IN REVISIONE
A parlare era stato un ragazzo dai lineamente tipicamente americani, i capelli castano scuro, corti e ben pettinati in una piccola cresta, gli occhi grandi e di un penetrante marrone scuro, il tutto corredato di una smagliante sorriso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Erika si
ritrovò, così, a fantasticare sul ragazzo che
aveva appena lasciato la stanza, quando entrò un altro
ragazzo, questa volta più alto di Logan, con i capelli
biondi quasi del tutto nascosti in un cappello grigio, e gli occhi
verdi. Si sedette sulla sedia, posta di fianco al letto della ragazza,
e cominciò a parlare:
“Ciao, io sono Kendall, un amico di Logan… So che
può sembrarti una domanda strana, ma potresti
dirmi… cosa ti ha raccontato Logan?” tutto questo
fu detto tutto d’un fiato, forse per lo sconveniente tipo di
domanda, o solo per timidezza.
“
Piacere di conoscerti Kendall. Io sono Erika. Comunque sì,
è abbastanza strana come domanda. Perché ti
interessa sapere cosa mi ha detto?”
“I dottori ci hanno avvisato che avendo avuto un leggero
trauma cranico, è abbastanza probabile che tu abbia perso la
memoria”
“Mi fa piacere che vi preoccupiate della mia
salute… Se ti può interessare mi sono
completamente dimenticata di quello che mi è successo negli
ultimi due mesi, compreso l’incidente. A proposito
dell’incidente, se tu io ti dico cosa mi ha detto Logan, tu
mi dici cosa lo ha distratto mentre guidava?”
“Affare fatto. Prima le donne…”
Così Erika raccontò tutta la conversazione che
ebbe con Logan.
“Adesso tocca a te” disse finalmente la ragazza,
che stava pensando a tutte le possibili cause dell’incidente,
tra cui troneggiava il pensiero che stesse parlando al telefono con la
sua ragazza. Kendall fece per rispondere, ma fu interrotto
dall’arrivo di Logan con i cappuccini, quindi
guardò semplicemente la ragazza e le disse:
“Chiedilo a lui” e se ne andò facendole
ciao-ciao con la mano. Logan le porse il cappuccino:
“Tieni, cosa mi devi chiedere?”
“Cosa ti ha distratto? Voglio dire, mentre guidavi cosa stavi
facendo invece di guardare la strada?”
“Beh… stavo parlando con Rosy”
“Ah… quindi hai la ragazza?!” disse con
tono triste facendo scattare qualcosa nella mente di Logan .
“No, no. Rosy è la ragazza di Carlos. Stavo
cercando di convincerla a chiedere ad una sua amica se era disposta ad
andare ad un appuntamento al buio con James”. La ragazza fece
un grande sorriso, che contagiò anche Logan.
“Perché volevi organizzare un appuntamento al buio
a James? Aspetta… Chi è James?!” chiese
la ragazza, scrutando i volti dei tre ragazzi che aspettavano
l’amico fuori dalla stanza.
“Allora, vediamo, Kendall lo conosci già. Poi quei
due che si picchiano con le mazze da hockey sono Carlos e James: Carlos
è il ragazzo con l’elmetto e James è
quello che gli sta spaccando la mazza sulla testa con Kendall appeso al
braccio che cerca di fermarlo… Scusa un attimo. Vado a
fermarli e torno”. Logan uscì dalla e si
lanciò in mezzo alla rissa. Erika si stava divertendo come
non le era mai successo prima. Dopo circa due minuti di
“spettacolo” arrivarono due infermieri che,
purtroppo per Erika e fortunatamente per tutto il resto
dell’ospedale, sedarono la rissa, riportando alla
normalità e alla tranquillità il corridoio. Logan
tornò nella stanza seguito dai suoi amici, tutti e quattro
un po’ ammaccati.
“Bello spettacolo. Carlos dovresti cercare di scattare
più velocemente e tu James, dovresti provare a colpire di
lato, così l’avversario non sa dove
arriverà il colpo. Kendall, un consiglio, quando cerchi di
dividere due ragazzi che litigano, urla che sta arrivando una bella
ragazza. Funziona sempre ed è brevettato. Ah, Logan, ti
conviene fare un po’ di palestra, perché non
sembri molto allenato in fatto di risse” Erika accolse
così i ragazzi, che rimasero stupiti e al contempo
affascinati da quella ragazza, che trovata divertente una rissa e
sapeva dare dei buoni consigli.
“Piacere io sono James, ma a quanto pare lo sai
già” “E io sono Carlos”
“Piacere di conoscervi ragazzi. Io sono Erika. Carino
l’elmetto, Carlos.”
“Bello vero?! Sei l a prima ragazza che lo nota” A
quel punto si sentirono delle grida provenire dal corridoio. Un
familiare ricordo invase la memoria di Erika, mentre la mente dei
quattro ragazzi fu offuscata da un sentimento di terrore e paura mai
provato prima. Erika non poteva dimenticare quella voce che aveva
accompagnato la sua vita per diciotto lunghi anni: era arrivata sua
madre.
“Forse è meglio che andiate. Non so cosa potrebbe
farvi se scoprisse che eravate tutti nella macchina che mi ha
investito” disse, con fare preoccupato, la ragazza.
“Non credo possa arrabbiarsi così
tanto…” ridacchiò Carlos.
“Tu non la conosci… Ci ho vissuto 18
anni”
“Allora, forse è meglio se andiamo.
Ciao” si congedò Kendall, trascinando fuori gli
altri, in modo che Erika e Logan potessero stare da soli ancora un
attimo.
“Allora, ciao.”
“Logan… Aspetta! Possiamo parlare un
attimo?!”
“Ma sta arrivando tua madre!”
“Non ti preoccupare, non ci metterò molto -
aprì il cassetto del comodino, prese un bigliettino azzurro
e lo porse a Logan – tieni” Logan aprì
il biglietto lentamente, come se non volesse far notare la foga che
aveva dentro di aprirlo. Lo aprì e lo lesse ad alta voce:
“ Se ti venisse voglia di investirmi di nuovo, qui
c’è il mio numero…” Un grande
sorriso apparve sul volto del ragazzo che, presi un tovagliolo e una
penna, scribacchiò qualcosa e porse il foglietto alla
ragazza, che lesse a sua volta: “ Se ti venisse voglia di
farti investire un’altra volta per salvare qualcuno,
chiamami: …”. Erika non fece in tempo a
rispondere, che Logan uscì dalla stanza:
“Sta arrivando tua madre, vado. Non vorrei essere ricoverato
vicino a te, anche se mi farebbe piacere….” Un
sorriso malizioso apparve sul volto di Logan e fu l’ultima
cosa che Erika vide del ragazzo, prima che scomparisse nel corridoio.