Cuori in tempesta
CAPITOLO 7
Nel momento stesso in cui quell’uomo dal viso orribile sparò, Beth scattò in avanti e si buttò a terra terrorizzata, tenendosi le mani sopra la testa, ma ancor prima che lo facesse il proiettile aveva centrato la spalla destra di Mason.
In un primo momento lui sorrise sprezzante ai 4 uomini, perché un proiettile non poteva di certo ucciderlo, così si avvicinò pericolosamente a loro, pronto per farli fuori, quando sentì un dolore lancinante su tutto il corpo, come se le vene stessero sputando veleno letale.
Mason si accasciò a terra stremato per quel dolore improvviso, respirando debolmente, ma con le sue ultime forze provò a rialzarsi sulle ginocchia, cercando di non dargliela vinta a quei 4 pazzi.
Il più giovane ma anche il più muscoloso dei 4, gli diede una ginocchiata sulla testa, che fece capitolare Mason a terra privo di sensi.
Beth, che era rimasta a fissare tutta la scena con occhi increduli e terrorizzati, cominciò a gridare spaventata quando vide Mason cadere a terra sconfitto e pensò che avrebbe fatto fare la stessa fine anche lei.
Adrian si
avvicinò a Mason, per assicurarsi che fosse fuori
gioco e dopo aver constatato ciò, si alzò con un sorriso soddisfatto e disse:
“Perfetto il cane è sistemato, ora dovremmo occuparci della ragazza…” tutti e 4 alzarono il viso contemporaneamente in direzione di Beth.
Lei spaventata oltre ogni dire cercò di scappare via di lì aiutandosi con le braccia e i piedi piantati nel terreno, ma non servì a molto, perché sentì una mano afferrarle i capelli con violenza e che la fece alzare senza delicatezza alcuna.
“Lasciami andare!! Lasciami!!” gridò Beth con disperazione e rabbia.
L’uomo la fece girare violentemente per farla stare zitta e lei per tutta risposta gli piantò le unghie nel petto con tutta la forza che aveva, ma sembrava che stesse perforando una massa di metallo e sentì le proprie unghie scricchiolare per lo sforzo.
Beth notò che l’uomo portava una strana collana a forma di croce, con inciso all’interno il simbolo di una rosa, così si aggrappò ad essa per cercare di strozzarlo, ma finì solo per strappargliela dal collo e la collana finì a terra.
L’uomo fissò con sorpresa la sua collana caduta a terra e poi alzò lo sguardo e fissò Beth con disgusto; le mollò uno schiaffo così violento che la fece cadere contro un albero.
Uno dei suoi compagni, che portava i baffi e i capelli neri gli mise una mano sulla spalla per fermarlo e gli disse serio: “Aspetta Xavier, è un’umana!”
Xavier
allora si girò verso Beth ma la ripugnanza sul suo
volto non svanì per nulla. Allora lei cercò di analizzare chi aveva davanti:
quell’uomo sembrava il più vecchio dei 4 sebbene dimostrasse 45 anni
solamente, aveva degli occhi chiari e
stanchi cerchiati da profonde occhiaie, segno che non dormiva da giorni.
Fisicamente era forte e alto, non quanto Adrian però,
anche se pure Xavier faceva la sua bella figura come
cacciatore.
Beth ritornò alla realtà quando vide l’uomo tirare via la mano del compagno e si abbassò per raccogliere la sua collana, cercando di ripulirla come se fosse un gioiello inestimabile.
Adrian si
avvicinò a loro e disse deciso:
“E con questo? Ci può essere utile, sicuramente sa qualcosa e quindi propongo di portarci dietro anche lei, tanto non penso che sarà un carico pesante” disse analizzando con uno strano sorriso diabolico il corpo minuto e fragile della povera Beth, che rimaneva immobile a fissarli disorientata.
Qualche
goccia di sangue scendeva dal naso per colpa dello schiaffo ricevuto in
precedenza e le gambe le sembravano pesanti come la roccia e non riusciva nemmeno
a muoversi.
“Un momento!” esclamò il ragazzo con gli occhiali con sguardo preoccupato “Non abbiamo mai preso in ostaggio un umano, specialmente una ragazza!! Ci stiamo comportando da animali così… lasciamola andare!”, gli occhi di Beth si animarono di speranza e cercò di accendere la lampadina nel cervello per trovare una via di fuga da quella situazione pericolosa.
Xavier
perse la pazienza e rispose:
“Questa città è diversa dalle altre in cui siamo stati, non dobbiamo guardare in faccia a nessuno per perseguire il nostro obiettivo. Inoltre, Yannick, le tue scelte morali sono piuttosto discutibili, soprattutto il fatto che tu sia sempre così indulgente… a volte mi chiedo davvero da che parte tu stia!!” mormorò deluso guardandolo fisso negli occhi.
Yannick
guardò intimidito il volto di Xavier, che poteva
incutere timore a chiunque, persino ad uno come Adrian,
che proprio lui cercò di sdrammatizzare la situazione e appoggiò il braccio
sulle spalle di Yannick , ridendo:
“Andiamo Xavier! Sarai pure il capo, ma non puoi dubitare di mio fratello!! Lui è un Dickmen! Cacciatore al 100%!!” esclamò convinto.
Yannick gli lanciò un’occhiataccia ma non disse niente: infatti i due erano fratelli anche se non si assomigliavano per niente: avevano entrambi i capelli biondi e gli occhi blu, ma se Adrian era bello da mozzare il fiato, con un fisico palestrato, presuntuoso, una vera testa calda; Yannick era proprio l’opposto: aveva un fisico mingherlino, lo sguardo da buono e da secchione. Un idealista.
