Crossover
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Autore: Registe    15/01/2012    4 recensioni
Prima storia della serie "Il Ramingo e lo Stregone".
In una Galassia lontana lontana (ma neanche troppo) l'Impero cerca da anni di soffocare l'eroica Alleanza Ribelle, che ha il suo quartier generale nella bianca citta' di Minas Tirith, governata da Re Aragorn e dal suo primo ministro lo stregone Gandalf. I destini degli eroi e malvagi della Galassia si intrecceranno con quelli di abitanti di altri mondi, tra viaggi, magia, avventure, amore e comicita'.
In questa prima avventura sulla Galassia si affaccia l'ombra dei misteriosi membri dell'Organizzazione, un gruppo di studiosi dotati di straordinari poteri che rapisce delle persone allo scopo di portare a termine uno strano rito magico da loro chiamato "Invocazione Suprema"...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ramingo e lo Stregone'
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Capitolo 8 - Fuga da Alderaan


Alderaan

Alderaan




Il sapore del succo di juri era dolce e inebriante sulle sue labbra, mentre nell'aria fresca della sera risuonavano limpide le note di una canzone. Non conosceva quella lingua, uno dei mille e più idiomi che si parlavano sulla Terra I, ma non ce n'era bisogno per capire che parlava d'amore. La colonna sonora perfetta per una serata magica come quella.
Lui era magico. Impeccabile nella sua divisa, con un sorriso splendido e occhi scuri e profondi che sembravano racchiudere tutti i segreti del mondo. Le verso' dell'altro succo di juri, accostandosi al suo viso e sussurrandole una frase galante nell'orecchio. Lei rise, inebriata dal suo profumo, e poggio' il calice su un tavolo vicino affinché le sue mani fossero libere di circondare quel volto tanto amato.
“Daala...sei bellissima...” sussurro' lui, avvicinando le labbra alle sue.
“Daala....”
“Daala....”
“DAALA!”
Si sveglio' di soprassalto, scattando a sedere tanto rapidamente che le prese un capogiro e per qualche secondo non riusci' a vedere altro che oscurità punteggiata di macchie gialle. Quando la vista le si rischiaro' c'era un altro volto maschile davanti a lei, ma non era lo stesso del sogno.
“Tutto bene?”
“Si'...si' scusate, tutto a posto...”
L'attimo di intorpidimento era passato, e Daala scosse la testa per scacciare gli ultimi brandelli di quello strano sogno nelle tenebre da cui erano venuti.
“La guida dice che la Stanza e' aperta” disse Tarkin “Possiamo andare”.



Convincere Tarkin a riprendere il viaggio non era stata un'impresa facile: il governatore era noto per avere una volontà d'acciaio e non cambiare idea tanto facilmente. Mara sapeva che Daala lo adorava anche per quello, ma alla lunga poteva risultare...frustrante. In quella stanza bianca isolata dal mondo le ore si erano trasformate in giorni senza che riuscissero più a tenerne il conto, e alla fine la fame e la sete si erano fatte sentire (per non parlare di altre esigenze ugualmente basilari...). Mara aveva i suoi poteri Sith ad aiutarla, e Tarkin sarebbe morto piuttosto che andare contro i suoi principi, ma Daala aveva deciso che era ora di farla finita, e dopo mille discorsi e suppliche era riuscita a persuaderlo. Probabilmente era l'unica persona in tutte le galassie in grado di uscire vittoriosa da un'impresa del genere. Impietosita la guida dai capelli viola aveva portato loro cibo e acqua, ma a quel punto la seconda Stanza era misteriosamente chiusa -Mu si era rifiutato di dare ulteriori spiegazioni a riguardo- e avevano dovuto aspettare che si riaprisse.
Quando finalmente si era degnata di farlo si erano ritrovati in quello che sembrava un parco.
L'erba verdissima e umida era tagliata con cura, e lunghe file di alberi fiancheggiavano dei sentierini di ghiaia bianca ai bordi dei quali si incontrava di quando in quando una panchina di ferro decorata con graziosi ornamenti floreali. Alcune di esse erano occupate da persone che conversavano a voce bassa. L'aria era fresca e pulita, il sole splendeva nel cielo.
“Alderaan”.
Il governatore aveva pronunciato quel nome a denti stretti, come fosse un insulto o una bestemmia.
“Riconoscerei la loro puzza di pacifismo ovunque”
“Tarkin, se non sbaglio tu sei stato una volta sola su Alderaan...” disse Daala.
Mara perse per un attimo il filo del discorso, incantata suo malgrado dal paesaggio attorno a lei. Oltre le chiome degli alberi, in lontananza, si intravedevano le cime di monti aguzzi e innevati che si stagliavano contro un cielo talmente azzurro da mozzare il fiato. E cosi' era quello il famoso pianeta di Alderaan, che era stato la prima grande roccaforte dei Ribelli e aveva pagato con l'annientamento quell'errore fatale. Il padre adottivo della principessa Leia, che era stato uno dei fondatori dell'Alleanza, era il senatore rappresentante di quel pianeta ai tempi della Vecchia Repubblica. La principessa in persona era cresciuta e aveva studiato su Alderaan. E ora quel mondo meraviglioso non esisteva più: per ordine dell'Imperatore gli Star Destroyer del governatore Tarkin lo avevano circondato e bersagliato con i turbolaser fino a farlo dissolvere in un'esplosione di detriti e polvere stellare. Era un monito per la Galassia, per mostrare a tutti cosa succedeva a chi osava sfidare l'Impero.
