Quando si perde il primo amore,
sembra
che il mondo intero ti crolli addosso. Senti che non potrai mai
più donarti a
nessuno con completa fiducia, senti che non proverai mai più
le stesse
emozioni.
Perdere il primo amore è
come perdere
una parte di te, è terribile, ma quando lo perdi per la
seconda volta, ti perdi
nel vortice del nulla, alla ricerca di quel che è rimasto di
te stessa.
Ronnie piangeva silenziosamente con
la testa poggiata sulle gambe di Kate che, a sua volta fissava il vuoto
di
fronte a se con aria assorta.
Quella mattina Angel era uscito
presto di casa, con la scusa di andare a fare una corsa mattutina, ma
Ronnie
sapeva che il ragazzo aveva capito che lei aveva bisogno di stare da
sola.
Kate era arrivata a casa sua da
un’ora circa, raccontandole cos’era successo con
Joe, sperando di trovare
conforto nell’amica che invece, a quanto pareva, era messa
peggio di lei.
Ronnie aveva resistito fino alla
fine
del racconto di Kate, poi era scoppiata a piangere tra le braccia
dell’amica,
che si chiedeva cosa fosse successo.
Tra i singhiozzi e le lacrime era
riuscita a raccontarle del giorno prima con Nick, di quello che le
aveva detto
e, anche se Kate non aveva capito tutto, l’aveva fatta
poggiare sulle sue gambe
accarezzandole i capelli in attesa che lei si sfogasse per bene.
Ronnie chiuse gli occhi
asciugandosi
le ultime lacrime, costringendosi a non piangere più.
Sospirò, mettendosi
seduta e
voltandosi verso l’amica, che a sua volta la guardava con gli
occhi lucidi.
-scusa Kate- sussurrò
–non dovrei
stare qui a piangere come un’isterica con quello che ti
è successo-
-non è che a te non sia
successo
niente- sorrise rassicurante, poi si rattristò –mi
dispiace davvero tanto-
sospirò alzando le spalle –Nick è un
idiota-
Ronnie sorrise a sua volta,
riavviandosi
i capelli –era la scelta più logica, Allie
è perfetta! Chi avrebbe mai scelto
me al suo posto?-
Kate la fissò
sconcertata alzando un
sopracciglio –tu non hai proprio niente da invidiarle Ron! E
poi lui ama te-
Ronnie scosse la testa
–se mi amasse,
ora sarebbe qui con me, non credi?-
La rossa fece per risponderle, ma
Ronnie la fermò con un gesto della mano –non ne
voglio più parlare Kate, per
favore-
Kate le sorrise triste annuendo,
era
da Ronnie fingere che non ci fosse nulla che la facesse star male.
-tu piuttosto- cominciò
cambiando
discorso –quando pensi di perdonare Joe?-
Si morse un labbro –non
so se
riuscirò a perdonarlo Ronnie, vederlo con Samantha
è stato…- si fermò incapace
di trovare una parola che descrivesse tutte le emozioni che aveva
provato in
quell’istante: rabbia, gelosia,
dolore.
-lo so- rispose semplicemente
Ronnie
in un sorriso triste
Sapeva esattamente quello che
provava
Kate, era quello che lei stessa provava tutte le volte che vedeva Nick
ed Allie
insieme.
Come poteva essere stata
così
stupida? Si era illusa come una ragazzina, aveva realmente pensato che
Nick
potesse scegliere lei, che infondo l’amasse ancora, che tra
tutte le sue
imperfezioni avesse trovato qualcosa per cui valesse la pena stare con
lei e
non con la perfezione fatta a persona.
Se solo si fosse soffermata un
po’ di
più a riflettere, avrebbe capito da sola che era
matematicamente impossibile
che scegliesse lei. Le era andata bene una volta, quattro anni prima,
non
poteva andarle bene una seconda volta. Aveva avuto la sua occasione per
dare
una sbirciatina a quello che molte persone sognano per una vita intere:
l’amore vero ed incondizionato.
Ora
avrebbe dovuto accontentarsi del ricordo, per sempre.
