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Autore: Ed1505    07/04/2004    10 recensioni
In occasione del matrimonio di una comune amica, due persone si rivedono dopo molto tempo. Riusciranno a dirsi ciò che due anni prima si sono taciuti? Ritorna, dopo tanto tempo, la mia coppia preferita!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONE PIECE 17

MATRIMONIO GALEOTTO

 

Nel cielo terso di una calda mattina, un gabbiano volava in circolo sopra ad un piccolo villaggio. Dopo aver compiuto diversi giri, si decise a scendere, planando in direzione di un piccolo edificio. Fuori dall’edificio, un uomo vestito da poliziotto sedeva chiacchierando con un altro uomo, in camice da dottore. I due, avvertendo il movimento del volatile, alzarono le teste verso il cielo.

“Toh, è arrivata la posta. Vediamo un po’ chi ci scrive, Dottore!”

“Eh eh, smettila di illuderti, Genzo. Nessuno scriverà mai ad un vecchio noioso come te!”

“Senti chi parla! Ti ricordo che tu sei più vecchio di me!”

“Ma almeno, io qualche lettera la ricevo!”

“Solo perché sei un medico e ricevi lettere dai fornitori di medicinali!”

“Ma è pur sempre qualcosa, no?”

I due cominciarono a smistare la posta, per poi consegnarla ai vari destinatari. All’improvviso, il Dottore si fermò.

“Ehi, guarda un po’ qua! Questa sì che è una carta pregiata, eh?”

“Di che parli?”

Il medico porse all’amico una busta color crema, con delle scritte color oro. Portava un sigillo.

“Ci deve essere un errore. Chi mai, in questo piccolo villaggio, potrebbe ricevere lettere da gente del genere?”

“Prova a guardare il destinatario, no?”

Il vecchio eseguì e rimase molto sorpreso leggendo il nome elegantemente scritto sulla busta.

“Che mi venga un colpo! Nessun errore, amico mio. E’ il nostro diavoletto che riceve posta tanto importante!”

“Eh? Diavoletto? Intendi forse Nami?”

“Già. Qui c’è proprio il suo nome!”

“Chissà chi le scrive…Beh, comunque mettiamola da parte. Gliela daremo la prima volta che viene qui al villaggio.”

“Ok.”

Erano passati ormai 2 anni da quando Nami era tornata al villaggio. Dopo aver viaggiato a lungo con i suoi amici pirati, aveva finalmente fatto ritorno a casa, carica di tesori e di straordinari racconti. Ormai aveva 24 anni, era diventata una donna. Viveva alla vecchia casa assieme a Nojiko e continuava a coltivare mandarini assieme alla sorella. Quando qualcuno le chiedeva se si annoiasse, lei rispondeva sempre, ridendo:

“Dopo tutto ciò che ho passato con quella ciurma di folli, la vita tranquilla di coltivatrice di mandarini è tutto ciò che voglio!”

Tuttavia, tutti erano ben consapevoli di quanto Nami sentisse la mancanza della vita per mare e soprattutto dei suoi amici.

 

“Ehilà, c’è nessuno?!”

Una testa rossa fece capolino all’interno dell’ufficio di Genzo. L’uomo, intento a sonnecchiare su una sedia, alzò la testa di scatto, spaventato. La ragazza appena entrata rise di gusto.

“Genzo, perdiamo colpi, eh? Ormai sei vecchio, ti addormenti ovunque!”

“Grr, razza di diavoletto…Tutta tua madre!”

“Grazie per il complimento. Prima ho incontrato il Dottore, mi ha detto che c’è una lettera per me.”

“Sì, eccola qua. Tieni.”

“Grazie mille, Genzo. Ti lascio tornare al tuo pisolino! Sogni d’oro, nonnino!”

E scappò via di corsa, prima che l’uomo le lanciasse contro qualcosa. Era cresciuta, ma fare dispetti a Genzo era ancora ciò che la divertiva di più.

Nami imboccò la salita che portava a casa sua con tutta calma. Non aveva dato nemmeno un’occhiata alla lettera. Voleva aspettare di essere a casa, per potersela godere. Non erano molte le persone che le scrivevano, poteva trattarsi solo dei suoi cari amici. Il suo cuore mancò un battito, quando pensò a quanto le sarebbe piaciuto ricevere una lettera da una certa persona. Ma poi si riscosse, scuotendo la testa. Era impossibile che fosse sua. Da quando, due anni prima, si erano separati, non aveva più avuto sue notizie. Era assurdo pensare che si facesse vivo proprio ora.

Arrivata a casa posò le borse della spesa, lasciando a Nojiko il compito di sistemare tutto, ed uscì di nuovo, recandosi al promontorio dove sorgeva la tomba di Bellemer, la sua madre adottiva. Quando riceveva una lettera, andava sempre lì a leggere. Perché sapeva di potersene stare tranquilla. Seduta di fronte alla grande croce, finalmente afferrò la busta e la osservò. Sembrava qualcosa di ufficiale, con tanto di sigillo. Osservò bene lo stemma appartenente al mittente. Ed un sorriso di pura gioia si dipinse sul suo volto.

“Bibi!!”

Aprì velocemente la busta, estraendone un cartoncino piegato in due. Con impazienza ne lesse il contenuto.

 

La famiglia reale Nefertari del Regno di Alabasta è lieta di annunciare il matrimonio della sua erede al trono, Bibi Nefertari. Con la presente, siete invitati alla cerimonia che si terrà il giorno 22 agosto. La famiglia reale provvederà a fornirvi vitto e alloggio per l’intera durata del vostro soggiorno nel Regno. Cordiali saluti.

 

A Nami luccicarono gli occhi. Bibi si sposava! Le sembrava incredibile…ma anche straordinario! Le era capitato di sentire l’amica principessa un paio di volte, da quando era tornata a Cocoyashi. Era, senza ombra di dubbio, la sua più cara amica. Le voleva davvero moltissimo bene. Ad un certo punto, si accorse che all’interno della busta c’era un altro foglio. Lo prese e subito riconobbe l’ordinata calligrafia dell’amica.

 

Cara Nami,

come stai? Scommetto che sei molto sorpresa di sapere che mi sposo! Eh eh, un po’ lo sono anch’io…Quando finalmente Kosa si è deciso a chiedermelo, per poco non sono svenuta! A dire il vero, era da dopo la vostra partenza, che speravo di sentirmelo chiedere…Ma, a quanto pare, lui ha prima preferito sistemare un po’ di cose. Ha detto che voleva rifarsi di tutto il male fatto durante la ribellione di 6 anni fa. E’ incredibile come voli il tempo, eh Nami? Sono passati ben 6 anni da quando tu e gli altri mi aiutaste a salvare il mio regno. A me sembra accaduto ieri. Ricordo ancora perfettamente le giornate trascorse assieme a voi sulla Going Merry. Quanto mi sono divertita, allora! Nonostante fossi in continua apprensione per la sorte del mio paese, voi riuscivate a farmi sentire ugualmente serena! Beh, credo di doverlo soprattutto a te, questo. Oh, Nami! Sono così felice! Ti prego, devi assolutamente venire! Non puoi dirmi di no! Tu devi esserci ad ogni costo. Sei la mia migliore amica…Ti voglio al mio fianco nel giorno più importante della mia vita! Comunque, se puoi, raggiungi Alabasta prima della data del matrimonio. Voglio passare con te i giorni precedenti al grande evento. So che le mie possono sembrare richieste egoistiche, in fondo tu hai la tua vita a cui pensare…Ma per me è davvero fondamentale, la tua presenza!

Ti aspetto con ansia, amica mia. A presto.

Bibi

 

Nami sorrise. Per nessuna ragione al mondo sarebbe mancata al matrimonio della sua migliore amica. Era davvero felice per lei. Conosceva da molto i suoi sentimenti per Kosa. Aveva compreso quali fossero nel momento stesso in cui Bibi le aveva raccontato di lui. Ed era consapevole di quanto quella proposta di matrimonio avesse riempito di gioia la giovane principessa. Sospirò. Anche lei avrebbe voluto sentirsi proporre una cosa del genere da colui che amava. Ma era impossibile.

Riponendo lettera ed invito nella busta, si alzò. Poi si recò verso casa, per comunicare alla sorella la sua intenzione di partire presto per Alabasta. In fondo, al 22 agosto non mancava poi molto.

