ONE-SHOT scritta in uno strano momento... Non so come
mi sia venuta fuori!!
spero comunque che vi piaccia... Mi auguro di ricevere
dei commentini!! ^^
Baci.
IL MIO PIU' GRANDE ERRORE
"Una ragazzina sui sette anni correva nel
giardino della sua candida abitazione.
I fili d'erba si separavano, pronti a far spazio a
quella piccola furia che li calpestava
assiduamente.
I capelli rosso fuoco raccolti in due code
svolazzavano allegramente, sfuggendo dai rigorosi
elastici fucsia. Sembrava quasi che la felicità e
l'allegria della piccola contagiassero anche
il resto del corpo.
-Tanto non mi prendi, Pety!!- urlava la bimba,
continuando a scappare e a ridere, con quella
risata cristallina e contagiosa.
Intanto, dietro alla rossa, vi era un'altra ragazzina.
Quest'ultima invece era sui dieci anni. Era molto
magra e pallida, coi capelli neri lunghi fino
alle spalle e gli occhi del medesimo colore.
-Si si, Lily!! Non contarci troppo però!!- disse la
ragazzina, accellerando e raggiungendo la
sorella minore.
-PRESA!! OHOH!!- urlò la mora, cingendo la vita della
rossa, e urlando infine spaventata, mentre
cadeva sull'erba assieme alla piccola.
Lilian Evans
scoppiò a ridere.
-Lily.... Sei sempre la solita!!- urlò Petunia Evans, alzandosi
lentamente e massaggiandosi schiena
e fondoschiena.
La rossa si voltò.
-E già!-
I sorridenti occhi verde smeraldo di Lily incontrarono
quelli della sorella.
E fu proprio quando incrociarono quelli ebano di
Petunia, si tramutarono in due occhi del tutto
differenti, appartenenti ad una donna più grande e più
matura, e ricchi di tristezza, malinconia
e spavento, i riflessi smeraldini resi lucidi dalle
lacrime.
-AIUTAMI PETUNIA! SALVAMI! AIUTAMI TI PREGO! E SALVA
HARRY! IL MIO PICCOLO HARRY!! SALVALO!
SALVALO!-
Petunia indietreggiò.
Riconosceva quella voce.
Quella donna.
Quegli occhi..."
-Lily...-
Un tuono irruppe irruente nella notte, interrompendo
il surreale silenzio che solo a quell'ora
era sicuro udire.
Petunia Dursley alzò di scatto il volto dal cuscino
bagnato.
Ansimò più volte, guardandosi attorno con
circospezione.
Chiuse lentamente gli occhi, e si passò una mano sulla
fronte imperlata di sudore.
Erano ormai diverse notti che non riusciva a dormire.
Faceva sempre lo stesso sogno.
Strano...
Maledettamente strano...
Vi erano lei e sua sorella Lily che si rincorrevano
nel giardino della loro vecchia abitazione,
quella che condividevano da bambine coi loro genitori.
Ad un certo punto riusciva a prendere la sorella, e
assieme cadevano a terra.
Scoppiavano a ridere e poi... Lily si voltava e a
sostituire gli occhi giovani e allegri erano
sempre gli stessi occhi, del medesimo colore, solo che
leggermente invecchiati, lucidi e
pieni di tristezza, malinconia e... terrore...
E quegli occhi la sovrastavano e poi sentiva una
voce...
Quella voce...
La SUA voce...
Che la implorava...
Chiedeva aiuto...
Chiedeva di salvare lei e... Harry.
E poi si svegliava.
Era sempre così.
Andava sempre così.
La donna scosse repentinamente la testa.
Si alzò stancamente e silenziosamente dal letto,
attenta a non svegliare il marito.
Uscì dalla stanza, chiuse piano la porta e scese in
cucina.
Si sciacquò il viso attraverso il lavello, e si
preparò una tazza di latte.
Quella notte pioveva.
Pioveva a dirotto.