Entrambi provenivano da una famiglia importante, quella dei Dickmen, ed erano stati cresciuti con la stessa convinzione e gli stessi obiettivi.
All’improvviso
la loro attenzione fu attirata dalla voce terrorizzata di Beth,
la quale aveva avuto un’idea per liberarsi da quell’impiccio:
“Aspettate noi non c’entriamo nulla!! So chi state cercando… i vampiri vero?” i 4 uomini si lanciarono un’occhiata sospetta ma la ascoltarono attentamente.
Beth
deglutì fortemente: le sembrava una grande vigliaccata rivelare tutto quello
che sapeva dopo aver giurato di non rivelare a nessuno il segreto, ma se la
scelta era tra non rivelare ciò che sapeva e il salvarsi la pelle avrebbe
certamente scelto la seconda ipotesi; in fondo non aveva nulla che la legasse
ai Salvatore, quindi dopo aver preso la sua decisione disse:
“So che la città è piena di vampiri e posso dirvi chi sono esattamente, ma lasciate andare me e Mason!” mormorò debolmente.
Xavier si fece una risata amara: “Le tue coordinate non ci servono ragazzina, abbiamo già lui per questo!!” disse rivolgendosi all’uomo con i baffi, poi però si avvicinò a Beth “Tuttavia tu, occhioni belli, potresti esserci utile. Ok è deciso la portiamo con noi!” così dicendo la afferrò per il braccio.
Yannick stava per ribattere ma Adrian gli diede una gomitata per farlo tacere… nessuno lì in mezzo poteva permettersi di ostacolare Xavier.
Quest’ultimo si accorse del rimprovero silenzioso del giovane occhialuto e gli disse: “Forza Yannick, ingoia il rospo e prendi la ragazza” dopodiché gli spinse con forza Beth tra le braccia e la ragazza, vedendo in lui una certa titubanza né approfittò per scappare, ma la sua fuga durò molto poco, perché l’uomo con i baffi la raggiunse in poco tempo e si ritrovarono improvvisamente faccia a faccia.
A Beth sembrò di scorgere in quegli occhi una fiamma infernale che stava per arderla e dallo spavento cadde a terra all’indietro; sfortunatamente inciampò sul corpo privo di sensi di Mason e diede involontariamente una gomitata sulla spalla dove era stato ferito.
Adrian
sbuffò spazientito “Insomma non ci sapete mica fare con le donne voi!”
Così dicendo si avvicinò a Beth e sfoderò uno dei suoi sorrisi più belli: “Lascia che ti aiuti, non ti faremo niente te lo giuro. Anche se l’apparenza inganna, noi siamo dei gentiluomini!” esclamò porgendole la mano con gentilezza.
Beth guardò quella mano come se fosse un insetto repellente; se le circostanze fossero state diverse avrebbe sicuramente accettato con gioia e con gli occhi a cuoricino, in fondo Adrian era davvero bello, ma quei brutti ceffi stavano per rapirla e portarla via, magari in una specie di tugurio per farle chissà cosa.
Così
scacciò via la mano con violenza e disse con durezza:
“ Vaffanculo! Io con
voi non vengo da nessuna parte!!”
Adrian la
fissò sorpreso e scoppiò a ridere fissando i suoi compagni:
“Per la miseria non pensavo che le americane avessero un carattere così focoso! Dovremmo ritornare per una visita di piacere…!” Dal tono con cui quel biondino parlava non sembrava infatti un americano… il suo accento dimostrava che proveniva da qualche paese dell’Europa dell’est.
L’uomo
con i baffi, che si faceva chiamare Theo, si avvicinò a Beth
e la fece alzare:
“Ora basta con le chiacchiere! È passato già troppo tempo e abbiamo solo preso quel cane. La lista è ancora lunga!!”.
Adrian si girò verso Theo seccato per quel suo rimprovero: “So benissimo cosa dobbiamo fare, non c’è bisogno che uno stregone me lo ricordi, chiaro?!” disse lanciandogli un’occhiata di fuoco non avendo la minima paura di lui.
Yannick
si mise in mezzo e prese questa volta lui in custodia Beth
tenendole il braccio: la poverina si sentiva sballottare da una parte all’altra
come una marionetta e sembrava che gli alberi si stessero muovendo da soli… o magari era lei che aveva le vertigini?
Aveva
così un forte giramento di testa che non sentì le loro discussioni:
“Non dovremmo litigare tra di noi! Ora andiamo prima che Mason Lockwood si risvegli!” disse Yannick, che era l’unico in grado di far calmare quella testa calda di suo fratello Adrian, infatti quest’ultimo si allontanò senza dire niente, cominciando ad avviarsi.
Theo
si mise sulle spalle Mason e partirono, con Beth sorvegliata a vista da Xavier,
e dagli sguardi pericolosi che le lanciava ogni secondo, Beth
abbandonò ogni proposito di fuga e deglutì spaventata.
Come sarebbe riuscita ad andarsene?? E Alice cosa avrebbe pensato non vedendola tornare?? Di certo quei 4 pazzi non si lasciavano intimidire da dei poliziotti e a quanto pareva non erano delle matricole in fatto di caccia ai vampiri.
Beth cercò di affaticare il cervello per l’ennesima volta in quella giornata, per riuscire a trovare una soluzione.
Intanto Alice stava avendo una vera e propria crisi isterica: non si dava pace e voleva andare subito a cercare l’amica: “Insomma Alice dove vorresti andare da sola e senza indizi?? Calmati un attimo” le disse Damon cercando di tranquillizzarla e di farla ragionare, ma la ragazza era super tesa e non riusciva a stare in casa senza far nulla. Nel frattempo i due erano andati a casa Salvatore per discuterne insieme con Stefan e Elijah della faccenda.