-tu e Joe farete pace- sorrise
verso
l’amica –vi amate così tanto che
è impossibile che restiate separati per tanto,
vi serve solo un po’ di tempo-
Kate alzò le spalle
–spero davvero
che sia come dici tu Ronnie-
Il rumore della porta che si apriva
le fece distrarre entrambe.
-dev’essere Angel-
sospirò Ronnie
cercando di darsi una sistemata inutilmente, era un disastro.
-finalmente lo
conoscerò!- esultò
Kate
Angel fece il suo ingresso nel
soggiorno, dove le due ragazze sedevano sul vecchio divano.
I capelli erano tirati
all’indietro
con l’aiuto del gel, il fisico asciutto e muscoloso era messo
in risalto dai
jeans stretti che gli sottolineavano la curva ben definita del
fondoschiena ed
il giubbino di pelle attillato che gli fasciava perfettamente i muscoli
delle
spalle e delle braccia.
Ronnie, abituata alla vista
dell’amico,
non parve minimamente turbata dall’evidente bellezza di
Angel, ma al contrario
fissò la sua attenzione sulle buste di cartone che cercava
malamente di
nascondere dietro la schiena.
Kate però, non sembrava
della stessa
opinione.
-OH MIO DIO- sbottò con
la bocca
spalancata
Angel si voltò verso di
lei,
sorridendole ammaliante -in realtà, il mio nome è
Angel- rise scoprendo i denti
bianchi perfettamente allineati dando il colpo di grazia a Kate
-preferirei chiamarti Dio, se per
te
non è un problema-
Ronnie rise forte, adorava la
spontaneità di Kate, ed anche Angel pareva apprezzarla
mentre rideva.
-Kate, lui è Angel,
l’amico di cui ti
ho parlato. Angel, lei è Kate, una delle mie migliori amiche-
Kate ormai presa da una paralisi
alla
mascella che non gli permetteva più di richiuderla, strinse
la mano a Angel,
che la guardava sorridendo.
-Sono contento che tu e Ronnie
abbiate chiarito le cose, in Spagna era tormentata dal pensiero di
avervi
perso!- sorrise lui
La rossa pareva abbagliata e senza
dargli retta si voltò verso Ronnie, guardandola con
disappunto –non mi avevi
detto che era così bello!- sbottò facendo
diventare Ronnie rossa dalla vergogna
mentre Angel rideva forte.
-beh, non mi sembrava importante
dilungarsi sui dettagli-
-dettagli!-
sbottò Kate fintamente risentita
Passò il suo sguardo da
Angel e
Ronnie un paio di volte.
-sei sicura che non sia successo
mai
nulla tra voi due in Spagna?-
-Kate!- protestò
-Potresti smetterla
di parlare di lui come se non ci fosse?- sospirò divertita
–mi metti in imbarazzo!-
Risero insieme come un gruppo di
vecchi amici; Ronnie era stata sicura dal primo momento che Angel
sarebbe
piaciuto alle sue amiche.
-Al contrario- disse lo spagnolo
–Ronnie mi ha tanto parlato di te, anche se appena mi ha
detto il tuo nome
completo ho scoperto di conoscerti già: sono stato ad una
tua sfilata a New
York qualche anno fa-
Kate parve sorpresa
–davvero?- chiese
–eppure la mia linea non si è ancora estesa
all’Europa, come facevi a
conoscermi?-
Angel diede una breve occhiata a
Ronnie, che scosse la testa in segno negativo, poi tornò a
guardare Kate –sono
un modello, per questo ti conoscevo già- sorrise
-un modello- sbottò Kate
–sposami, ti
prego- unì le mani a mo di preghiera con tono lamentoso
Ronnie scoppiò a ridere
assieme al
ragazzo, studiando bene l’amica: sorriso lucente, occhi
sereni, nessuna traccia
della Kate di qualche istante prima. La invidiò
intensamente, Kate sapeva
fingere così bene di essere serena, lei non ci era mai
riuscita così bene.
Per la seconda volta il suono del
campanello
la distrasse dai suoi pensieri, questa volta però non aveva
la minima idea di
chi potesse essere.
