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Autore: Cathy Earnshaw    16/01/2012    1 recensioni
Alcesti è una giovane donna orgogliosa e intraprendente. Vive con la madre e le tre sorelle minori nella ricca città di Darkfield grazie all'eredità lasciata loro da Sir Merthin, suo padre, Cavaliere scomparso in circostanze non accertate. Ma il vento sta per cambiare. La ragazza sta per intraprendere un viaggio sulle orme del genitore che la porterà a scoprire il potere della magia, il valore dell'amicizia e la forza dell'amore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Madre, sono a casa!-
Alcesti ora aveva tutte le informazioni di cui aveva bisogno. Era giunto il momento di partire. Sua madre le si fece incontro.
- Dove sei stata?-
- In biblioteca, madre-.
- Possibile che alla tua età tu passi tutti i santi giorni tra i libri? Non sarebbe ora che tu ti sposassi, invece di rifiutare tutti i giovani che ti si propongono?-
- Non posso sposarmi, madre, non ora: sto per partire!-
- Partire?!-
Aveva cercato a lungo un modo indolore per comunicare la sua decisione alla famiglia, ma non era stata capace di trovarne uno.
- Venite-.
Sua madre la seguì nel cortile retrostante la villetta, dove le gemelle, Hermione e Antigone, e la sorellina Elettra stavano stendendo i panni lavati. Vedendo il viso preoccupato della madre, le giovani si avvicinarono silenziose, ma i loro sguardi erano più eloquenti che mille parole. Con voce tremante, Lady Ingrid disse:
- Vostra sorella vuole andarsene…-.
Le tre trattennero il fiato. Prima che potessero rendersi conto del significato di quelle parole, Alcesti decise che era giunto il momento della verità.
- Mi rendo conto che, essendo la sorella maggiore, è mio dovere aiutare nostra madre a prendermi cura di voi e della casa, ma prima che possiate giudicarmi, c’è una cosa che dovete sapere, una cosa che è stata taciuta troppo a lungo. La notte in cui nostro padre scomparve, udii una conversazione di cui nessun altro fu mai a conoscenza-.
L’uditorio ascoltava come impietrito. Alcesti continuò:
- Quella notte, Hermione non riusciva ad addormentarsi perché aveva dimenticato la sua bambola in cucina, così la andai a cercare. Mentre mi trovavo là, udii dei passi e, temendo si trattasse della mamma, mi nascosi nel mobile per evitare la punizione. Non era lei. Entrò nostro padre, con Re Uther!-
Elettra gemette.
- Nostro padre disse di conoscere l’ubicazione di una città in cui si praticavano arti magiche, e di poterla trovare per sconfiggere con nuovi mezzi i nemici di Darkfield. Chiedeva al Re il permesso di partire con 10 cavalieri-.
- E il Re cosa fece?- chiese Antigone.
Alcesti sospirò.
- Negò il permesso, sostenendo che si trattava di una leggenda e che partire significava andare incontro alla morte. Se ne andò sbattendo la porta. La mattina dopo, nostro padre era scomparso-.
Lady Ingrid era mortalmente pallida.
- Stai dicendo che partì da solo alla ricerca di una città inesistente? Che la antepose alla sua famiglia? Perché non ne hai parlato allora? Avremmo potuto fermarlo!-
- Re Uther era contrario! Se avessi parlato, nel migliore dei casi mi avrebbe condannata per alto tradimento! Ora che è morto, però, è troppo tardi. Papà voleva salvare la nostra patria dai druidi, e con lei la sua famiglia. Infondo partì per noi, per garantirci un futuro di pace…-.
Hermione, che sembrava essersi spenta nel corso del racconto, con un sussulto, disse:
- Tu vorresti partire alla ricerca di questa città? Sei impazzita? Non tornerai nemmeno tu!-
- È qui che vi sbagliate. Da quel giorno ad oggi ho cercato ininterrottamente notizie su questa fantomatica città, facendomi raccontare dagli anziani vecchi miti, interrogando viaggiatori, traducendo rune. Ho passato la maggior parte di questi anni in biblioteca, ma alla fine, la mia ricerca ha portato dei risultati! Ho le coordinate approssimative della città di Alia, e domani partirò alla ricerca di nostro padre-.
La madre la guardò negli occhi:
- Tuo padre è morto, bambina, e tu hai 21 anni, una vita davanti a te. Non gettarla alla ricerca di qualcosa che non esiste. Inoltre là fuori è pericoloso per una ragazza sola e inesperta del mondo-.
- Ho imparato a combattere bene con la spada, madre, e so badare a me stessa. Se non parto adesso, lo rimpiangerò per sempre…-.
Elettra piangeva. Era perspicace, e aveva già capito che la madre non avrebbe fermato sua sorella.
 
L’indomani, alle prime luci dell’alba, Alcesti si assicurò al fianco Maya, la sua fedele spada, indossò un mantello da viaggio, si nascose addosso un po’ di denaro, sapendo che non avrebbe potuto vivere solo di ciò che avrebbe trovato e rubando a bande di briganti ubriachi, e si preparò a lasciare la sua casa, forse per sempre. Baciò la madre, abbracciò le sue sorelle e fece promettere loro che non avrebbero fatto parola con nessuno della sua meta. Salendo in groppa a Chronos, il suo bellissimo cavallo bianco, trattenne le lacrime che le facevano bruciare gli occhi e pregò di poter rivedere la sua famiglia al ritorno dalla sua avventura. 
   
 
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