Beth non aveva mai affrontato quel tipo di situazioni, chissà ora come starà strillando o piagnucolando! Le si stringeva il cuore al pensiero che se Beth era in quella situazione era per colpa sua, se non fossero mai ritornate a Mystic Falls tutto questo non sarebbe mai accaduto… ma ora doveva trovare il modo per tirare fuori dai guai la sua amica, perché non se lo sarebbe mai perdonata altrimenti.
“Elijah, tu hai detto che quegli uomini sono dei fanatici che danno la caccia a quelli come noi, cosa intendevi??” chiese Stefan per cercare una soluzione.
Elijah
che fino ad ora era stato zitto disse: “Quello che dovete sapere è che sono
pericolosi e di solito quando vanno a caccia si muovono in gruppo, credo che
abbiate attirato la loro attenzione… quei pazzi non
si muovono senza un valido motivo”
Stefan
lanciò un’occhiata a Damon. Sicuramente avranno sentito degli strani omicidi
avvenuti a Mystic Falls e
non avranno bevuto la favola degli attacchi di animali, oppure erano arrivati a
Mystic Falls per un altro scopo…
“Aspetta… perché
hanno preso Mason e Beth
allora?? Lui è un licantropo e lei un umana!”
A
sentire il nome di Mason, Alice si mise subito ad
ascoltare attentamente e drizzò le orecchie. Altra domanda: cosa ci faceva Beth con Mason Lockwood??
Si era raccomandata con lei che doveva stare lontano dalle persone che ritenevano pericolose, ma come al solito Beth non le ha dato retta e ha dato ascolto solo ai suoi ormoni!! Avrà sicuramente violentato con gli occhi il bel Mason ed ora è finita nei guai perché si trovava con lui….
“Questi fanatici danno la caccia a ogni tipo di essere soprannaturale:
vampiri, licantropi, fantasmi… hanno però una
predilezione per le streghe/stregoni e talvolta se ne servono”
A
questo punto Damon sbottò: “Ma perché sono venuti a romperci proprio ora??Credevo
che i cacciatori di vampiri si fossero estinti o che si riunissero in consigli
segreti proprio come quello della nostra cittadina!”
Elijah lo guardò con uno sguardo serio: “Questi sono diversi”.
Alice lo guardò preoccupata. Il tono serio e duro del vampiro non faceva presagire nulla di buono e sembrava preoccupato quanto lei.
Dopo un po’ si accorse di tremare; se uno come Elijah era preoccupato di cosa potessero fare questi cacciatori, allora voleva dire che erano veramente pericolosi più di quanto si potesse credere o immaginare.
“Come possiamo ritrovarli?” chiese demoralizzata.
Elijah si fece subito avanti: “Ho già coinvolto nella ricerca dei miei amici stregoni, ma credo che sarà tardi ormai perché dovevano proteggere solo le persone care ad Elena. Più di così non posso fare” disse freddo uscendo dalla stanza.
Alice
lo guardò con disprezzo: è vero lei e Beth non
rientravano nel gruppo delle persone care ad Elena da proteggere…
e allora?? Bisognava lavarsene la mani e lasciare Beth
al suo destino?? Mai.
Alice alzò il viso guardando sia Damon che Stefan: “Io non abbandono mia sorella, è chiaro? Quindi io vado a cercarla anche senza il vostro aiuto” disse con le lacrime agli occhi.
Damon però la fermò: “Aspetta veniamo con te!” Stefan,dopo aver visto uno sguardo significativo da parte di Damon, si preparò subito per uscire.
Alice
rimase immobile di fianco a Damon senza dire nulla e abbassò lo sguardo, ma
Damon con un tocco della mano gli fece alzare il viso e le disse: “Non mi avevi
detto che tu e Beth eravate sorelle”
Alice sospirò: “Mio padre l’ha adottata quando era molto piccola, i suoi genitori sono morti in un incidente e lei non aveva più nessuno che potesse occuparsi di lei… anche se biologicamente non è mia sorella, per me lo è!” sussurrò con tono triste.
Damon capiva perfettamente quello che stava provando Alice in quel momento, lui più di tutti sapeva quali erano gli effetti collaterali dei rapporti tra fratelli; per quanto si possa litigare o avere dei contrasti, non puoi mai rinunciare a un fratello o una sorella.
Entrambi si guardarono intensamente per un momento, che sembrava durasse un’eternità, quando furono interrotti da Stefan: “Dobbiamo andare! Ho rintracciato gli stregoni di Elijah e propongono di dividerci per l’area di Fell’s Church, è lì che si trovano Beth e Mason”.
Alice
fece un sospiro di sollievo e si avviò verso la porta ma fu nuovamente fermata
da Damon: “Tu dove credi di andare?” Alice cominciava a seccarsi di questo suo
comportamento troppo protettivo così gli rispose: “Non me ne starò a casa senza
far niente! Vengo con voi! Se Beth dovesse vedere
solo voi due preferirebbe stare nelle grinfie di quei pazzi piuttosto che nelle
vostre!! Non le piacete molto sai?” disse con tono sarcastico.
Damon rise per la sua ultima battuta: “Intendevo
dire che non puoi uscire senza armi!”
E così dicendo le diede un paio di pistole e paletti: “Questi funzionano anche sugli umani!” Alice gli sorrise grata e uscirono.
