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Autore: Shee    31/08/2006    6 recensioni
"C’era una ragazza, in strada, in quella mattina londinese, c’era una ragazza bizzarra, in quella mattina ammantata di bianco, c’era una ragazza malinconica ma frizzante, in quella mattina denotata dalla neve che cadeva ballandole attorno.[...]
- Ninfadora...- sentì che lei sorrideva leggermente, senza vederla. Rimasero ancora così per un po’, fino a quando Tonks non si voltò per guardarlo in volto, allora si divisero.
Remus era in ginocchio davanti a lei ora, con i pantaloni sgualciti e bagnati, i capelli castani scompigliati dal vento e un sorriso strano, forse un mezzo ghigno, che dipingeva quella labbra che tanto bramava. Lei lo scrutò con lo sguardo perso e gli occhi lucidi, confusa.
- ti prego, continua- la pregò lui sedendosi più comodamente sull’erba bagnata già un po’ bianca in alcuni punti.
- ma ti stai bagnando tutto…-
- non importa, vorrei sentirti ancora cantare- rispose quello guardandola negli occhi scuri e grandi."

Una zuccherosa (beh oddio potevo fare di peggio^^) Tonks/Lupin, farcita con neve candida, ricordi fiochi e abbracci. Un po' confusamente Amore, non trovate?
Una Tonks forse meno imbrata di quello che volevo, e che canta bene (chi ha mai detto nel libro che Tonks canta male?), storia più confusa di come immaginavo, ma mi accontento, potevo far di peggio. Dedicata alla Magia del Natale, anche se è lontano.
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la mia ultima schifezza! La canzone è sul cartone di Anastasia, e la canta Tosca… amo sta canzone!… vabbè… comunque fa schifo… è su Tonks/Lupin (ma cm sono belli!!!!)

Credo che per un po’ non scriverò molto, ho gli esami per i debitucci ç____ç (italiano no :P) va bene… ora vi saluto.. se avete avuto la forza di leggere i miei deliri (seppur brevi rimangono sempre deliri XD) leggete la fanfiction e se proprio vi sentite male quest’oggi (XD) lasciatemi un commentino, sia per dire “bella” sia per dire “fa schifo”…

Se volete ascoltare la canzone mentre leggete magari capite che cavolo mi è venuto in mente…XD

Ora vi lascio (finalmente!!) alla fanfiction!

Ciao!!!

 

 

C’era una ragazza, in strada, in quella mattina londinese, c’era una ragazza bizzarra, in quella mattina ammantata di bianco, c’era una ragazza malinconica ma frizzante, in quella mattina denotata dalla neve che cadeva ballandole attorno.

La ragazza si fermò davanti ad una casa malconcia, ingrigita dai fiocchi di neve candidi che si erano formati ai suoi piedi. Sarebbe dovuta entrare, si diceva, ma proprio non le andava, ora,lì, stava benissimo, lui non c’era a farla sentire uno schifo, non c’era nessuno a guardarla male perché aveva rotto qualche stoviglia, nessuno che le impediva di aiutare perché aveva paura che facesse guai, nessuno che la guardava quasi spaventato quando entrava. Non c’era lui che con un solo sguardo le faceva capitare di tutto, su tutti i fronti, lui così perfetto. E poi in quel momento si sentiva bene, ottimamente, non voleva rovinarsi la giornata. In realtà era solo una patina, che facilmente poteva essere soffiata via, come zucchero a velo. Sotto rimaneva quella malinconia che aveva sempre quando nevicava, e che comunque aveva sempre da quando si era innamorata di lui.

Si alzò leggero un venticello facendo inclinare le rotte dei fiocchi di neve che viaggiavano verso l’asfalto bagnato, i suoi capelli, quel giorno lunghi e neri dai riflessi rosati, ondeggiarono alla sua destra scossi dal vento.

Tonks fece un passo avanti, decidendosi ad entrare, mentre una porta appariva facendosi spazio tra i due appartamenti che aveva accanto, che non ne risentirono affatto.

Appena formulato quel pensiero si era ritrovata a terra, neppure Dio sa come, ricredendosi sulla decisione appena presa. Perché sarebbe dovuta entrare? Se qualcuno le avesse dato un solo buon motivo, allora sarebbe entrata.

Si sedette più comodamente sul bassissimo muretto che delimitava un’aiuola nella piccola piazzetta di Grimmauld Place e posò i gomiti sulle ginocchia in modo che sostenessero il viso, sbuffò osservando la nuvoletta che le si era appena formata davanti.

