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Autore: Grouben_Lavinia_Malfoy    16/01/2012    0 recensioni
sono qui, chiusa in una camera buia a pensare a tutti questi anni. no, sto pensando solo a questi ultimi mesi... questi mesi in cui la falsità ha preso il sopravvento sul mio corpo...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono qui, chiusa in una camera buia a pensare a tutti questi anni. No, sto pensando solo a questi ultimi mesi. Questi mesi in cui la falsità ha preso il sopravvento sul mio corpo...
 

“Il vero errore imperdonabile è stato scrivere. […]
 Il parlare è tutt’altra faccenda:
 l’esercizio continuo della parola
 finisce per darle
una certa tal quale sensibilità”
(Le relazioni pericolose)

 
È facile mentire: che sia esso per mezzo di lettere o per mezzo della voce.
Siamo tutti attori. Recitiamo tutti una parte. Perché vogliamo essere accettati. Perché vogliamo non perdere qualcuno. Perché non vogliamo ferire qualcuno. Perché vogliamo avere qualcuno accanto. Perché non ci piace chi siamo. Perché abbiamo paura. Perché non sappiamo chi siamo. Perché così c’è stato insegnato a vivere.
 

“You can put
any face behind a mask.
But be careful,
because someone else
might be pretending.”
( Skins)

 
Mentiamo praticamente su tutto e a tutti. Siamo talmente tanto abituati a dire bugie che arriviamo anche a mentire a noi stessi. Basta una sola singola bugia per creare un finimondo. Una volta che entri nel circolo non ne puoi più uscire. Da cosa scaturisce cosa, in un circolo vizioso senza via d’uscita. E anche questa è una bugia. Si può uscire tranquillamente. Si certo, si può uscire, ma a quale prezzo? Perdere un amico, un oggetto, qualcosa di caro o necessario. Perdere noi stessi. Uscendone dovremmo ammettere tutte le bugie, tutto il falso commesso, e non davanti al mondo, almeno non solo. Dovremmo ammettere a noi stessi di essere diventati le persone che non vorremmo essere, le persone che critichiamo quando le vediamo negli altri. E allora ecco che comincia un’altra bugia: quella di non poter uscire da questo circolo, quella che la verità fa male.
 

“-The truth hurts.
-Secret hurts.”
(Skins)

 
I segreti fanno male. Le parole non dette, cambiate, fanno male. Eppure è così facile mentire.
Siamo deboli. È questa la verità. Siamo deboli, tremendamente deboli che un qualsiasi soffio di vento ci fa cedere. Ma tra gli uomini come tra le ‘bestie’ vale la legge del più forte. Siamo ambiziosi, chi più chi meno, ma siamo tutti ambiziosi. È da qui che scaturisce la legge del più forte. Quindi si deve ricorrere ai ripari dalla debolezza.
Quante paure non dette. Quanti dolori sopportati a denti stretti, tentando di soffocare le lacrime. E tentiamo di apparire il più ‘duro’ possibile, come pietre di marmo insensibili ad ogni cosa. Ed anche in questo come in ogni cosa c’è chi eccelle e chi no. Anche se, proprio nascosti sotto quei ‘marmi’ che ci sembrano infrangibili troviamo solo flebili strati di cartapesta.
Mentiamo sul dolore, sulla paura, sull’amore. L’amore.
 È facile mentire. Sì, facile finché non te lo trovi davanti agli occhi. Finché non ti trovi di fronte quella persona che ti sta divorando dall’interno, che si sta prendendo con la forza pezzo a pezzo ogni parte di te, che si sta succhiando via tutte le tue energie, che ti sta consumando l’anima. Quella persona che non vorresti abbandonare un secondo, che hai paura di veder finire nei guai, che ti fa tenerezza anche quando crea problemi, che non riesci a fare a meno di pensare tutte le ore di tutti i giorni di tutti i mesi dell’anno. Ed è quando cominci ad ammettere a te stessa tutte queste cose, quando da sola nella stanza le ripeti ad alta voce, che inesorabilmente ti chiudi a guscio e cominci a mentire. O almeno tenti.
 

“Odi et amo.
Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio,
sed fieri sentio et excrucior”
(Catullo - Carme 85)

 
E a quel punto devi sfoderare tutte le armi possibili che hai per mentire. Devi fingere indifferenza, perché sai, non puoi mostrare di sapere amare. Tu sei un duro, non puoi esporti, significherebbe avere un punto debole, un tallone d’Achille. E in questo mondo di bestie non sai mai quando un Paride qualsiasi, che fino a quel momento se n’è stato muto in un angolo, possa alzarsi a scagliarti un dardo.
 

“L’ambizione insegna
agli uomini ad essere sleali”
(Francois des Rues)

 
Quindi ci armiamo di tutti gli strumenti possibili. Allora: siediti, prendi carta e penna, e inizia a scrivere. E mi raccomando: tu non sei chi in realtà sei. Fingi, menti, spudoratamente, ma non troppo. Mantieni il contegno che permetterà al tuo ingegnoso piano di andare a frutto.      
 