Lexus era partita qualche giorno
prima per la Florida, per passare le feste natalizie con i suoi, Jamie
era
impegnata nella corsa col tempo per comprare gli ultimi regali ai
numerosi
parenti di Tyler, con quest’ultimo. Chi poteva essere?
Per un istante un’idea
gli balzò in
mente, fu solo un attimo, una speranza, un lampo, ma poi scosse la
testa
energicamente: non poteva essere lui.
-vuoi che vada ad aprire io?-
chiese
Angel studiando la sua espressione pensierosa
-no- rispose lei scuotendo la testa
–no, tranquillo, ci penso io-
Si avviò con un sorriso
tirato verso
la porta, sotto lo sguardo apprensivo di Kate che, molto probabilmente
aveva
intuito le speranze della ragazza, mentre ad ogni passo sentiva il
cuore
salirgli in gola.
Che avesse cambiato idea? Che
avesse
capito che il suo ragionamento era del tutto sbagliato e fosse tornato
da lei?
Che per qualche assurdo motivo avesse scelto lei e non Allie?
Prese un respiro profondo poggiando
la mano sulla maniglia. No, con ogni probabilità non era
lui, non doveva
illudersi. A quell’ora probabilmente lui era
chissà dove, abbracciato alla sua
bella bionda senza un pensiero per la testa.
Spalancò la porta prima
che altre
congetture potessero invadergli la mente e rimase del tutto sorpresa
dalla
figura che si trovò di fronte.
-ciao-
Johnny le sorrideva da pochi
centimetri di distanza, mentre si stringeva meglio nel suo cappotto
nero.
-ciao- ricambiò lei
sorpresa
-scusami della visita senza
preavviso- commentò notando lo sguardo interdetto della
ragazza –ma mi trovavo
di qui, e ho pensato di farti un saluto-
-ma certo, non preoccuparti-
sorrise
–vuoi entrare?-
Johnny diede un’occhiata
alle spalle
della ragazza –sei sola?- chiese poi
-no, sono con due miei amici in
realtà-
Gli occhi del ragazzo si
illuminarono
per un istante –amici?-
-si, Kate e Angel- sorrise
consapevole che al ragazzo avrebbe fatto piacere sentire ben altro nome
Ricevette conferma dalla sua
espressione
delusa.
-entra su!- lo spronò
lei facendogli
spazio
-non voglio disturbare, davvero-
commentò entrando
-il capo non disturba mai- rise lei
I due raggiunsero il soggiorno,
dove
ora ad attenderli c’era solo Kate che giocherellava con aria
pensierosa col
sottile bracciale d’argento che portava al polso.
-dov’è Angel?-
chiese Ronnie
Al suono della voce
dell’amica, parve
distrarsi, smettendo di torturare la catenella attorno al polso
-è andato di
sopra, ha detto che aveva bisogno di una doccia- rispose
l’altra in un’alzata
di spalle
Ronnie annuì, voltandosi
poi verso
Johnny a qualche passo da lei.
-beh, voi vi conoscete
già mi pare,
non c’è bisogno di presentazione-
-E’ un piacere rivederti
Kate-
sorrise
-anche per me- ricambiò
–allora, come
vanno le cose con Lexus?- chiese sfacciata come sempre
Fu forse la prima volta che Ronnie
vide Johnny, sempre dalla risposta pronta, leggermente in imbarazzo.
-come sempre Kate: mi
ama alla follia-
Kate ridacchiò mentre
Johnny prendeva
posto accanto a lei sul divano –va così male?-
chiese
Johnny sorrise furbo –non
ho mai
incontrato una ragazza così…-
-irritante?- chiese Kate, ma Johnny
scosse la testa sorridendo
-insensibile?- provò
allora Ronnie,
divertita
-stavo per dire enigmatica-
sorrise lui –non fa mai quello che mi aspetto che
faccia, quello che la maggior parte delle donne farebbe ed è
l’unica persona
che conosco che riesce a tenermi testa con la lingua! Ogni volta che
provo a
fare un passo verso di lei erige un muro immenso tra me e lei e questo
è così…-
-irritante?- lo interruppe
divertita
Kate
-non sei d’aiuto-
borbottò il ragazzo
mentre Ronnie li guardava divertita –a proposito,
dov’è ora?-
Kate e Ronnie si scambiarono uno
sguardo complice, rivolgendosi poi nuovamente al ragazzo –oh-
sospirò Kate
–dovrò darti una notizia che ti
spezzerà il cuore John-
Johnny guardò dubbioso
Kate, per poi
spostare lo sguardo verso Ronnie, sperando che lei fosse stata
più chiara.