Affascinata, Mara mosse qualche passo lungo il sentiero, assaporando la pace di quel luogo. Penso' che sarebbe stato bello togliersi gli stivali per un attimo e godersi la sensazione dell'erba fresca tra le dita dei piedi. Dalle ombre degli alberi emerse una coppia di uomini vestiti di tuniche bianche che passeggiava, e la brezza porto' a lei uno stralcio della loro conversazione: “Ma se ponessimo l'uomo come presupposto...”
In alto, tra le fronde, uccelli di tutti i tipi cinguettavano dolcemente, innalzando al cielo un concerto cosi' sublime da far morire d'invidia i maestri d'orchestra piu' famosi della Galassia.
Per la prima volta nella sua vita, Mara senti' che comprendeva davvero l'odio della principessa Leia nei confronti di chi chi aveva distrutto il suo mondo natale, e si volto' di scatto verso il governatore, indignata senza nemmeno rendersene conto, per urlargli in faccia che....
Una raffica di spari lacero' la quiete del parco e il concerto degli uccelli cesso' all'istante, trasformandosi in una cacofonia di cinguettii terrorizzati. Un guizzo rosso e la spada laser brillava tra le mani di Mara, mentre i suoi sensi, amplificati dalla Forza, si espandevano tutto intorno, all'erta. Li' percepì poco prima di vederli: due uomini che correvano verso di loro a tutta velocità', armi spianate. Quella spada laser a doppia lama era inconfondibile.
“Maestro Maul?”
“Governatore Tarkin!” grido' quello che era palesemente il ricordo di Darth Maul. “Stanno arrivando, dobbiamo trovare una copertura!”
“Muoviamoci!” aggiunse Boba Fett, voltandosi per sparare una raffica verso un nemico ancora invisibile alle loro spalle. Ma si avvicinavano rapidamente, percepì Mara, ed erano tanti. Troppi.
“Facciamo come dicono!” grido' Tarkin e si lancio' dietro ai suoi due amici, seguito da Daala, Mara e dalla loro improbabile guida.
Gli inseguitori sbucarono poco dopo da una macchia di alberi, un gruppo di uomini e donne appartenenti a varie razze e con armi da fuoco di tutti i tipi. Non erano un plotone di soldati addestrati, sembravano piuttosto mercenari o...
“Ribelli di m....!”
Il maestro Maul roteo' la spada laser con grazia, rimandando i colpi di blaster contro gli avversari, e tra una piroetta e l'altra le fece segno di mettersi insieme a lui alla retroguardia del gruppo, mentre Boba scattava in avanti e cercava i portare gli altri in salvo. Tarkin e Daala avevano estratto i loro blaster, ma Mara sapeva che della mira del governatore non c'era assolutamente da fidarsi.
Corsero fuori dal parco, fino alla strada, dove le persone, terrorizzate dagli spari, scappavano urlando in tutte le direzioni. Il ricordo di Boba non esitava ad abbattere tutti coloro che, volontariamente o meno, intralciavano la loro fuga.
Mara paro' con la spada laser una raffica di proiettili e allontano' con un calcio un rodiano che era riuscito a sorpassare le sue difese. Senti' la Forza vibrare nei suoi pensieri come un campanello d'allarme e senza nemmeno voltarsi fece saettare all'indietro la lama rossa, mentre un grido di dolore saliva fino al cielo, innalzandosi oltre le cime dei monti.
La Forza, sua alleata di sempre, la avviso' in tempo anche del pericolo che incombeva sulla sua migliore amica; ma quando fece per aprirsi la strada verso di lei un ribelle sbuco' dal nulla, armato di una picca a energia che si infranse crepitando contro la sua spada laser. Disperata tento' di fintare un attacco sul fianco destro dell'avversario per poi superarlo sul sinistro, ma lui non ci casco', e Mara trovo' ancora una volta la picca ad intralciarle la strada. Per poco non perdette l'equilibrio, mentre percepiva con chiarezza agghiacciante il colpo del cecchino sul tetto che schizzava a tutta velocità' verso Daala....
“CRYSTAL WALL!!”
Il proiettile laser svani' a mezz'aria, dissolvendosi in un minuscolo sbuffo di fumo. Per un attimo parve che il combattimento si fosse congelato, e Mara pote' distinguere una cupola eterea sopra le loro teste, una barriera violetta che proteggeva il loro sparuto gruppetto dai colpi degli avversari. Accanto a Daala, Mu teneva le braccia sollevate verso il cielo, la fronte aggrottata per lo sforzo di tenere attivo l'incantesimo.
E cosi' il nostro amico sa usare la magia...
Mara colse l'attimo per spingere via il suo avversario con un'ondata di Forza, piantandogli la spada nel collo prima che potesse rialzarsi.
“Da questa parte!”
