Capitolo 4
La donna non fu in grado di proferire nient’altro, la sua testa era troppo affollata da pensieri sconnessi per permetterle anche solo di tentare di mettere insieme una frase di senso compiuto. Rimase pietrificata.
-Chichi, che sta succedendo?- fu la domanda di un Goku che cercava di rimanere calmo, provando a sorridere come se fosse tutto uno scherzo, ma neanche lui ne era convinto e la sua incertezza traspariva da una sorta di sorriso isterico che tentava di contenere.
Eccola. Era quella la domanda che temeva, la domanda a cui non avrebbe mai voluto rispondere. Era contenta? Terrorizzata? Confusa? Non lo sapeva. L’unica cosa di cui era certa era che l’uomo che aveva tanto amato non era morto e si trovava in casa sua, dinnanzi ai suoi occhi reclamando una spiegazione. Sentì come se tutta la sua vita si frantumasse come uno specchio rotto.
Ma il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dall’irrompere di un uomo che si gettò letteralmente addosso a Goku, facendo finire quest’ultimo, preso alla sprovvista, a terra.
-Carios..-sussurò la donna risvegliandosi dai suoi problemi.
I due uomini si dimenavano sul pavimento. Goku tentò di allontanare l’avversario senza fargli troppo male ma ogni qualvolta ci riusciva e si rimetteva in piedi, il biondo si riavventava su di lui con tutte le sue forze. Quest’ultimo infatti oltre a dimostrare tanta tenacia, svelò anche la sua conoscenza delle tecniche delle arti marziali, certo la sua preparazione non era paragonabile a quella di Goku ma riusciva comunque ad essere una bella spina nel fianco. Ma la pazienza del nostro eroe ha una limite e quel limite era già stato superato da un bel pezzo.
-Ora basta! Levati di mezzo!- urlò sbattendo letteralmente l’uomo addosso al muro.
-Carios!- strillò Chichi preoccupata rivolgendosi all’uomo che le era stata accanto fino a quel momento. La donna provava un profondo senso di colpa per quello che stava succedendo, dopotutto Carios non c’entrava nulla, la sua unica colpa era quella di averla aiutata ad attraversare il periodo più grigio e difficile della sua vita e di averle fatto riscoprire quel sentimento chiamato amore.
D’un tratto le riaffiorarono alla mente i ricordi della prima volta che lo aveva incontrato…
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Sola. Era di nuovo sola. La notizia che suo
marito, l’uomo che amava più di ogni altra cosa, era scomparso l’aveva
letteralmente distrutta. Goku era tutto il suo mondo, la sua vita, la sua
famiglia, e per la seconda volta l’aveva lasciata da sola ma, stavolta, era per
sempre. Niente riusciva a consolarla neanche quel figlio che tanto amava me che
non poteva compensare il vuoto lasciato da suo padre. Così Chichi decise di
mandare Gohan a trascorrere la vacanze in un campo estivo: almeno lui avrebbe
avuto modo di allontanarsi dai problemi che attanagliavano sua madre e che non
le permettevano neanche di occuparsi di suo figlio. Ogni qualvolta, infatti,
posava lo sguardo sul visino angelico del suo frugoletto non riusciva a
trattenere le lacrime…quel bimbo assomigliava tantissimo a suo padre, a quel
padre che non sarebbe più tornato.
Chichi trascorreva le sue giornate senza
uscire di casa, circondata dai ricordi di una quotidianità che le mancava in
ogni suo attimo e dai rimorsi. Rimorsi per un amore che le era sfuggito dalle
dita come fine sabbia, perché lei avrebbe voluto dare tanto di più a quell’uomo
che aveva amato e che continuava ad amare nonostante tutto, ma che non era
riuscita a dare. Ed ora…seduta su di una sedia della cucina con i gomiti
poggiati sul tavolo e le mani tra i capelli, con le labbra bagnate di lacrime
salate, chiedeva, invocando il nome del Supremo, un miracolo…
-Ti prego…ti prego Signore…riportalo da me.
