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Autore: _BlueLady_    17/01/2012    7 recensioni
"L'Amore genera odio, l'Odio genera amore"
Questa è una legge alla quale Heather e Alejandro non possono sottrarsi.
(Raccolta di one-shots dedicate alla coppia AxH.)
Attenzione: il rating potrebbe variare con l'aggiunta dei capitoli.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Fireworks

 
“Fireworks”.
Quello era il nome del sudicio bar nel quale Heather si era rifugiata in attesa che la neve di fuori cessasse di turbinare quel tanto che bastasse da poterle permettere di tornare a casa.
Dalla grande vetrata accanto alla quale era seduta osservava i grossi fiocchi di neve cadere dal cielo e depositarsi aggraziati sul terreno, ricoprendolo di una candida coperta lanuginosa e fredda, terribilmente fredda.
Il vento soffiava imperioso ed adirato, producendo un inquietante mormorio laddove si scontrava con le pareti di qualche abitazione.
L’atmosfera deserta e silenziosa che la circondava contribuiva ad aumentare il suo senso di irrequietezza. Perfino il locale era completamente deserto, la figura alta ed imperiosa del barista come unica compagnia.
Quello era decisamente l’inverno più insolito che Heather si fosse mai ritrovata a fronteggiare.
Neve, ghiaccio, nuvole e tempesta erano all’ordine del giorno, diventati ormai una fastidiosa abitudine anche per chi proprio non poteva tollerarli, come lei.
Chiunque abbastanza sano di mente avrebbe rinunciato ad uscire con un tempo come quello, eppure lei aveva voluto tentare lo stesso.
Non le importava che fuori si stesse scatenando l’apocalisse: voleva allontanarsi dall’atmosfera opprimente che respirava in casa a tutti i costi, anche a costo di rimanere sepolta sotto metri e metri di neve.
Il sole faceva capolino dalle nuvole, quando aveva deciso di uscire, era forse quel fatto che l’aveva tratta in inganno.
Convinta che almeno per quel giorno il cielo avrebbe fatto volentieri a meno di nevicare, era uscita, inconsapevole di ciò che si sarebbe scatenato di li a poco, scegliendo lei come vittima.
Il vento gelido che soffiava di fuori, infatti, affilati per bene gli artigli e attendendola dietro l’angolo di casa come un predatore fa con la sua preda, l’aveva subito aggredita, graffiandole la pelle non appena era uscita dal suo caldo rifugio.
Per questo si trovava in quel sudicio posto in quel momento, sola e infreddolita come un cane abbandonato.
Heather sbuffò, irritata dai candidi fiocchi che continuavano a turbinarle fastidiosamente di fronte, oltre la vetrata.
“Bel modo di passare il Capodanno…” pensò infastidita, stringendosi nelle spalle.
Proprio così: quello era l’ultimo giorno dell’anno, giorno che chiunque avrebbe passato a festeggiare in compagnia di amici, parenti e (perché no?) fidanzati, eccetto lei.
I motivi per cui non avrebbe potuto farlo erano abbastanza semplici da intuire: in primo luogo era bloccata in un sudicio bar dalla fastidiosa insegna lampeggiante, e, secondo motivo, anche se avesse voluto, non avrebbe comunque avuto nessuno con cui festeggiare.
Dai suoi familiari si era allontanata già da tempo, desiderosa di farsi una vita nella quale non potessero intromettersi, di amici ne aveva pochi e tutti impegnati a fare qualcosa di meglio, mentre il fidanzato semplicemente non c’era.
Anche per questo motivo odiava con tutta sé stessa l’inverno: troppo pieno di festività da passare in solitudine, troppa neve, troppo freddo contro il quale era impossibile scaldarsi, non essendoci nemmeno una calda atmosfera familiare a cui fare ritorno.
Heather semplicemente odiava l’inverno, perché rispecchiava quel lato della sua vita che più temeva e fuggiva: la solitudine.