-E’ partita per Miami,
per
festeggiare il Natale con la sua famiglia- spiegò la mora
-oh- fu l’unica cosa che
riuscì a
dire Johnny accigliandosi.
Questa non ci voleva.
-oddio, sei messo proprio male!-
sbottò Kate mentre Ronnie a stento riusciva a trattenere le
risate
Johnny negò con forza
–è solo che non
so proprio come fare con lei!-
-oh,
tesoro, hai presente tutti quei cliché
che hai imparato negli anni e che continuano a funzionare per il
novantanove
per cento delle donne?- sospirò Kate passando una mano
attorno alla spalle del
ragazzo, con fare apprensivo
-si- rispose lui confuso
-bene, dimenticali.
Perché ora non
siamo parlando di donne, stiamo parlando di Lexus-
*
*
*
Alcuni dicono che non
c’è nulla di
più profondo del legame fraterno, quel sentimento che ti
lega ad una persona
dalla nascita, di cui non potrai più fare a meno col tempo,
quel legame unico
ed indissolubile che mai nessun tipo di rapporto potrà
sostituire.
I fratelli Jonas questo lo sapevano
bene, come sapevano a chi riferirsi a seconda delle situazioni: Joe era
quello
da cui andare nei momenti in cui ci si voleva divertire e non pensare a
nulla,
Nick era quello con cui discutere delle decisioni importanti, quello
che
riusciva ad analizzare ogni cosa con la giusta oggettività e
Kevin, lui, era
quello a cui rivolgersi nei problemi di cuore.
Kevin sembrava l’unico
dei tre che
capisse il funzionamento di quella complessa macchina chiamata
“mente femminile”,
non per niente era stato il primo fratello a sposarsi a soli ventidue
anni, e
dopo tre anni di matrimonio era riuscito a conservare il suo rapporto
vivo come
se non fosse passato nemmeno un mese.
Il maggiore dei fratelli era sempre
pronto ad ascoltare e disponibile verso i suoi fratelli minori, ma
quella
mattina a Kevin aspettava un compito ancora più arduo del
solito: aiutare
entrambi i fratelli, contemporaneamente.
Aveva sentito puzza di guai
già
quando aveva sentito il rumore di pneumatici sulla ghiaia del vialetto
di casa
sua. Aveva schiacciato la testa nel cuscino sperando che quello fosse
solo un
brutto incubo: chiunque fosse non poteva essersi realmente
presentato a casa sua alle otto del mattino del ventitré
dicembre.
Purtroppo il suo incubo era
più che
reale, anzi, era addirittura doppio. E quello stesso incubo
l’aveva quasi
trascinato giù in cucina per un piede quando si era
rifiutato di alzarsi dal
letto.
Fortunatamente quella mattina
Danielle era già uscita con Denise, per andare a comperare
le ultime cose per
il cenone della vigilia e non aveva dovuto partecipare a quella che a
Kevin
sembrava una tortura cinese.
Alla fine Kevin, più o
meno cosciente,
sedette ad uno degli sgabelli attorno all’isola e
pazientemente ascoltò quello
che gli diceva Nick poi Joe.
Una volta che entrambi i fratelli
ebbero terminato i loro discorsi, Kevin prese parola, forse per la
prima volta.