Riportalo da me ti supplico- i pugni che battevano forte sul tavolo – TI
PREGO!....i-io non posso vivere senza di lui…non ce la posso fare………ho bisogno
di rivedere il suo sor-riso…riportalo d-da me…
Ma il miracolo non arrivò e Chichi dovette
trarre dalle sue debolezze la forza per andare avanti. Per attraversare quel
momento difficile la donna, sotto insistenza di Bulma, decise di trasferirsi
alla Capsule C., dove le sarebbe stato più agevole accompagnare Gohan a scuola e
dove la compagnia di un’amica le sarebbe stata di grande conforto. Era trascorso
un anno da allora e Chichi era ormai certa che il su Goku non sarebbe più
tornato, dopotutto neanche il potente drago creato dal Supremo era riuscito a
rintracciare lo spirito di Goku, del quale non vi era traccia né nelle
profondità dello spazio, né nel regno dell’aldilà.
-Mamma sono tornato!- urlò un ragazzino
dagli occhi neri mentre chiudeva la porta dell’ingresso.
-Ciao tesoro, com’è andata oggi a scuola?-
Chichi andò incontro alla sua prole.
-Bene! Abbiamo imparato un mucchio di cose
nuove!- rispose il giovane poggiando la pesante cartella per terra.
-E dimmi…- la donna si avvicinò al giovane
sussurrandogli nell’orecchio sinistro - ti sei dichiarato?-
-Cosa?!- avvampò Gohan – d-di che cosa stai
parlando?
-Ma dai…di quella bella biondina di cui mi
hai parlato.-
-N-non mi viene in mente proprio nessuno…-
boccheggiò il povero moretto sempre più imbarazzato
-Com’è che si chiamava?...qualcosa come
Ri…Ri…Richa! –Esclamò facendo diventare ancora più rosso e imbarazzato il
ragazzo che non aveva nessuna intenzione di condividere i suoi problemi di cuore
con la mamma. Purtroppo per lui, però, non era semplice sfuggire alle grinfie di
una madre apprensiva come la sua…
-Su…avanti, confidati con la tua dolce
mammina…-
A salvare il povero Gohan fu la vista di
piccolo lembo di carta spuntare da una delle tasche della sua cartella, che gli
fece rammentare una cosa abbastanza importante dal distogliere
Chichi…
-A proposito – il giovane balzò in direzione
della cartella - prima che me ne dimentichi, il professor Mita mi ha chiesto di
consegnarti questa lettera…- porse
la sottile busta gialla alla madre.
-Che cos’è? –chiese la donna con aria
interrogativa- non avrai mica combinato qualche guaio vero?- lo sguardo di
Chichi si fece minaccioso.
Il ragazzo scosse la
testa.
-Lo immaginavo- sorrise- Tesoro, lavati le
mani e corri in cucina che la cena è già in tavola –disse aprendo la
busta
-Ok…- rispose il ragazzino avviandosi verso
il bagno
-Gohan dì a Bulma che arrivo subito!- urlò
cominciando a scorrere con gli occhi la lettera ed esordendo poco dopo con un
–Bene!-
Il professor Mita, insegnante letteratura,
aveva formalmente chiesto alla signora Son di presentarsi la mattina seguente a
scuola per un colloquio con lo scopo di discutere delle grandi potenzialità di
Gohan e di come sarebbero potute essere sfruttate. Chichi non se l’era lasciato
ripetere due volte poiché aveva sempre saputo delle grandi capacità di suo
figlio e, dopo tutto il tempo che quel povero ragazzo aveva trascorso a
studiare, finalmente qualcuno si era accorto di lui
La mattina seguente Chichi si svegliò molto
presto e dopo essersi preparata con cura, scese in cucina a fere colazione con
gli altri.
-Buongiorno!- esordì la donna
-Buongiorno Chichi…- rispose Bulma senza
distogliere lo sguardo dal giornale che ogni mattina leggeva
avidamente.
-Buongiorno Vegeta…-
-…-
-Buongiorno tesoro!- esclamò la moretta
chinandosi su suo figlio e schioccandogli un affettuoso bacio sulla
guancia.
-Buongiorno mamma…come sei elegante!- disse
il ragazzino notando l’insolito abbigliamento della madre e ricevendo in
risposta un –Grazie!- con un sorriso.
A quelle parole la donna dai capelli azzurri
destò lo sguardo rimanendo a fissare allibita l’amica…
-Chichi!- disse con il tono di chi ha perso
ogni speranza- ma come ti sei conciata?-
-Come uno spaventapasseri –sentenziò Vegeta
attirando su di sé lo sguardo omicida dell’interessata.
-Perché, cos’ho che non và?- la donna si
guardò
La donna indossava un lupetto bianco di
maglina con una gonna a pieghe marrone lunga fino a metà del polpaccio con un
paio di decoltè dello stesso colore della gonna e una giacca corta color panna.