 

Nella calda mattinata del 1 agosto, Nami arrivò ad Alabasta. Era partita con un largo anticipo, per evitare che qualche inconveniente la facesse arrivare in ritardo. Inoltre voleva trascorrere un po’ di giorni con Bibi, come ai vecchi tempi. La giovane donna rimase molto sorpresa nel constatare il cambiamento che Alabasta aveva subito in quei 6 anni. Non era più quel regno in rovina che avevano trovato al loro primo sbarco su quella terra. La si poteva definire un’immensa oasi di gioia e tranquillità. In breve tempo riuscì a giungere ad Alubarna, utilizzando i locali mezzi di trasporto. Una vera passeggiata, al confronto della scarpinata che avevano fatto la prima volta.

Alubarna era forse la città più cambiata. D’altronde era stata teatro della più grande battaglia che si ricordasse in quel regno da favola…Arrivata davanti al palazzo, Nami si fermò per qualche istante ad osservarlo. Immagini di una tremenda quanto insensata battaglia le attraversarono la mente. Una principessa giovanissima ma determinata a ristabilire la pace nel suo paese. Innocenti che cadevano sotto le mani di un terribile usurpatore. Tutti quegli orribili avvenimenti, ormai, erano solo ricordi del passato. Ma Nami sapeva, forse meglio di chiunque altro, quanto quell’esperienza avesse segnato l’esistenza della sua amica Bibi.

Prese un profondo respiro e cominciò a salire la scalinata. Quando arrivò in cima, due guardie la bloccarono. Era evidente a chiunque che non si trattava di un’abitante di Alabasta. Portava ancora i suoi vestiti.

“Ferma! Chi sei?”

“Sono qui dietro invito della principessa. Solo che mi aspettava tra qualche giorno.”

“Dicci il tuo nome!”

“Ehi, aspetta…Io ti conosco!”

“Eh?”

“Tu sei Nami! L’amica della principessa, quella della ciurma di pirati che ha eliminato Crocodile!!”

L’altra guardia fissò prima il compagno, poi Nami.

“Sei davvero tu?”

“Beh, sì…”

Un gran sorriso si dipinse sul volto dei due uomini. In breve tempo Nami si ritrovò circondata da una ventina di guardie, che la salutavano e la ringraziavano come se fosse stata una sorta di eroina. Per lei era una situazione molto imbarazzante.

“La principessa sarà felicissima di rivederti! In questi sei anni non è passato giorno senza che ci raccontasse qualcosa su di voi! Dice sempre che i giorni vissuti con voi sulla nave sono stati i più belli della sua vita!”

In quel momento, qualcuno fece disperdere la piccola folla formatasi attorno a Nami.

“Insomma, che succede qui? Cos’è questo caos? Non dovreste essere a fare la guardia?”

Un uomo molto alto si fece strada, fino a giungere a Nami. Lei lo riconobbe subito.

“Ma tu sei Chaka!”

L’uomo la squadrò. Poi, riconoscendola, le rivolse un gran sorriso.

“Nami! Bentornata ad Alabasta! Non ti aspettavamo prima del 10!”

“Lo so. Sono partita un po’ in anticipo ed arrivata anche prima. Volevo passare qualche giorno con Bibi.”

“La principessa ne sarà davvero felice. Ti aspettava con ansia. Vieni, ti porto da lei.”

“Ti ringrazio.”

Mentre camminavano per i lunghi corridoi del palazzo, Chaka le pose alcune domande.

“Allora, come va? Ho saputo che alla fine siete riusciti a raggiungere i vostri obiettivi. Siete diventati i pirati più famosi di tutti i mari.”

“Non esageriamo…in fondo è Rufy quello che è diventato il Re dei Pirati.”

“Però voi siete la sua ciurma.”

“Eravamo, ormai. Ognuno di noi è tornato a casa ed ora svolge un lavoro diverso.”

“Davvero? E tu che lavoro fai?”

“Io? Coltivo mandarini.”

Chaka la fissò incredulo, poi non riuscì a trattenere una risata. Nami, rossa in volto, lo squadrò con il suo solito sguardo assassino (qualcosa non era cambiato, in fondo).

“Scusa, scusa. E’ che non ti vedo molto a fare la vita tranquilla della coltivatrice di mandarini…Ti vedrei meglio su una nave, ad impartire ordini e a picchiare chi non obbedisce.”

“Quello è stato il mio lavoro per oltre 4 anni! Non facevo altro dalla mattina alla sera, quando eravamo sulla nave.”

“Sì, lo immagino. Ma dimmi…come stanno tutti gli altri?”

“Non lo so. Io ormai non li vedo da due anni.”

“Cosa? Davvero? Non vi siete più visti?”

“No.”

Il discorso venne troncato lì. Erano arrivati in una stanza. Sembrava fatta apposta per le udienze private. Chaka si voltò verso Nami.

“Aspetta un attimo qui.”

“D’accordo.”

L’uomo uscì dalla porta ed entrò nella sala del trono, posta proprio di fianco alla stanza dove si trovava Nami. Nell’immenso salone erano presenti Re Cobra, la principessa Bibi e Igaram. Chaka s’inginocchiò al cospetto del sovrano.

“Chaka, che succede?”

“Chiedo scusa, sire. Ma avrei bisogno della principessa Bibi.”

“Perché? E’ successo qualcosa?”

“No, niente di ciò. Va tutto bene ed anche i preparativi per le nozze procedono a gonfie vele. Solo, c’è una cosa di cui vorrei parlarle.”

“Capisco. Bibi, vai pure.”

“Grazie, padre.”

Bibi seguì il soldato, incuriosita dallo strano sorriso dipinto sul suo volto. Chaka la portò di fronte alla stanza dove solitamente si tenevano le udienze private.

“Principessa, c’è una persona che vorrebbe vederla in privato.”

“Eh? E chi è?”

“Non si preoccupi, è tutto a posto. Entri, è qui che l’aspetta.”

Chaka non disse altro. Si appostò di guardia davanti alla porta, per evitare che la principessa venisse disturbata.

Bibi, un po’ titubante, entrò. All’interno della stanza, girata di spalle, c’era una donna. Guardava fuori da una delle finestre e sembrava assorta nei suoi pensieri. Bibi capì subito che si trattava di una forestiera. Indossava abiti inusuali per il loro regno. La sua figura le risultava vagamente familiare. In quel momento, la donna si voltò verso di lei. Le due stettero a fissarsi per qualche istante. Poi, mentre sul volto di Nami si dipingeva un’enorme sorriso di pura gioia, gli occhi di Bibi cominciarono a riempirsi di lacrime. La principessa si portò una mano alla bocca, mentre le prime lacrime cominciavano a correrle sulle guance.

“Bibi! Non ti metterai mica a piangere?! Dopo tutti questi anni hai ancora la lacrima tanto facile?!”

La principessa non rispose. Si limitò a correre incontro all’amica e a stringerla in un abbraccio colmo d’affetto.

“Nami!! Che gioia rivederti!”

Nami ricambiò l’abbraccio e, nonostante tutto, non riuscì a trattenere le lacrime.

“Anch’io sono felice di rivederti, Bibi. Ti trovo davvero in forma!”

“Ma perché non mi hai avvertita che saresti arrivata?”

“Volevo farti una sorpresa. E sono felice di esserci riuscita.”

“E’ una sorpresa straordinaria…Oh, Nami, mi sei mancata così tanto!”

“Anche tu mi sei mancata. Cavolo, sei proprio cresciuta, eh?”

“Sarebbe strano il contrario, non credi? Anche tu, comunque, sei cresciuta. Anzi…a dire il vero sei invecchiata!”

“Ma senti un po’ questa ragazzina!”

Nami tirò una guancia alla principessa, poi entrambe scoppiarono a ridere.

“E dimmi, Nami…Come stanno tutti gli altri?”

Il sorriso di Nami si oscurò. Era dura sentirselo chiedere in continuazione. Soprattutto visto che non sapeva la risposta. Bibi notò subito il suo cambiamento d’espressione e di umore. La guardò preoccupata.

“Mi spiace, Bibi. Purtroppo, non so proprio dirtelo. Nemmeno io li ho più visti, da quando abbiamo smesso di viaggiare insieme.”

“Cosa? Stai scherzando?!”

“No. Ho ricevuto un paio di lettere da Usop e da Sanji, loro dovrebbero stare bene…Ma per quanto riguarda gli altri, non so proprio nulla.”

Bibi la fissò decisamente sorpresa.

“Ma Nami…Non hai più avuto notizie nemmeno di Rufy?”

Nami si sorprese. Dal tono di Bibi sembrava che una cosa del genere non fosse nemmeno pensabile.

“No, non lo sento né vedo da due anni.”

“Ma tu…Durante gli anni in cui avete viaggiato insieme…non gli hai mai detto niente?”

“Di cosa stai parlando, Bibi?”

