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Autore: Brika    15/01/2012    2 recensioni
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A parlare era stato un ragazzo dai lineamente tipicamente americani, i capelli castano scuro, corti e ben pettinati in una piccola cresta, gli occhi grandi e di un penetrante marrone scuro, il tutto corredato di una smagliante sorriso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erika si ritrovò, così, a fantasticare sul ragazzo che aveva appena lasciato la stanza, quando entrò un altro ragazzo, questa volta più alto di Logan, con i capelli biondi quasi del tutto nascosti in un cappello grigio, e gli occhi verdi. Si sedette sulla sedia, posta di fianco al letto della ragazza, e cominciò a parlare:
“Ciao, io sono Kendall, un amico di Logan… So che può sembrarti una domanda strana, ma potresti dirmi… cosa ti ha raccontato Logan?” tutto questo fu detto tutto d’un fiato, forse per lo sconveniente tipo di domanda, o solo per timidezza.
“ Piacere di conoscerti Kendall. Io sono Erika. Comunque sì, è abbastanza strana come domanda. Perché ti interessa sapere cosa mi ha detto?”
“I dottori ci hanno avvisato che avendo avuto un leggero trauma cranico, è abbastanza probabile che tu abbia perso la memoria”
“Mi fa piacere che vi preoccupiate della mia salute… Se ti può interessare mi sono completamente dimenticata di quello che mi è successo negli ultimi due mesi, compreso l’incidente. A proposito dell’incidente, se tu io ti dico cosa mi ha detto Logan, tu mi dici cosa lo ha distratto mentre guidava?”
“Affare fatto. Prima le donne…” Così Erika raccontò tutta la conversazione che ebbe con Logan.
“Adesso tocca a te” disse finalmente la ragazza, che stava pensando a tutte le possibili cause dell’incidente, tra cui troneggiava il pensiero che stesse parlando al telefono con la sua ragazza. Kendall fece per rispondere, ma fu interrotto dall’arrivo di Logan con i cappuccini, quindi guardò semplicemente la ragazza e le disse:
“Chiedilo a lui” e se ne andò facendole ciao-ciao con la mano. Logan le porse il cappuccino:
“Tieni, cosa mi devi chiedere?”
“Cosa ti ha distratto? Voglio dire, mentre guidavi cosa stavi facendo invece di guardare la strada?”
“Beh… stavo parlando con Rosy”
“Ah… quindi hai la ragazza?!” disse con tono triste facendo scattare qualcosa nella mente di Logan .
“No, no. Rosy è la ragazza di Carlos. Stavo cercando di convincerla a chiedere ad una sua amica se era disposta ad andare ad un appuntamento al buio con James”. La ragazza fece un grande sorriso, che contagiò anche Logan.
“Perché volevi organizzare un appuntamento al buio a James? Aspetta… Chi è James?!” chiese la ragazza, scrutando i volti dei tre ragazzi che aspettavano l’amico fuori dalla stanza.
“Allora, vediamo, Kendall lo conosci già. Poi quei due che si picchiano con le mazze da hockey sono Carlos e James: Carlos è il ragazzo con l’elmetto e James è quello che gli sta spaccando la mazza sulla testa con Kendall appeso al braccio che cerca di fermarlo… Scusa un attimo. Vado a fermarli e torno”. Logan uscì dalla e si lanciò in mezzo alla rissa. Erika si stava divertendo come non le era mai successo prima. Dopo circa due minuti di “spettacolo” arrivarono due infermieri che, purtroppo per Erika e fortunatamente per tutto il resto dell’ospedale, sedarono la rissa, riportando alla normalità e alla tranquillità il corridoio. Logan tornò nella stanza seguito dai suoi amici, tutti e quattro un po’ ammaccati.
“Bello spettacolo. Carlos dovresti cercare di scattare più velocemente e tu James, dovresti provare a colpire di lato, così l’avversario non sa dove arriverà il colpo. Kendall, un consiglio, quando cerchi di dividere due ragazzi che litigano, urla che sta arrivando una bella ragazza. Funziona sempre ed è brevettato. Ah, Logan, ti conviene fare un po’ di palestra, perché non sembri molto allenato in fatto di risse” Erika accolse così i ragazzi, che rimasero stupiti e al contempo affascinati da quella ragazza, che trovata divertente una rissa e sapeva dare dei buoni consigli.
“Piacere io sono James, ma a quanto pare lo sai già” “E io sono Carlos”
“Piacere di conoscervi ragazzi. Io sono Erika. Carino l’elmetto, Carlos.”
“Bello vero?! Sei l a prima ragazza che lo nota” A quel punto si sentirono delle grida provenire dal corridoio. Un familiare ricordo invase la memoria di Erika, mentre la mente dei quattro ragazzi fu offuscata da un sentimento di terrore e paura mai provato prima. Erika non poteva dimenticare quella voce che aveva accompagnato la sua vita per diciotto lunghi anni: era arrivata sua madre.
“Forse è meglio che andiate. Non so cosa potrebbe farvi se scoprisse che eravate tutti nella macchina che mi ha investito” disse, con fare preoccupato, la ragazza.
“Non credo possa arrabbiarsi così tanto…” ridacchiò Carlos.
“Tu non la conosci… Ci ho vissuto 18 anni”
“Allora, forse è meglio se andiamo. Ciao” si congedò Kendall, trascinando fuori gli altri, in modo che Erika e Logan potessero stare da soli ancora un attimo.
“Allora, ciao.”
“Logan… Aspetta! Possiamo parlare un attimo?!”
“Ma sta arrivando tua madre!”
“Non ti preoccupare, non ci metterò molto - aprì il cassetto del comodino, prese un bigliettino azzurro e lo porse a Logan – tieni” Logan aprì il biglietto lentamente, come se non volesse far notare la foga che aveva dentro di aprirlo. Lo aprì e lo lesse ad alta voce: “ Se ti venisse voglia di investirmi di nuovo, qui c’è il mio numero…” Un grande sorriso apparve sul volto del ragazzo che, presi un tovagliolo e una penna, scribacchiò qualcosa e porse il foglietto alla ragazza, che lesse a sua volta: “ Se ti venisse voglia di farti investire un’altra volta per salvare qualcuno, chiamami: …”. Erika non fece in tempo a rispondere, che Logan uscì dalla stanza:
“Sta arrivando tua madre, vado. Non vorrei essere ricoverato vicino a te, anche se mi farebbe piacere….” Un sorriso malizioso apparve sul volto di Logan e fu l’ultima cosa che Erika vide del ragazzo, prima che scomparisse nel corridoio.
   
 
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