Protetti dalla magia di Mu, il Trio Destroyer e le due donne si rifugiarono in un vicolo e continuarono a correre, mentre i Ribelli, per nulla intimiditi, si lanciavano di nuovo all'inseguimento. Con la coda dell'occhio Mara noto' pero' che la cupola eterea sopra le loro teste ondeggiava e sfarfallava come un ologramma mal sintonizzato. Un proiettile si infilo' in una smagliatura nel sottile velo violetto e la colpi' di striscio al braccio, provocando una lieve bruciatura sulla sua pelle e strappandole un gemito. Impreco' sottovoce. Era chiaro che Mu non riusciva a concentrarsi bene sull'incantesimo se allo stesso tempo doveva correre ed evitare nemici.
“Correte!” grido' all'improvviso. “Andate avanti, qua ci penso io, vi raggiungo!”
Aveva un'idea.
Daala cerco' di ribattere qualcosa ma Mara evoco' la Forza e spinse lei e tutti gli altri avanti nel vicolo, verso la salvezza. Poi sollevo' la spada laser davanti al viso e attese, sola.
L'orda di ribelli apparve poco dopo; al vederla sola e immobile esitarono, e quell'attimo di dubbio fu loro fatale.
Mara sollevo' le braccia e lascio' che la Forza scorresse in lei, libera come un fiume in piena e infinitamente piu' potente. Tuttavia non la diresse contro i nemici, bensì in alto, verso i tetti dei palazzi che costeggiavano il vicolo, dove facevano bella mostra una serie di ponteggi e impalcature di un'impresa di ristrutturazione. Le saldature cedettero, viti e bulloni saltarono, e l'intera struttura rovino' fragorosamente al suolo, precipitando sulle teste dei malcapitati ribelli.
Mara non rimase nemmeno ad aspettare che il polverone si diradasse. Spense la spada e corse via, dileguandosi come un'apparizione tra le ombre del vicolo.



“Questo posto fa schifo!”
“E di grazia, cosa ti aspettavi da una fogna? Le terme dello Stregone Bianco?”
Il governatore sapeva sempre come metterti a tuo agio.
“Potevamo benissimo evitare di scendere quaggiù! Li avevamo seminati!”.
Il fango le si era appiccicato dappertutto, e i suoi stivali avevano imbarcato piu' acqua di quanta ne potessero contenere i canali intorno a loro. Alderaan poteva anche essere un luogo idilliaco, ma le sue fogne puzzavano esattamente come quelle di un qualsiasi pianeta malavitoso dell'Orlo Esterno.
“Mi avete detto voi che dobbiamo agire come nei nostri ricordi” ribatte' Tarkin. “Ebbene, mi duole informarvi che questo luogo incantevole fa precisamente parte dei miei ricordi!”
“Wow.” Mara sentiva che qualcosa di viscido e limaccioso le era rimasto impigliato nei capelli, ma cerco' di non pensarci. Procedevano in fila indiana, con soltanto il bagliore rosso della sua spada e di quella di Maul a illuminare loro il cammino. “Quindi questi sono i tuoi ricordi. E dimmi, cosa ci faceva uno come te in mezzo a questo schifo?”
“E' su Alderaan che Tarkin ha conosciuto loro per la prima volta” disse Daala, accennando con la testa ai ricordi di Maul e Boba, intenti a esplorare una serie di cunicoli poco piu' in avanti.
“Davvero? Non lo sapevo...” Ora che ci pensava il maestro Maul non le aveva mai raccontato di come aveva fatto la conoscenza dei suoi due amici. I tre erano cosi' diversi che si stentava a credere potessero andare d'accordo, eppure la loro amicizia era celebre in tutta la Galassia e rispettata persino dai Ribelli.
“Missione diplomatica” Tarkin storse la bocca al ricordo. “Boba e Maul mi erano stati assegnati come scorta. A dire il vero la diplomazia se n'e' andata a quel paese quasi subito, dato che questi simpatici pacifisti alderaaniani che andavano in giro vantandosi di non avere armi hanno tentato di farmi fuori”
“E adesso....cosa dovrebbe succedere?”
“Ci siamo nascosti qui per scappare dai Ribelli, dopodiché siamo riemersi in superficie in corrispondenza dello Spazioporto e abbiamo ripreso lo Slave I...il tutto condito con qualche emozionante sparatoria qua e la'.”
Dietro di loro, Mu faticava a tenere il passo. In quel tratto l'acqua melmosa arrivava sopra le ginocchia, e l'ingombrante armatura, ormai completamente inzaccherata di fango, lo rallentava terribilmente. Impietosita, Mara gli tese la mano e lo aiuto' a proseguire.
“Grazie” balbetto' la guida, che sembrava estremamente a disagio in quel posto. Fissava la melma con orrore, come se quella potesse all'improvviso animarsi e saltargli alla gola.
“Quindi, ehm...” si vedeva che Mu aveva intenzione di rivolgersi a Tarkin, ma non riusciva a guardarlo negli occhi. “Com'è' andata a finire poi?”
Il sorriso che Tarkin gli rivolse si sarebbe potuto definire quasi affabile: “E' andata a finire” disse in tono tranquillo “che ho distrutto questo pianeta.”
Senza degnarli piu' di uno sguardo, il governatore volto' loro le spalle e continuo' a farsi strada nel fango. Mara senti' che Mu era rimasto pietrificato li' dove si trovava, e lo strattono' lievemente per farlo proseguire. Aveva gli occhi sgranati e la la sua faccia aveva assunto un colorito cadaverico.
