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Autore: Niniel Virgo    16/01/2012    3 recensioni
[Ispirato a Alice: Madness Returns]
La piccola Rose era una bambina come le altre, prima di scoprire di dividere il corpo con Alice Liddell. Da allora la sua vita è cambiata, se in bene o in meglio, questo è da scoprire..
[Dal 3°capitolo.]
Morte. Non ho mai sentito nessuno dei miei coetanei parlare di morte. Ma beh, credo di essere l'unica ad avere nella testa una morta con cui parlare, no?
Genere: Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We are all mad here.'
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Sono passati altri anni. Credo che ormai questo diario sia la mia valvola di sfogo solo per tutto quello che mi accade nel Paese delle Meraviglie.
Né io né Alice sappiamo perché, ma sembra quasi che il portale che ci porta lì dentro si apra solo se certe condizioni si verificano; ce ne siamo accorte proprio il giorno dopo il mio decimo compleanno, quando abbiamo provato a rientrare.
Tralasciamo il fatto che ho dovuto mentire a mia madre sulle ferite che ho riportato. Mentre nel Paese delle Meraviglie il mio corpo era in perfetta salute, quello nel mondo reale non era messo molto bene. Avevo riportato un sacco di tagli, quello più preoccupante era sulla tempia. Le ho raccontato di essere inciampata, e sembra che mi abbia creduto, anche se con qualche tentennamento.
Mi chiederai diario, perché non le ho raccontato di Ben? Beh..mi prenderai per pazza (E non saresti il primo!), ma io voglio ancora bene a Ben. Non posso dire a mamma cosa ha fatto, non voglio che finisca nei guai. Nella mia mente ho troppi bei ricordi legati a lui, per pensare di fargli del male. Quando ero più piccola mi ha sempre difesa dai bulli che cercavano di farmi del male, prendendo diversi pugni al mio posto; voglio ricambiare il favore.
Come ti ho detto, il giorno dopo io e Alice abbiamo riprovato a rientrare nel Paese delle Meraviglie.  Al collo avevo ancora il medaglione, e, una volta sola (Per quanto sia possibile per me rimanere sola.) ho provato a riaprirlo, senza successo. Ho tentato due, tre volte, ma nulla. Eppure l'ultima volta era stato così facile!
Dopo qualche istante l'ho girato, e vi ho trovato una scritta: 'Apri il tuo cuore e la tua mente all'impossibile, o sarà per te impassabile la porta per il Paese delle Meraviglie.'
“Impassabile?” Ho ripetuto, perplessa. Non ho mai sentito quella parola, non sono sicura che esista.
“A quanto pare fino a quando tu non sarai pronta, niente Brucaliffo.” Ha sospirato Alice, delusa. Mi spiace farla aspettare, ma come faccio a sapere quando sarò pronta per ritornare nel Paese delle Meraviglie?
Mi vergogno di me. Dopo anni di convivenza con Alice avrei dovuto imparare a non avere paura, e invece ecco che quando si tratta di entrare in azione tremo come una foglia. Eppure l'ultima volta è andata così bene, non mi ha spaventata nulla!
“Mi dispiace.” Ho sussurrato flebilmente seduta sul letto, con le gambe strette al petto. Odio essere così debole.
“Non preoccuparti Rosie.” Mi ha risposto lei, con quel tono dolce che riesce sempre a calmarmi. “Non ci vorrà molto.”
Ah, se solo avesse avuto ragione! Abbiamo aspettato un sacco di tempo, e ogni giorno che passava Alice diventava via via più nervosa, e irritata con me. Non voglio che si arrabbi, mi spaventa quando succede. Ho paura che abbia anche tentato di uccidermi ogni tanto, o meglio, di annullarmi. A volte mentre parlo con qualcuno non ricordo più che ho detto. Ho provato una volta a chiedere al mio interlocutore di ripetermi le mie parole, dopo uno sguardo perplesso mi ha detto cose che io non conosco, sulla vita nell'Ottocento. Sono così confusa, a volte faccio cose senza volerlo, e sento che è Alice a comandare. Non voglio andarmene, ho paura.
Basta, non devo far prendere il sopravvento a tali emozioni, sto divagando. Devo fidarmi di lei, è l'unica soluzione.
Come ti stavo dicendo, è passato tanto tempo. Ho compiuto undici anni, dodici, tredici. Non sono più una bambina, il mio 'vedere le cose da un'altra prospettiva' non è più contemplato ormai. Si aspettano tutti che io maturi, e che la smetta di pensare a stupidaggini come il Paese delle Meraviglie o ad altri giochi da bambine. Vorrei quasi che fosse come dicono loro, la fanno così semplice..
Ben e io non ci rivolgiamo più la parola. Sotto sotto so che mi è grato di aver nascosto la sua colpevolezza per quello che è successo anni fa, ma ora che ha sedici anni l'odio che prova per me è ancora forte. Gli adolescenti sono davvero cattivi a volte, e so che lui si vergogna di me. Mi chiamano tutti 'quella svitata'.