Ovviamente il tutto era completato dallo stretto e inseparabile chignon che
infondeva quel tocco di classe che non guastava mai…perlomeno per Chichi.
-Chichi sei elegante ma…come dire…sei
giovane, forse questo non è proprio l’abbigliamento che ti si
addice…
-Ma io credevo…-
-Sto cercando di dirti che forse dovresti
osare un po’ di più…-
E Chichi osò. Il risultato della lezione di
stile impartita da Bulma fu una donna completamente nuova: Chichi indossava una
mogliettina con un motivo a fiori e strass che si allacciava dietro il collo, al
posto della lunga gonna marrone portava invece dei Jeans scuri a vita bassa con
il taglio a pinocchietto corto con una cintura di strass dorata, al posto delle decoltè portava
un paio di ballerine e al posto dello stretto chignon vi era una cascata di
capelli corvini lasciati sciolti sulle spalle. Il cambiamento fu talmente
evidente che neanche Vegeta rimase impassibile.
-Ma Bulma sei sicura che questo
abbigliamento sia adatto per un colloquio con un professore?-
-Oh Chichi stai
benissimo!-
-Se lo dici tu…
Erano le 9:00 ed una donna attendeva,
seduta su di una sedia in un tipico corridoio scolastico, di essere chiamata in
colloquio. Era un’ora esatta che aspettava. La segretaria l’aveva infatti
avvisata che il professor Mita, a causa di un imprevisto, non sarebbe potuto
arrivare in tempo per l’orario che aveva specificato nella lettera di invito…ma
lasciarla ad aspettare un’ora intera era davvero troppo!
-Basta!- esordì Chichi scattando in piedi
–non ho intenzione di aspettare un minuto di più- disse furibonda mentre si
avviava verso la scrivania al di là della quale sedeva la segretaria del
docente- questo professor Mita deve essere un vero screanzato se ha la
maleducazione di far attendere per più di un ora una donna a cui ha dato
appuntamento.- si fermò innanzi alla scrivania.
-Posso fare qualcosa per lei signora
Son?-
Una fitta al cuore e un flusso inarrestabile
di emozioni colpì la giovane donna. “Signora Son…” pensò “…quanto tempo è
passato dall’ultima volta che qualcuno mi ha chiamato così……Son…Son Goku…sì è
per questo che mi chiamo così, perché lui…lui è…no, non è più…lui non c’è
più…non c’è più…-
-Signora Son?- disse la segretaria con
l’intento di scuotere la sua interlocutrice dai suoi pensieri
-…-
-Signora Son?!-
-E’ il mio nome -rispose Chichi ridestata ma
ancora stordita
-Lo so che è il suo nome signora, tutto
bene?- chiese l’anziana donna preoccupata per lo strano comportamento della
moretta.
-Forse è solo stufa di aspettare- era una
voce maschile che spinse le due donne a voltarsi.
-Oh, ben arrivato professor Mita.- sorrise
cortesemente la segretaria.
-Buongiorno miss Tapiri, immagino che la
signora sia la mamma di Son Gohan…-
-Esattamente professore, la stava
aspettando- confermò l’assistente
-Molto lieto di conoscerla- sorrise
l’uomo
-Il piacere è tutto mio- rispose Chichi
accennando un piccolo inchino con la testa.
Fatti i convenevoli i due si avviarono in
direzione dello studio del professore dove si accomodarono sulle poltrone in
feltro rosso che si trovavano ai due lati della scrivania.
-Allora…direi di andare subito al punto-
esordì l’insegnante –io credo moltissimo nelle capacità di
Gohan.-
-Questo mi rende molto felice- rispose
entusiasta la donna
-Sono convinto che arriverà molto lontano,
forse addirittura ai campionati nazionali…ma che dico?Sicuramente arriverà ai
campionati mondiali!- anche il professor Mita era entusiasta
-Ma davvero?! Non sapevo che esistessero
anche dei campionati!-
-Certo che esistono! Sono famosissimi…mi
stupisce che lei non li conosca…-
-Beh io…non seguo molto
-Non importa…ma…posso farle una
domanda?-
-Certo! Chieda pure quello che
vuole-
-Posso chiederle chi si è occupato della sua
preparazione?- chiese curioso
-Beh…veramente sono stata io…- rispose
Chichi orgogliosa- poverino, l’ho fatto lavorare notte e giorno…però i risultati
si vedono!-
-Davvero?!! Non posso crederci! Anche se
sicuramente il suo è un fisico scolpito…- l’uomo era
stupefatto.
