosa penseresti?"
"Mi chiederei cosa diavolo hai appena detto."
"Come ..." Norvegia si arrovellò in cerca di un esempio. "Prendi
il Paese di Norvegia. Se lo si confronta con
"Sì, va bene ..." Danimarca si strofinò la nuca.
"Ora, prendi questa personalità e mettila nel corpo di una persona."
"Va bene?"
"Quella persona sarebbe una personificazione di quel Paese."
"Uh-huh".
Norvegia fece una pausa. "Ti ho perso?"
"No, ma penso che tu abbia bevuto un po’ troppa birra. A proposito," Danimarca si alzò e si diresse verso il frigorifero
per prendere qualche alcolico.
Norvegia gemette. Era certo che non gli avrebbe creduto. Era andata proprio
come Norvegia aveva previsto che sarebbe successo...
"Lascia perdere" disse Norvegia al ritorno
di Danimarca. "Che tipo di lavoro fai? Mi è difficile immaginarti al
lavoro".
"Ehi, lo prendo come un insulto!" si sedette accanto a Norvegia e
posizionò una lattina aperta di birra sulla testa di Norvegia. Aperta la sua,
ne bevve un sorso. "Sono un contabile".
Norvegia lo fissò, dimenticando persino di prendere la lattina dalla testa.
"Sul serio?"
Danimarca rise: "Sì, sul serio." Prese la
birra sulla testa di Norvegia e la lasciò cadere nelle sue mani.
"E’ difficile da immaginare ..." Norvegia entrò in un serio stato di
contemplazione, alla ricerca di eventuali indizi nel passato
di Danimarca che avessero potuto rendere possibile ciò.
"Mi conosci da soltanto un giorno e mi dici delle cose del genere? Forse
dovrei buttarti fuori a calci".
"No!" rispose Norvegia in preda al panico, con una nota di
disperazione nella sua voce.
Ma Danimarca rise soltanto. "Scherzavo. Vuoi stare con me così tanto?"
Le guance di Norvegia bruciarono per l'umiliazione. Era stato imprudente. Ma di
nuovo aveva deciso di non mentire, così mormorò un "sì" con
difficoltà.
Danimarca sorrise, una scintilla apparve nei suoi occhi.
"Sei sorprendentemente carino", baciò Norvegia sulla guancia, su cui
aumentò il rossore.
"Dunque vedo che hai trovato l’album di foto di mio padre," Danimarca posò la sua birra sul tavolino di fronte a
loro.
"Ah," Norvegia vide che il libro era stato
spostato vicino a dove Danimarca poteva prenderlo. "Già. Questo è un problema?"
"No davvero. Vorrei solo che papà non mi facesse aggiungere sempre delle
nuove foto. Sai, lui controlla il libro ogni volta che viene per assicurarsi
che non ne tiri via qualcuna".
"Questo è un po’ estremo" esclamò Norvegia segretamente divertito all'idea.
"Allora," Danimarca si girò completamente
verso Norvegia. "Dal momento che questa cosa è fondamentalmente la storia
della mia vita, perchè non mi dici qualcosa della tua?
"Hmm ..." Norvegia ci pensò su per un
attimo e poi disse: "Beh, quando ero giovane ero un contadino con mio zio.
Più tardi, quando ero adolescente, presi una barca e
salpai per l'Inghilterra, dove ho saccheggiato migliaia di città. Oggi però
devo solo fare lavoro di ufficio per il mio capo."
Danimarca scoppiò a ridere. "Che bello! Non pensavo fossi il tipo che sa
anche scherzare!"
"Chi sta scherzando?" esclamò Norvegia con tono eccessivamente
impassibile.
Danimarca rise di nuovo e mise un braccio attorno alle spalle di Norvegia.
"Sei così bello."
Norvegia guardò il volto sorridente di Danimarca e sentì l'atmosfera contagiosa
irradiarsi dal danese. Non poté farne a meno - sorrise. Rise, anche. Dio, si
sentiva bene dopo tutto quel tempo.
"Ehi, ti ho tirato fuori un sorriso!" il sorriso di Danimarca si
allargò, e un allegra scintilla entrò nei suoi occhi.
"Sì," rispose Norvegia, piegandosi più
vicino a lui e intrecciando le loro mani. "Tu mi fai sorridere."
Norvegia toccò le labbra di Danimarca. Sentiva ricambiare il suo bacio e una
mano accarezzargli la guancia. Si trovava in uno stato di beatitudine. Norvegia
si sarebbe semplicemente accontentato di non lasciare mai quell’ appartamento nuovo.
Forse avrebbe potuto semplicemente mentire a se stesso e a Niels
per sempre. Tutto era a posto adesso ...
Fine ottavo capitolo
Danimarca neonato! Lo voglio!!!!! ♥_♥
E ora, piccoli omaggi!
Anzitutto il nome di Niels. Non avevo la più pallida idea di perché l’autrice della fanfiction non avesse chiamato Danimarca Mathias, che nel fandom estero è ormai il nome semi-ufficiale, malgrado Himaruya stesso lo avesse escluso dalla rosa dei nomi papabili per il nostro Eroe (altro che America!). Ma ancora non conoscevo Humon…. la creatrice di Scandinavia and the World! Una vera perla che chiaramente ha ispirato l’aneddoto su Dan che insegna ad Ice a sopravvivere sulle piste ciclabili danesi
http://satwcomic.com/this-is-bikeland (con vago NedDen incluso! XD)
http://satwcomic.com/n00bs-off-the-road
Come..? Ah sì, Niels. Ebbene, Humon disegna non solo la webcomic Scandinavia and the world, ma anche la webcomic Niels. E’ la storia di un danese immigrato in America che fa il gangster. Ah, è anche bisessuale. Perfetto per Danimarca insomma! XD
http://nielsg.com/ qui potete fare la vostra conoscenza con il Niels originale….
Beh, questo è tutto, alla prossima gente!