-Quindi, ricapitolando-
cominciò
mescolando il cappuccino che aveva preteso gli fosse preparato
–tu- indicò Joe
con il cucchiaino –dopo
non si sa quanti anni, hai avuto il coraggio di dire a Kate quello che
provi,
lei ricambia- si interruppe –o ricambiava,
e tu hai mandato tutto all’aria per uno stupido malinteso e
nonostante tu
sappia di aver sbagliato, sei ancora qui, con le mani in mano-
Joe aprì la bocca per
rispondere,
contrariato, dopotutto lui aveva provato a scusarsi, ma Kevin distolse
lo
sguardo puntando poi il cucchiaino verso Nick –tu, invece,
sei consapevole di
amare ancora Ronnie, ma sei convinto che con la comparsa di Angel
l’universo
abbia voluto mandarti un messaggio divino-
disse mimando le virgolette –secondo il quale Ronnie debba
stare con Angel e
non con te, nonostante tu sappia che anche lei prova qualcosa nei tuoi
confronti-
Nick aprì la bocca a sua
volta,
imitando il fratello, ma anche questa volta Kevin
l’interruppe con un pesante
sbuffo, gettando con fare sconsolato il cucchiaino nel lavello
–sono circondato
da idioti- concluse.
-aspetta un momento!-
controbatté Joe
–io ho provato a scusarmi con Kate, ma lei non mi ascolta! Ed
io non so cosa
fare-
Kevin lo guardò quasi
con
compassione.
-davvero ti aspettavi che sarebbe
bastato andare da lei con quegli occhi da cucciolone smarrito per farti
perdonare?- commentò sarcastico –dovrai inventarti
qualcosa di meglio mi sa-
-Kevin ha ragione- si intromise
Nick
–ci vogliono più delle parole, devi
riconquistarla!-
Joe rimase in silenzio, abbassando
lo
sguardo mentre poggiava la testa sul braccio in una posa pensierosa.
Fuori
uno.
Kevin si voltò verso
Nick –mi fa
piacere che tu sia così bravo a dare consigli quando non si
tratta di te- alzò
un sopracciglio
Nick abbassò lo sguardo
imitando il
fratello, consapevole.
-si può sapere cosa stai
combinando?-
sussurrò Kevin, mentre anche Joe si voltava verso di lui
-non lo so Kev, ho fatto quello che
mi sentivo- alzò le spalle
-no- obbiettò subito lui
–è questo il
problema, tu non fai mai quello che
ti senti-
-se avessi fatto quello che ti
sentivi qualche anno fa- aggiunse Joe appoggiando la teoria di Kevin
–saresti
andato in Spagna a riprendertela-
Nick fece per aprire la bocca ma
Joe
lo interruppe –oh e piantala con questa storia che non sapevi dove fosse- sbottò
–con gli agganci che abbiamo in tutto
il mondo quanto pensi ci avremmo messo a trovarla?-
-non è così
semplice Joe, non posso
pensare solo a me, ci sono altre persone a questo mondo a cui voglio
bene che
potrebbero soffrire per le mie scelte!-
-Nick- lo richiamò Kevin
–le persona
a cui più vuoi bene, proprio ora sta soffrendo a causa tua-
Freddo. Diretto. Sincero.
*
*
*
Lo so, lo so, questo capitolo
è inutile
uù
Ma suvvia, non possono mica
scannarsi/litigare/fare pace/ in ogni secondo, diamo un po’
di tregua a stì
poveretti! LOL
No, in realtà questo
capitolo non
doveva esserci, ma siccome avevo scritto in passato alcuni pezzi e li
trovavo
carini, mi dispiaceva non utilizzarli.
Tranquille, mi rifarò
col prossimo
capitolo interamente dedicato a Kate e Joe uù
Deeeeeeetto questo, spero di avervi
fatto sorridere leggendo questo e di non avervi annoiato!
Buona domenica a tutte mie dolci
pallette di lardo, vi lascio con una foto alquanto vhiughoihjzroigh di
“Angel”
o meglio, Jon Kortajarena o meglio, il mio futuro amante uù
OH! Quasi dimenticavo! Tanti auguri
Gaia! Ogni giorno più vecchia, ogni giorno più
stupida uù Buon compleanno
tesoro!
Vi amo tutte.