Cosa c’era di entusiasmante nel passare l’ennesimo Capodanno da sola in casa, bevendo una bottiglia di champagne stappata solo per sé e la televisione accesa come unica compagnia a rallegrare la serata?
Nulla, assolutamente nulla.
Ripensandoci, ritrovarsi in quel bar non era poi così male.
Almeno era qualcosa di diverso dalle mura di casa sua, diventate quasi una prigione.
Un curioso tintinnio proveniente dalla porta di ingresso la riscosse dai suoi pensieri: qualcun altro, pazzo come lei, aveva deciso di avventurarsi nella tormenta, sperando di trovare un po’ di calore perduto in mezzo a tutto quel ghiaccio e quella neve.
Non si sforzò di alzare lo sguardo per vedere chi fosse entrato: quante probabilità c’erano che si trattasse proprio di una persona da lei conosciuta, dopotutto?
L’esclamazione che, tuttavia, seguì l’entrata del misterioso individuo la costrinsero a ricredersi dalle sue riflessioni.
- Guarda un po’ che coincidenza!-
Riconoscendo in quelle parole il tono caldo e malleabile di quella voce, sussultò.
- Heather!- un brivido le percorse la schiena nell’udirlo pronunciare il suo nome – Quando dicevo che avrei potuto incontrare chiunque in un posto come questo… beh, mi sbagliavo di grosso!-
Era inutile ostinarsi a tenere gli occhi fissi sul tavolo quando ogni singola parte del proprio corpo fremeva all’idea di alzare lo sguardo e puntarlo in un paio di occhi a lei ben noti.
Raccolta tutta la sua fermezza e alzando lentamente il volto dal tavolo, si limitò a rispondere flebilmente, non senza nascondere un velo di stupore nella voce: - Alejandro?-
Il ragazzo di fronte a lei sorrise, fiero:- En persona! Allora…- disse poi, afferrando una sedia nelle vicinanze e portandola al suo tavolo per sederle di fronte - …cosa ti porta a festeggiare il Capodanno in questo luogo decisamente fuori dal tuo stile?-
Non appena se lo ritrovò di fronte, il mento placidamente appoggiato al palmo della mano in attesa di una risposta, distorse il naso, assottigliando gli occhi.
Non riusciva a capire il perché di tutto quell’interesse, neanche fossero amici di vecchia data!
Dove stava l’inghippo?
- Potrei farti la stessa domanda…- accennò, non senza nascondere un velo di soddisfazione nello sguardo per essere riuscita a raggirarlo con tanta maestria.
Alejandro parve non curarsene, limitandosi ad una semplice alzata di spalle.
- Oh, io sto solamente aspettando un paio di amici con cui festeggiare dopo la mezzanotte, ma tu…-
Heather deglutì a fatica, intuendo finalmente dove lui volesse andare a parare.
Non gli avrebbe dato la soddisfazione di sentirsi superiore solamente perché lui, a differenza di lei, aveva una vita sociale!
- I-io, ahem…am…Amiche!- si affrettò prontamente a rispondere, bloccando la sua domanda sul nascere – Sto, sto aspettando delle amiche anch’io! Dobbiamo vederci all’incrocio qui fuori…- e volse gli occhi alla vetrata, come a voler confermare la sua falsa verità.
L’ispanico parve non accorgersi del suo turbamento.
- Capisco - si limitò a risponderle, pacato – E cosa avete in programma? –
Heather lo fissò spazientita:- E a te cosa dovrebbe importare?!– chiese acida, ricevendo in risposta un’occhiata sorpresa dell’ispanico – …Penso che andremo a festeggiare in qualche locale – buttò poi lì su due piedi, giusto per levarselo di torno.
- Davvero? Mi pareva che i locali fossero tutti chiusi stasera! – esclamò lui sorpreso.
Accidenti.
E ora che gli raccontava?
- Non tutti: ho sentito dire che ce n’è uno aperto, da qualche parte…- farfugliò.