“Non fare la finta tonta con me. Sono la tua migliore amica e anche se non ci siamo viste per 6 anni riesco ancora a capire cosa ti passa per la testa. E poi all’epoca era più che evidente. Credi che non ti abbia mai vista incantarti a fissarlo?”

Nonostante i suoi 24 anni, Nami arrossì. Non avrebbe mai creduto che fossero così evidenti, i suoi sentimenti.

“Ma io…”

“Non mi verrai a dire che lo consideri solo il tuo migliore amico! Perché in questo caso faresti concorrenza ad Usop, visto quanto grandi le racconti!”

“Bibi, è così. Rufy è il mio migliore amico.”

“Nami, non dire balle, per favore. Non ero forse la tua migliore amica?”

“Certo che lo sei!”

“E allora perché non mi dici la verità?”

“Che verità vuoi che ti dica, Bibi?”

“Che in realtà Rufy non è mai stato un semplice amico, per te. Almeno, non da quando vi ho conosciuti io.”

Nami stette in silenzio. Per lunghi istanti si limitò a fissare il pavimento. Poi sospirò.

“…Hai ragione tu, Bibi. Rufy non è mai stato un semplice amico, per me. E mai lo sarà. E’ una persona talmente speciale, per me, che nemmeno io saprei definire il sentimento che provo per lui.”

“Allora te lo definisco io. Nami, tu sei innamorata di lui. Lo sei sempre stata.”

Si fissarono negli occhi. Poi Nami, chinando il capo ed arrossendo, sussurrò un debole:

“E’ davvero tanto evidente?”

Bibi sorrise. Finalmente l’aveva ammesso. Le posò una mano sul braccio, stringendolo leggermente.

“Per me sì. Ma non credo che gli altri della ciurma se ne siano mai resi conto. Tonti com’erano…”

“Sì, credo tu abbia ragione!”

Risero insieme. Poi Bibi tornò ad incalzarla.

“Nami, perché non glielo hai detto? Nemmeno prima di separarvi?”

“Perché sarebbe stato inutile. Lo conosci anche tu, Bibi. A lui non interessano minimamente queste cose. Per i 4 anni in cui abbiamo viaggiato insieme, il suo unico pensiero è stato diventare il Re dei Pirati. Beh, e proteggere noi, ovviamente. Poi, quando finalmente ha realizzato il suo sogno…Non so…E’ successo qualcosa, nel mio cuore. La sera stessa del ritrovamento di One Piece, stavamo tutti festeggiando. Erano tutti ubriachi fradici, fatta eccezione per me e Rufy. O meglio, io ero semi ubriaca, ma ancora lucida. Così, per cercare di farmi passare la sbornia, sono uscita sul ponte a prendere una boccata d’aria. E lì c’era Rufy. Fissava il mare, tutto assorto. Ti giuro che non gli avevo mai visto un’espressione simile addosso. Era tremendamente serio…E sembrava addirittura triste. Subito pensai che era in quelle condizioni all’idea di separarsi dalla sua ciurma e di smettere di viaggiare. Uno come lui non può stare fermo tanto a lungo, non credi anche tu?”

“Effettivamente…Ma questo che c’entra col non averglielo detto? Anzi, a maggior ragione avresti dovuto farti avanti. Così non si sarebbe separato da tutti.”

“Invece è proprio questo il motivo. Bibi, tu conosci la mia storia, te l’ho raccontata. Sai che a casa mi aspettava mia sorella.”

“Sì, certo. E con questo?”

“Io volevo tornare da lei. Volevo tornare al mio villaggio, riabbracciare mia sorella, lavorare ancora nell’agrumeto di mia madre. Fare tante cose che in passato non avevo avuto la possibilità di fare. Erano 12 anni che non passavo un po’ di tempo con mia sorella. Prima per colpa degli uomini pesce, poi per via di Rufy. Non avrei mai potuto rimanere con Rufy e viaggiare. O magari andare con lui al suo villaggio. E, d’altro canto, nemmeno potevo chiedere a Rufy di fermarsi al mio villaggio con me. Lui deve rimanere libero, perché è la sua natura. Legarlo a me sarebbe stato come tarpargli le ali, chiudergli le strade che aveva davanti a sé in quel momento…Non potevo davvero fargli una cosa simile. Così, quella sera, mi limitai a chiedergli di riportarmi presto da mia sorella.”

Lo sguardo di Nami era davvero triste e a Bibi dispiaceva molto vederla in quello stato. Le voleva moltissimo bene. La considerava una sorta di sorella maggiore. E le doveva moltissimo. Le sorrise.

“Nami, dai, non pensiamoci più. E’ inutile rivangare un passato doloroso. Scusa se te l’ho chiesto. Adesso basta tristezze. Questo è un giorno felice, perché ti ho finalmente riabbracciata. E dobbiamo pensare a cose felici.”

Nami ricambiò il sorriso. Annuì e cercò di dimenticare Rufy. Almeno per il resto della giornata.

“Sono d’accordo con te. E non preoccuparti. In fondo, è la prima volta che posso sfogarmi con qualcuno su questo argomento! Piuttosto…Bibi, Alabasta è davvero stupenda! Ora che la vedo con il suo vero aspetto, me ne rendo davvero conto. E’ completamente diversa dal regno devastato che ho visto 6 anni fa.”

“Già. La sconfitta di Crocodile, il ritorno della pioggia, la fiducia ritrovata del popolo nei confronti del Re…Tutte queste cose hanno contribuito a far tornare Alabasta com’era un tempo. E forse è addirittura migliorata.”

“Anche merito di quello scemo di un capitano, eh?”

“Non solo suo. Ma di tutta la ciurma, te per prima.”

“Io non ho fatto questo granché. Mi sono limitata a combattere i nemici che mi hanno sfidata, tutto qui.”

“No, non intendo questo. Certo, il tuo contributo durante la battaglia è stato fondamentale…Però ciò che intendevo dire io è che tu hai salvato me.”

“Cosa?”

“Tutti qui considerano Rufy una sorta di salvatore. E’ diventato il salvatore di Alabasta, davvero. Ma, per quanto mi riguarda…la mia salvatrice, la salvatrice della mia anima e del mio cuore…sei tu.”

“Non capisco, io non ho fatto nulla…”

“Non è vero. Tu mi sei stata amica. Mi hai sostenuto in ogni momento del nostro viaggio. Ogni volta che mi sentivo giù, tu eri al mio fianco per consolarmi. E mi hai dato il coraggio e la forza per andare avanti, sempre e comunque. Anche quando qui nessuno riusciva a sentire la mia voce e tutti continuavano a combattere…tu hai cercato di fermarli con tutte le tue forze. Davvero Nami. Se non fosse stato per il tuo sostegno e la tua amicizia, non sarei mai riuscita ad arrivare qui ad Alabasta e a sistemare le cose. Fin dal primo momento, quando mi hai abbracciata dopo l’esplosione della nave di Igaram…E poi anche quando stavi male, ma volevi comunque andare avanti…E quando m’incoraggiavi, mi sostenevi…Ti assicuro che è solo grazie a te se ora posso essere così felice.”

Entrambe avevano nuovamente gli occhi colmi di lacrime. Si abbracciarono ancora, come due sorelle. E poi si diressero nella sala del trono, per salutare il Re. Decisero che Nami si sarebbe fermata a palazzo. E sarebbe potuta rimanere tutto il tempo che desiderava. Inoltre le fu chiesto di essere la damigella d’onore di Bibi. Era proprio quello il motivo per cui la principessa le aveva chiesto di recarsi lì in anticipo. Felice ed onorata, la giovane donna accettò.

 

I successivi venti giorni furono fantastici per entrambe le donne. Si rifecero di tutto il tempo per cui erano rimaste separate. Era impossibile vedere l’una senza l’altra. Tanto che una sera, ridendo, Kosa disse:

“Insomma, qui mi sembra che tu preferisca passare il tuo tempo con Nami, piuttosto che con me! Non è che mi molli per sposare lei, vero Bibi?”

Man mano che la data delle nozze si avvicinava, cominciarono ad arrivare gli ospiti provenienti da altre isole. Essendo il matrimonio di una principessa, erano invitati anche i Reali di altri paesi. Anche Dorton, che aveva sostituito Re Wapol alla guida del regno di Drum, arrivò, portando con sé notizie di Chopper.

“Purtroppo Chopper non potrà venire. E’ rimasto bloccato a Drum a causa di un’epidemia d’influenza. Nulla di preoccupante, però Kureha da sola non poteva farcela.”