Voleva dire qualcosa per tirarlo su di morale, ma...esistevano parole per spiegare l'orrore della morte di un pianeta e di tutti i suoi abitanti? Un tempo era stata anche lei un'agente dell'Impero, e aveva commesso i suoi sbagli, ma adesso....
“Grazie” scelse di dire infine, abbandonando l'argomento spinoso. “Per aver salvato la vita a Daala.”
“Il mio dovere e' proteggere l'Invocatrice” rispose lui semplicemente, e arrossi'.
E' proprio un tipo strano...pero' mi piacerebbe scoprire qualcosa di piu' su di lui, se riuscissimo a guadagnare la sua fiducia forse....
Il tratto in acqua finalmente fini'. Mara aiuto' Mu a risalire all'asciutto, e il gruppo continuo' a seguire Boba e Maul in un intricato labirinto di cunicoli ricoperti di muffa.
“Sbaglio o quando ti sei presentato a noi hai detto di essere un sacerdote?”
“Prima di tutto sono un leale servitore di padron Vexen e dell'Organizzazione. Ma si', sono anche un sacerdote. O forse sarebbe piu' corretto dire che lo ero....” arrossi' di nuovo, imbarazzato. “Guarda” frugo' nell'armatura, all'altezza del petto, e ne trasse una specie di lunga collana fatta di grosse perle di colore ambrato. “Questo rosario e' un dono del mio confratello Shaka, e' uno dei simboli del nostro ordine e...” si interruppe all'improvviso, come se si fosse di colpo ricordato di una cosa piu' importante. “...ma quello che conta di piu' e' la missione adesso. Non possiamo distrarci, la posta in gioco e' troppo alta.”
Sempre piu' strano...
L'urlo di Daala interruppe le sue riflessioni, facendo scattare all'erta tutti i suoi sensi. Con un salto supero' Mu e Tarkin e le atterro' a fianco, spingendola dietro di se' per farle da scudo con il proprio corpo. Stavolta le sarebbe stata vicino, non avrebbe permesso che le accadesse nulla.
Poi la luce cremisi della sua spada squarcio' l'oscurità' davanti a loro, e Mara vide quello che i suoi sensi di Jedi avevano già' percepito un attimo prima.
Topi.
Una valanga di topi, una massa cosi' fitta di pelo grigio e maligni occhietti gialli che non si riusciva piu' a vedere neanche un pezzetto di pavimento. Ne' gran parte delle pareti, perché' le creaturine erano talmente tante che camminavano l'una sull'altra, simili a una gigantesca onda grigia.
Venivano verso di loro.
Rapidamente.
“Rimanete calmi!” grido' Tarkin. “Boba ha un lanciafiamme, state indietro e lasciate fare a lui!”
Ovviamente era troppo bello per essere vero.
“Governatore” Boba dovette fare un grande sforzo per mantenere ferma la sua voce. “Non so lei cosa si sia fumato, ma io non ho mai avuto un lanciafiamme con me.”
Attimo eterno di puro panico.
“CORRETE!!”
I sei si gettarono come un sol uomo nella direzione da cui erano venuti, con Mu che urlava e strepitava piu' forte di tutti gli altri messi insieme e lo squittio di migliaia di topi che li inseguiva, sempre piu' vicino. Mara senti' qualcosa che le sfregava la caviglia, e aumento' l'andatura, disperata.
“Governatore, mi sa che hai l'Alzheimer!”
“Giuro che nei miei ricordi era andata cosi'!!”
Malgrado l'armatura Mu stava polverizzando il record galattico sui cento metri, e persino Mara dovette faticare per stargli dietro. Lo afferro' per un braccio e lo costrinse a voltarsi, lasciando che gli altri li sorpassassero, e i due rimasero soli a fronteggiare la marea grigia in rapido avvicinamento.
“Usa la magia! Sei il piu' forte di tutti noi, usa la tua dannata magia ORA!!”
“Ma...ma io....”
Tremava, era terrorizzato. Mara protese le braccia in direzione dei topi, evocando una barriera di Forza per trattenerli. La marea grigia ondeggio' e si contorse come un titano che tenta di spezzare le possenti catene che lo imprigionano, ma non riusci' ad avanzare ancora. Mara socchiuse gli occhi per la concentrazione, infondendo ogni particella di energia che aveva in corpo nella barriera.
“Forza, Mu! Hai detto che devi proteggere l'Invocatrice, che la tua missione e' la cosa piu' importante, beh DIMOSTRALO!”
Mu era pallidissimo, ma le sue parole sembrarono avere un qualche effetto su di lui. Prese un profondo respiro, impose al suo corpo di smettere di tremare, e con gli occhi chiusi sollevo' le braccia al cielo e grido':
“STARDUST REVOLUTION!”
Mara rimase a bocca aperta: dai palmi aperti del sacerdote scaturi' una cascata di stelle, una raffica di proiettili splendenti che si abbatterono come una pioggia di meteore sulla marea di topi. Al contatto con il suolo le stelle esplosero in un tripudio di luce abbagliante, e Mara dovette ripararsi gli occhi con una mano, accecata. Quando li riapri' la luce era scomparsa, e i topi con lei. Il cunicolo era vuoto, l'unico suono nell'aria il lento gocciolare dell'acqua fangosa dal soffitto al pavimento.
Mu fissava le proprie mani come se non credesse a quello che era appena successo.
“Ben fatto.”