I fulmini squarciavano il cielo, illuminandolo un
poco, e mostrando per una frazione di secondo
i paesini in lontananza e le possenti nubi che
ricoprivano impertinenti il cielo stellato.
Petunia si appoggiò al tavolo di legno.
Ripensò al sogno.
Sospirò.
Doveva andarci.
Era vero, forse le avrebbe fatto solo male, ma era
giusto così.
Dopotutto si sa... Nelle situazioni in cui si è tristi
si fa di tutto per assecondare ed
incrementare la tristezza che ci avvolge...
E Petunia decise che affondare nei ricordi non le
avrebbe fatto poi così male.
Si. Doveva andarci.
Uscì lentamente dalla cucina, e si avvolse
maggiormente nella calda vestaglia, che ricopriva
delicatamente il suo esile corpo.
Attraversò il buio corridoio con una candela in mano
che le illuminava flebilmente il tragitto,
nel modo meno rumoroso possibile
Ad un certo punto si fermò di fronte ad una porta,
dall'aspetto malandato e sinistro, abbastanza
nascosta rispetto alle altre porta dell'abitazione.
Ingoiò saliva a vuoto.
Estrasse una piccola chiave dal taschino della
vestaglia, e la inserì nella serratura della
porticina marrone, girandola più volte, finchè non udì
il famoso "TRACK" che indica l'apertura
dell'uscio.
Entrò lentamente in quella lugubre stanza, lasciando
la soglia semi aperta.
Appoggiò la candela su un tavolino, in modo tale che
illuminasse tutta la stanzetta.
Sorrise leggermente, inginocchiandosi di fronte a dei
vecchi e malandati scatoloni.
Li aprì lentamente, e ne estrasse un album.
Quest'ultimo dava l'impressione di essere molto
vecchio, ma anche tanto curato.
Era rosa pastello, con dei ritocchi più scuri, e dei
disegnini che lo incorniciavano e lo rendevano
delizioso alla vista e, essendo alcuni di stoffa,
anche al tatto.
La scritta "Album" era rossa, e scritta in
corsivo.
Petunia aprì l'album, trovando subito la prima pagina,
che faceva da "Cornicetta".
Vi era scritto: "Album di foto di Lily e
Petunia Evans!!".
Petunia
sorrise, quando le venne in mente il giorno in cui fecero quella piccola
cornice.
Litigarono a lungo per decidere quale nome dovesse
essere scritto.
Però poi Petunia, con fare sapiente e furbo, disse
alla piccola Lily che, siccome era la più
grande, era il suo di nome che doveva essere scritto
per primo. Ma poi, dati i lamenti e i
pianti di Lily, fu il nome di Lily a finire per primo.
I soliti e superficiali litigi infantili...
Petunia sorrise amaramente a quei ricordi.
Quante cose erano cambiate da allora...
La donna voltò nuovamente pagina.
Vi erano due foto attaccate su ogni pagina.
Si vedeva ancora della colla uscire dalle immaginette,
che impasticciava leggermente il tutto.
Opera di Lily...
Petunia scoppiò a ridere nel vedere tutte quelle
fotografie.
C'erano davvero tutte!
Lily che piangeva perchè Petunia era andata all'asilo
e perciò non potevano giocare assieme...
Petunia che piangeva perchè Lily prendeva in giro un
suo amico (nonchè futuro marito) di nome
Vernon Dursley.
Lily tutta sporca di nutella, che mangiava sorridente
il dolce al cioccolato preparatole dalla
madre.
Petunia vestita da Biancaneve per Carnevale.
Lily vestita da streghetta per Halloween, con la bocca
piena di caramelle e le guance piene
e gonfie.
Petunia a Natale con un pacchettino in mano.
E tante, tante, tante altre ancora...
Poi ad un certo punto arrivò quella foto.
Lily con la bacchetta in mano.
Ma non quella finta comprata al mercatino con la
madre.
Bensì una bacchetta vera e propria.
Sugli scavati zigomi della donna cominciarono a
scorrere calde lacrime.
-Oh Lily...-
sussurrò Petunia.
Lily...