Bibi rimase molto dispiaciuta da questa notizia, ma se ne fece una ragione. Quando mancava ormai meno di una settimana al grande evento, ricevette alcune lettere dagli ex membri della ciurma, in cui spiegavano di non poter partecipare. Zoro era impegnatissimo con la sua scuola di spada e non aveva nessuno che potesse sostituirlo. Senza contare che non sarebbe stato in grado di arrivare da solo ad Alabasta, visto il suo scarso senso dell’orientamento. Usop non poteva muoversi dalla sua isola, perché la sua fidanzata, Kaya, stava per dare alla luce un bambino. Sanji era impossibilitato a lasciare il Baratie, visto che il vecchio Zeff gliene aveva momentaneamente affidato la gestione. La sera del 20 agosto, Bibi e Nami si ritrovarono nella stanza della rossa a parlarne.

“Insomma, praticamente nessuno di loro può venire. E’ davvero un peccato…Però, passi Usop che deve assistere Kaya…E’ ovvio che non voglia perdersi la nascita di suo figlio. Ma Zoro e Sanji potevano tranquillamente liberarsi! Sono davvero degli idioti egoisti!”

“Dai, non dire così, Nami…Certo, il fatto che non possano venire mi dispiace moltissimo…ma non è colpa loro!”

“Comunque sono degli idioti! Tu sei nostra amica e dovevano fare uno sforzo!”

“Sono certa che mi considerano loro amica anche se non possono venire al matrimonio. Vorrà dire che, durante il viaggio di nozze, andrò io a trovarli!”

“Mi fa piacere che tu l’abbia presa bene…”

“In fondo, la persona che più desideravo al mio fianco è già qui. E da Rufy non sono arrivate notizie, quindi può darsi che lui arrivi.”

“Io non ci conterei troppo…Se è rimasto come due anni fa, stai certa che o non ha letto l’invito o non è stato in grado di scriverti la risposta!”

“Ma come sei cattiva! Però questi suoi difetti non ti hanno impedito di innamorartene!”

Nami arrossì di colpo.

“Insomma, Bibi! Perché devi sempre tirare fuori questo discorso?!”

“Perché è troppo divertente vedere come arrossisci! Sei uno spasso, Nami!”

“Ora te la faccio pagare…”

Nami stava per cominciare a fare il solletico alla principessa, quando qualcuno bussò alla porta della camera. Era un soldato mandato dal Re. Bibi doveva andare subito nella sala del trono.

“Uffa, ma nemmeno di sera mi lasciano in pace? Tutto il giorno a correre avanti e indietro per i preparativi…Finalmente ho un attimo di pace per rilassarmi con te e mi vengono a chiamare!”

“Dai, è ovvio che tu debba faticare un po’, no?”

“Lo dici perché tu puoi rimanertene qui tranquilla…”

“Beh, è il tuo matrimonio, mica il mio!”

“Vedremo cosa accadrà quando toccherà a te e a Rufy!”

Bibi disse quest’ultima frase precipitandosi fuori dalla porta. Appena in tempo per scansare il cuscino lanciatole contro da Nami.

La rossa, rimasta sola, si distese sul letto con le braccia incrociate dietro la nuca. Stette a fissare il soffitto, persa nei propri pensieri. Era davvero felice di trovarsi lì. Ritrovare Bibi era stato fantastico. Lei non aveva mai avuto una vera amica, prima di conoscere la principessa. La sua migliore amica, fino a quel giorno, era stata sua sorella Nojiko. Sua sorella continuava ad essere importantissima, ovviamente, un’amica speciale. Ma era comunque una sorella. Bibi invece era qualcosa di diverso…Un’amica, una vera amica. Un’amica a cui confidare le proprie pene in amore…con cui riderci sopra o, all’occorrenza, piangerci sopra. Un’amica da aiutare nei preparativi del suo matrimonio. Un’amica con cui restare sveglia tutta la notte a chiacchierare di ogni cosa, dalla più futile alla più seria. Un’amica con cui condividere ogni gioia e ogni dolore. Sì, era davvero felice di essere andata ad Alabasta. Quei venti giorni erano stati i più belli degli ultimi due anni. Non si sentiva così felice dal periodo in cui viaggiava ancora con gli altri amici.

Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dall’ingresso di Bibi nella stanza. Nami la guardò sorridendo.

“Allora, sistemato tutto?”

“Non proprio. Nami, potresti farmi un grandissimo favore?”

“Eh? Certo, di che si tratta?”

“Vedi, è arrivato un altro invitato. Mio padre è impegnato con Kosa, Chaka ed Igaram in alcuni preparativi…E Terracotta (la moglie di Igaram) mi ha chiesto se vado con lei per definire un paio di dettagli del vestito. Non c’è nessuno che possa accompagnarlo alla sua stanza e spiegargli come raggiungere le varie sale del palazzo. Ormai tu sei pratica di questo edificio, non avresti problemi a spiegargli tutto. Potresti accompagnarlo tu?”

Nami era sorpresa. Non si aspettava di dover fare da cicerone a qualche ospite. Probabilmente si trattava di un principe o di un re. Però Bibi aveva bisogno di aiuto e non aveva nessuna intenzione di negarglielo. Perciò si alzò in piedi, sorridendo ed annuendo.

“Certo. Dimmi in che camera devo portarlo, e ci penso io.”

“Oh, ti ringrazio davvero di tutto cuore, Nami. Ora si trova nella stanza delle udienze private, quella dove ci siamo incontrate io e te. Puoi portarlo alla camera in fianco a questa, l’ultima del corridoio. Grazie, mi salvi la vita!”

“Ma figurati, è un piacere. E’ sufficiente che io gli mostri la camera e gli spieghi la disposizione delle sale, giusto?”

“Sì. Se poi lui dovesse averne voglia, e ovviamente anche tu, puoi fargli fare un giro del palazzo.”

“D’accordo. Lascia fare a me.”

“Grazie.”

Così dicendo le due uscirono dalla stanza, dirigendosi in due direzioni diverse. Nami andrò diretta nella saletta indicatale da Bibi. Era un po’ nervosa all’idea di che personaggio si sarebbe trovata davanti. Ma si fece passare subito il nervosismo. In fondo, lei non si era mai posta nessun problema di fronte a nessuno. Bussò ed entrò.

“Permesso? Buonasera. Sono qui per accompagnarla alla sua stan…”

Le parole le morirono in gola. Di fronte a lei, che la fissava con espressione decisamente sorpresa, c’era una persona che ben conosceva. Una persona di cui aveva parlato con Bibi solo pochi minuti prima. Una persona che, si rese conto, non era pronta a rivedere. Ma che le era mancata da morire.

“Rufy…”

Era cambiato. Negli ultimi due anni era cambiato davvero molto. Soprattutto la sua espressione. Anche alla fine del loro viaggio, nonostante lui avesse ormai 21 anni, il suo volto era rimasto quello dell’inizio. Sempre con un’espressione beata e tranquilla, come se nulla al mondo potesse turbarlo. Ma in quei due anni era cambiato. Era come se fosse diventato adulto tutto d’un colpo. Non si poteva più scambiarlo per un ragazzino di 15 anni. Ormai era ben evidente che si trattava di un uomo. “E che uomo!” pensò Nami.

Anche Rufy, dal canto suo, era sconvolto. Era appena arrivato ad Alabasta per le nozze di Bibi. Si era subito presentato al palazzo e Bibi, rivedendolo, si era commossa. Era stato molto felice di riabbracciare la sua vecchia amica. Dopo aver scambiato due parole, però, lei se n’era andata, spiegandogli che aveva da fare con i preparativi. Gli aveva anche detto di aspettare in quella stanza. Gli avrebbe mandato qualcuno per accompagnarlo alla sua camera. Mai si sarebbe aspettato che quel qualcuno fosse proprio Nami. La stessa Nami che un tempo era stata non solo parte della sua ciurma, ma anche e soprattutto la sua migliore amica. La stessa Nami che, nonostante questo, non vedeva da oltre 2 anni. Era diventata ancora più bella, in quei due anni. O forse, semplicemente, la vedeva per la prima volta con occhi diversi. Occhi più maturi.

“Nami…Ciao…”

“C- ciao…”

Vi era un forte imbarazzo, tra i due. Nessuno sapeva cosa dire o come comportarsi. La tensione all’interno della stanza era molto forte. Finché Rufy non l’allentò facendo uno dei suoi grandiosi sorrisi.

“Che bello rivederti, Nami! Ti trovo in gran forma!”

Rivedere quel sorriso da bambino sul volto ormai adulto del suo capitano, fece rilassare anche Nami. Ricambiò il sorriso, avvicinandosi a lui.

“Anche tu mi sembri in gran forma, Rufy! Mi fa molto piacere! E sono anche felice che tu sia venuto.”

“Davvero?”