Beth quando si risvegliò vide dinnanzi a lei una specie di grotta, che poteva risalire a molti secoli fa. Lei era rannicchiata su un angolo buio, che molto probabilmente era sporco e invaso da insetti terrificanti.
Sentiva
le proprie ossa gelarsi dal freddo e notò che non riusciva a muovere la testa e
a mettere a fuoco la vista… forse quei maniaci le
avevano dato una botta in testa per farla stare buona.
<< Devo uscire di qui >> pensò angosciata.
Ma quando fece per alzarsi imprecò dal dolore
e dalla fatica: quei bifolchi le avevano legato mani e piedi con dei lacci
strettissimi e che le stavano lasciando il segno sulla pelle.
Si
accorse però di non essere sola lì dentro.
Infatti vicino a lei c’era qualcuno, che da quella distanza non riusciva a riconoscere; all’iniziò si spaventò molto ma poi avvicinandosi si accorse che era solo Mason mezzo svenuto.
Osservandolo meglio vide che non era solo ferito alla spalla ma anche alla nuca da dove fuoriusciva del sangue lungo la fronte e in altre parti del corpo.
In Beth si scatenò una rabbia mai provata prima, al solo pensiero che quei pazzi gli avessero fatto così del male senza dargli la possibilità di difendersi! Si avvicinò piano a lui nel tentativo di svegliarlo “Mason?” nessuna risposta “Mason??” questa volta urlò più forte e infatti lui si svegliò con uno scossone.
Beth
cercò di calmarlo meglio che poteva:
“Mason! Mason! Sono io Beth, ti senti bene?” lui la fissò stralunato e incredulo, era come se non ricordasse nulla quasi come se fosse sotto shock quanto lei, ma dopo qualche minuto riacquistò il senso della realtà.
Si
fece scuro in viso e digrignò i denti come un vero lupo:
“Se becco quei maledetti gli faccio passare io
la voglia di rapire così le persone!!” Il tono della sua voce suonava molto
ostile, tanto che Beth iniziò a tremare di paura.
“Non puoi far nulla, loro sono in 4 e tu sei
ferito, legato e malandato!”
Mason la trafisse con lo sguardo per aver dubitato della sua forza: “Questo è da vedere, risolverò questo casino creato dai tuoi cari amici vampiri” le disse duramente.
Beth alzò gli occhi al cielo, poiché Mason era ancora fortemente convinto che lei fosse una spia mandata dai suoi nemici e inoltre credeva che tutto quello che gli era successo fosse stato solo per colpa di una trappola dei fratelli Salvatore.
D’altronde lui e i Salvatore avevano avuto molto spesso dei contrasti e non andavano per niente d’amore e d’accordo. Ad un tratto Beth sentì delle voci provenire dall’altra ala della caverna: sembravano essere più di 4 voci.
“Ssssh!” Beth zittì le farneticazioni di Mason
e per sentire meglio, gli si avvicinò talmente tanto che si era quasi
avvinghiata a lui, visto che il rumore delle voci provenivano dalla parte
opposta dove era stata precedentemente rannicchiata.
Si
muoveva in modo maldestro perché era legata ai piedi e si ritrovò quasi semisdraiata
sulle gambe di Mason.
Poteva percepire il respiro corto e affannoso di Mason sulla sua guancia e notò che continuava a colare ancora del sangue dalle vesti strappate del giovane. Beth cercò di restare lucida, per riuscire ad ascoltare tutta la conversazione di quei pazzi fanatici.
“Perché ce ne stiamo rinchiusi in questa lurida fogna?? Dovremmo aver
già finito la caccia e invece abbiamo a malapena cominciato!”
Beth riconobbe quella voce. Era di Adrian, quello che si pavoneggiava di essere un Terminator. E dalla furia con cui urlava, si direbbe che non vedeva l’ora di acchiappare qualche vampiro e andarsene da quella città.
“Non hai sentito quello che ho appena detto? Theo è inquieto, percepisce delle presenze oscure e maligne in questa città e non è sicuro che possiamo agire noi quattro da soli senza coperture!” questa volta invece era la voce del capo, quello più “anziano”. Xavier.
Lo stregone quindi aveva percepito la presenza di Stefan e Damon? Ma perché era così preoccupato? In fondo erano solo dei vampiri e di certo ne avevano già affrontati prima di approdare lì.
“E quali sarebbero queste presenze oscure e maligne?! Sapevamo che questa città era diversa dalle altre, ma questo non implica che dobbiamo restarcene nascosti come dei codardi! Che cosa nasconde questa città? Una specie di Attila?” Adrian sottolineò l’ultima frase con un ghigno ironico.
Beth
sentì una voce tossire e farsi seria. Non l’aveva mai sentita prima d’ora.
Forse era la copertura che intendeva Xavier, arrivato
a Mystic falls pronto a
dare una mano.
A quella città avevano proprio riservato un trattamento speciale.
“Senti perché non ti calmi? Tra poco altri nostri uomini arriveranno in città e allora potremmo agire liberamente senza guardarci le spalle spaventati, come se fossimo dei pulcini bagnati”
“Tze! Tremerai tu come un pulcino bagnato o altri uomini dell’Ordine forse… ma io no di certo!” esclamò Adrian feroce.
Sentì dei passi muoversi verso il lato opposto, ma poi tutto si fermò e calò un silenzio di tomba. Poi ancora un rumore assordante come se qualcosa venisse spaccato.
“Maledizione!” Eh si, forse Adrian aveva preso a pugni una roccia.