La moretta non aveva ben capito il
significato e la coerenza dell’ultima frase- Scusi, può
ripetere?-
-Beh…sicuramente il suo è un corpo agile e
ben allenato ma davvero non riesco a capacitarmi di come possa essere lei
l’artefice della preparazione di Gohan…-
-Sta cercando di dirmi- forse aveva capito
dove il professore stesse cercando di andare a parare- che una bella donna non
può essere altrettanto intelligente?- il suo tono era
allibito
-Ma no! Lei ha frainteso! Sto solo dicendo
che non capisco come una donna esile come lei abbia potuto istruire Gohan ad un
livello così alto di arti marziali-
-Cosa?…- Chichi rimase come
fulminata
-Comunque non importa…-continuò il
professore- il torneo Tenkaichi si avvicina ed io desidero che per allora Gohan
sia più che pronto…cosa ne dice?- attese speranzoso una risposta
positiva
-…Lei è pazzo…-
-Beh…so che il ragazzo è ancora giovane-
controbatté deluso- ma io credo che ce la possa fare
egregiamente.
-Non si azzardi mai più a parlarmi di arti
marziali- la donna era scattata in piedi. Era furiosa.
-Non capisco…- il professor Mita era rimasto
allibito dinanzi alla reazione inaspettata della madre del suo
pupillo.
-Mi ascolti bene: non permetterò mai più ad
un membro della mia famiglia di praticare le arti marziali!- Chichi stava
urlando- non voglio più sentir parlare di tornei, delle Sfere del Drago e di
Sayan! Non mi lascerò portare via mio figlio di nuovo!- detto ciò la donna girò
i tacchi e si diresse a passo sostenuto verso la porta.
-Signora Son!- al richiamo dell’uomo la
donna si arrestò –non volevo turbarla…ma spero che lei ci rifletta bene, è un
vero peccato sprecare il talento di suo figlio…-
-Professor Mita so io cos’è meglio per mio
figlio- la moretta si apprestò ad aprire la porta
-Signora Son! – la donna si arrestò di
nuovo- mi chiami pure Carios.
Chichi si chiuse la porta dello studio alle
spalle.
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Chichi si destò dai suoi ricordi e vide Carios riverso sul pavimento, immobile e Goku in piedi che lo fissava con sguardo omicida. In quel momento qualcosa scattò nella mente della donna, qualcosa che la fece correre verso l’uomo che le era stato vicino per un anno intero a dispetto di chi, invece, l’aveva abbandonata. La giovane si gettò sul corpo di Carios, probabilmente svenuto a causa del forte urto contro il muro, e scoppiò in lacrime.
-Ti prego basta…- supplicò
Goku, all’udire quelle parole piene di dolore, tornò in se – M-mi dispiace…non volevo- si scusò ma in realtà avrebbe voluto uccidere con le sue stesse mani l’uomo che, era ovvio, aveva rubato il cuore dell’unica donna che avesse mai amato.
Continua…
Allora…salve a tutti! Forse è un po’ tardi per le presentazioni ma, come si suol dire, meglio tardi che mai! Mi chiamo Irene, ho 19 anni sono nata e cresciuta a Roma e ADOOOOOORO Dragon Ball da sempre. La mia coppia preferita, come del resto avrete sicuramente capito, è Goku/Chichi…li trovo meravigliosi! Anche se vorrei che il nostro caro Akira si fosse sprecato un po’ di più in scene romantiche con magari qualche bacetto a guarnire il tutto.^______^ Chiedo troppo, lo so! Cmq desidero scusarmi per l’enorme ritardo con cui ho pubblicato questo capitolo ma, accidenti, già non è facile scrivere una fan-fiction figurarsi per me che è la prima!Non voglio però giustificarmi, sono stata imperdonabile T____T.
Infine desidero fortemente ringraziare tutte coloro che hanno recensito la mia piccola “creazione in fase di sviluppo”: bambi88, Aleberyl 90, Lefteye, louis89 e miss. Spero di riuscire ad aggiornare presto e che questo capitolo vi sia piaciuto. Cercherò di tenervi il meno possibile con il fiato sospeso.
Un bacione…