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Autore: Parabellum    15/01/2012    4 recensioni
Ispirazione improvvisa O.O
Ho dovuto scriverla perché mi stava ossessionando da tutto il pomeriggio...
Spero che dopo aver letto l'introduzione facciate un salto a leggere anche il resto..
*************
Era preoccupato , e parecchio anche. Se il suo migliore amico era sparito chissà dove senza dire nulla...
forse migliore amico non era la parola giusta per definire quello che erano.
Perchè lui e Mark Kruger avevano smesso di essere amici da un bel pezzo.
Ma nessuno dei due era riuscito a capire-o ad avere il coraggio di capire- che tipo di sentimento era....
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come ho già detto nell'introduzione , questa storia è da oggi pomeriggio che mi tormenta.
Quindi dovevo assolutamente scriverla.
I motivi che mi hanno spinta a scrivere ,però,sono stati tre:
Prima,sono andata a rileggere l'ultimo cap. della fic di Bigne e c'è una scritta che mi è rimasta impressa nella mente.
Secondo, l'altro giorno hanno ritrasmesso la puntata n°86 di Inazuma eleven e la mia sorellina appena ha visto Mark Kruger si è attaccata al televisore urlando “bello ,bello” .-.
Terzo ed ultimo, la colpa va anche ai miei migliori amici, che mi hanno messo in testa una canzone che vi consiglio di ascoltare mentre leggete la shot: “Who you are” di Jessie J.
Ok,ho fatto una presentazione più lunga della storia .-.
Ora vi lascio, a presto .-.

 

 

 

Who you are

 

 

 

 

Alzò di nuovo gli occhi sul tabellone , per essere sicuro di non sognare.

Ma i numeri non mentivano.

Quattro a tre per la Inazma Japan.

Strinse pugni e abbassò lo sguardo.

La sconfitta aveva un sapore più amaro di quanto avesse creduto.

Voltò piano gli occhi , coperti dagli occhiali spessi, verso i loro avversari che festeggiavano

Un goal , per un solo goal non erano riusciti a vincere.

Damn!

Solo in quell'istante si accorse che c'era qualcosa che non andava , che mancava qualcuno vicino a lui.

Lo sguardo attraversò il campo , gli spalti e l'entrata degli spogliatoi.

C'era davvaero qualcuno che mancava.

Dov'era Mark?

Un pensiero cupo gli attraversò la mente.

Si diresse piano verso gli spogliatoi.

Se era scomparso senza dire una parola-nemmeno a lui- allora la faccenda doveva essere seria.

Era preoccupato , e parecchio anche.

Se il suo migliore amico era sparito chissà dove senza dire nulla...forse migliore amico non era la parola giusta per definire quello che erano.

Perchè lui e Mark Kruger avevano smesso di essere amici da un bel pezzo.

Ma nessuno dei due era riuscito a capire-o ad avere il coraggio di capire- che tipo di sentimento era.

Amore proprio no, non del tutto almeno.

Qualcuno avrebbe definito il loro rapporto di tipo “fraterno”.

Dylan era sicuro che neanche quella definizione andasse bene.

Lui l'aveva definita semplicemente “quiet chaos”

Era quasi arrivato al loro spogliatoio.

Voleva sbrigarsi , era una sensazione fin troppo strana non sentire la presenza rassicurante di Mark vicino.

Lo trovò seduto su una panca , piegato in avanti e con le mani che gli coprivano il viso.

Per un attimo gli sembrò addirittura che stesse singhiozzando.

Non lo aveva mai visto così.

-M-Mark-mormorò a stento.

Il capitano della Unicorn alzò il capo.

Dylan non aveva sbagliato: Mark aveva gli occhi rossi e le lacrime che li bagnavano le guance brillavano sotto la luce dei neon appesi al soffitto.

Abbassò lo sguardo sul pavimento e vide la fascetta azzurra che contrassegnava il capitano buttata lì , a terra , con malagrazia.

Strinse gli occhi.

-Che ti prende Mark? Ti arrendi così? Hai già smesso di combattere?- disse quasi con rabbia.

Non giunse risposta dall'altro.

-Io proprio non ti capisco , ti è bastata una sconfitta per farti crollare, Questo non è il Mark che conosco e scommetto che neanche tu ti riconosci in questo momento .

Siamo venuti fin qui per dimostrare al mondo quanto valiamo e tu ti butti giù già adesso.- il tono della sua voce era salito di due ottave.

-Che cosa dovrei fare?- la domanda fu formulata con voce tanto flebile che Dylan faticò a sentirla , ma appena raggiunse le sue orecchie, l'attaccante liberò un moto d'ira che da un minuto a quella parte era rimasto annidato nel suo petto.

-Reagire , maledizione , devi reagire- urlò.

Quello scatto di rabbia lasciò interdetto sia lui che Mark , che lo guardava con gli occhi spalancati e gonfi di pianto e la bocca che tremava.

Dylan era più sconvolto di lui.

Non aveva mai alzato la voce con lui , anzi , non avevano mai litigato loro due.

La faccenda era davvero seria.

Gli si avvicinò e si chinò per raccogliere la fascetta che aveva gettato a terra.

Prese il braccio di Mark e la rimise al suo posto nella manica sinistra.

Rimase in silenzio a guardarlo.

Aspettò che l'altro dicesse finalmente qualcosa.

Passarono parecchi minuti prima che accadesse , minuti che sembrarono eternità , per Dylan.

-Non la merito- disse appena Mark .

Dylan si riscosse non appena lo sentì parlare :- certo che la meriti , non conosco nessuno che meriti più di te quella fascia-

-Non abbiamo vinto per colpa mia , Dylan- disse tra i denti.

-Non abbiamo vinto perché gli avversari erano più forti , tutto qui- ribatté l'altro.

-No , invece – disse guardandolo improvvisamente serio , gli occhi verdi vibranti di frustrazione.- Se oggi tu o Kazuya aveste avuto questa maledetta fascia , forse avremmo vinto-

Dylan accennò appena una risata , bassa e del tutto priva di ironia.

-Oh God , Mark- mormorò con un sorriso sghembo – quella fascia non dice chi sia il più forte , ma solo il più adatto a condurre la squadra, e se il mister e noi altri abbiamo deciso che quello più giusto per questo compito sei tu , allora è così , punto.-

Dylan si chiese se anche quella non fosse una distorsione della realtà dovuta alla fatica.

Era una situazione talmente inusuale che gli avesse visti , avrebbe faticato a crederci.

Lui ,tra loro due , a fare il serio della situazione. Roba da ridere.

Mark appoggiò la testa contro il suo petto e strinse la presa dietro la sua schiena , affondando le unghie nella stoffa della divisa.

Dylan appoggiò il volto contro i suoi capelli.

Le lacrime di Mark gli bagnarono il petto.

-Sei tu il migliore- disse.

Ed era vero.

Per lui sarebbe stato sempre il migliore.

 

 

  
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