Alejandro alzò un sopracciglio, scettico:- Parli forse dell’Irish Club, sulla 5th Avenue? –
- Probabile…- mugugnò Heather in risposta, non sapendo neanche di che cosa stessero parlando.
L’ispanico le volse un’occhiata particolarmente maliziosa.
- Volendo, potrei casualmente farci un salto anche io, sai?- sorrise – Dunque suppongo che casualmente ci incontreremo sulla 5th Avenue, stasera, prima di entrare…-
Heather gli rispose lanciandogli un’occhiata fulminante, seguita da una un’esclamazione inacidita. Ormai era in ballo, tanto valeva reggergli il gioco.
Che male avrebbe potuto farle un po’ di vecchia, sana competizione col suo nemico giurato come ai tempi del reality?
- Vedi di rompermi le scatole la sera di Capodanno, e farò in modo di umiliarti casualmente davanti a tutto il locale!- esclamò sadica, puntandogli un dito contro.
Si aspettava una provocazione di rimando, o quantomeno una risata sommessa da parte di Alejandro, e invece tutto quello che ricevette in risposta fu uno sguardo severo e piuttosto serio.
- Beh? Il freddo ti ha ghiacciato la lingua?- chiese, ottenendo in risposta un’altra occhiata storta.
- Heather - rispose lui infine - Non c’è nessun Irish Club sulla 5th Avenue che dà un party di fine anno stasera, e tu non mi stai dicendo la verità.-
Quella pungente affermazione la spiazzò a tal punto da lasciarla completamente senza parole.
Un lieve rossore le colorò le guance, mentre Alejandro di fronte a lei ridacchiava, soddisfatto che il suo giochetto avesse funzionato.
- Che ti prende? Il freddo ti ha ghiacciato la lingua?- la punzecchiò, notando il suo imbarazzo.
- Tu, brutto…!- cominciò ad imprecare lei, ma fu prontamente zittita dall’ispanico, che riprese a parlare.
- Dato che mi sembra di capire che per stasera non hai alcun tipo di impegno… che ne dici se annullassi il mio appuntamento, e festeggiassi con te questo ultimo dell’anno?-
Ecco come ricevere l’umiliazione del secolo, e al contempo offrire su un piatto d’argento al proprio acerrimo nemico la possibilità di vendicarsi.
Uscire con Alejandro la sera di Capodanno!
Sarebbe equivalso a proclamare la sua resa in uno scontro che non era intenzionata a perdere.
- Scordatelo: non uscirò mai con te, neanche sotto tortura!-
Come si suol dire: le ultime parole famose.
 

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Heather sedeva imbronciata e a braccia conserte accanto ad Alejandro, lanciandogli ogni tanto delle occhiate fulminanti.
L’ispanico la ricambiava, regalandole di tanto in tanto uno dei suoi più splendid… odiosi sorrisi, quando non era concentrato sulla strada.
La ragazza sbuffò, mettendosi a fissare il paesaggio che sfrecciava di fuori.
Ancora non riusciva a capire come fosse riuscito a convincerla a salire nella sua macchina.
E si che era stata estremamente chiara sul fatto di non voler passare il Capodanno con un viscidone come lui.
Come poteva sperare in un anno migliore del precedente, se i primi secondi dell’anno nuovo li avrebbe dovuti passare in compagnia di Alejandro?!
Sospirò inacidita, osservando di tanto in tanto con la coda dell’occhio il ragazzo di fianco, intento a canticchiare una canzone che davano alla radio.
Era… affascinante il modo in cui socchiudeva gli occhi, rapito dalla musica…
Ed osservare le sue labbra dischiudersi in maniera così sensuale le faceva improvvisamente venir voglia di…
No, ma che andava a pensare!
Accidenti a Burromuerto e alle sue strabilianti doti persuasive!
