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Autore: Gh595    15/01/2012    2 recensioni
The sword and the crown racconta,con i suoi diversi capitoli,la storia di due ragazzi,un erede al trono e un povero,che essendo identici in ogni loro particolare decidono di scambiarsi i ruoli. Alla fine,nel mentre della loro avventura,sboccerà anche l'amore.
Ispirato al romanzo,ecco una nuova storia de "Il principe e il povero"!
Genere: Avventura, Storico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so perché, ma sento il dovere di farlo. 
Ancora e tutt'ora sono rinchiuso qui, in questo castello, a fissare ciò che succede fuori dalla finestra mentre le mie lezioni proseguono. Sono stufo, sono stanco di restare qui. Ho voglia di uscire,di vedere il mondo. Appoggiando il viso sulla mano, volsi il mio sguardo verso il villaggio intorno al palazzo.
Perché le 
persone più povere di me sembrano più felici?
Voglio fuggire da qui. 
E' da quando nacqui che non sono mai uscito da palazzo. Perfino alle feste del regno non esco da qui ma mi affaccio sulla terrazza per salutare il popolo, insieme alle guardie e a mio padre. 
Non voglio più stare qui. 
-Principe Jan!- 
-Mh?-  Mi girai verso di lui,il mio insegnante.
Le solite lezioni, noiose 
e ripetitive, fondamentali per un futuro re.
-Mi vuole parlare dei versi tratti dal brano XX?-  
Mi alzai e iniziai a recitarli. Erano perfetti, come lo sembrava anche la mia concentrazione ma la mia mente era da tutt'altra parte. 
-Impeccabile come sempre, principe.- 
Mi risedetti e ripresi a guardare fuori dalla finestra ignorando così nuovamente il mio insegnante che, nel mentre, aveva ripreso a spiegare. Odio sentire la voce del maestro. E' come una  cantilena che si sente giorno dopo giorno, per qualche ora.
Finalmente, al suono delle campane di mezzogiorno, tutta questa tortura finirà. 
Eccole. Ora potevo finalmente stare in pace. 
Anche se il maestro è appena uscito non voglio farlo anch'io perché so che, se lo dovessi fare,  non
riuscirei a liberarmi dai miei doveri quotidiani. Qui, ora, mi sento un po' libero.
Sentii bussare alla porta.
-Principe, è ancora 
lì?-
Non voglio rispondere. Non voglio aprire quella porta. 
-Principe?- Un altro richiamo.
-Sì,arrivo.- 
Fu uno dei cavalieri a chiarmarmi. Come al solito, ne veniva sempre uno a prendermi e portarmi verso un'altra stanza del palazzo, questa volta, ad imparare le strategie di guerra.
Mentre facevo 
il solito percorso da una stanza all'altra, i servi mi salutavano con un buongiorno, un sorriso e un inchino. 
Alcune volte li inviadiavo, anzi, quasi sempre. Loro potevano uscire da queste grandi mura, mentre io no.
Liberarmi da questi doveri è tutto ciò che voglio veramente. Non voglio questo regno, non voglio questo oro, non voglio questo potere. Voglio la libertà. 
Dopo aver percorso quel tratto tra la stanza e l'armeria, entrai dentro questa e fui immediatamente accolto con un inchino dai soldati. Fino alle campane dell'una non sarei potuto uscire da quella stanza. Il buoi la sovrastava leggermente. Le piccole finestre mandavano la loro luce fiocca sugli equipaggiamenti e le armi presenti. Questa luce, mi dà fastidio agli occhi.
-Principe, la vostra lezione 
sarà prevista per il pomeriggio, se non le dispiace. Oggi vorrei parlarle di alcune situazioni riguardanti il popolo.- 
-Che tipo di situazioni, generale Westwood?-
Mi interessavo 
particolarmente a queste situazioni perché potevano essere delle occasioni per vedere fuori, per uscire, per liberarmi almeno un po'.
-Le rivolte popolane di alcuni contadini della parte ovest di Eastleaf stanno diventando sempre più numerose e frequenti. Abbiamo provato più di una volta a parlare con un loro rappresentante, come ordinato, ma le loro richieste non possono essere esaudite. Purtroppo, non abbiamo così tante monete da dare loro, visto che la precedente guerra è stata molto costosa per i vari equipaggiamenti.-
Nulla di interessante. La richiesta, il denaro, era la stessa dell'ultima volta e, per risolverla, bastavano solo dei soldati.
-Non basta loro il commercio dei frutti delle loro terre? - 
-Principe Jan, in realtà quelle terre sono state depredate, i loro campi bruciati e cosparsi di sale. Ci sono alcune voci che sostengono di aver riscontrato, in uomini di quelle terre, una pestilenza inflitagli da alcuni demoni.- 
Mi  girari verso di loro, molto più interessato. Ero un principe che voleva rinunciare a questo ruolo, ma pur sempre un principe. In una situazione come questa solo un'autorità  importante poteva parlare con quelle
genti. Questa era la mia sola e unica occasione.
-Voglio andare a 
parlare con questa gente.- 
-Ma principe, ha sentito ciò che ho detto? C'è la pestilenza e...-
-Niente ma, generale. Sono un principe e l'unico che può risolvere una situazione del genere sono io.- 
 Tutti i presenti si ammutolirono. Questo ruolo che ho sempre odiato poteva essermi utile. 
-D'accordo, principe.-
La risposta positiva del generale fu per me la 
chiave della libertà. 
-Bene, ora andrò via, allora.- Mi voltai verso la porta e inizia a camminare verso questa. 
-Un'ultima cosa generale Westwood. Non dite nulla a mio padre di questa mia decisione, voglio risolvere la faccenda con le mie forze.- 
E, detto questo, uscii. 
Queste potevano sembrare le parole di un principe devoto al suo ruolo, un principe degno del suo nome.  Ma io non lo ero.  Il giorno della mia libertà, finalmente, stava arrivando. Avrei rinunciato a tutto pur di uscire da qui, non mi importava essere egoista. 
 
  
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