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Autore: moonlight97    15/01/2012    3 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo come tanti, come me: anche lui ha dei sogni e delle aspettative per il futuro che non potrà mai realizzare a causa di un semplice cartello stradale. Sfortunatamente in Italia, come nel mondo, intero i casi di giovani vittime della strada non sono casi isolati: spesso infatti abbiamo notizie di incidenti causati da persone che non rispettano la segnaletica sia perché sotto effetto di stupefacenti sia per disattenzione.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Marco aspettava con irrefrenabile ansia un minimo cambiamento nella sua vita monotona, quasi statica e bloccata nella solita spola tra casa e scuola. La sua vita scorreva uguale tutti i giorni: andava a scuola, alternava buoni voti a voti pessimi, usciva con i pochi amici che aveva poi si rinchiudeva in casa e studiava anche se la metà delle volte si fermava e s'interrogava sull'utilità di alcune materie nella vita quotidiana.

In quel periodo si era innamorato di una ragazza, Elisa, la più bella che avesse mai visto, tanto che le aveva dedicato pure una poesia; chiaramente non sperava che lei lo avrebbe notato, lei era così popolare mentre lui invece no. Era semplicemente un ragazzo del ginnasio come tutti gli altri, al di fuori della sua classe era uno fra tanti, non si distingueva fra i suoi coetanei in qualcosa di particolare e lui riteneva che proprio per questo riteneva che Elisa non l'avrebbe mai degnato di uno sguardo: si limitava ad osservarla da lontano e a scambiarci una o due parole ogni tanto.

Un giorno circolava la voce che Elisa aveva dato una festa per partecipare alla quale era necessario un invito, Marco sapeva che non sarebbe mai stato invitato ma una piccola parte del suo animo lo desiderava e lo sperava ardentemente. I giorni prima della festa trascorsero più tristi e solitari di quelli precedenti.

Dicembre arrivò e con il suo arrivo iniziò la brutta stagione: pioggia a dirotto e freddo pungente. Adesso Marco non usciva molto spesso con i suoi amici ma aveva preso l'abitudine di prendere il motorino che gli era stato regalato e di uscire per delle ore vagando per la città senza mai fermarsi. Un giorno come altri, mentre si stava recando in classe fu afferrato per un braccio. Si voltò e vide Elisa che con incantevole grazia gli consegnò l'invito alla sua festa, poi corse via poiché stava facendo tardi a lezione.

Marco si sentì come la persona più felice del mondo; dopo le lezioni volò di corsa a casa voleva essere pronto per la festa con largo anticipo, ci teneva come non lo aveva fatto con nessun'altra cosa che avesse mai posseduto. Tirò fuori dall'armadio i suoi vestiti più belli e li indossò: adesso era pronto, perfetto per la festa. Intanto aveva deciso che alla festa avrebbe rivelato i suoi sentimenti a Elisa, sapeva che poteva essere una cosa assurda però sperava che la ragazza contraccambiasse.

Uscì di casa, prese con furia il casco, lo infilò ma si scordò di allacciarlo. Avrebbe dovuto farlo ma era talmente eccitato e preso da tutto questo da non ricordarsi nemmeno come si chiamava. Accelerò al massimo. La velocità lo emozionava più di ogni altra cosa. Durante il tragittò trascurò qualche segnale stradale e qualche semaforo rosso, ma non se ne curò più di tanto, si limitò ad offendere mentalmente le persone che lo avevano infastidito con quell'odioso trillo di clacson.

Finalmente arrivò alla festa. Parcheggiò il motorino ed entrò.
Non era mai stato in quel locale: le luci lo accecavano e stava diventando sordo a causa della musica troppo alta. Cercò subito con lo sguardo qualcuno che conosceva ma non vide nessuno. Si sentì solo, sperduto, escluso da tutto il resto del mondo. Dopodiché si addentrò fra la folla, ma ancora niente. Mentre vagava come un pesce fuor d'acqua, fu chiamato da uno sconosciuto, un ragazzo sui diciassette anni che gli offrì un drink; Marco accettò senza farsi molti problemi.
A quel drink se ne aggiunsero molti altri. Cominciava a sentirsi male: nausee forti gli attanagliavano lo stomaco improvvisamente, poi iniziarono fitte allucinanti alla testa come aghi che picchiavano incessantemente contro le sue tempie. Girò per il locale un altro po' quando finalmente la vide: Elisa era in un angolo del locale intenta a sorseggiare un drink circondata da alcuni amici. Entusiasta Marco si precipitò verso quell'angolo pervaso da una strana sensazione, piacevole.

Lo spettacolo che vide quando arrivò non fu esattamente quello che si aspettava: la sua Elisa, la ragazza della quale era innamorato stava con un altro. Che illuso che era stato! Come aveva potuto pensare che sarebbe potuto piacere a qualcuno, in fondo non era né bello né particolarmente intelligente.

In quel preciso momento il suo animo fu preso da una sensazione sgradevole: un senso di disgusto, rabbia e frustrazione lo catturava dai piedi fino alla testa in una morsa soffocante di dolore. Decise di andarsene, non era molto lucido e non avrebbe risposto delle sue azioni. Così prese il casco senza allacciarselo, poi imboccò la strada per tornare verso casa. Riusciva a pensare a niente se non a quello che aveva appena visto e come nella sua mente riaffiorava quell'episodio, spingeva sempre di più sull'acceleratore. Andava veloce, forse troppo. Gli effetti dell'alcool si facevano sentire su di lui, la sua vista era annebbiata, non riusciva più a distinguere nessuno dei cartelli presenti, ma d'altronde conosceva la strada per tornare e casa e non c'era bisogno che qualcuno gli dicesse dove andare. Continuava ad andare sempre più veloce finché non perse il controllo. L'ultima cosa che ricordava erano dei fari di un'auto che lo accecavano e lui steso a terra indolenzito.

Si svegliò poco tempo dopo in una maleodorante stanza di ospedale. Non ricordava assolutamente niente di tutto quello che era accaduto; era sconvolto, non poteva credere a quello che era successo, aveva causato un incidente. Dopo essere uscito dalla festa infatti non aveva rispettato la segnaletica presente lungo il tragitto e non si era accorto di un segnale che obbligava a cedere la precedenza e così si era scontrato contro una macchina dove erano presenti una madre con sua figlia di appena cinque anni. La bambina era sconvolta e non faceva altro che piangere mentre la madre aveva subito dei danni apparentemente non molto gravi, forse si sarebbe ripresa nel giro di una settimana.

A questa brutta notizia se ne aggiunse un'altra: Marco apprese dai medici che probabilmente non sarebbe più riuscito a camminare. Durante lo scontro aveva urtato gravemente la spina dorsale e ciò aveva causato la perdita dell'uso degli arti inferiori. Non appena lo seppe Marco non ci poteva credere. Inizialmente si disperò come è normale che accada; con il tempo il giovane si riprese e decise che avrebbe fatto sì, con qualsiasi mezzo a sua disposizione, che nessun ragazzo come lui sarebbe mai più stato vittima di tali disgrazie così cominciò a intervenire come testimone durante lezioni di educazione stradale affinché almeno qualcuno riuscisse a realizzare i propri sogni.

{Moonlight97.>>
Saalve!
Questa fanfic partecipa ad un concorso che hanno indetto alla mia scuola.
Il tema è la sicurezza stradale e non è che questo tema mi ispiri più di tanto,
così ho cercato di renderlo il meno noioso possibile.
All'apparenza può sembrare un pochino noiosa come trama ma 
alla fine non è così male xD
io vi saluto e alla prossima!
 

   
 
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