Non avrebbe dovuto essere lì con lui in quel momento: si sarebbe dovuta trovare da sola a casa, intenta a sgranocchiare la sua cena a base di snack e pop-corn davanti alla televisione.
Eppure, nonostante non fosse ciò che aveva esattamente pianificato, tutto le sembrava dannatamente perfetto.
- Si può sapere dove diavolo mi stai portando?- gli chiese a un tratto con tono spazientito.
Lui le ammiccò fiducioso:- Aspetta e vedrai.- le disse solo.
Proseguirono il loro viaggio su una strada desolata per una buona mezz’ora, finché Alejandro non inchiodò improvvisamente, facendola andare a sbattere contro il cruscotto della macchina.
L’ispanico scosse la testa saccente:- A questo servono le cinture…-
- Stai zitto e impara a guidare! Non sarebbe successo se non guidassi peggio degli autoscontri!... Che razza di posto è?- domandò Heather, dopo una breve pausa di silenzio.
Alejandro sorrise fiero:- Non trovi che sia un posto magnifico?-
Heather lo osservò negli occhi, come per accertarsi che non la stesse prendendo in giro.
Erano sperduti in mezzo alla campagna, parcheggiati su una collina desolata ed attorniata da chilometri e chilometri di campi.
Più che magnifico, quel luogo era a dir poco inquietante.
- … Dimmi una cosa: ci porti le ragazze in un posto come questo?-
Alejandro le ammiccò malizioso.
- Soltanto poche fortunate hanno il privilegio di godersi questo splendido paesaggio – le rispose, avvicinandosi .
- Poche fortunate o poche sfortunate - ribadì lei in risposta.
- Gelosa di non essere l'unica tra prescelte, chica?- le domandò lui, cingendola con un braccio.
Heather distorse leggermente la bocca, osservando con disprezzo il braccio di Alejandro posato sulle sue spalle.
- No affatto - rispose, altezzosa – Perché mai, poi, dovrei essere gelosa di uno come te?-
Si sottrasse agilmente dalla sua stretta, spingendogli via il braccio con notevole disappunto.
Alejandro sospirò teatralmente con fare rassegnato.
- Perché ti ostini ancora a resistere al mio fascino, querida?-
Heather, per tutta risposta, incrociò le braccia al petto, dandogli le spalle.
Resistere al suo fascino.
Perché mai avrebbe dovuto resistere al suo fascino?
No, lei non stava affatto tentando di resistergli, semplicemente per il fatto che non era mai stata minimamente interessata a lui.
E come ci si poteva interessare ad uno spagnolo troglodita come lui?
Viscido e calcolatore.
Subdolo da fare schifo.
Accattivante e intimidatorio.
Provocante e terribilmente… sensuale
Scosse la testa con vigore, cancellando quell’eresia che aveva appena concepito la sua suscettibile mente.
Alejandro era perfido e crudele, nulla di più.
Non avrebbe mai rappresentato nient’altro che un rivale da schiacciare come se fosse stato una piccola ed insignificante formica.
Non avrebbe condiviso nient’altro con lui che non fosse l’odio reciproco che provavano l’uno verso l’altra.
Già, e allora perché si era lasciata convincere a passare la notte di Capodanno assieme a lui?
D’un tratto si voltò nella sua direzione, turbata dai suoi stessi pensieri, sorprendendolo ad alzare il volume della radio.
- Mancano dieci minuti a mezzanotte – si giustificò.
Heather si rimise a braccia conserte, rimuginando ancora sul perché si trovasse lì in sua compagnia.
- Visto che ti sei offerto di portarmi a festeggiare, avresti almeno potuto scegliere un luogo un po’ più… civilizzato, ecco!- cominciò a dire.
- L’idea di stare sola con me ti agita così tanto? -  la provocò lui.
Heather sentì le guance bruciare.
L’idea di essere sola con lui la fece inevitabilmente arrossire.
Non di imbarazzo, sia chiaro.
La sua era irritazione. Pura e semplice irritazione.
