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Autore: itsjones_    16/01/2012    1 recensioni
..stavo bene così, per conto mio, poiché avevo imparato a fidarmi solo di me stessa.
Questo almeno finchè non conobbi Jacob Twist.
L’ho già detto che fu l’estate più calda da ben oltre dieci anni?
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo. Prologo.





Conobbi Jacob Twist nel 1986, all’epoca avevo 6 anni e lui soltanto uno in più di me. Era una calda estate, forse una delle più afose degli ultimi 10 anni, -così diceva sempre mio padre-.
Come ogni anno passavo luglio e agosto a ‘Blue Lake’, un piccolo paesino americano che non è nemmeno segnato sulle cartine geografiche. Ho sempre amato quel posto,sin da bambina, ricordo ancora il cartello di benvenuto –tipico di posti come quello-, ‘benvenuti a Blue Lake. Non troverete carpe come le nostre in nessun altro posto!’ ed era vero, erano dei pesci enormi, più grossi di un neonato, ma non sono mai stata un’amante del pesce e quindi carpe o no per me non faceva alcuna differenza.
Jacob Twist era uno dei 1.210 abitanti di Blue Lake, ah questo proposito non so se ringraziare il destino o meno. Era un ragazzino piuttosto nella media,tranne che per il viso, il suo volto infatti mi piaceva particolarmente: i suoi grandi occhi blu chiaro erano come avere un orgasmo senza fare sesso o qualsiasi altra cosa che possa suscitarlo, ma la cosa che più amavo erano quelle macchioline minuscole, piccole, ma sobrie lentiggini che gli illuminavano il volto come fanno le stelle nel cielo. Ricordo vagamente il nostro incontro, poiché della tenera età ho solo i ricordi più significativi, e, sebbene questo fosse uno di quelli, ci sono dei particolari che temo non rimembrerò mai. Giocavo a nascondino con dei bambini poco più grandi di me del luogo ed essendo io la più giovane decisero che toccava a me fare la conta, essendo ancora piccola e non conoscendo bene la zona non avevo idea di dove dovessi dirigermi, andai alla rinfusa. Penso di non aver mai perdonato quelle persone per avermi lasciato da sola, tuttavia trovai la strada che portava al lago e non sapendo dove altro andare mi ci diressi. ‘’ci saranno dei pescatori’’ pensai convinta.
Arrivata a destinazione, non c’era nessuno, non un’anima viva. Ero solo una bambina all’epoca e mi misi a frignare.
«donne.» aveva sbuffato
Alzai il capo con un buffo broncio sul viso,quasi fossi contrariata di quella affermazione che però non ero riuscita a comprendere a pieno.
«cosa vorresti insinuare?» non sapevo nemmeno cosa volesse dire, ma il verbo ‘insinuare’ mi faceva sentire così adulta.
Lui scrollò le spalle, «voi donne non fate altro che piangere»
Un’altra smorfia di disprezzo comparve sul mio roseo volto «pft,io non sono nemmeno una donna»
Quello strano bambino si sedette vicino a me e scrutò il cielo, teneva in mano un retino per catturare gli insetti e lo poggiò sull’erba umida.
«hai ragione»
Mi stropicciai gli occhi per asciugare le lacrime e continuai: «farfalle» sussurrai guardando avanti a me, le bellissime danzatrici alate.
«sono tornate!» urlò ridendo
Lo guardai stupita «tornate?»
«sono tornate per vendicarsi!» continuò con tono che si alternava tra l’allegro e l’arrabbiato «prima le ho catturate e adesso me la vogliono far pagare»
Risi, quel bambino era così buffo che non potei fare a meno che mandare via la tristezza.
«come ti chiami?»
Tornò a guardarmi. «Jacob Twist» sorrise mostrando i denti
«io sono Stel-» poi m’interruppe «Stella Parker, lo so, stai nella villa orange, tuo padre è originario di qui, mentre tua madre è spagnola ed è per questo che abiti là, dico bene?»
Rimasi basita. «tu come fa a-?»
Mi fissò. « questo è un paesino molto piccolo,le voci girano»
Non mi pentii di essermi persa e tornai a casa di ottimo umore, anche se, poi venni punita severamente per il mio ritardo. Non dissi niente a nessuno di quella piccola avventura, raccontai solo di essermi persa per colpa di quegli idioti, ma ahimè, non fui creduta.
Fino a quell’estate, odiavo Blue Lake, mi annoiava perché non c’era mai niente da fare, il mare era troppo lontano e ci andavamo ogni tanto nelle giornate in cui il caldo era così soffocante che si rischiava di svenire solo uscendo di casa. In alternativa il mio passatempo era leggere; i miei insinuavano che ero una bambina ‘chiusa’ e che se avessi continuato così starei stata emarginata, non avevo molti amici all’epoca e quelli che avevo non mi trattavano nemmeno come una persona, ma la cosa non mi sfiorava nemmeno l’anticamera del cervello, stavo bene così, per conto mio, poiché avevo imparato a fidarmi solo di me stessa.
Questo almeno finchè non conobbi Jacob Twist.
L’ho già detto che fu l’estate più calda da ben oltre dieci anni?












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piccolo spazio personale.
allora, i primi capitoli li ho scritti molto tempo fa,quindi se ci sono errori e varie è perchè beh, è un pochino da revisionare ahahahh,anyway, I HOPE U LIKE IT ;)
  
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