“Certo. Bibi era un po’ triste, perché nessuno degli altri ragazzi della ciurma verrà. Sperava molto nel tuo arrivo.”

“Vuoi dire che gli altri non ci saranno?”

“No. Hanno tutti altri impegni.”

“Peccato. E io che volevo approfittare dell’occasione per rivederli! Ormai sono passati più di due anni, dall’ultima volta.”

“Già.”

“Beh, almeno ci sei tu! Sei qui ad Alabasta da molto?”

“Abbastanza. Sono arrivata 20 giorni fa.”

“Così tanto?”

“Sì. Volevo passare un po’ di tempo con Bibi.”

“Capisco. Così siete rimaste amiche, che bello!”

“Beh, in fondo…Anche noi, no?”

Si sorrisero. Poi Nami lo invitò a seguirla e, chiacchierando, s’incamminarono verso la stanza assegnata al Re dei Pirati.

“Dimmi, Rufy, hai più visto Ace?”

“Certo. Ora viviamo insieme sull’isola dove siamo nati.”

“Davvero? Ha smesso di fare il pirata?”

“Sì. Ha detto che si era stufato.”

“Se non sbaglio, anche lui era invitato al matrimonio, vero?”

“Sì, però non poteva venire. Comunque manda i suoi saluti a tutti voi.”

“Ringrazialo da parte mia.”

“Lo farò. E tu? Vivi sempre a Cocoyashi?”

“Certo.”

“Come stanno tua sorella ed il poliziotto?”

“Molto bene. Sono sempre gli stessi. Io e Nojiko viviamo insieme nella nostra vecchia casa e coltiviamo i mandarini di nostra madre.”

“Ahhh…Che buoni, quei mandarini…A volte me li sogno la notte…Dove vivo io non se ne trovano di così buoni!”

“Mamma mia, vedo che non sei cambiato per niente! Sei ancora un pozzo senza fondo!”

“Eh eh, modestamente…”

“Scemo, non era mica un complimento!”

“Ah no?”

E scoppiarono a ridere. Erano arrivati davanti alla camera del giovane.

“Eccola qua, signore. Questa è la sua camera.”

Entrarono, mentre Rufy si guardava intorno.

“Wow, che grande! E’ fantastica! Certo che si vede che siamo ospiti di una principessa, eh?”

“Puoi dirlo forte. Questo palazzo è una meraviglia. L’altra volta non ci eravamo fermati a sufficienza per capirlo.”

“Già già. Ehi, ma c’è anche un terrazzo! Ed è immenso!”

Rufy uscì sul terrazzo e Nami lo seguì. Era davvero grande e si rese conto, con molto stupore, che era comunicante con quello della sua camera. Nami ridacchiò. Senza dubbio Bibi l’aveva fatto apposta. Sia il fatto di mandarla ad accogliere l’ospite, sia di avergli dato la camera vicina alla sua.

“Che impicciona! Questa gliela devo proprio fare pagare! O forse dovrei ringraziarla? Mah, vediamo come vanno le cose. Poi deciderò.”

“Oh, guarda! Questo terrazzo è comunicante con quello di un’altra camera! Nami, per caso hai idea di chi ci sia, in quella stanza?”

“Perché lo vuoi sapere?”

“Perché se non c’è nessuno posso avere un doppio terrazzo tutto per me!”

“Scordatelo. Quel terrazzo appartiene alla persona che sta in quella camera. E ti assicuro che non ha nessuna voglia di vedersi uno scemo gironzolare sul suo terrazzo ad ogni ora del giorno e della notte!”

“Allora tu conosci la persona che sta in quella camera?”

“Molto bene.”

“Uffa…Sarà sicuramente una persona noiosa…E io che già speravo di potermi fare qualche bella chiacchierata!”

“Diciamo che per le chiacchierate si può fare…Ma non ti salti in testa di venire a gironzolare in quel terrazzo senza avere il mio permesso!”

“Eh? Ma allora ci sei tu, in quella stanza?!”

“Esattamente.”

“Allora posso fare come voglio!”

“Ma se ti ho appena detto di no?! Possibile che tu ancora non capisca le cose, quando ti vengono dette?! E sì che ormai sei grandicello, hai 23 anni, Santo Cielo!”

“Uffa, lo sai che nemmeno tu sei cambiata per niente? Continui ancora a rimproverarmi per ogni cosa! Antipatica!”

“Idiota!”

Rufy le fece una linguaccia e lei ricambiò. Poi scoppiarono di nuovo a ridere.

“Ok, Rufy. Ti lascio riposare. Io vado nella mia stanza. Ci vediamo domani.”

“Ah, va bene. Buonanotte, Nami.”

“Buonanotte, Rufy.”

I due, però, non si mossero. Rimasero a guardarsi. Poi sorrisero entrambi.

“E’ strano…”

“Già. Era davvero moltissimo tempo che io e te non ci auguravamo la buonanotte.”

“Ti ricordi, Nami, quando tu rimanevi alzata di notte per studiare le stelle?”

“Certo. E tu ogni volta apparivi, con l’intento di fregare qualcosa da mangiare dalla dispensa.”

“Erano semplicemente spuntini notturni!”

“Ma se Sanji si arrabbiava sempre perché gli finivi tutte le scorte?!”

“Comunque è successo davvero spesso, allora, che ci ritrovassimo a chiacchierare in piena notte, non è vero?”

“Già. Anche se erano più le volte in cui io ti parlavo e tu ti addormentavi…”

“Non era colpa mia se i tuoi discorsi erano noiosi!”

“Come, noiosi?! Ma se eri tu a chiedermi di parlarti delle stelle?!”

“Però mica mi addormentavo sempre!”

“No, circa due volte su tre…”

“E’ già qualcosa. Considerato che succedeva quasi tutte le notti!”

“Sì, conoscendoti è un bel risultato!”

“…Sai, Nami, quei momenti in cui chiacchieravamo sono una delle cose che più mi mancano, della nostra vita per mare, tutti insieme…”

Nami lo guardò, sorpresa. Anche per lei era così. Gli sorrise dolcemente.

“Mi sei mancato, Capitano…”

“Anche tu, navigatrice…Buonanotte.”

“Buonanotte.”

E Nami si recò nella sua stanza, lasciandolo solo. Il cuore le batteva all’impazzata e si sentiva piena di felicità. Quando aprì la porta della sua camera, si trovò davanti una sorridente Bibi.

“Eccoti qua! Ce ne hai messo di tempo! Eppure non mi pare tu gli abbia mostrato il palazzo!”

“Bibi…Lo sai che in questo momento sono combattuta tra il desiderio di strozzarti e quello di darti un bacio?”

“Beh, evita entrambi, così siamo a posto!”

“Mi hai fatto proprio un bello scherzo! Per poco non mi è preso un colpo, quando l’ho visto!”

“Anch’io mi sono sorpresa molto. Poi, subito ho pensato che dovevo farti una sorpresa. Comunque volevo lasciare che vi incontraste da soli. Ed è andata piuttosto bene, a giudicare dal tuo sorriso e da come ti luccicano gli occhi!”

“Facciamo così…Per ringraziarti di aver pensato a me non ti strozzo, ma per fartela pagare per lo scherzo non ti dico niente!”

“Nooo!!”

E ingaggiarono una lotta a suon di cucinate e solletico.

 

Il giorno seguente, sia Nami che Bibi furono piuttosto impegnate con i preparativi. Il grande evento era fissato per l’indomani. Nami non ebbe occasione di incontrare Rufy per tutta la giornata. Solo la sera, dopo cena, si ritrovarono entrambi sul terrazzo. Nami era uscita per prendere una boccata d’aria dopo quella frenetica giornata, quando voltandosi vide Rufy intento a fissare le stelle. Sorrise, osservando il suo profilo. Il sorriso che il giovane uomo aveva dipinto sul volto la rimandava indietro nel tempo di oltre due anni. Lentamente si recò nel terrazzo della sua camera e si appoggiò alla balaustra, al suo fianco. Lui, avvertendo la sua presenza, si voltò e le sorrise.

“Buonasera! Si può sapere dove sei stata tutto il giorno?”

“Ero impegnata con i preparativi per la cerimonia di domani. Sai, sono la damigella d’onore.”

“Davvero? E…che significa?”

Per poco Nami non cadde dal balcone. Poi, battendosi una mano sulla fronte, sospirò.

“Significa che domani sarò al fianco di Bibi, al suo matrimonio.”

“Ah, capisco.”

“E tu, invece? Che hai fatto, per tutto il giorno?”

“Sono andato in giro per Alubarna. E’ stato fantastico, tutti quelli che mi riconoscevano mi offrivano qualcosa da mangiare! Ho fatto una tale scorpacciata!!”