Io ti ho sempre voluto bene, davvero...
Nel bene e nel male...
Anche se non l'ho mai dimostrato...
Io... Io ti ho allontanata per un motivo ben
preciso... Perchè ero terrorizzata... Davvero...
Avevo paura che quella magia potesse allontanarti
dalla normalità, dalla nostra famiglia...
Che potesse allontanarti da... me...
Eri la mia sorellina minore.
Ti ho sempre visto come un punto di riferimento, e
come una persona da coccolare e proteggere.
E poi ti hanno portata via da me.
La magia e quel... Potter.
Petunia girò la testa e vide a terra un'altra foto,
sfuggita probabilmente dal raccoglitore.
La guardò.
Ed ulteriori lacrime cominciarono a scorrere.
Erano Lily e James.
Il giorno del loro matrimonio.
Lei aveva assistito a quell'evento.
Oh sì.
Nascosta dietro un albero, aveva assistito a quel
importante ricevimento, al quale non era stata
invitata.
Sorrise amaramente, inserendo quella fotografia in
un'imprecisata pagina.
Lily...
So che è tardi ormai.
So che ora non servirà più a nulla, ma vale la pena
dirtelo.
Scusa.
Può una semplice parola essere così difficile da
pronunciare?
Bè, per me e il mio dannatissimo orgoglio direi di sì!
Maledetto...
Sono stata proprio una stupida.
Se ti avessi detto tutte queste parole prima, quando
eri in vita, molte cose sarebbero cambiate!
Io per prima non ne avrei risentito...
Non avrei vissuto assalita dai ricordi, dai sensi di
colpa, e da quegli occhi che proprio non
ne vogliono sapere di lasciarmi in pace.
Dannazione...
E' tutta colpa mia Lily...
Perdonami...
Ti prego...
Petunia si asciugò lentamente le calde gocce salate
che uscivano incessantemente dagli occhi
scuri.
Non ho avuto fiducia in te.
Nè in te e nè in mio cognato.
Mi rendo conto solo ora che James in fondo è sempre
stato un brav'uomo.
Innamorato di sua moglie e del suo bambino.
Un uomo così innamorato che ha sacrificato la propria
vita per salvare sua moglie e il suo
bambino.
chissà se Vernon avrebbe mai fatto una cosa del genere
per lei e Dudley...
No. Sicuramente no.
James è un uomo d'oro e, mi tocca ammetterlo, uno che
ti merita.
Nonostante prima io pensassi fosse solo un pazzo
arrogante, ora mi sono ricreduta.
E questo è l'importante.
Petunia voltò una pagina dell'album. La foto che le si
presentò davanti le fece fare un salto
al cuore.
Ritraeva lei e Lily.
Abbracciate.
Sorridenti.
Insieme.
Felici.
La donna scoppiò nuovamente in lacrime.
-L-Lily...- balbettò, flebilmente, accarezzando
lievemente il volto della sorella minore stampato
sulla foto.
Perchè non sei più qui con me...
In effetti, però, anche se tu non fossi morta, non
sarebbe cambiato poi molto...
Avresti continuato ad odiarmi...
Come è giusto che sia...
Me lo merito...
Ma ti giuro, che se potessi rimedierei... O almeno
cercherei di rimediare...
Ma so che ormai è tutto inutile...
-Zia Petunia... Cosa stai facendo?-
Petunia sussultò.
Harry? Cosa ci faceva Harry lì??
-Harry??-
La donna si asciugò velocemente le lacrime, nascose in
fretta tutte le fotografie e tossicchiò,
cercando di assumere il normale tono di voce.
-Cosa ci fai TU qui? Non dovresti essere a letto?!-
-Potlei chiedele lo stesso, zia...- disse debolmente
il piccolo Harry.
Petunia arrossì lievemente.
-Qui sono IO che faccio le domande! Allora signorino?
Perchè non sei a dormire?-
Harry alzò le spalle.