Mara avrebbe voluto dire la stessa cosa...ma non era stata lei a parlare. Ne' era stato nessun altro del suo gruppo. Era una voce maschile e solenne, e proveniva da qualche parte nelle tenebre alle loro spalle. Si voltarono in quella direzione con le armi in pugno, scandagliando il buio con occhi guardinghi.
“Chi e' la'?! Fatti vedere!”
“Non per portare sfiga, ragazzi, ma temo di dovervi avvertire che QUESTO non e' assolutamente nei miei ricordi...”
Concentrata su Mu e i topi non l'aveva sentito avvicinarsi, ma ora poteva percepirlo chiaramente. Chiunque si celasse tra le fitte ombre che avvolgevano quel luogo era una presenza forte, e la sua aura era intrisa di magia. Magia di alto calibro.
Poi udirono i suoi passi, lenti e misurati, e la luce cremisi della spade laser illumino' le pieghe di un lungo mantello. Dalle tenebre si materializzo' una figura incappucciata, vestita di una tunica scura ornata da ricami dorati. Piedi e mani erano avvolti in guanti e stivali di metallo, simili ai pezzi dell'armatura di un cavaliere. Sotto il cappuccio non si intravedeva nulla del suo volto, solo due fioche luci gialle la' dove avrebbero dovuto trovarsi gli occhi.
“Servitori dell'Organizzazione” esordi' lo sconosciuto. “Immagino che questa illusione sia opera vostra.”
Mara senti' il gemito soffocato di Mu: “Lui non dovrebbe....non dovrebbe trovarsi qui!”
“Lui CHI? Mu, conosci questo tizio?!”
“Silenzio!” intimo' l'incappucciato. “Esigo che mi riportiate immediatamente indietro!”
“Mettiti in fila amico, non sei l'unico che vorrebbe tornare a casa qui dentro.” gli grido' Tarkin di rimando.
“Non siamo dell'Organizzazione” disse Daala. “Tu piuttosto, chi diamine sei?”
A Mara sembro' di sentire lo sguardo dell'incappucciato bruciare sulla sua pelle mentre quegli enigmatici occhi gialli passavano in rassegna il loro piccolo gruppo, indugiando su ciascuno di loro.
“Il mio nome e' Mistobaan” disse infine la creatura, e dalle sue mani guantate di metallo spuntarono improvvisamente dei lunghi artigli neri. “Braccio Destro del Grande Satana Baan. Preparatevi a morire, schiavi dell'Organizzazione.”
Segui' un attimo di silenzio imbarazzante, interrotto dal rumore della mano di Tarkin che batteva contro la sua fronte.
“Questo qui non ha capito un accidente di niente!”



“CRYSTAL WALL!!”
La barriera di Mu li protesse dal primo attacco, ma persino agli occhi di Tarkin, che di magia non capiva nulla, era chiaro che quell'essere era immensamente piu' potente di tutti loro messi insieme. I suoi artigli si allungarono di colpo e affondarono nel Muro di Cristallo con la stessa facilita' di un grissino che passa attraverso il tonno. Solo l'armatura salvo' Mu dall'essere trafitto da parte a parte, ma il colpo gli fece perdere l'equilibrio e lo getto' a terra, dove atterro' con un sonoro clang.
Mara e Maul si lanciarono sul nemico con le spade sguainate, dando vita a un'intricata danza fatta di salti, capriole e bagliori rossi. Due guerrieri della Forza del loro calibro avrebbero dato del filo torcere a chiunque, ma la creatura incappucciata sembrava perfettamente a suo agio, e le spade laser non riuscivano nemmeno a scalfire i suoi tremendi artigli, che paravano ogni colpo con facilita'.
Boba apri' il fuoco, ma l'incappucciato si limito' a fare un gesto secco con una mano e una barriera magica si innalzo' a proteggere il suo corpo, sottile ma impenetrabile.
“E' inutile, se continui a sparare rischi solo di colpire Mara e Maul!”
“Stia zitto governatore, questo e' il mio campo, non il suo!”
Gia', per un attimo aveva dimenticato che in quel ricordo Boba e Maul ancora non si fidavano di lui. Non lo avrebbero ascoltato come ora facevano sempre.
“IN NOME DEL GRANDE SATANA BAAN STERMINERO' L'ORGANIZZAZIONE E TUTTI I SUOI SERVITORI! VI PENTIRETE DI AVER SFIDATO LA POTENZA DEL MIO SIGNORE!”
Dalle mani artigliate della creatura scaturi' un'esplosione di fiamme (l'incantesimo Palla di Fuoco, Tarkin ne era praticamente sicuro: troppe volte Kaspar e Zachar avevano provato a usarlo su di lui, e in qualche occasione anche con successo), e Maul venne centrato in pieno petto. Rotolo' sul terreno con i vestiti bruciacchiati e perse la presa sulla spada laser, che si spense e cadde in un canale.
Di male in peggio. Non potevano vincere in quel modo.
Tarkin prese un bel respiro e fece un passo in avanti, allargando le braccia per attirare l'attenzione.
“ASPETTA! Tu...Mistobaan, hai detto di chiamarti? Non siamo membri dell'Organizzazione! L'Organizzazione e' nostra nemica!”
L'essere spinse via Mara con un fendente dei suoi micidiali artigli e rivolse gli occhi gialli su di lui. “E' un patetico tentativo di salvarti la vita, umano? Tipico della vostra sporca razza, direi. Tradire per portare a casa la pelle. Non puo' esserci pieta' per quelli come voi.”