- Non dire idiozie! – esclamò – Se proprio vuoi saperlo, avevo progetti ben diversi dal passare il Capodanno con te!-
- Eppure, sei venuta lo stesso… come mai?- le chiese lui, scrutandola col suo sguardo malizioso.
- Non dimenticare che mi ci hai costretta tu! E poi chi diavolo te l’ha fatto fare di rinunciare alla tua uscita con i tuoi amici insulsi per stare con me?-
- Non montarti la testa, chica: mi faceva semplicemente pena l’idea che tu passassi il Capodanno da sola –
Quello era veramente troppo.
Le aveva detto di aver rinunciato a una serata a dir poco eclatante per stare con lei, solamente perché gli faceva pena?!
Razza di idiota insensibile e spregiudicato!
Avrebbe pensato che lui la disprezzasse, la odiasse, la temesse, ma mai che provasse pena per lei!
E si che, in un primo momento, aveva addirittura creduto di... piacergli. Come una volta.
Invece la sua era solamente stupida compassione. Non sospettava neppure che Alejandro potesse provarlo, un sentimento simile.
È forse delusione quella che ti si legge in faccia, Heather?
Sbatté due volte le palpebre, analizzando per bene ciò che lui aveva appena osato dirle.
Solamente dopo un attimo di sgomento riuscì a tirar fuori tutta la sua rabbia in un’unica frase.
- Meglio sola che stare in tua compagnia!-
Alejandro non rimase in silenzio a sorbirsi la sua ira, ma reagì prontamente.
- Fossi tu a disprezzare la mia compagnia quanto io disprezzo la tua in questo momento!-
- Davvero? Se mi disprezzi così tanto, puoi anche andartene!- ribadì lei con astio.
- Dimentichi che la macchina è mia…-
Seguì un attimo di silenzio, in cui entrambi distolsero lo sguardo l’uno dall’altra.
Poi un sospiro dell’ispanico contribuì a distendere la tensione che si era creata tra loro.
- Senti, Heather, finiamola qui: non ho voglia di litigare con te anche gli ultimi cinque minuti di quest’anno…- le disse a un tratto, costringendola a voltarsi nella sua direzione.
- Guarda che hai cominciato tu!- ribadì ancora lei.
- Io?!- esclamò lui piccato - Se tu non avessi…- ma poi si bloccò a metà frase, sospirando.
Heather gli volse un’occhiata interrogativa.
- La verità è che anch’io ero destinato a passare il Capodanno da solo, prima che arrivassi tu…- le confessò infine, quasi in un sussurro.
Heather sgranò gli occhi, confusa. Lui continuò a parlare, incurante di aver detto fin troppo.
- Quando ti ho vista per caso in quel bar, ho pensato non fosse stato solamente un crudele scherzo del destino ad averci fatto incontrare. Così ho creduto di approfittare… ho voluto approfittare dell’occasione per…- si fermò di nuovo, voltandosi verso il finestrino dell’auto senza guardarla minimamente in viso.
Heather sentì il respiro bloccarsi in gola, e maledisse sé stessa e Alejandro per aver volutamente lasciato la frase a metà, e per averla fatta sperare inutilmente in qualcosa che mai avrebbe osato, potuto, voluto dirle.
Non una seconda volta, almeno.
E questo perché era schifosamente orgoglioso. Come lo era lei.
“ Meno dieci secondi a mezzanotte!” annunciò a un tratto la voce dello speaker alla radio, riscuotendola dai suoi pensieri.
Heather si volse verso l’apparecchio elettronico, non accorgendosi che Alejandro aveva fatto lo stesso.
Si guardarono negli occhi un istante soltanto.
Il conto alla rovescia era ormai iniziato.
- Ti piacciono i fuochi d’artificio?- le domandò lui dal nulla, sfoggiando un mezzo sorriso.
Lei alzò un sopracciglio, cinica:- Perché me lo domandi? Non c’è anima viva qui intorno che possa fare qualcosa che sia anche solo simile ad un fuoco d’artificio…-
Lo vide osservarla severo, in attesa di una vera risposta.
