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Autore: Asmodeus    16/01/2012    1 recensioni
Per un attimo fu indeciso se lasciarsi andare anche lui alla forza del vento, abbandonando ogni resistenza e fidandosi del destino che quella forza naturale aveva in serbo per lui.
Chiuse gli occhi, annusando l’aria carica di tempesta, assorbendo dentro di sé il mondo esterno in un tentativo di schiarirsi le idee.

Fanfic Prima Classificata al contest "Aspettando Pottermore - Missing Moments' Contest" di SeleneLightwood e Winne_Sabya
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Disclaimer:questa fanfiction non è stata scritta a fini di lucro; i personaggi non sono di mia proprietà ma di J.K.Rowling; qualunque riferimento a persone,luoghi o avvenimenti reali è utilizzato solamente a scopo narrativo.
Questa fanfiction si è classificata prima al contest "Aspettando Pottermore - Missing Moments' Contest"  indetto da Wynne_Sabia e SeleneLightwood ed è stata premiata col "Premio Selene". Ringrazio le giudicie per questa bellissima esperienza e saluto tutti gli altri partecipanti.


Buooooooongiorno!!! :D
Nuntio vobis gaudium magnum, dopo quasi un mese mi sono finalmente deciso a pubblicare questa fanfiction dietro espressa insistenza della suddetta fanfiction (XD) e di altre persone! Pertanto, abbandono la povera trigonometria, di cui non m'importa un accidente se soffre di solitudine, e accontento qualunque partecipante del contest abbia desiderato leggere questa storia.
Non so bene come presentarla, questa mia piccolina, è arrivata così, un alito di vento gelido che ho sentito sulla pelle e mi è rimasto dentro, nel cuore, e da lì è uscito tutto questo. Non riesco nemmeno a giudicarla oggettivamente, nè leggerla senza pensare al freddo che mi pervadeva quando l'ho scritta, un freddo interno, che ho cercato di sfogare e trasmettere meglio che potevo. Non pensavo nemmeno potesse piacere così tanto alle giudicie, ma tant'è, e sono contentissimo del risultato, così come sarò felicissimo se per un attimo un brivido di freddo correrà lungo la schiena di anche uno solo di voi che leggete.
Sto risultando fin troppo prolisso, lascio la parola al vento e a Gellert!Buona lettura!

 

_Asmodeus_

 

 

IL CANTO DEL GELO




Un singolo raggio di luce, pallido e senza calore, emergeva dalla coltre plumbea che sovrastava il cielo sopra Durmstrang per miglia e miglia, racchiudendo la fredda vallata tra le montagne, il nero, enorme lago e la foresta silenziosa in un’atmosfera carica di umido dolore.
Il castello che era stato la sua casa per gli ultimi cinque anni si stagliava affilato al centro della pianura, le tozze guglie che gareggiavano con i pinnacoli innevati che facevano apparire quel luogo come l’interno della bocca di un qualche gigantesco, strano mostro, pronto ad inghiottire ogni cosa in un istante.
Un vento gelido spazzava la foresta e smuoveva le acque nerastre del lago, colpiva feroce i finestroni del castello e artigliava il suo mantello, cercando di trascinarlo con sé nel vuoto, ma le granitiche nubi cariche di oscuri presagi si ergevano solide e apatiche nel cielo, come monito di un destino ineluttabile.

I lembi del mantello continuavano a schioccare nel vento sempre più forte, sempre più freddo, frustando il suo corpo come catene di ghiaccio e fustigando anche la sua anima, gonfia di dolore e tristezza.
Un piccolo zaino di pelle era tenuto fermo dalla solida presa delle sue ginocchia, pieno di quel poco di sua proprietà che possedeva nella scuola che stava per abbandonare per sempre.
Dall’alto di quel pinnacolo roccioso, si sentiva padrone di quel luogo malvagio e crudele, che lo aveva temprato, strappandolo dall’infanzia, per poi rinnegarlo come un reietto.

Il vero crimine era stato compiuto da loro, studenti ed insegnanti, che non avevano compreso ciò che provava ed ora lo scacciavano come un lupo solitario, ma nessuno gli avrebbe mai creduto.
Non aveva compagni, alleati, amici, all’interno di quel luogo dal cuore di ghiaccio.

Non più, almeno.

Il freddo che lo pervadeva partiva dal centro del suo petto e si espandeva per tutta la sua persona, rendendolo una statica cariatide di ghiaccio, ma non era opera della sua natura o dell’educazione di Durmstrang, come avrebbero probabilmente voluto far credere in molti in futuro.
Il suo cambiamento era avvenuto per mezzo di coloro che popolavano quella scuola maledetta, che avevano compiuto in un attimo ciò che la natura, l’istruzione, le percosse non avevano ottenuto in anni di tentativi.
Anzi, la colpa non era nemmeno loro.
Era Durmstrang stesso l’origine di tutto, come se l’Istituto stesso fosse un vassallo del Demonio e del Fato.