Mi mancano le nostre chiacchierate. Mi manca tornare a casa da scuola e non dovermi preoccupare di stargli lontana. Vorrei strapparmi via dalla testa Alice e impiantarla in qualcun altro, per vivere serenamente la mia vita. Il poco cervello che mi è rimasto è ormai in pezzi.*
Ieri ero seduta sul giardino nel retro. Amo l'estate, niente scuola, niente sguardi in tralice per i corridoi di quell'odioso edificio, Ben che se ne va in vacanza con Arthur..davvero fantastico. Stavo leggendo un libro di Jane Austen, uno dei miei preferiti, Orgoglio e Pregiudizio. Anche ad Alice piace. Ero totalmente immersa nella storia, quando ho sentito un rumore provenire da un cespuglio vicino a me. Ho alzato lo sguardo, confusa, fino a quando non è uscito allo scoperto un piccolo gatto bianco, che si guardava intorno spaventato. Ho appoggiato il libro sulla sedia dove ero adagiata e, dopo aver sistemato velocemente il cappello che mi proteggeva dal sole, mi sono avvicinata a lui. Adoro gli animali, in particolare i gatti. Non ho fatto in tempo a dire nemmeno una sillaba che è scappato via, ma io, non contenta, l'ho inseguito.
“Vieni qui!” Gli ho urlato, correndogli dietro. Lui in tutta risposta ha iniziato a correre più velocemente, portandomi sempre più lontana da casa, ma sul momento non ci ho badato. Me ne sono accorta solo quando mi sono ritrovata in un vicolo buio, sola e senza aver la minima idea di come ritornare a casa. Mi sono guardata intorno senza sapere cosa fare. Niente telefono, niente soldi dietro..ero nei pasticci, mamma si sarebbe arrabbiata sul serio. Il fatto poi che il luogo fosse letteralmente da brividi, buio, sporco e umido, non aiutava.
“Quanto tempo, Rose.”
Ho sussultato sorpresa, voltandomi di scatto; ed eccolo lì, il solito odioso Stregatto che mi sorrideva, seduto su una cassa nell'angolo più sudicio del posto.
“Già, stavo iniziando a sperare che tu non esistessi.” Ho risposto sarcastica, incrociando le braccia al petto. Alice mi sta passando troppe brutte abitudini, in primis il sarcasmo.
Lui non ha fatto una piega. “Credo che tu sia finalmente pronta per tornare nel Paese delle Meraviglie, e incontrare il Brucaliffo.”
Alice si è fatta più presente del solito. Ho sentito la voglia di mettersi in gioco, l'entusiasmo e tutta l'energia che sentiva dentro di sé. Io ho annuito, seria. Il mio entusiasmo andava sciamando sempre di più, probabilmente perché il non aver visto nemmeno l'ombra di un nemico mi innervosiva.
“Perfetto. Quando?”
“Ora.” Ha replicato lui, e sono subito caduta nel vuoto. Ho lanciato un grido, non sono più abituata a fare avanti e indietro in quel modo. Spero solo che lo Stregatto non mi abbia vista, non ci tengo a rendermi il suo personale divertimento.
Questa volta i miei vestiti stavano assumendo toni tipicamente asiatici. Sembrava un kimono, o qualcosa del genere. La solita Lama Vorpale mi è apparsa in mano, mi è mancata lo ammetto. Appena atterrata, ho rivolto uno sguardo ad Alice. Mi è mancato anche vederla, e la sicurezza che ne deriva. Con lei posso stare tranquilla.
Mi sono guardata intorno, per memorizzare per bene il luogo: sì, qui sembra tutto asiatico. E' una sensazione forte, sembra tutto così tranquillo, pieno d'acqua che scorre silenziosa. Dal cielo piovono caratteri cinesi o giapponesi, non ne sono sicura. Non mi meraviglio neanche, ormai ci sono abituata.
“Dove siamo?”
“Nel Misterioso Oriente. L'ultima volta che sono stata qui ho liberato le Formiche Origami dalle Vespe Samurai, spero che le cose vadano bene.”
Ho capito un quarto di quello che ha detto, ma non ha importanza. Ci siamo avviate in silenzio, fino a trovarci all'entrata di una città.
Ancora niente nemici.
“Tu resta qui, vado in avanscoperta.” Mi ha ordinato avviandosi, senza nemmeno aspettare una mia risposta. Perché è lei a comandare? Insomma, è solo grazie a me se è ancora qui! Tuttavia non ho protestato, ben conscia che non sortirebbe alcun effetto. Così mi sono seduta a terra rassegnata, lanciando ogni tanto qualche sasso per noia.
Il silenzio che c'è qui è più rilassante di quello che c'era quando siamo andate dal Tricheco. Mi sento in pace, forse dovrei visitare l'Oriente prima o poi. Ho tanto bisogno di riposo..
Mi sono resa conto improvvisamente, senza nessun motivo, che io non c'entro nulla con tutto quello che stava succedendo. Che è solo per colpa di Alice se la mia sanità mentale viene messa in dubbio dagli altri, che è solo colpa sua se io non ho amici e ho perso l'affetto di Ben. Vorrei ucciderla.