Perché ora c’era quello strano ricordo a tormentarla? Prima non era quello il ricordo che le riaffiorava in mente assieme alla neve. Un ballo, o qualcosa del genere, forse una festicciola di compleanno, non ricordava. Quello che ricordava ora era un bambino, lei era piccola, ma quel bambino lo ricordava bene, e ora le faceva tenerezza, avrebbe potuto tornare indietro ed abbracciarlo. Lui era lì, si vedeva che era stanco e a disagio, con quei suoi occhini ambrati che cercavano un appiglio, qualcosa per sentirsi meno sperduto. Parecchio più grande di lei ma comunque un pesce fuor d’acqua. Non sapeva chi fosse, non se lo ricordava, forse non l’aveva mai saputo.

E poi quella ninna nanna…

 

Feste e balli, fantasia

È il ricordo di sempre

Ed un canto vola via

Quando viene dicembre

 

Tonks abbassò lo sguardo sull’asfalto scuro, contrastante con il biancore della neve, i capelli le ricaddero davanti al viso, tristi. Quella era la cantilena che sua madre le cantava quando era piccola, e “La mia principessa Dora… ti piacerebbe ballare con il tuo principe, un giorno?” le chiedeva tra una strofa e l’altra. Era tutta colpa sua, era colpa di sua madre Andromeda se ora era così inguaribilmente romantica, così  innamorata di quello che al primo sguardo aveva riconosciuto come il suo principe, il suo. Quella prima strofa sembrava fatta apposta per lei, così sognatrice, feste, balli...e poi lei era sempre stata molto fantasiosa, certi la definivano addirittura eccentrica, beh quell’aggettivo le piaceva e lei era originale, quindi niente di male ad essere “eccentrica”. E poi ora con quel ricordo di quel bambino, che prima proprio non sapeva neanche di aver mai visto, e che tuttora restava avvolto da una fitta nebbia, e il fatto che stranamente amasse cantare e che non fosse proprio un disastro nel campo… era una canzone che amava.

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla e qualcuno sedersi al suo fianco, in modo tranquillo e composto, seppe chi era istintivamente, senza bisogno di girarsi.

- anche tu in ritardo Ninfadora?- chiese l’uomo che le stava affianco con voce pacata e leggermente sorridente.

- non esattamente- rispose lei senza spostare lo sguardo dal mucchietto di neve che aveva adocchiato –è un po’ che sono arrivata-

- non hai freddo qui fuori?- chiese lui tendendo con noncuranza la mano davanti a sé e catturando un batuffolo di neve. Tonks seguì quel movimento con lo sguardo, misto tra rimprovero e dolcezza, quel semplice eppur infantile gesto l’aveva scossa dentro. Alzò lo sguardo al cielo, decidendo di acchiappare con lo sguardo un fiocco e seguirlo fino a terra.

- affatto- rispose quando finalmente trovò il fiocchetto che faceva al caso suo.

- non vuoi entrare?- chiese guardandola, lei gli rivolse un’occhiata fugace a arrossendo lievemente si raggomitolò un po’ di più, tornando a fissare un fiocco, sbagliando, non era il fiocco che aveva scelto prima –non mi va, preferisco restare qui, tu entra pure, non ti preoccupare- la ragazza sentì una specie di leggera ma fugace carezza sfiorarle la gota arrossata per il freddo e l’emozione e Remus Lupin, accanto a lei, alzarsi. Lei non lo guardò neppure ma seppe che la stava lasciando per andare a fare il suo dovere, quel dovere che in effetti era anche suo. Improvvisamente sentì gli occhi bruciarle e dovette trattenersi dal nascondere il viso tra le braccia e piangere, quella sensazione di calore che l’aveva avvolta qualche minuto prima ora si era allontanata e ora si ritrovava ancora sola e infreddolita.

Si strinse di più nel proprio abbraccio, sia per il freddo che per la voglia stessa di qualcuno che la stringesse, poi sentì della braccia avvolgerla da dietro e posare la testa sulla sua spalla sinistra, assieme ad uno sbuffo d’aria profumato di lui.

 

Sembra come un attimo

Dei cavalli s’impennano

Torna quella melodia

Che il tempo portò via

 

La ragazza tra le sue braccia trasalì, forse per lo spavento, o per la sorpresa, lasciandosi sfuggire una sorta di singhiozzo soffocato, lui la strinse a sé ancora di più, sussurrandole all’orecchio

- Ninfadora...- sentì che lei sorrideva leggermente, senza vederla. Rimasero ancora così per un po’, fino a quando Tonks non si voltò per guardarlo in volto, allora si divisero.