Una raffica più impetuosa delle altre vinse la sua resistenza, ed il pesante mantello lo abbandonò gettandosi nel precipizio sottostante, trascinato nell’infinito dal gelido soffio dell’inverno incombente.
Per un attimo fu indeciso se lasciarsi andare anche lui alla forza del vento, abbandonando ogni resistenza e fidandosi del destino che quella forza naturale aveva in serbo per lui.
Chiuse gli occhi, annusando l’aria carica di tempesta, assorbendo dentro di sé il mondo esterno in un tentativo di schiarirsi le idee.



Quando sollevò nuovamente le palpebre dovevano essere passate ormai alcune ore, nonostante nello scenario fosse apparentemente cambiata solo l’intensità del vento e la colorazione delle nubi, ora sempre più nere.
Invece, tutto era cambiato.
Il suo destino s’era compiuto, e questa tragedia, che recitava ormai da 62 anni, stava arrivando all’ultimo atto, alla chiusura del sipario.
Tutto da lì era partito, 45 anni prima, ma pur desiderandolo, sapeva che non sarebbe finito su quello stesso pinnacolo nerastro, ma su una pianura grigia e vuota, anch’essa battuta dal vento e coperta da nuvole di granito, molti chilometri più a sud.
Quella veloce fuga dalla realtà l’aveva condotto nuovamente lì, per osservare un ultima volta  Durmstrang, il telaio e il tessitore della sua vita.
A sud lo aspettavano la Germania e Herr Hitler a Berlino, assediata dai russi.
Lo aspettavano pure i suoi ultimi, fedelissimi compagni che, come i tedeschi, probabilmente soccombevano nello scontro con i maghi dell’Alleanza.

E certamente lo attendeva anche la Luce, il Bianco, pronto a spazzare via ogni vestigia oscura che soffocava la sua vita da quasi mezzo secolo.
Il suo unico, vero amico da quando era fuggito.
Il suo unico, vero nemico da quando l’aveva deluso e tradito.
L’unica persona di cui aveva paura, senza sapere che anche lui temeva il loro confronto più di chiunque altro.

Estrasse la Bacchetta di Sambuco portandola davanti agli occhi, rendendola anch’essa bersaglio del gelido vento.
Il freddo e nero ghiaccio del declino stava per avvolgerlo, e lei era l’unica, fioca lanterna che illuminava una via di tenebre che si annullava in un mattino radioso e pallido insieme, incandescente e gelido allo stesso istante.

Quella lanterna non sarebbe servita a nulla, lo sapeva bene.
La Magia stessa non aveva significato in ciò che lo aspettava, non lo aveva mai avuto in tutta la sua vita, benché avesse sempre creduto il contrario.
Era sempre stato qualcosa di più grande a guidarlo, dopo quell’incontro fortuito e maledetto insieme, nella lontana Inghilterra, ma non l’aveva ammesso fino a quel momento.

Abbassò nuovamente le palpebre, oscurando Durmstrang e immergendosi completamente nella morsa di ghiaccio del vento.




Riaprì gli occhi.
Silenziosamente si girò e si mise in cammino, senza più voltarsi indietro.
Il percorso era tracciato, la meta ben definita.

Albus.

 

 

 


_Asmodeus' Space_


Mi sono dilungato fin troppo là sopra, pertanto non sto a scrivere poi molto qui se non per puntualizzare una cosetta e ringraziare nuovamente Wynne e Selene.
La puntualizzazione riguarda la presenza nella storia di Hitler. Certo, fa una miserevole comparsa, è semplicemente citato, ma lo ritengo comunque importante ai fini della storia. Nel scrivere questa fanfic, che vuole anche essere un'esercitazione sul campo nel parlare di argomenti che sto trattando in una long Grindeldore appunto, ho tenuto conto della voce che vede Grindelwald come ex-Ministro della magia del Terzo Reich e pertanto collaborato di Hitler. Il "baffettino" non ha altro scopo nella narrazione, ma ci tenevo a puntualizzare questa cosa. Ah giusto, altra cosa, spero si sia capito che la parte in corsivo riguarda Gellert che abbandona Durmstrang da giovane, mentre la parte non in corsivo riguarda la visita che ho immaginato abbia fatto a Durmstrang poco prima di affrontare Silente in battaglia nel '45. La parte in grassetto non è volutamente definita temporalmente.
Concludo ringraziando moltissimo Wynne e Selene, senza di voi tutto questo non sarebbe mai stato uscito fuori da me e mettere su carta questo è stato un grande toccasana per il mio umore, ve l'assicuro, quindi sappiate di essere state nominate mie psicologhe d'assalto anti-depressione xD Ringrazio anche la bannerista che ha fatto i banner per questa storia, sono stupendi!!! *O*
Detto questo, vi posso anche salutare :) spero vi sia piaciuta la storia e se volete lasciare un commentino ve ne sarò grato :)

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