-Bè, pelchè avevo tanto paula. Un tuono enolme mi ha
svegliato. E poi ho fatto un sogno. Un bellittimo
sogno!- disse Harry, col dolce sorriso che solo un
bimbo di sei anni può avere.
-Ah sì? E sentiamo, cosa avresti sognato?- chiese
Petunia, voltandosi, e dando dunque le spalle
ad Harry.
-Ho sognato che la mamma veniva da me! E mi pallava...
E mi diceva: "Di a zia Petunia che
le voglio un mondo di bene." E che... Ah sì...
che non è allabbiata con te! Io allola mi sono svegliato,
pelchè spelavo che la mamma ci fosse velamente! E non
c'ela... Peccato pelò... La mamma
diceva di volelti bene... mentle tu non gliene vuoi!!-
disse il piccolo Harry, col muso.
Petunia a sentire tutte quelle parole cominciò a
piangere.
Lily era apparsa in sogno ad Harry per dirle che
l'aveva perdonata e che le voleva bene!
Che tesoro che era quella donna...
-NON E' VERO! IO A TUA MADRE VOGLIO BENE! PIU' DI
QUANTO IMMAGINI!- urlò petunia, in preda alla
rabbia.
Quel piccolo impertinente la stava forse accusando di
non voler bene a Lily??
Si voltò velocemente verso Harry, furente di rabbia, e
vide che egli invece stava sorridendo.
-Che bello!! Allora vuoi bene anche a me!! che
bellittimo!!!- disse il piccolo, correndo dalla
donna e abbracciandola.
Petunia rimase sconcertata.
Ma poi sorrise.
Accarezzò leggermente la testolina di Harry.
-Dai piccolo... Ora è meglio se torni a letto.- disse
Petunia, allontanando il piccolo, che annuì.
-E tu non vieni??-
-Si, certo... Ti raggiungo subito.-
-Ok... Ah zia... Tu e la mamma state plopio bene in
quella fotoglafia! Siete davvelo belle!-
disse Harry, sorridente, prima di uscire dalla stanza
e di incamminarsi verso il ripostiglio
che gli faceva da camera.
Petunia si voltò sbalordita verso lo scatolone.
La foto di lei e Lily era rimasta a terra.
Sorrise.
Piccolo Harry...
Petunia continuò a sorridere, mentre si asciugava le
lacrime.
Mise tutte le foto a posto, e prese la candela.
Chiuse nuovamente la porta a chiave, e si incamminò
verso la sua camera da letto.
Anzi no.
Prima c'era una cosa che doveva fare...
Svoltò, e si incamminò verso un'altra stanza.
Vi entrò silenziosamente e si avvicinò al letto che vi
era al centro.
Una chioma mora usciva da sotto le coperte.
La donna sorrise.
-buona notte, piccolo mio...- sussurrò Petunia, prima
di baciare delicatamente la fronte del
piccolo Harry.
Dopodichè uscì dalla camera, come se niente fosse.
Si diresse nella sua camera da letto, col cuore
leggero.
Finalmente quel peso che si portava dietro da anni era
svanito, lasciando il posto ad una nuova
sensazione, di assoluta felicità e serenità.
Petunia ormai avrebbe potuto dormire notti tranquille.
Quegli occhi non l'avrebbero più perseguitata, ma anzi
l'avrebbero deliziata e rallegrata.
Oh Lily...
Ora che tutto è risolto, che tu mi hai perdonata,
posso dirlo.
Posso dire che ho capito che l'allontanarmi da te non
è stato altro che un errore.
Il mio più grande errore.
Ma fortunatamente tutto si è risolto.
Petunia si distese sul letto, affiancando il marito.
Il giorno dopo niente della sua vita sarebbe cambiato.
Avrebbe viziato il figlio, adulato il marito e
maltrattato Harry.
Ma dentro di lei era cambiato qualcosa.
Un cosa di cui erano però a conoscenza solo tre
persone: lei, Lily e il piccolo Harry.
E nessun'altro.
Ti voglio bene Lily.
Ora ne sono consapevole.
Adesso più che mai.
FINE.