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Autore: Gh595    19/01/2012    0 recensioni
The sword and the crown racconta,con i suoi diversi capitoli,la storia di due ragazzi,un erede al trono e un povero,che essendo identici in ogni loro particolare decidono di scambiarsi i ruoli. Alla fine,nel mentre della loro avventura,sboccerà anche l'amore.
Ispirato al romanzo,ecco una nuova storia de "Il principe e il povero"!
Genere: Avventura, Storico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so perché, ma sento il dovere di farlo.

-Alric! Vieni qui! -

Ecco il richiamo di mia madre provenire dal mulino.

-Eccomi!Eccomi!-

Il tempo per me non bastava mai. Amo la natura, amo osservarla dal luogo in cui vivo, ma non ho mai il tempo per dedicarmi a questa.
Alzandomi da prato su cui ero sdraiato, mi diressi verso mia madre.
Adoravo in modo particolare quel punto di verde. L'odore dell'erba fresca che mi penetrava dentro fino al cuore, mi dava sempre una bellissima sensazione. In estate mi rifugiavo tutte le giornate lì, sotto l'ombra di quel grande albero,a fissare il cielo, o i rami, o le foglie e a pensare.
Penso spesso a come poteva essere la mia vita se non fossi nato come uomo, se non fossi nato come contadino. Penso spesso anche a come morirò. Mah, forse non dovrei farlo. Un semplice contadino come me non dovrebbe farlo.
Arrivai nel punto in cui si trovava mia madre e, la prima cosa che feci fu scrollarmi di dosso i fili d'erba che si erano attaccati ai vestiti mentre ero disteso. 

-Alric,aiutami a portare questi sacchi.-

Volsi lo sguardo verso il punto indicato da mia madre dove era poggiati i sacchi. 

-Solo questi tre?-

Alla mia domanda mia madre mi sorrise dolcemente.
Sapevo che, sotto quel sorriso, ci fosse davvero tanto dolore.
Abbassai lo sguardo e mi irritai.

-...Prima la distruzione dei campi, ora il saccheggio. Quanto ancora la nostra gente e noi dovremo sopportare?-

La mia mano si strinse in un pugno con rabbia.

-Inoltre il re non ci aiuta!!-


La mano gentile di mia madre, invece, al contrario della mia, si poggiò sulla mia spalla che venne accarezzata piano.

-Su,Alric. Non dobbiamo dare la colpa al re.-
-Sei troppo buona,madre.-

Feci un piccolo respiro e mi calmai almeno un po'. Sì, lei era la prova della bontà in mezzo ad un mare di tristezza.
Presi allora i sacchi. Erano ancor meno pesanti dell'ultima volta, lo immaginavo. Seguii quindi mia madre e iniziammo a dirigerci entrambi verso casa.
Lei era una delle poche persone che, pur essendo in una povertà che aumentava ogni minuto di più, sorrideva sempre dolcemente a tutti,indipendentemente da chi fossero. Era una persona che, in qualche modo, ti rincuorava. Ma, solo io sapevo che di notte, quando nessuno poteva sentirla, andava da sola in un appartato luogo isolato e piangeva lacrime amare ancor più del veleno.
Non posso lasciarla sola. Il peso che sosteneva sulle sue spalle è davvero troppo, non posso lasciarla sola.
Troppe erano le cose della quali si doveva occupare ogni giorno da quando mio padre morì.
Il nostro intero villaggio è in crisi. Dopo la guerra alcuni banditi iniziarono a depredare le nostre terre fino a bruciarle tutte.
Mi fermai per un attimo e fissai la figura di mi madre davanti a me, che continuava a camminare.

-Madre.- Anche lei si fermò e si girò verso di me. -Voglio unirmi alle rivolte.-

Vidi la sua espressione. Vidi come un dolce sorriso sincero si era trasformato in paura.

-NON VOGLIO CHE TU LO FACCIA!- gridò.

I suoi occhi iniziarono a diventare sempre più lucidi. Con ciò che le avevo detto i fardelli che stava sopportando erano diventati troppo pensanti.

-TUO PADRE... ANCHE LUI... lui... E' morto...-

Balbettò e alla fine scoppiò in lacrime. La sua voce era diventata man mano più fiocca.
Riposi velocemente i sacchi che portavo e l'abbracciai. Sentii che tremava. Continuò a nominare mio padre insieme alla parola morte. Odiavo quella parola. Non la sopportavo proprio. Non sopportavo che gli altri pronunciassero quella parola perché, ogni volta, il loro viso era ricolmo di lacrime, il loro sorriso era malinconico, il loro sguardo era triste. Non c'era tranquillità nel parlare di morte. Paura, dolore, tristezza. Ecco cosa causava la parola morte alla altre persone.
Le lacrime si erano fermate ma non smetteva comunque di tremare. Forse era riuscita a riprendere coscienza di ciò che stava facendo. Era come se si fosse rimessa quei pesi invisibile sulle spalle, cercando di sopportarli.
Si staccò da me e mi guardò con un nuovo sorriso dolce dallo sfondo malinconico. Si asciugò gli occhi bagnati, raccolse ciò che stava portando prima e riprese il cammino, girandosi immediatamente. La sua faccia ancora in lacrime, riempiva il mio cuore di dolore.
Madre,io ti prometto che riaccenderò il tuo vero sorriso sincero, un giorno. Davanti a Dio,giuro sulla mia vita che un giorno libererò te e tutto il villaggio dalle catene di questa disgrazia.

  
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