Remus era in ginocchio davanti a lei ora, con i pantaloni sgualciti e bagnati, i capelli castani scompigliati dal vento e un sorriso strano, forse un mezzo ghigno, che dipingeva quella labbra che tanto bramava. Lei lo scrutò con lo sguardo perso e gli occhi lucidi, confusa.

- ti prego, continua- la pregò lui sedendosi più comodamente sull’erba bagnata già un po’ bianca in alcuni punti.

- ma ti stai bagnando tutto…-

- non importa, vorrei sentirti ancora cantare- rispose quello guardandola negli occhi scuri e grandi.

- non so cantare se qualcuno me lo chiede- ribatté invece lei arrossendo, l’aveva ascoltata, prima di avvicinarsi, eppure le sembrava di aver cantato così piano…

- allora spero di coglierti ancora una volta a cantare, così da poterti ascoltare- concluse lui solo parzialmente deluso, si alzò e le tese la mano fredda alla ragazza, che la afferrò con la sua tiepida.

Allora, quasi senza rendersene conto, la attirò a sé e dopo aver riservato uno sguardo caldo alla sue labbra, posò la propria bocca sulla fronte gelida, scostando i capelli scuri con un soffio, e la abbracciò.

Sentiva come una musica crescere dentro di lei, la musica della ninnananna, crescere e si sentì abbandonare tra quelle braccia calde, così diverso, quel calore, da quello che lei sentiva dentro poco prima.

Ma gli incanti hanno un termine, sempre, quello di cenerentola era segnato dalla mezzanotte, questo dagli undici rintocchi del campanile della chiesa più vicina.

- ma guarda, guarda chi abbiamo incontrato…- disse una voce maschile strascicata alle spalle di Tonks, che si voltò come scottata.

- che ci fate qui?- si ritrovò a chiedere stupidamente, se ne rese conto dopo, Tonks; Remus le strinse il braccio, come a comunicare qualcosa, che lei però non colse.

- abbiamo seguito il vecchio Rem…- replicò una donna, Bellatrix, con una voce acuta da far venire i brividi –e abbiamo visto tutta la patetica scenetta-aggiunse, facendo diventare color porpora entrambi, Remus riprese il controllo e disse -bene, che volete da noi? Ucciderci?- chiese, vicino a lui Tonks si agitò leggermente, davanti a loro quei tre mangiamorte sembravano indecisi, Bellatrix sembrava essere desiderosa di ucciderli, ma Malfoy non sembrava d’accordo, approfittando della momentanea confusione i due fecero un passo indietro e Lupin mormorò alla ragazza –adesso proviamo a smaterializzarci…- ma era già troppo tardi, i mangiamorte di erano accordati sulla loro sorte e ora avevano lanciato una maledizione indirizzata a loro.

 

Sembra come un attimo

Dei cavalli s’impennano

Sento quella melodia

E la memoria mia

 

Questa passò tra di loro, che si erano spostati uno a sinistra e l’altra a destra, Lupin schivò un getto di luce viola chinandosi e Tonks scagliò un pietrificus totalus all’indirizzo di Bellatrix, che lo schivò abilmente.

- nipotina mia… non essere sciocca come mia sorella, non rinnegare la casata dei Black, la tua famiglia- rise quella mentre Tonks evitava il getto di luce verde appena fuoriuscito dalla bacchetta di Bellatrix.

- non li dobbiamo uccidere!- gridò invece Malfoy di rimprovero, Tonks ghignò, spedendogli contro uno schiantesimo che la mancò.

- io non rinnego la mia famiglia, volevo bene a Sirius, volevo bene a mia madre voglio bene a mio padre!- l’altra rise –quello non è la tua famiglia!della tua amata famiglia che è rimasto? Sono morti tutti-

- mio padre c’è!- replicò l’altra innervosendosi, Bellatrix rise, una risata che le ricordò molto quella di Sirius, -ne sei sicura piccola?- Tonks sgranò gli occhi abbassando la bacchetta senza pensarci.

- Ninfadora!- gridò Remus riportandola alla realtà, ed evitando per miracolo un reducto lanciatogli dal terzo mangiamorte, Tonks si abbassò per evitare una maledizione di Bellatrix e approfittando della posizione insospettabile lanciò uno schiantesimo ben mirato al terzo mangiamorte, che una volta caduto riconobbero come Nott.

- grazie!- disse Lupin scagliando un expelliarmus che mancò Malfoy di poco.