Razzista e fanatico, fantastico...i tipi cosi' sono praticamente impossibili da convincere. Beh, si da' il caso pero' che questo sia il MIO campo...
“No, non e' cosi'. Hai detto di essere prigioniero in questa illusione, ebbene, lo siamo anche noi. L'Organizzazione ci ha rapiti e portati qui, contro la nostra volonta'. Se anche a te e' successa la stessa cosa, e non ho dubbi a riguardo, e' inutile che stiamo qui a combatterci. Dobbiamo unire le forze. Vuoi distruggere l'Organizzazione? Bene, ti assicuro che anche noi non desideriamo altro.”
Quegli occhi gialli non avevano pupille, non avevano nulla di umano, ma Tarkin senti' che lo stavano studiando, soppesando, valutando. Sostenne il suo sguardo senza battere ciglio, lasciando che la creatura di nome Mistobaan scrutasse dentro la sua anima e leggesse nei suoi occhi la verita'.
“NO!!”
Tarkin non si era accorto che Mu era di nuovo in piedi, dolorante e sporco di fango dalla testa ai piedi, ma con un'espressione bellicosa sul volto infantile.
“Non dovete fidarvi di lui! Io lo conosco, il Grande Satana Baan l'ha mandato qui per fermare l'Invocazione Suprema! Se riesce nel suo intento sara' la fine del mio mondo!”
“Beh direi che e' un prezzo accettabile per uscire di qui...”
“Non possiamo...”
“TACI, RAGAZZINO!! Noi usciremo di qui a modo nostro, che tu lo voglia o no!”
“Non permettero' a questo demone di vagare libero per il Castello! STARLIGHT.....” Mu sollevo' le braccia, e tutto il suo corpo si illumino' di una luce gialla e abbagliante.
“No....fermatelo, MALEDIZIONE, FERMATELO!!”
“....EXTINCTION!!!!!”
La pioggia di stelle fu ancora piu' devastante di quella che aveva polverizzato i topi. Tarkin si getto' a terra e trascino' Daala con se', e li' rimasero con la faccia incollata al pavimento e le braccia a proteggere la testa, in attesa che la tempesta di luce passasse.
Infine l'oscurita' e il silenzio tornarono a reclamare il dominio di quel luogo, e per un lungo attimo nessuno riusci' a vedere nulla. Le spade laser erano spente, e Tarkin si rialzo' in piedi a tentoni, scosso ma ancora tutto intero. Trovo' la mano di Daala e la strinse nella sua, fissando il buio con occhi sgranati.
Poi apparve qualcosa.
Due fioche luci gialle, sospese nel mezzo delle tenebre.
“Oh porco Bail.....”
Sentirono i passi della creatura che si avvicinava, le luci gialle si facevano sempre piu' vicine.
“Mi avete stancato, vermi umani.”
Tarkin giuro' dentro di se' che se mai fosse uscito vivo da quel Castello (opzione che pareva ormai poco probabile) avrebbe preso quel ragazzino dai capelli viola e gli avrebbe fatto fare un bel bagno nel metallo fuso della sua armatura...
Come se fosse stata evocata dal suo pensiero, l'armatura di Mu si accese di un tenue bagliore dorato.
Da dove viene questa luce...?
Poi li udi'. Passi, voci concitate, fruscii: e vide le torce. La loro luce illumino' a giorno la scena, si poso' sul loro gruppo stremato e malridotto e su Mistobaan, che a parte qualche bruciatura sulla tunica sembrava piu' in forma che mai, in piedi di fronte a loro con gli artigli sguainati come un boia pronto a portare a termine l'esecuzione.
I Ribelli li avevano trovati.
Non erano in molti, appena poco piu' che una decina, ma perfettamente in grado di metterli ko nelle condizioni in cui si trovavano.
“E voi chi siete?!” grido' Mistobaan.
“State in guardia ragazzi!” fece quello che sembrava il capo dei nuovi arrivati. “L'Imperatore ha mandato un altro Sith!”
Tarkin comprese che si stava riferendo a Mistobaan. L'avevano scambiato per uno di loro.
Agi' d'istinto, sfruttando il momento di confusione generale: prese Daala per mano e inizio' a correre verso Mistobaan, facendo cenno agli altri di seguirlo. Quando passo' a fianco dell'essere incappucciato gli grido': “Coprici le spalle!”, e in quello stesso momento i Ribelli aprirono il fuoco su di lui. Mistobaan eresse una barriera magica, vanificando i colpi, e il combattimento ebbe inizio.
Tarkin continuo' a correre con Daala per mano, gettandosi nell'oscurita' del cunicolo e lasciandosi alle spalle lo scontro tra Mistobaan e i Ribelli. Mara lo affianco', illuminando la via con la sua spada, e Boba li seguiva portando sulle spalle il corpo ancora privo di sensi di Maul. Mu veniva per ultimo, rallentato dall'armatura.
Presto i rumori del combattimento si fecero sempre piu' fiochi e infine sparirono del tutto, e Tarkin comprese che, almeno per il momento, erano salvi.



L'uscita non si vedeva da nessuna parte.