“Fratello, la devi smettere sempre di provocare Xavier così o di scaldarti tanto. Hai visto il modo in cui ti guardava, come se volesse incenerirti o strapparti il cervello. E può farlo credimi” La voce calma e diplomatica di Yannick cercava di far ragionare il fratello minore, ma senza successo basandosi dagli urli che Adrian infieriva.
“Che lo facesse pure! Oppure può appellarsi a qualche suo stregone per fare una mossa voodoo!” rispose in tono ironico. Poi sospirò rumorosamente e disse:
“Senti Yannick puoi pensarci tu a loro? Io vado a calmarmi un po’, ho troppo i nervi tesi. Mi raccomando stai attento… quel cane ha la faccia da pazzo e quella ragazza altrettanto!”
Beth strabuzzò gli occhi offesa. Lei aveva una faccia da pazza?? Che si guardasse la sua!
All’improvviso però senti dei passi avvicinarsi al loro nascondiglio e vide quello con gli occhiali, Yannick, inginocchiarsi di fronte a loro.
Beth
sospirò sollevata e si abbandonò la posizione un po’ troppo compromettente che
ritraeva lei e Mason, rimettendosi immobile appoggiata al muro di roccia.
Aveva sperato di avere di fronte solo quell’occhialuto, visto che le sembrava il più innocuo dei quattro ed anche il più fesso . Lo dimostrava il fatto che stava fissando sia lei che Mason con preoccupazione misto a sensi di colpa.
“Mason Lockwood mi rivolgo soprattutto a te… lei non c’entra niente nella nostra faida. Se rispondi con chiarezza e sincerità alle mie domande ti daremo una morte indolore e veloce; se invece fai il fastidioso o il prepotente allora dovremmo attenerci alle maniere forti. Non scherziamo”
Mason lo fissò con disprezzo quasi volesse sputargli in faccia, ma non rispose e restò fermo immobile.
“Dov’è la pietra di luna?” la sua domanda risuonò seria e decisa, senza tentennamenti.
Beth sgranò gli occhi sorpresa. Perché tutti quanti desideravano quella cosa rotonda?? La situazione stava diventando davvero allucinante!
“Mi dispiace deludervi ma non ce l’ho più!” rispose con un ghigno per nulla dispiaciuto.
Yannick sbuffò e si avvicinò a Mason cercando di intimidirlo.
“Cerca di collaborare altrimenti..” Ma non fece in tempo a finire la frase che Mason gli diede un pugno in faccia con le mani legate, ma abbastanza violento da far ricadere Yannick all’indietro; così facendo diede la possibilità a Mason di tirargli un calcio nel petto facendolo tramortire contro il muro. Yannick cadde con un tonfo e si accasciò a terra, respirando a fatica.
Cercò di chiamare Adrian in suo aiuto, ma Mason non gliene diede il tempo e con una forza sovrumana si tolse i lacci ai polsi e alla caviglie, per poi schiantare la testa di Yannick contro il muro più volte facendogli perdere i sensi.
Beth fino ad ora era rimasta impietrita a fissare la scena ma non aveva niente di cui rallegrarsi, perché Mason aveva messo k.o solo uno di loro… e gli altri se ne sarebbero accorti presto e sarebbero ritornati più incazzati che mai.
“Sei pazzo? Hai risolto qualcosa in questo modo?? Non possiamo uscire da questo buco se non da quell’uscita, dove ci sono quei pazzi armati fino ai denti ad aspettarci!” gridò spaventata mentre Mason la aiutava a slegarsi.
“Non hanno contato che io conosco questo posto meglio di loro e c’è un
passaggio nascosto dentro queste grotte, lo so perché ci giocavo da piccolo e
più in là ci sono delle caverne appartenenti alla mia famiglia. Sono sicuro che
quei bastardi non ci troveranno tanto facilmente quindi..” Mason
la attirò contro di sé facendola alzare.
Il cuore di Beth batteva fortissimo per colpa di quella situazione assurda, ma anche perché Mason la stava nuovamente fissando con lo stesso sguardo ipnotico del giorno prima.
Lui però la lasciò andare velocemente e si diresse verso un altro lato della grotta che sembrava buio e senza uscita. “Allora? Vuoi rimanere lì alla mercé di quei pazzi o seguirmi?” domandò allungando il viso nell’oscurità.
Beth
scosse la testa confusa, ritornando alla realtà e dopo aver balbettato un sì, incominciò a correre al fianco di Mason.
Nel frattempo Damon, Stefan e Alice stavano perlustrando la zona di Fell’s Church, ma gli arbusti fitti uniti alla desolazione di quel posto e al silenzio notturno non li aiutava di certo nelle ricerche.
“Mio dio a quest’ora magari potrebbe essere già…” sussurrò Alice disperata, pensando alle condizioni della povera Beth. Ma Damon la rassicurò subito a modo suo:
“I pessimisti non ci servono al momento e in quest’ultimo periodo ho imparato a credere nei miracoli! Dovrebbero essere da questi parti… vorrei proprio vedere in faccia chi sono questi fanatici che preoccupavano tanto Elijah”
“Se preoccupano un tipo come Elijah, allora noi dovremmo prendere il primo volo verso un altro continente.” Rispose ironica Alice, continuando però a camminare. Non se ne sarebbe andata via di lì senza prima aver ritrovato Beth, non le importava se le sarebbe costata la vita.
“Elena non sa di questa storia vero?” domandò Damon al fratello.
“No, non l’ho chiamata per farla preoccupare, ma prima o poi lo verrà a
sapere. Maledizione! L’ultima cosa che ci serviva era l’arrivo di questi pazzi
in città!” gridò Stefan arrabbiato.
E tutti e tre in quel momento stavano pensando alla stessa cosa.