- Sono una delle poche cose che sopporto - sospirò infine, vedendo il volto di lui farsi più vicino.
Alejandro ridacchiò, quasi come se in quella risposta si trovasse la soluzione a tutti i suoi problemi.
- Spero riuscirai a sopportare anche questo, allora - sussurrò, a un soffio dalle sue labbra.
Heather lo vide socchiudere gli occhi, proprio mentre la mezzanotte stava per scoccare.
In un primo momento tentò di ritrarsi, ostinata a non cedere, ma non vi riuscì.
Il corpo era ostile a qualsiasi ordine gli imponesse di seguire.
Era in trappola, come un topo.
Dannatamente, inconcepibilmente, irrimediabilmente in trappola. 
Fu così che, al sorgere dell’anno nuovo, le sue labbra vennero catturate da quelle di Alejandro.
Il contatto fu veloce e quasi impercettibile, ma bastò.
Bastò a farle capire quanto l’irritante presenza di Alejandro fosse così fastidiosamente fondamentale per lei.
Bastò per rendersi conto che c’era qualcosa di più dell’odio, a tenerla legata a quel latin lover da quattro soldi.
Bastò per provocarle in petto una nuova tempesta di emozioni sconosciute, mai provate prima.
Bastò a farle mettere da parte il suo schifoso orgoglio, per una volta.
Bastò per una serie di altri infiniti motivi che non conosceva neppure lei, ma bastò.
Quell’anno, Heather li vide davvero, i fuochi d’artificio. 



Angolo Autrice:

...
Mmmh, ok, vi starete chiedendo il perchè di questo aggiornamento straordinario, e soprattutto il perchè del tema della shot.
La verità è che non lo so nemmeno io.
So solo che, di punto in bianco, mi è venuta l'ispirazione per una shot in "stile Capodanno"  (sebbene sia ormai passato da 17 giorni), e l'ho creata.
Non è niente di che.
Oltre al fatto che dubito di essere riuscita a mantenere l'Ic dei personaggi (soprattutto nell'ultima parte), non mi è nemmeno riuscita come speravo D:
Pensavo di farla un pò meno lunga e un pò più... eclatante, ecco.
Questo è il meglio che sono riuscita a fare (con la speranza che vi piaccia almeno un pò).
Non so, ma ho come l'impressione di aver toppato alla grande. Spero di non aver rovinato questa coppia col postare questa fic, non me lo perdonerei.
Le critiche, se le ritenete necessarie, saranno più che bene accette, ho bisogno di sapere che ne pensate veramente.
Per quanto mi riguarda...
Tralasciando il fatto che non mi piacciono le fic a tema natalizi e simili, trovo tutto alquanto banale.
Il tema è banale.
La fiction in sè è banale.
I dialoghi sono banali.
Perfino la battuta finale è banale.
Vi chiederete, dunque: perchè mai l'ho postata?
Beh, per sapere se fa veramente così schifo ho bisogno dei vostri pareri! (magari sono una critica più severa di quel che credo)
Sappiate, comunque, che nello scrivere la shot sono andata contro tutti i miei principi.
E l'idea di aver reso Heather e Alejandro terribilmente OOC mi tormenta.
Insomma, ho cercato il più possibile di mantenerli fedeli al loro personaggio: orgogliosi fino al midollo, vendicativi anche a parole, terribilmente ostinati. 
Eppure sento di avere irrimediabilmente sbagliato qualcosa. Temo di averli resi... troppo sdolcinati...
Se la fic farà davvero così schifo, mi prenderò la briga di cancellarla.
Nulla deve deturpare il buon nome della Aleheather! é___é
Detto questo, vi saluto ancora una volta.
Attendo vostre notizie, necessito di molte, ma molte certezze.
Alla prossima.

_BlueLady_

 

  
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