“Santo Cielo, Rufy! Ma tu non cambi proprio mai?!”

“E perché mai? Preferiresti che fossi diverso?”

A quella domanda, Nami arrossì. Lui la fissava, come in attesa di una risposta. Allora sorrise.

“No. Ammetto che così vai più che bene. Se solo fossi un po’ meno ingordo…”

“Uffa, anche tu però non cambi mai! Sai solo rimproverarmi!”

“Se tu ti comportassi in modo diverso, forse…”

“La verità è che sei isterica!!”

“CHE COSA?!?!?”

Prima che potesse scoppiare il finimondo, i due vennero interrotti dall’arrivo di Bibi.

“Eccovi qua! Nami, ti cercavo.”

“Ah, scusa. Stavo cercando di spiegare un paio di cose a questo idiota senza cervello!”

“Isterica…”

BONK!!!

“Ahia!!!”

Il povero Rufy si massaggiò la testa, appena colpita da un pugno di Nami. La rossa si voltò poi verso l’amica principessa, ignorandolo.

“Allora, Bibi, come mai mi cercavi?”

“Ecco, a dire il vero…Volevo solo un po’ di compagnia. Sai, ora che manca così poco e che non sono impegnata con i preparativi…comincio a sentirmi un po’ nervosa…”

Nami le sorrise dolcemente.

“Posso immaginarlo. Dai, andiamo dentro. Stasera potremmo dormire insieme, che ne dici?”

“Era proprio quello che avevo in mente!”

“Posso dormire anch’io con voi?”

Due paia d’occhi fissarono il Re dei pirati, sconvolte.

“Che ho detto di strano?”

“Rufy…Vattene a letto. E, sia chiaro…nel tuo!”

“Ma io…”

“Fila!”

Rufy entrò sconsolato nella sua stanza, augurando ad entrambe la buonanotte. Dopo aver ricambiato, anche loro due rientrarono.

“Nami, poverino! Potevi anche trattarlo un po’ meglio!”

“Ma l’hai sentito, Bibi?!”

“Dai, non fare così! Tanto so benissimo che, se te l’avesse chiesto mentre eravate soli, avresti accettato!”

“MA SEI PAZZA, BIBI?!”

“Ah ah! Sei tutta rossa! Allora avevo ragione!”

“Smettila! E poi lui l’ha detto senza avere secondi fini! Anzi, secondo me non sa nemmeno che significhi!”

“Dici? Per me, invece, l’ha detto apposta per vedere come reagivi. Probabilmente era la prova generale per potertelo chiedere domani, no?”

“Bibi, o la smetti con queste insinuazioni, o domani, su tutti i giornali di Alabasta, apparirà la notizia della tua morte. Uccisa dalla tua damigella d’onore.”

“Ho capito, la smetto…Però devo proprio ringraziarti…Dopo averti presa in giro sono molto più tranquilla. Dormirò serena, stanotte!”

“Io invece avrò gli incubi.”

“Sì, come no…incubi, li chiama! Vedi di non scambiarmi per Rufy, nel sonno, altrimenti Kosa non mi sposerà più!”

“BIBI!!!!!”

“Ih ih ih!!”

 

E, finalmente, arrivò il gran giorno. La cerimonia era fissata per il primo pomeriggio. Nami e Bibi si alzarono di buon’ora e si immersero negli ultimi preparativi. Poi cominciarono a prepararsi. Entrambe furono circondate da una decina di donne, che cominciarono a truccarle, pettinarle, vestirle e (per quanto riguardava Nami) torturarle. Anche Rufy, dal canto suo, era stato invitato dal Re e da Kosa a prepararsi con loro. E cercava di capire come diavolo s’indossava quel fastidiosissimo abito da cerimonia (in pratica, semplicemente uno smoking. Ma per Rufy era come una tuta spaziale…). Kosa era nervosissimo ed anche Re Cobra ed Igaram faticavano a mantenere il controllo. Rufy, invece, si chiedeva perché mai, nonostante fosse ora di pranzo, nessuno gli avesse dato da mangiare.

Nami, nella stanza riservata alla sposa ed alla sua damigella, stava maledicendo con tutte le sue forze quelle donne. C’impiegarono oltre 3 ore a prepararle ed alla fine Nami si sentiva distrutta. L’unica cosa che avrebbe desiderato fare, in quel momento, era andare a letto a riposare. Ed invece ora arrivava la parte più faticosa. Si voltò a guardare Bibi. E rimase incantata. Era stupenda. Ed era più che evidente che era emozionatissima. Sorrise dolcemente, poi le si avvicinò.

“Ehi…”

Bibi la guardò.

“Nami…Mi sento male…Io…sverrò!”

“Non fare così! Insomma, proprio tu che, essendo una principessa, sei abituata a parlare davanti a milioni di persone!”

“Ma non si tratta di fare un discorso! Si tratta di sposarsi!”

“E allora? Forse hai cambiato idea?”

“No, certo che no!”

“Allora è tutto a posto. Senti, Bibi. Tu ami Kosa, non è così?”

“Certo, con tutto il mio cuore…”

“Appunto. Quindi non avrai nessun problema. Dovrai semplicemente promettergli di amarlo per il resto dei tuoi giorni. Ti do un consiglio…Se ti senti nervosa, mentre cammini verso l’altare o durante la cerimonia…Tu concentrati sul pensiero che lo ami. E che vuoi condividere con lui il resto della tua vita. E tutto si sistemerà.”

Bibi sorrise all’amica, con gratitudine.

“Sono così felice che tu sia al mio fianco, in questo momento…Non avrei voluto nessun’altro, Nami. Grazie davvero.”

“Anch’io sono felice di essere qui, Bibi. Sono orgogliosa di essere tua amica. E soprattutto sono contenta di vederti così felice.”

Si abbracciarono strette, rimanendo così per qualche istante. Poi si separarono.

“Ormai è quasi ora. Andiamo.”

“Sì.”

 

Il luogo adibito al matrimonio era la grande piazza davanti al palazzo, quella dove 6 anni prima si era svolta la grande Battaglia di Alabasta. A celebrare le nozze sarebbe stato il Re in persona, mentre Igaram avrebbe avuto l’onore di accompagnare la sposa all’altare. Lo sposo, Kosa, ed il suo testimone, Chaka, erano già pronti, in attesa dell’arrivo della sposa. Rufy era invece in attesa di Nami. Gli era stato chiesto di scortare la damigella fino all’altare (altra idea di Bibi). Finalmente, una testa rossa fece capolino tra la folla. Sentendo un gran vociare, Rufy si voltò verso di lei. E rimase incantato. Era assolutamente stupenda. Sentì chiaramente il suo cuore saltargli nel petto. Per un momento temette quasi di vederlo balzare fuori. Anche Nami lo guardò e si stupì di quanto gli donasse quell’abito. Rufy era sempre stato un bel ragazzo, ma in quel momento lo vedeva come un uomo stupendo. Si fissarono per lungo istante. Poi Rufy, sorridendo, porse il braccio a Nami, che, ricambiando il sorriso, lo afferrò, incamminandosi con lui in direzione dell’altare. Prima di lasciarla per andare a sedersi, Rufy le sussurrò all’orecchio:

“Sei bellissima.”

Nami rimase sbalordita. Mai si sarebbe aspettata un simile complimento da lui. Era talmente sorpresa che quasi non si accorse che la sposa aveva fatto il suo ingresso in scena.

Tutti si zittirono. Sull’intera piazza regnò il silenzio più assoluto, mentre Bibi avanzava verso l’altare, al braccio di Igaram. Kosa e Re Cobra s’incantarono a guardarla. Nami sorrise, commossa. Era davvero come vedere la propria sorella minore sposarsi. E più la principessa si avvicinava all’altare, più si sentiva felice per lei. Assistette all’intera cerimonia con gli occhi colmi di lacrime. E, per un istante, al momento del bacio degli sposi, provò ad immaginarsi al posto dell’amica, al fianco dell’uomo che amava. Automaticamente, il suo sguardo cercò Rufy e lo trovò intento a fissarla. Non appena i loro occhi si incrociarono, lui le sorrise, e Nami si sentì esplodere il cuore in petto. Possibile che Rufy provasse qualcosa per lei? Era cambiato, senza ombra di dubbio. Era molto maturato, non solo fisicamente. Certo, faceva ancora lo scemo ed era ancora un ingordo, ma era evidente che si comportava in quel modo soprattutto per non uscire troppo dal suo “personaggio”. Ma era impossibile non notare quanto fossero cambiati alcuni suoi atteggiamenti. I sorrisi che le rivolgeva, per esempio. Non erano più quei sorrisi immensi, che ti mettevano allegria solo a guardarli. Sorrisi molto meno evidenti, ma infinitamente più dolci. E alcune frasi che le aveva rivolto…Il tono con cui le aveva pronunciate…No, non era davvero più lo stesso. Ma a lei piaceva ancora da matti.