Intanto Theo e Xavier restarono al di fuori della grotta ad osservare il territorio circostante per captare ogni movimento o un’eventuale presenza, ma lo stregone in quel momento era molto inquieto e questo non passò inosservato al compagno vicino a lui: “Qualcosa sta arrivando vero?” Xavier gli lesse nella mente.
Theo sospirò alzando di nuovo lo sguardo al cielo “ Percepisco qualcosa… un insonne malanimo…”
Si
guardarono entrambi negli occhi: in quelli scuri di Theo si poteva percepire
quasi un’ombra di preoccupazione e sospetto, mentre quelli chiari e profondi di
Xavier non facevano trasparire alcuna emozione.
Sembrava che quell’uomo di mezz’età, ma col fisico di un ventenne e
l’esperienza di un immortale, non avesse paura di niente.
Forse
aveva fin troppe responsabilità su di sé per sopportare quell’inutile
sentimento.
All’improvviso
però, sentirono dei passi, arrivare
veloci nella loro direzione, e Adrian fuoriuscì
veloce dalla grotta respirando a tentoni:
“Dovete
venire subito!” gridò allarmato, indicando un punto all’interno della caverna.
Ma
purtroppo Xavier e Theo avevano già capito di cosa si
trattasse … Quei due erano scappati.
Beth e Mason stavano scappando più veloce che potevano, lungo il
corridoio buio e anche se entrambi erano stanchi e provati,cercarono di
proseguire per sfuggire ai loro rapitori.
Durante
la corsa però, Beth si accorse che alle volte, Mason rallentava e si appoggiava al muro di pietra per
riprendere fiato e sostare un attimo, e quando Beth
se ne accorgeva e si fermava a guardarlo preoccupata, Mason
subito distoglieva lo sguardo per non far trapelare la sua debolezza e
continuava la marcia senza proferire parola.
Tuttavia,
più correvano, più gli sforzi aumentavano e Mason quasi
finì a terra per la fatica.
Beth questa
volta non stette con le mani in mano e si avvicinò a lui per aiutarlo. Si
inginocchiò per cercare di sorreggerlo e quando gli toccò il viso per vedere in
che condizioni era, notò che la fronte era caldissima.
“Che
ti succede Mason? Dio mio, avrà a che fare con quel
colpo che ti hanno inferto nel bosco? Sicuramente non era un semplice
proiettile, altrimenti ora non staresti così male…”
mormorò preoccupatissima e addolorata per la sua salute.
Ma
Mason distolse subito lo sguardo da lei e cercò di
alzarsi sorreggendosi al muro:
“Ce
la faccio anche da solo… ora dobbiamo continuare, non
possiamo fermarci…” Ma la sua voce era molto debole,
troppo e infatti a dispetto delle sue intenzioni, cadde nuovamente a terra.
<<
Devo fare qualcosa per aiutarlo, ma cosa? >> Pensò Beth
titubante, continuando a scrutarlo in viso. Ad un tratto le venne un’idea:
“Temo
che la tua ferita alla spalla possa essersi aperta, io non potrei disinfettarla
ma almeno metterci una fasciatura…” rispose decisa
allungando le mani sul corpo di Mason.
Lui
capendo le sue intenzioni, scivolò via da lei e scacciò la sua mano, come se
fosse uno spettro e aprì la bocca feroce:
“Ti
ho detto, che non voglio l’aiuto di una volgare spia dei succhiasangue!”
gridò indignato, come se il semplice pensiero di essere toccato da qualcuno che
stava dalla parte dei suoi nemici mortali, gli facesse ribrezzo.
Beth
restò paralizzata dalla sorpresa e per un minuto rimase in silenzio e immobile,
non sapendo come reagire.
Quando finalmente, capì di essere stata
beffata e insultata in quel modo disonesto, lei si arrabbiò furiosamente, tanto
che le sue guance si infiammarono dal calore. Prese Mason
per il colletto della maglia e lo scosse:
“Volgare??
Chi è volgare?? Pensi che io voglia prendermi cura di un arrogante surfista
come te? Ma non ho scelta! Se sei ferito, mi rallenti!” gridò infuriata
stringendo ancor di più la presa.
Anche
Mason restò paralizzato dalla sorpresa, perché non
avrebbe mai creduto che una ragazza innocua e innocente come Beth, potesse gridare con una tale rabbia e sfrontatezza.
Ma
poi gli arrivò al cervello le frasi offensive che anche Beth
gli aveva rivolto e pure lui si infuriò, per difendere il suo orgoglio:
“Rallentare? Hai detto che io ti rallento, ragazzina?!
E come mi hai chiamato??” urlò Mason indispettito.
Beth gli
rise in faccia:
“Ho
sbagliato forse? E’ da troppi minuti che ti fermi per il dolore e ti sorreggi
al muro come se fossi una vecchietta incapace di correre. Dalla mie parti,
questo lo chiamano rallentare!” rispose puntigliosa.
Mason
perse la pazienza e sentì montare la collera dentro di lui ma, sebbene durante
la lite aveva dimenticato il dolore, ora stava riaffiorando più forte e potente
che mai. Con un respiro mozzato, Mason cadde in
avanti e finì per appoggiare la testa sulla spalla di Beth.
Lei
tremò, anche se il corpo di Mason era caldissimo e
sentì il suo respiro affannoso sul collo. Beth smise
di arrabbiarsi e ricominciò a preoccuparsi per lui; cercò di toccargli il braccio
per smuoverlo ma lui sembrava non volersi muovere da quella posizione.