Vorrei ucciderla se non fossi così legata a lei.
Sono così persa nei miei pensieri che non mi rendo nemmeno conto del suo ritorno. Quando ho sentito la sua voce, ho sussultato sorpresa. “Eccomi di ritorno. La strada ora è libera.”
'Ora'. Vuol dire che c'erano dei nemici, e io me li sono persi di nuovo. Dannazione. Mi sono alzata e siamo entrate in città.
E' davvero un bel luogo, davvero calmo e rilassante. Tutto il contrario degli altri Domini visitati, mi piace. Le Formiche Origami sono tranquille, ci salutano mentre passeggiamo. Sembra che almeno qui le cose vadano per il verso giusto.
“Mi hanno spiegato che qui c'è stata una dura persecuzione per i seguaci del Dollmaker. Molte delle Vespe Samurai sono tra le schiere del Carpentiere, e non vogliono finire di nuovo sotto il loro controllo.”
Ho annuito distratta, troppo presa dalle bellezze del luogo per ascoltarla. Forse la cosa la irrita, ma non mi importa. Quando mai potrò rivedere cose del genere? Forse tra anni.
Una delle Formiche Origami, dal nome impronunciabile, ci ha cortesemente accompagnato dal Brucaliffo. E' così strano avere a che fare con personaggi così calmi e tranquilli, anzi..civili. Sì, sono le uniche creature civili che ho incontrato fin'ora, lì dentro. Sono molto sagge e sanno un sacco di cose, se non avessimo avuto fretta mi sarei fermata da loro per un po'.
Ci siamo fermate in cima a una montagna. Il Brucaliffo se ne stava appollaiato là sopra, a fumare qualcosa, non so se tabacco o peggio..
E' una grandissima farfalla dall'aspetto minaccioso, il suo sguardo mi incute terrore quasi quanto quello di Alice. Sembra sapere tutto, ma non dice mai nulla.
“Alice, bentornata.” Ha detto, sbattendo appena le possenti ali. Ero già pronta a farmi da parte come sempre, ma lui si è voltato verso di me. “E tu devi essere Rose. Fatti avanti.”
La mia amica mi ha guardata sorpresa, ma lo ero di più io. Di solito tutti gli abitanti del Paese delle Meraviglie, a parte lo Stregatto, parlano solo con lei, fanno come se io non esistessi. Perché invece a lui interesso?
“Non farti domande di cui sai già che non troverai risposta.” Mi ha risposto lui, tranquillo. Oh perfetto, ci mancava un altro che sa leggere nella mente come quel lurido gatto!
“Ti servo a qualcosa, Brucaliffo?” Ho chiesto con voce lieve, spaventata. Odio essere così debole, ma lui mi terrorizza, come quasi tutti lì dentro.
Lui si è sporto verso di me, per guardarmi negli occhi. Uno dei suoi è grande quanto la mia testa. “Voglio solo darti un consiglio. La paura è impossibile da fermare, l'unica cosa da fare è usarla come forza. Non lasciarti sconfiggere da lei, diventa sua alleata.”
Ho annuito appena, confusa. Mi conosce parecchio bene, se sa che ho paura. “Io..ci proverò.”
Lui mi ha guardata un'ultima volta prima di voltarsi verso Alice. “So che cosa vuoi, e posso darti solo un consiglio che ti ho dato secoli fa. Cerca la Regina.”
Lei ha piantato i pugni nei fianchi, sbuffando. “Ancora? E perché questa volta? Sentiamo.”
Il Brucaliffo ha preso una boccata di fumo. “E' prigioniera dei ribelli. Nella sua cella vi è la chiave per accedere al Dominio del Dollmaker, dove il Carpentiere si nasconde. Se vuoi affrontare lui, devi affrontare prima la Regina.”
Lei in tutta risposta, si è voltata di schiena, come se non le importasse. “Perfetto, grazie. Andremo da lei.”
“Ciò non toglie.” Ha continuato lui, come se niente fosse. “Che la ragazza non sia ancora pronta per incontrare la Regina di Cuori.”
Alice si è voltata, rivolgendomi un'occhiata che non so come interpretare. “Capisco. Aspetteremo allora.”
Santo cielo, di nuovo ad aspettare. E sono certa che questa volta, sarà ancora più dura.



*Il poco cervello che mi è rimasto è ormai in pezzi.= Frase che dice Alice in Alice: Madness Returns.

L'angolo delle meraviglie di Niniel.

Scritto in serata, è stato davvero stancante! Ma posso esserne abbastanza soddisfatta, anche se il Brufaliffo non mi convince del tutto.
Alice inizia a dare leggeri segni di squilibrio, niente di particolare per il momento. Ma ancora poco e poi vedrete cosa si cela dietro la sua voce dolce e il sorriso gentile.
Le Formiche Origami mi ispiravano così tanta tenerezza che ho voluto dare a loro almeno una vita felice!  Ci si vede al prossimo capitolo gente.
Bacioni, Niniel.
   
 
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