“EVVIVA GLI SPOSI!!!”

L’esclamazione la riscosse dai suoi pensieri. La cerimonia era finita e gli sposi s’incamminavano lungo il corridoio di persone. Vide che Chaka le porgeva il braccio. Il testimone e la damigella d’onore seguirono gli sposi, tra le acclamazioni della folla. Per tutto il tragitto Nami avvertì due occhi fissi su di lei e seppe con certezza, anche senza voltarsi, che erano quelli del suo amato capitano.

 

In tutta Alabasta erano stati organizzati banchetti e feste, in onore del matrimonio della principessa Bibi. Ma il più suntuoso banchetto fu, ovviamente, quello di Alubarna. Tutti gli invitati si divertirono moltissimo, furono organizzati giochi, spettacoli, di tutto. Rufy passò quasi tutto il tempo assieme a Dorton, chiedendogli notizie di Drum, mentre Nami vagava da un ospite all’altro. Avendo trascorso gli ultimi 20 giorni a palazzo, aveva conosciuto moltissime persone. La festa durò l’intero pomeriggio e si arrivò presto al tramonto. Sarebbe proseguita fino a notte fonda. Finalmente, quando ormai si sentiva a pezzi, Nami fu raggiunta da Bibi.

“Ehi, Nami.”

“Ecco qui la sposina novella! Non sono più riuscita a parlarti, dopo la cerimonia. Congratulazioni, Bibi.”

“Ti ringrazio.”

Si abbracciarono affettuosamente.

“Mi spiace non aver avuto tempo per te.”

“Stai scherzando? Mi sembra naturale che la sposa debba stare un po’ con tutti!”

“Però…Non ho potuto fare a meno di notare che non sei mai stata con Rufy, per tutto il pomeriggio. E’ successo qualcosa?”

“No. Ovvero…nulla di concreto. Solo, durante la cerimonia mi sono ritrovata a pensare a lui e mi sono resa conto di alcune cose.”

“E cosa?”

“E’ cambiato. Parecchio. Ed il suo atteggiamento nei miei confronti è…strano. Sai, per un istante ho quasi pensato che lui…fosse interessato a me.”

“Ti sembra una cosa tanto impossibile?”

“Sinceramente? Sì. Non lo so, Bibi…Mi sento esattamente come la sera di cui ti ho parlato, quella del giorno in cui abbiamo trovato One Piece. Non vorrei mai lasciarlo, ma sento che non sarebbe giusto confessargli i miei sentimenti e legarlo troppo a me, negargli la sua libertà…”

“Non hai pensato all’eventualità che lui desideri legarsi a te? Comunque, se non glielo chiedi, non lo scoprirai mai.”

“…Ho paura, Bibi. Non so nemmeno io di cosa, ma…ho paura. Forse di perderlo…O forse, semplicemente, sono io ad aver paura di vedermi negare la mia libertà, legandomi a lui.”

“Nami, tu hai già perso la tua libertà! Pensi davvero di essere in grado di dimenticarlo? Se ora tu lascerai le cose così come stanno, lo rimpiangerai per sempre. Continuerai, per il resto dei tuoi giorni, a pensare a lui e a ciò che avreste potuto essere insieme. E finirai con il diventare una persona triste e spenta. Nami, io non voglio vederti così. Si vede che questa storia ti fa stare male. Per favore…Parlagli.”

“…Forse…forse hai ragione tu…”

“Dai, prendilo e andate da qualche parte lontani dalla folla. Cerca un posto dove potrete stare tranquilli. E digli semplicemente tutto ciò che senti. Sono sicura che, comunque vadano le cose, poi ti sentirai meglio.”

“Va bene. Ci proverò. Hai ragione tu. Non voglio vivere per sempre con il rimorso. Mi giocherò il tutto per tutto. Tanto, non ho niente da perdere.”

“Brava. Così ti riconosco. Tu sei sempre stata grintosa e decisa. E voglio che rimanga proprio così. E’ per questo tuo modo di essere che io ti voglio tanto bene, ricordatelo!”

“Grazie. Ti voglio bene anch’io, amica mia. E grazie.”

Si abbracciarono ancora, poi Nami si diresse decisa verso il tavolo delle cibarie, certa di trovarci Rufy. Bibi la osservò allontanarsi. Poi, tornando dal suo amato Kosa, sussurrò:

“Spero che anche voi due possiate vivere presto un giorno stupendo come questo…”

 

Rufy era davanti ad un immenso tavolo, dove si potevano trovare le più disparate pietanze. Per quasi tutto il pomeriggio era rimasto lì davanti a mangiare, ma ancora non era sazio. D’altronde, il suo stomaco senza fondo era conosciuto in tutto il mondo. Era stato alla larga da Nami per tutto il giorno. Non si sentiva molto sicuro di sé. Quando era con lei gli sembrava di diventare un’altra persona. Questa cosa non era cambiata per niente da quando entrambi si trovavano sulla Going Merry. Si chiese che sarebbe successo. Ormai la cerimonia aveva avuto luogo e presto sarebbero dovuti ripartire. Le avrebbe detto nuovamente addio? Oppure avrebbe dato retta al suo istinto? All’improvviso, una voce dietro di lui lo riscosse dai suoi pensieri.

“Ero certa di trovarti qui, Rufy!”

Si voltò, trovandosi di fronte la fonte di tutti i suoi turbamenti. La sua espressione falsamente arrabbiata gli accelerò i battiti cardiaci.

“Beccato!”

“Scommetto che non hai fatto altro che ingozzarti per tutto il giorno! Ingordo!”

“Hai indovinato perfettamente, Nami! Ne vuoi un po’?”

“No, per carità. Ho mangiato anche troppo, per oggi.”

“Capisco. Beh, ti ho vista molto impegnata, quest’oggi. Non facevi che passare da una persona all’altra.”

“Già. Ma per fortuna ormai è finita.”

“Sei stanca?”

“Abbastanza. Piuttosto…Senti, ti andrebbe di andare a fare una passeggiata, Rufy?”

“Eh?”

“Ecco…Insomma, non abbiamo avuto molte occasioni di parlare, in questi giorni…Tra breve ripartiremo entrambi, e mi dispiacerebbe lasciarci senza aver scambiato quattro chiacchiere…”

“D’accordo, vengo!”

S’incamminarono insieme, allontanandosi dalla folla. Nami stava pensando ad un posto tranquillo, ma non le veniva in mente niente. Alla fine disse:

“Ti va di fare un salto al palazzo? Mi sa che quello è l’unico posto dove possiamo stare un po’ tranquilli. Sono stufa di stare in mezzo alla gente.”

“Concordo. Il palazzo va benissimo.”

Così si recarono nella residenza dei Reali di Alabasta. Le guardie li salutarono, vedendoli arrivare. Non fecero nessuna domanda, ma dei sorrisetti ironici si dipinsero sui loro volti, non appena furono passati. Andarono nella camera di Nami, poi uscirono sul terrazzo. Quel giorno era stato molto caldo, come sempre, del resto, ma con l’arrivo della sera cominciava a soffiare una lieve brezza, che rinfrescò piacevolmente entrambi. Per un po’ stettero in silenzio a fissare il cielo che lentamente si tingeva di rosso. Poi cominciarono a parlare un po’ delle loro nuove vite “post-One Piece”. Ad un certo punto, Nami pose una domanda che lasciò Rufy leggermente interdetto.

“Rufy, ma tu…Sei davvero soddisfatto della tua vita attuale?”

Il giovane la fissò, sorpreso. E rimase silenzioso, come per riflettere sulla risposta da darle. Passarono alcuni minuti, poi si decise a rispondere.

“Beh, non posso certo lamentarmi della mia vita. Ho realizzato il mio sogno e sono diventato il Re dei Pirati. Sono ricco e posso fare ciò che voglio. Però…nonostante al mio villaggio ci siano Ace, Makino e tante altre persone che mi conoscono e mi vogliono bene…Non so…E’ come se sentissi la mancanza di qualcosa…”

Anche Nami stette un po’ in silenzio. Poi disse:

“Intendi forse i nostri amici? Sono loro a mancarti? O forse è la vita per mare?”

“Beh, certo, tutte queste cose mi mancano moltissimo. Io considero i 4 anni trascorsi con voi sulla Going Merry i migliori della mia vita. E continuerò a considerarli tali per sempre. E tutti voi mi mancate molto. Però non è di questo che parlavo. E’ una sensazione strana…Sai, ne ho parlato con Ace…E lui mi ha detto una cosa che, fino ad ora, non avevo mai creduto possibile. Ma adesso mi rendo conto che forse aveva ragione.”