Beth gli
sussurrò timorosamente:
“Scusami
Mason mi sono lasciata prendere dall’ira, scusa…”
Non
ricevette alcuna risposta, ma sapeva che era sveglio, perché sentiva il suo
respiro caldo e fresco sulla sua spalla e Beth
deglutì imbarazzata, arrossendo leggermente.
Finalmente
lui si decise ad accettare il suo aiuto e rimanendo fermo e immobile sulla sua
spalla disse:
“Va
bene, farò un eccezione per questa volta…” rispose profondamente,
mentre Beth lo prendeva per le spalle e lo appoggiava
al muro, cercando di togliergli la maglia senza fargli male.
Mason
ringhiò dal dolore, ma cercò di non darlo a vedere. “Fai attenzione mi
raccomando” rispose acido.
Beth lo
guardò indispettita, pensando davvero di lasciarlo lì a curarsi da solo, ma
rimase immobile e ipnotizzata a fissare il fisico scultoreo e muscoloso di Mason; anche se era sporco dal sangue ormai rinsecchito, era
comunque una visione celestiale che non si vedeva di certo tutti i giorni.
Beth
deglutì rumorosamente, cercando di orientarsi solo ed esclusivamente alla ferita
sulla spalla. Si strappò, da un lato della sua maglietta un pezzo di stoffa
pronto per essere usato sulla ferita, ma quando fu sul punto di fasciarla, si
bloccò shockata sul buco che aveva perforato mezza spalla.
Si
sentì fortemente in colpa: accidentalmente lei nella foresta era caduta sul suo
corpo a terra e aveva colpito col braccio la sua ferita, facendola aprire
ancora di più.
Come
al solito, aveva combinato dei guai con la sua goffaggine…
non poteva inciampare su un cespuglio invece che su di lui??
“Scusami…” sussurrò Beth
timidamente mentre gli fasciava la spalla.
Lui
si voltò sorpreso verso di lei:
“Perché
continui a scusarti?”
“Prima
io ti ho colpito qui e ti avrò fatto molto male… sono
sempre la solita sbadata!”
Lui
all’improvviso le sorrise per rassicurarla:
“Per
quello non devi sentirti in colpa, non l’hai fatto apposta e tu come legittimo
eri shockata a morte in quel momento … e poi ho subìto di peggio, a iniziare
dalla coltellata che mi ha inflitto Damon Salvatore a tradimento” rispose
fissandola negli occhi, non riuscendo a nascondere la sua rabbia.
“Trattandosi
di Damon che ci vuoi far… ehm! Cioè… dovresti essere
comprensivo. Tu sei un licantropo, lui un vampiro e avrà pensato che tu volessi
colpirlo o ucciderlo” mormorò alzando gli occhi che incontrarono subito quelli
verdi e felini di Mason. Vista la situazione, i loro
volti erano molto vicini e la mano di Beth era ferma
sulla sua spalla, per diminuire il dolore.
Lo
sguardo di Mason si era fatto improvvisamente serio,
il che lo rendeva ancora più bello e Beth deglutì imbarazzata
non osando nemmeno respirare, visto che
era totalmente in balìa di lui.
Cercò
tuttavia di rimanere lucida e di non fare qualcosa di azzardato, così abbassò
lo sguardo dando un’ultima sistemata alla fasciatura.
“Spero
che sia stretta al punto giusto così ti farà meno male mentre ti alzi” disse
cercando di sorreggerlo in piedi, mettendogli le braccia attorno alla vita.
Lui
questa volta non fece obbiezioni e si fece aiutare appoggiando il braccio meno
dolente sulla spalla di Beth; vedendo che stava molto
meglio si girò ancora verso di lei e le sussurrò:
“Ti
devo ringraziare Beth, davvero” E le sorrise felice,
dimostrando la sua sincerità.
Anche
lei gli sorrise timidamente e cinse stretta il suo fianco, per aiutarlo a
camminare lungo la grotta che sembrava non finire mai.
Intanto
Alice, Stefan e Damon avevano rintracciato gli
stregoni Martin nel bel mezzo della foresta e dissero loro che avevano
percepito i fanatici cacciatori all’interno di una casa diroccata, distante
qualche miglio da lì. Alice respirò profondamente seguendo gli stregoni,
convinta di trovare dentro quella catapecchia la sua amica Beth.
Fu
facile circondare la casa che era molto malridotta e per poco non cadeva giù a
pezzi. Un nascondiglio facile, visto che era lontanissimo dal centro di Mystic Falls e avvolta
dall’oscurità di Fell’s Church.
Damon
col suo super udito, disse che sentiva delle voci numerose all’interno della
casa e visto che era probabilmente abbandonata da secoli, non avevano il
bisogno di un permesso per entrare. Perfetto!
Entrarono
in silenzio, cercando di non far rumore per prendere alla sprovvista quei
ficcanaso e farli fuori; ma dopo aver perlustrato la casa, notarono che non
c’era anima viva.
“Ma
Damon ti sei bevuto il cervello? Qui non c’è nessuno” disse Alice con sgomento.
Lui
rispose in tono ironico:
“Io
non sbaglio mai! Devono essersi per forza nascosti!”
Infatti,
sentirono delle voci provenire proprio sotto di loro: probabilmente erano in
cantina.
“Cerchiamo
la porta!” suggerì Damon.
“Non
c’è tempo per cercare la porta” rispose Alice decisa, che non poteva aspettare
un minuto di più e senza neanche chiedere il permesso, sfondò il pavimento già
gracile di suo con una pala che aveva trovato appoggiata ad un muro lì vicino.
Con un tonfo rumoroso, nel pavimento si creò una crepa e Alice fu risucchiata
improvvisamente dal buco, cadendo dritta in cantina.