Niente tombini, niente sbocchi su discariche, niente grate, nulla di nulla. Ormai piu' che una fogna sembrava un labirinto sotterraneo. Forse erano scesi troppo in basso, dovevano essere finiti per sbaglio in qualche vecchio cunicolo della metropolitana...
Anni prima, sul vero Alderaan, Boba e Maul avevano una mappa olografica dei condotti fognari, e lo avevano portato fuori senza nessuna difficolta' (Ribelli a parte, s'intende). Ora invece pareva che la mappa avesse fatto la stessa fine del lanciafiamme di Boba: svanita come se non fosse mai esistita.
Dopo ore che girovagavano a vuoto avevano deciso di fermarsi a riposare, e Tarkin si era reso conto di conoscere quel luogo, poco piu' di uno spiazzo all'intersezione di vari cunicoli: avevano passato li' una notte, lui e i suoi due amici, e per la prima volta avevano parlato, imparando a conoscersi meglio.
Forse era un buon segno. Forse stavano ritrovando la strada.
Ma quei due Boba e Maul non avevano voglia di parlare con lui. Tarkin si era offerto di dare una mano a medicare Maul (fortuna che almeno i kit di pronto soccorso non erano spariti!), ma Boba l'aveva mandato via con malgrazia. Strano. Le cose erano andate molto diversamente allora: ricordava che avevano parlato di calcio (beh, con Maul si finiva sempre a parlare di calcio, dopotutto), e poi i due gli avevano chiesto di Daala, e lui si era ritrovato sorprendentemente a raccontare tutta la loro storia, e infine li aveva intrattenuti con l'epico racconto di come era scappato a un attentato ribelle trascinandosi dietro uno scienziato ciccione tutto da solo. Avevano fatto battute, avevano riso...si erano divertiti.
Bah...stupida illusione malfunzionante.
Lascio' perdere i due ricordi e ando' a sedersi accanto agli altri. Daala era persa nei suoi pensieri, ma Mu e Mara erano immersi in una fitta conversazione. La cosa non gli piaceva affatto.
“...e certo che sei proprio strano, avevi piu' paura dei topi che di quel Mistobaan!” stava dicendo Mara, soffocando una risata bonaria.
“Beh, ecco...ho un po' la fobia dei topi, sai...”
“Mmmm, si', diciamo che me n'ero accorta!” rise ancora.
“Pero'... e' anche merito tuo se sono riuscito ad affrontare quel demone. Grazie.”
“Cosa...? Mio? E che ho fatto?”
“Mi hai incoraggiato. Quando mi sono fatto prendere dal panico per i topi sono state le tue parole a ricordarmi qual era la cosa piu' importante, e sono riuscito a reagire. Grazie davvero.”
“Oh...figurati. E...la cosa piu' importante sarebbe....”
“La mia missione, ovviamente. Quella e nient'altro. Avrei deluso i membri dell'Organizzazione se non fosse stato per te.”
“La missione...la ritieni anche piu' importante della tua fede?”
Tarkin decise che era giunto il momento di interrompere quella pagliacciata melensa.
“Familiarizziamo con il nemico, eh Mara? Ah gia'...che sbadato, dimenticavo che ormai per te e' un'abitudine”
“Governatore.” Mara lo fisso' senza alcuna traccia di cordialita' nei suoi occhi verdi. “Sai com'e', far saltare in aria le cose non e' l'unico modo per risolvere un problema. Ma immagino che questo tu non possa capirlo.”
“Oh beh non sono certo io ad aver tentato di far saltare in aria quel demone che poteva aiutarci, o mi sbaglio?” trafisse Mu con lo sguardo. “Ragazzino, prima o poi usciremo da questo Castello. E quando quel momento verra', giuro che ti faro' rimpiangere di essere nato.”
“Smettetela, tutti quanti.”
Daala si era alzata in piedi, il bagliore del loro piccolo fuoco da campo che tingeva il suo viso sporco ed esausto di bagliori arancioni. Anche ricoperta di fango e con i capelli scompigliati era pur sempre bellissima. I riflessi delle fiamme giocavano con i suoi occhi verdi, rendendoli ancora piu' profondi ed intensi.
“Credo di aver capito perche' non troviamo l'uscita.” disse. “Non possiamo aspettare che lo facciano loro” accenno' in direzione di Boba e Maul. “Perche' se questa dovesse essere la Prova... dobbiamo essere noi a superarla, con le nostre forze. Dobbiamo trovare noi l'uscita.”
In effetti sembrava plausibile. “D'accordo....qualcuno ha qualche idea? Io non ricordo assolutamente nulla...”
Mara si alzo' in piedi, avvicinandosi a uno dei condotti che si ramificavano dallo spiazzo, gli occhi chiusi e un'espressione concentrata sul volto. Tarkin immagino' che stesse cercando di percepire qualcosa con i suoi sensi Jedi, e percio' rimase incredibilmente sorpreso quando la vide dilatare le narici e annusare l'aria alla maniera di un cane.
“Ehm...che cosa staresti facendo?”
“Segui il tuo naso” rispose lei senza aprire gli occhi. “Gandalf dice sempre che e' la cosa migliore da fare in situazioni come queste.”
Tarkin senti' l'improvvisa esigenza di strangolare qualcuno. “Ottimo! Siamo nelle mani dei vaneggiamenti di un Ribelle! Ma che piano fantastico! Vi prego qualcuno si faccia venire in mente un'idea se.....”