“Epistula non erubescit”
(detto latino)
 

Scrivere è semplice. Puoi stare minuti, intere ore a pensare su quale sia il modo giusto di dire una cosa, su cosa sia la cosa migliore da dire per non esporti ma nel contempo lasciar trasparire che non sei una statua. Puoi fingere rabbia, felicità, indifferenza, puoi perfino fingere amore. Certo, fino a che non perdi le parole. Quando perdi le parole sono problemi. Basta fare un passo falso per lasciare trapelare qualcosa di troppo che possa far crollare tutta la conversazione mentale che avevi così diligentemente programmato. Basta un po’ di sentimentalismo, di fretta, di pressione per farti finire in luoghi dove non avevi intenzione di finire. E il punto è che, non puoi programmarlo.
E con la voce non è che vada meglio. Rossore, tremore della voce, gesti convulsi, tic nervosi, reazioni incondizionate del corpo. Sono sempre un grosso problema, perché come fai a mentire in modo decente se la voce ti trema come se avessi davanti un fantasma? Certo, se sei ben allenato puoi apparire davvero innamorato, davvero dispiaciuto, triste, depresso, dolce, duro, cinico, puoi perfino piangere a comando (anche se questa è una peculiarità delle sole ragazze). Insomma potrebbero quasi darti l’oscar, ma, come già detto, anche se lo programmi da anni ci sarà sempre quel piccolo sassolino che ti farà cadere a terra facendo scivolare la tua maschera. E se scivola una bugia, scivolano poi tutte.
Insomma la conclusione è che in qualsiasi modo fingi, nascondi quello che provi, in qualsiasi modo lo esprimi, alla fine caschi sempre. La maschera scivola e resti nudo davanti alla potenza della verità. Perché se c’è un detto vero, è quello che la verità prima o poi viene a galla. Quindi puoi anche passare ore ad esercitarti nella scrittura per diventare il più bravo seduttore con le tue lettere strappalacrime e piene d’amore; puoi passare ore davanti lo specchio a correggere i tuoi riflessi e mescolare i sentimenti con gli occhi, ma fidati prima o poi qualcosa andrà storto, e a quel punto: BOOM! Ti esplode tutto in faccia e, pian piano, da solo senza più nessuno accanto, dovrai ricucirti l’anima pezzo per pezzo, con un filo di metallo duro e spesso.
Poi, una volta che avrai ricucito tutto, ma con la ferita ancora non del tutto rimarginata, ancora non del tutto pronta a capire che è male, ti rimetterai in carreggiata. Ricomincerai a ballare su queste piste d’inferno. E ricomincerà il circolo vizioso di bugie: implori false scuse, sopporti perdoni che non vuoi, mostri finta benevolenza e accondiscendenza inesistente. Torni alla tua vita sregolata colma di trip di bugie.  E sai bene che manca poco e cadrai un’altra volta, che la trappola è già pronta da tempo per farti scivolare questa nuova maschera. Ma sei già nel cerchio e “non puoi uscire”, quindi ecco pronta una nuovissima scintillante bugia: andrà tutto bene, le cose sono cambiate, tu sei cambiato e non ti farai più male.
E in fondo ti piace questa vita fatta di alti e bassi, gioie momentanee e dolori perenni.
Perché siamo macchine del dolore. Vogliamo sempre ciò che sappiamo impossibile avere. Perché è una sensazione tanto forte da farci sentire vivi. La monotonia distrugge i nostri animi e la semplicità ne diventa sinonimo. Non perché lo e', ma perché vogliamo quella scarica di adrenalina a percorrerci il corpo. Vogliamo sentire ogni nostro organo pulsare, vogliamo sentire il sangue fluire sempre più veloce nelle vene. Semplicemente vogliamo vivere.
 

“Trascende ogni mio controllo”
(Le relazioni pericolose)

 
E inseguiamo il dolore. E come ennesima bugia, davanti agli altri lo malediciamo, ma di nascosto, quando siamo soli, nel buio delle nostre camere lo coccoliamo e lo accarezziamo come un cucciolo, tanto piccolo e fragile, da proteggere come un tesoro dal mondo esterno.
Ma anche i cuccioli hanno gli artigli, artigli che ti lacerano la carne ad ogni battito ad ogni fiato...

“Credetemi, madamoiselle.
Se c’è una cosa
che proprio non posso sopportare
è… la falsità!”
(Le relazioni pericolose)
 

Ho mentito tutto il tempo. Senza riserve, e ora sono chiusa in un baratro. Mi sento così: estremamente stupida e tanto razionale da rendermene ancora conto e farmi da sola la predica. 
Per le bugie, con l'aiuto dell'amore, ho mandato a puttane la mia vita 

  
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