A
Damon per poco non gli prese un colpo, se non fosse per il fatto che ormai il
suo cuore non batteva più da anni… e dopo qualche
secondo, anche lui la seguì.
La
caduta, con sorpresa di Alice non fu dolorosa e si alzò prontamente senza
neanche un graffio: si ritrovò, dinnanzi a lei 4 persone a lei del tutto
sconosciute, ma dalle facce poco raccomandabili, capì subito che erano quei
fanatici arrivati in città pronti a perseguitarli.
Quello
che sembrava il più giovane del gruppo, uno alto e biondo si avvicinò a lei e disse:
“Sospettavamo
che veniste in soccorso dei vostri cari amici Mason e
Beth… E tu chi sei? Una vampira? Un lupo? Così, tutta impolverata ti avevo scambiata per
un topo!” esclamò alzandole il mento con un ghigno ironico stampato in faccia.
Lei
scostò subito lo sguardo disgustata e arretrò di qualche passo. Dov’era Beth? Lì dentro non c’era..
“Entri
in scena piovendo giù dal soffitto? Non sapevo che le ragazze americane,
fossero tanto amanti delle entrate ad effetto!! Ancora un’altra sorpresa...!”
esclamò Adrian divertito.
“Non
è sola.” Mormorò una voce diabolica.
Ad
un tratto, i 4 cacciatori si accorsero di altre presenze in quella stanza:
Damon e gli altri erano giunti in un baleno e si erano avvicinati ad Alice,
pronti ad attaccarli.
Adrian
alzò il sopracciglio, per nulla impressionato, mentre anche i suoi compagni
avanzarono, tenendo fra le mani dei paletti e restavano dritti e immobili, come
se fossero delle statue di marmo, in attesa di ricevere l’offensiva dei vampiri
e dagli stregoni Martin.
Lo
scontro avvenne in pochi minuti, anche se sembrava non finisse mai: Alice vide
i paletti dei cacciatori, scintillare al chiaro di luna e i denti aguzzi di
Damon e Stefan pronti a lacerare i loro colli.
All’improvviso però, notò che Damon e gli altri si trovavano in svantaggio,
infatti il tipo con i baffi, Theo, scaraventò con una potentissima magia Stefan e Damon contro la parete fracassandola di botto e i
Martin per aiutarli alzarono le mani in direzione dei cacciatori per metterli k.o.
Sembrò
che l’azione avesse avuto effetto, ma Xavier
resistette coraggiosamente e si alzò respirando a fatica; prese velocemente il
fucile nascosto nel giubbotto e sparò colpi precisi e netti nel petto e nella
fronte degli stregoni Martin, che caddero a terra morti.
Alice
strabuzzò gli occhi shockata: fino ad ora non aveva fatto niente, non era
risultata per niente utile alla lotta, perché il suo corpo le intimava di non
muoversi.
Ed
ecco all’improvviso le solite fitte alla testa, la collana bruciò ardente nel
suo petto e Alice cercò di non urlare per non darla vinta a quei fanatici e si
raggomitolò in un angolo, tenendo la testa fra le ginocchia.
<<
Ti prego, non ora! Basta! Devo ritrovare Beth, devo
trovarla >> Pensò angosciata, cercando di spegnere le fiamme, che le
divoravano cervello e anima.
Ad
un tratto si accorse che i 4 cacciatori la stavano fissando, con occhi
propriamente indiscreti e duri. Ma non fecero niente, rimasero immobili e non
cercarono di farle del male.
Però
il volto che più la incuriosì era quello dello stregone…
non perché fosse il più bello, ma perché fra i 4 era quello più spaventato.
Sembrava sotto shock mentre la fissava e notò che le sue labbra stavano
tremando.
Cosa
era successo?
Theo
guardò in viso i suoi compagni e disse loro qualcosa nell’orecchio, che Alice
non riuscì purtroppo a sentire.
Improvvisamente,
tutti e 4 si voltarono verso di lei contemporaneamente. La trafissero con lo sguardo, come se volessero leggerle la
mente o imprimere nella loro memoria ogni parte di lei; e Alice allora deglutì
spaventata, quando Adrian abbozzò un sorriso
agghiacciante rivolto proprio a lei:
“La
cosa si sta facendo molto interessante”
Allora eccoci alla fine di questo
capitolo, lo so vi ho lasciato un po’ in suspense ma non preoccupatevi all’inizio
del prossimo capitolo ci sarà la fine della lotta!!!! XDXDXD ma chissà cosa
avrà mai detto lo stregone ai suoi compagni riferendosi a Alice!!!! XDXDXD
aspetto delle vostre considerazioni!!!!
Ma facendo un riassuntivo veloce del
capitolo abbiamo Beth e Mason
che vengono rapiti da questi fanatici, che sembra vogliano sapere da Mason della pietra di luna, (a cosa mai servirà questa pietra a questi pazzi???) Loro riescono
infine a fuggire, mentre Alice e Damon con l’aiuto di Stefan
e Elijah scoprono dove vengono tenuti prigionieri Beth
e Mason e inizia la battaglia chissà come finirà!!!
XDXDXD
Ok a parte questo spero di ricevere
molte vostre recensioni e ringrazio tutte quelle fantastiche ragazze che hanno
recensito i capitoli scorsi e che hanno messo la storia tra le seguite,
preferite e ricordate, ma ovviamente non può mancare il ringraziamento alle
lettrici silenziose spero che la storia possa continuare a piacervi!!! XDXDXD
Al prossimo capitolo un bacio a tutte
voi!!!! XDXDXD