“Trovato!!”
Eh?
“Di la'” Mara indico' un cunicolo alla sua destra. “Da quella parte l'aria e' meno stagnante. Probabilmente c'e' un'uscita piu' avanti.”
Prima che Tarkin potesse dire qualsiasi cosa gli altri stavano gia' seguendo Mara. Al governatore non resto' altra scelta che seguirli a sua volta, imprecando e borbottando contro i Ribelli e le loro stupide idee insensate.



Ovviamente non poteva essere cosi' facile. L'uscita c'era, e bisognava darne atto a Mara, ma...quello che lei non aveva calcolato era il folto gruppo di Ribelli che li attendeva al varco, frapponendosi irrimediabilmente tra loro e la liberta'.
Maul aveva perso la spada laser, ed era ancora troppo malridotto per combattere. Gli altri non erano in condizioni migliori: Mara zoppicava per una ferita ricevuta da Mistobaan, Boba era esausto, e lui e Daala...beh, loro erano pressoche' inutili in una situazione del genere. Come al solito presero posizione in retroguardia, sperando che non arrivasse nessuno a prenderli alle spalle.
Mara fu la prima a gettarsi all'attacco, usando la Forza per crearsi un varco tra i nemici, mentre Boba faceva fuoco di copertura. Mu copri' tutti con il Muro di Cristallo ed evoco' le sue cascate di stelle, mietendo un gran numero di vittime tra i Ribelli.
Per un attimo Tarkin si concesse di sperare.
Ma per ogni nemico che abbattevano altri tre sbucavano dall'oscurita' a prendere il suo posto, e la cosa durava troppo a lungo per essere un fenomeno naturale. Tanto piu' che le loro facce dopo un po' erano sempre le stesse...sembrava di stare in uno dei videogiochi di Maul, dove passavi ore e ore a far fuori orde di nemici sempre uguali. Con la differenza che se avessero perso questa volta non avrebbero avuto nessuna possibilita' di ricaricare la partita.
“Tarkin” Daala lo distolse dai suoi pensieri, poggiandogli una mano sul braccio. “Deve esserci un trucco, un modo semplice per uscire da questa situazione. La Prova che ho dovuto affrontare nella prima Stanza era cosi'.”
Un trucco...
Lo sguardo di Tarkin passo' in rassegna il cunicolo. Indugio' sui Ribelli, su Mara che sferrava fendenti rossi a destra e a sinistra guidata ormai dalla sola forza della disperazione, sugli incantesimi di Mu che diventavano sempre piu' deboli, su Boba che aveva quasi esaurito le celle di energia del suo blaster, su Maul che cercava di mettersi in piedi senza successo...
E sull'uscita.
Un quadrato di luce bianca appena dietro le spalle dei Ribelli. Cosi' vicino....
“Ci sono!” esclamo'. “La Prova non e' sconfiggere i Ribelli...e' arrivare all'uscita!”
“E come fai a sapere che una volta passati per quella porta saremo salvi?”
“Non lo so. Ma e' un rischio che dobbiamo correre. MU!” il ragazzo si volto' leggermente al suo richiamo, il volto tirato per la fatica. Non avrebbe retto ancora per molto.
“Smettila con gli incantesimi d'attacco e concentra tutta la tua energia sul Muro di Cristallo! Ce ne andiamo di qui!”
A onore del sacerdote andava detto che obbedi' senza protestare, e il Muro di Cristallo scintillo' di luce viola mentre tutta la potenza magica del suo evocatore fluiva ad alimentarlo.
“Tutti sotto la barriera! Mara, cerca di respingerli come hai fatto con i topi. Boba, scarica tutto il fuoco che ti resta. Se avete granate lanciatele. FORZIAMO QUESTO MALEDETTISSIMO BLOCCO!”
Che sto facendo, di solito ordini come questo li do alle navi, non a sparuti gruppi di persone a malapena in grado di reggersi in piedi...e non quando ci sono anche io in mezzo...
Ma era troppo tardi per tornare indietro, e lo sparuto gruppetto si mosse come un sol uomo, come una lama vivente scagliata contro l'armatura di un nemico.
Tarkin si impose di fissare solo il quadrato di luce bianca e corse, corse con tutte le sue forze.
Caos tutto intorno a loro, e colpi di blaster che crepitavano rabbiosamente contro il Muro di Cristallo, alla ricerca di un varco. Qualcuno lo spinse da dietro, e Tarkin incespico', si rimise in piedi, gli occhi sempre puntati sulla luce che doveva, doveva essere la salvezza.
La silhouette di un Ribelle si staglio' contro il bianco dell'uscita, ma duro' poco piu' che un attimo: un'onda di Forza di Mara la spazzo' via, lontano dal suo campo visivo. L'uscita era libera.
La luce li inghiotti'.
Non esistevano piu' direzioni in quel mare bianco e luminoso, i loro piedi poggiavano nella luce, sulle loro teste si estendeva infinita una volta di luce. Una sensazione di vertigine che duro' poco piu' di un battito di ciglia, poi Tarkin senti' di nuovo il suolo sotto di lui, e la luce scomparve. Era di nuovo tutto bianco intorno a loro, ma stavolta si trattava di un bianco molto familiare. Boba e Maul erano scomparsi.
Si trovavano di nuovo nel Castello dell'Oblio.
  
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