“Di cosa si tratta?”

“Può darsi che ormai…Io…cominci a sentire il bisogno di avere qualcuno di speciale al mio fianco…Una persona da amare con tutto me stesso…E che mi ami con tutta se stessa…Sì. Forse è davvero arrivato il momento, per me, di cercare una donna con cui dividere la mia vita…”

La rossa lo fissò stupefatta. Poi, cercando di riprendersi e di non dare a vedere il suo stupore, ricominciò a parlare.

“E che tipo di persona dovrebbe essere?”

Lui rise, rispondendo:

“Beh, di sicuro dovrò trovare qualcuna in grado di sopportarmi e di starmi vicina senza impazzire!”

Anche lei rise, nonostante non fosse proprio del tutto spontanea.

“Temo sarà un’impresa molto ardua, caro mio! Con te ce ne vuole, di pazienza!”

Lui, continuando a sorridere, la fissò. Poi, con un tono di voce diverso, disse:

“Beh, in fin dei conti…Tu ci sei riuscita. Mi hai sopportato per ben 4 anni. Certo, mi hai rimproverato un sacco di volte e picchiato anche di più…Però sei sempre rimasta al mio fianco.”

Le guance di Nami si tinsero leggermente di rosso. Però sorrise ancora.

“Mi dispiace deluderti, ma non è detto che a questo mondo esistano altre donne pazienti come me, in grado di sopportarti per tutto quel tempo senza impazzire o tentare di ucciderti!”

Nami attese la risposta senza guardarlo. Era certa di sentirsi dire “cattiva” oppure “non è vero”. E invece non udì nulla. Nessuna risposta da parte di Rufy. Dopo qualche istante si voltò verso di lui. E rimase pietrificata. Rufy la stava fissando, senza più sorridere. Era serio, lo sguardo determinato di quando un tempo si trovava di fronte un nemico impossibile da sconfiggere. Ma, diversamente da quei casi, i suoi occhi non esprimevano nessuna rabbia. Rimasero per un paio di minuti a fissarsi intensamente negli occhi, entrambi incapaci di distogliere lo sguardo. Poi, lui le si fece leggermente più vicino.

“Nami, a me non interessa trovare una donna COME te…Io voglio SOLO te…”

Alcuni fuochi artificiali scoppiarono in quell’istante sopra le loro teste. Ma nessuno dei due ci fece alcun caso. Erano immobili, quasi non osavano respirare. Soprattutto Nami, si sentiva completamente fuori dal mondo. Non capiva più niente e per un istante temette di essere sul punto di perdere i sensi. Ciò che Rufy le aveva appena detto…era molto simile ad una dichiarazione d’amore. Praticamente identica. Ma Rufy poteva davvero averle detto quelle cose? Non osava pronunciare parola, nel timore di spezzare l’incantesimo. Ma, si rese conto, lui attendeva una risposta, un segno. Gli occhi, ora preoccupati, fissi nei suoi. Nami provò a parlare, ma si ritrovò la bocca improvvisamente secca. Deglutì più volte, poi ci riprovò.

“R- Rufy, ora…tu…cosa…?”

“Ho detto che io voglio te. Vorrei che la donna con cui condividere la mia vita fossi tu, Nami. Perché io ti amo. Da tantissimo tempo…”

I fuochi artificiali che scoppiavano uno dopo l’altro sopra le loro teste, sembravano nulla rispetto a quelli che esplodevano, in quell’istante, nel petto di Nami. Non era davvero possibile. Rufy, Monkey D. Rufy, lo stesso capitano che, per sei anni, lei aveva continuato ad amare segretamente, le aveva appena detto di amarla. Non se l’era inventato e nemmeno sognato. Aveva udito perfettamente le sue parole. Un’immensa gioia le partì dal petto, invadendole tutto il corpo.

“Rufy…Davvero?”

“Sì. Solo che non me n’ero mai reso conto. Io ti consideravo la mia più cara amica. Ero convinto davvero si trattasse di semplice amicizia. Ma quando abbiamo trovato One Piece, quella sera stessa…Tutti stavate facendo baldoria, ed io uscii sul ponte. Avevo realizzato il mio sogno, ma non mi sentivo felice come avrei dovuto. Solo in quel momento mi ero reso conto che avrei dovuto presto separarmi da voi, da tutti i miei amici. E da te. Mi sentivo davvero male. Ero triste, forse per la prima volta dopo 14 anni. Soprattutto se pensavo a te, sentivo una stretta al cuore. Non riuscivo a capire che significasse. Sapevo solo che non volevo separarmi da voi, da te. Poi, proprio mentre stavo pensando di proporvi di continuare, tu mi raggiungesti e mi chiedesti di portarti al più presto da tua sorella. Capii allora che non potevo chiedervi di continuare a viaggiare. Così dissi addio a tutti voi, tornando sulla mia isola. Quando rividi Ace gli raccontai tutto. E gli chiesi anche consiglio, perché nonostante mi trovassi molto lontano da te, non facevo che pensarti giorno e notte. Non ne capivo il motivo. E’ stato proprio mio fratello a farmi capire che avevo sempre frainteso i miei sentimenti per te. Che in realtà ti amavo. Ma non potevo venire a dirtelo. Intanto ero certo che tu mi considerassi solo un amico. Ed inoltre non volevo, magari, spingerti a lasciare tua sorella e la tua gente. Poi, quando mi è arrivato questo invito, mi sono detto che era la mia occasione d’oro. Ero certo che saresti venuta e quindi sono partito.”

“Oh, Rufy…Io…anche per me…è stato lo stesso. Io non avrei mai voluto separarmi da te. Tuttavia volevo anche rivedere mia sorella. E temevo che, parlandoti dei miei sentimenti, ti avrei, in un certo senso, legato troppo a me. Ti avrei tolto la tua libertà. E non lo volevo assolutamente. Proprio per questo motivo, quella sera…io ti chiesi di portarmi a casa. Perché sapevo che, più fossimo andati avanti più sarebbe stato difficile separarmi da te.”

“Nami, vuoi dire che…”

“Sì, Rufy, voglio proprio dire che anch’io sono innamorata di te. Fin dall’inizio lo sono stata. Forse, ho cominciato a provare qualcosa per te proprio quando ci siamo conosciuti. Su quell’isola del mare orientale dove ci siamo scontrati con Baggy. E man mano che il nostro viaggio proseguiva, il mio amore per te è cresciuto. E quando mi hai liberata da Arlong…Quando tu hai combattuto per me, al mio villaggio…In quel momento ho capito che era troppo tardi, per tornare indietro. Ormai ero troppo innamorata. Ecco perché ti ho seguito. Perché non volevo lasciarti, volevo rimanere al tuo fianco.”

Si fissarono negli occhi per alcuni, interminabili attimi. Poi, Rufy aprì la bocca per parlare nuovamente.

“Nami…”

“Oh, basta.”

Rufy la fissò sorpreso. Lei lo guardò sorridendo.

“Insomma, basta parlare. Credo che di parole ne siano state dette a sufficienza. Perché non passi ai fatti?”

“Eh?”

Il sorriso malizioso di Nami divenne dolcissimo, mentre gli circondava il collo con le braccia.

“Baciami, scemo…”

E così, mentre l’ultimo fuoco artificiale illuminava il cielo notturno, le loro labbra si unirono nel loro primo, fantastico bacio.

 

 

Dall’autrice: Tadan!! Diciassettesima Runami! Il numero non porta molto bene…Spero non significhi che questa è la peggiore che io abbia mai scritto! Lo so, lo so. In questa fanfic ho fatto una cosa incredibile…Ho fatto interpretare a Bibi il ruolo di Cupido tra Rufy e Nami. Tutte coloro che odiano la principessa ora odieranno anche me! Ma io la vedo così…Bibi è un’ottima amica di Nami e se lascia stare Rufy è un personaggio che non mi dispiace. Io sono dell’idea che lei ami Kosa…E che sia perfetta per lui. Comunque, a parte questa, verso la fine temo di aver fatto Rufy troppo OOC. Ma, in fin dei conti, è cresciuto, ha 23 anni. Mi auguro che, almeno per allora, maturi un po’! Comunque, fatemi sapere com’è venuta. Aspetto sia complimenti che critiche. Ah, quasi dimenticavo! Asuka, lo so che è un affronto, vista l’importanza di Bibi in questa fanfic…ma la dedico tutta a te! Alla prossima!   – Ryuen –

  
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