Bellatrix rise divertita –la piccola Ninfadora è nervosetta? Hai forse paura?- chiese divertita la donna, dalla bacchetta di Tonks fuoriuscirono delle scintille rosate, di rabbia; era evidente che Bellatrix lo stava facendo apposta, e che aveva buoni risultati, infatti l’aveva presa di striscio, Tonks non se ne era resa contro,  con un diffindo ad un braccio, la ragazza mugugnò di dolore, attirandosi uno sguardo preoccupato da parte di Lupin che intanto cercava di tenere a bada l’altro mangiamorte. Malfoy approfittando di quell’attimo di distrazione lo colpì con un crucio, Lupin urlò di dolore, mentre Tonks lo chiamava preoccupata, subito dopo aver mandato al tappeto Bellatrix con un reducto. Malfoy sollevò la maledizione lasciando un ansante Remus a terra, prima che lei potesse fare qualcosa lo colpì con uno schiantesimo, Tonks si avvicinò, inciampando, spaventata a Lupin che giaceva a terra.

- Remus! Remus!- lo chiamò allontanandosi leggermente nel vedere i mangiamorte che la puntavano, ma poi vide li sguardi dei due cambiare ed entrambi si smaterializzarono in fretta e furia, afferrando Nott. Lei lanciò uno sguardo dietro di sé, vedendo Moody e Bill che avevano le bacchette sfoderate, senza stare a pensarci di più si gettò su Remus incurante degli sguardi sì preoccupati ma anche incuriositi da quel comportamento. Tonks strinse la sua mano attorno a quella dell’uomo e si smaterializzò all’interno della sede dell’ordine.

 

 

Qualche ora dopo, nella sede deserta dell’ordine della fenice, mentre la neve volteggiava fuori dalla finestra chiusa, i due stavano al caldo, seduti sul divano.

Entrambi stavano leggendo, poi Remus posò il suo libro sul tavolino, e la guardò curiosamente.

Lei gli lanciò uno sguardo indagatore poi posò il libro vicino a quello di Remus.

- sono bizzarra? Di solito non sto ferma, e senza fare danni, a lungo-

- mi stavo chiedendo perché lo facessi- rispose lui invece, lei distolse lo sguardo.

- stare qui con te?- chiese arrossendo –perché…- “perché ti amo…no, non va bene”- perché mi sento in colpa, se non fossi stata tanto stupida non…-

- ma io sto bene, Ninfadora-

- non bene come credi, mi sembri abbastanza affaticato-

- si avvicina la luna piena-

- sai mi ricordo di un bambino, che ti assomigliava in modo incredibile, sia nel carattere che nell’aspetto, un certo Jeff Stewson, che aveva due o tre anni più di me, ed era molto assillante, ma anche molto dolce e carino, sembrava sempre stanco, proprio come te, ma se voleva era gentile e aveva tutte la bambine della scuola ai suoi piedi…- Tonks rise all’espressione di Lupin – ma era comunque un rompiscatole- l’uomo ghignò e le si avvicinò –ah è così?- minacciò lei annuì ridacchiando e lui per ripicca cominciò a farle il solletico.

Dopo qualche secondo gli arrivò uno sgambetto, non si sa se volontario o meno, da parte della ragazza alle gambe, che lo fece franare sopra di lei.

A tale ristretta vicinanza lui non poté fare altro che arrossire, guardarla negli occhi e baciarla.

 

 

Forse un giorno tornerò

Il mio cuore lo sente

Ed allora capirò

il ricordo di sempre

 

C’era una ragazza, sul divano, in quella serata londinese, c’era una ragazza bizzarra, in quella sera ammantata di bianco, c’era una ragazza serena ed allegra in quella sera denotata dalla magia nell’aria, non la magia scintillante, la magia silenziosa e forte, Tonks spostò i capelli rosa acceso dal proprio viso, per guardare meglio il mago che aveva vicino.

La ragazza soprappensiero scostò un ciuffo dei capelli castani di Lupin dalla sua fronte, lui la guardò dal basso verso l’alto. Lei seduta sul divano, con le gambe incrociate, e lui con la testa posata comodamente sulle sue gambe, disteso sul divano, che leggeva un libro, o che almeno fingeva di leggerlo. Le mani della ragazza che giocavano con i suoi capelli lo distraevano, così come la sua voce ritmata che canticchiava una ninnananna per lui.

Fuori i fiocchi di neve danzavano a quella soffice melodia che seppur sottile gli entrava dentro come nient’altro, il giorno dopo sarebbe stato natale, ma loro il regalo più bello l’avevano già ricevuto, portato, forse, dalla neve. E solo allora si resero conto che era, confusamente, Amore.

 

Ed un canto vola via

Quando viene dicembre

 

 

Allora? Ditemi se vi è piaciuta o no^^’

 

 

Ciao!!!!

 

Carillon

  
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