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Autore: Forever Yours    17/01/2012    2 recensioni
"Lei voleva solo tornare a sorridere."
Buona lettura :)
Ciò che mi passa per la testa, scrivo.
lo amo. Mi aiuta a tirar fuori le parole che non ho il coraggio di farmi uscire dalla bocca, così le scrivo.
e che dire della storia.. beh, personalmente amo come sta venendo, ma non perchè l'ho scritta io, ma perchè è veramente bella come trama.
Lei voleva solo tornare a sorridere.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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La Rochefoucauld dice: “C'è gente che non si sarebbe mai innamorata,se non avesse mai sentito parlare dell'amore.” A 15 anni è davvero difficile riuscire a dar peso a questa parola: Amore. Però è anche vero che l’amore non ha età,ed è questo quello a cui sto per riferirmi. L’amore è quel sentimento in grado di costruirti, ma allo stesso tempo distruggerti;questa è una mia citazione. Non ho mai creduto all’amore a quindici anni, perché non siamo ancora in grado di dare l’importanza che questa parola ha,finchè non ho conosciuto lui. Mi riferisco a lui:Jason. Jean-Baptiste Henri ha detto: L'amore è come il fulmine: non si sa dove cade finchè non è caduto. E ha ragione! Chi avrebbe mai immaginato che per una persona di quel tipo avrei provato dei sentimenti così forti!? Di certo io no. Non mi definisco una ragazza da “Un ragazzo alla settimana”, specialmente da quando conobbi lui. 1. Non era una cotta, lo sapevo ancora prima di conoscerlo a fondo, ma dentro di me sapevo che non eravamo fatti l’uno per l’altra.. Almeno così credevo. Ma non poteva esserci niente, no. Lo vidi la prima volta ad una festa, uno di quei tipi troppo belli per essere veri, ma in quel momento pensavo solo che fosse un megalomane. Ero a quella festa con un’amica, non conoscevo nessuno lì, e mentre lei si era immersa nelle chiacchiere con quella gente, io uscii fuori per fumare una sigaretta. Era lì che parlava al telefono. Speravo che non si girasse per dirmi qualcosa, ma purtroppo mi sbagliai. :non ti diverti? Mi girai verso di lui con un’aria abbastanza scocciata per via della festa e lo guardai. :mi hanno costretta a venire qui, non conosco nessuno,e non saprei proprio come divertirmi. :immagino, se vuoi vieni con me e ti presento i miei amici . . :scusami ma sembra una cosa fatta per pena, perciò no.. ma grazie per la proposta. :e cosa vuoi fare? Rimanere qui, da sola, al freddo? :mm si pensavo proprio di fare così! Di fondo si sentì una voce, apparentemente femminile che lo stava chiamando. :è meglio che tu vada, ti stanno cercando.. Si girò verso la festa e guardò la ragazza. :rimango qui fuori con questa ragazza, poi entro! Mi guardò con uno sguardo perso, quasi confuso.. :non so ancora come ti chiami! :Mia, mi chiamo Mia.. :piacere, io sono Jason. :si lo so, ci hanno presentato un attimo fa! :ah davvero, ahah non me lo ricordavo.. :si, immaginavo! :vieni, andiamo in un posto dove possiamo sederci, e stare al caldo, dato che qui non sento più le gambe! : okay. Mi portò in una stanza al di fuori del giardino, c’era un camino acceso e delle poltrone al dinanzi. :vieni, siediti. Mi prese per mano come per invitarmi a sedermi.. :hai le mani gelate, mettiti davanti al fuoco! :no, sto bene, grazie. :sei sempre così simpatica, eh? Io sapevo di non essere così, in una stanza con 100 persone sono la prima a sentirsi, ma non lo so.. lui non ispirava simpatia! Voleva solo una storia “da una notte” e basta, era così, lo sapevo, sapevo che fama aveva, e non gli diedi tanto spago. :è che stasera non mi sento tanto di fare la simpatica, sapevo che se fossi venuta, sarei rimasta da sola perché lei doveva vedere i SUOI amici, e quindi devo stare in un posto sperduto, con te! :e che ci sarebbe di male nello stare con me? :sono con uno sconosciuto! Che ne posso sapere che da un momento all’altro potresti violentarmi? :ahaha beh hai ragione, era proprio quello a cui stavo pensando.. :ecco, immaginavo! :ma dai scherzavo! E poi non sono uno sconosciuto! :non so nulla di te, perciò si, lo sei. :- vuoi sapere qualcosa su di me? Bene! Se hai un po’ di tempo ti spiegherò tutto. :-Massi tanto non ho nulla da fare! Eravamo lì, seduti davanti al fuoco, mi raccontò che i suoi genitori erano separati.. uno a Venezia, e l’altro qui, a Roma. Veniva qui due settimane al mese, per stare col padre, mentre le altre era dalla madre.. mi raccontò anche di non aver mai avuto una vera storia, e che molte volte si era ritrovato due ragazze alla volta,ovviamente una là su e una qui, e che nessuna delle due aveva mai scoperto dell’altra. Gli chiesi se questa situazione lo avesse mai stancato, ma mi rispose di no, che loro volevano tutto tranne che qualcosa di serio, o era per i suoi soldi, o per la sua bellezza e mi confidò che sarebbe stato bello se almeno una volta le persone l’avessero conosciuto per com’era in realtà, ma niente nel monto in cui viveva, aveva qualcosa di vero. Ammisi di averlo giudicato male, ma che ne potevo sapere che voleva solo rimorchiarmi e poi non incontrarmi più? Beh in quel momento non diedi peso a niente, e lo ascoltai, ma prima che riuscisse finire di dire:Ora parlami di te.. Arrivò la mia amica per dirmi di andare via, così mi limitai a rispondere:Tempo scaduto, mi ha fatto piacere conoscerti, addio. E lui mi fermò: ti va di darmi il tuo numero? Sinceramente ero parecchio titubante a dare ad uno sconosciuto il mio numero, così gli dissi :Dammi tu il tuo, mi farò sentire io. Passarono le settimane.. vedevo quel numero memorizzato: “Jason”.. lo guardavo continuamente, lo pensavo continuamente. Ma non potevo prendermi in giro, non ancora. Ci sono passata gia una volta, e da quell’ultima decisi di non farmi più del male, io ero più importante, e sono più importante di qualsiasi persona mi faccia stare male, anche di quelle che mi fanno stare bene. Mi sono innamorata gia una volta, quella volta; e da quel giorno promisi a me stessa che non sarebbe più accaduto. “Reclusa”, così mi chiamavano i miei amici. Avevo smesso di ridere, ormai era un avvenimento più unico che raro.. avevo smesso di cantare, la cosa che riusciva a rendermi viva. Ero morta, lui mi aveva uccisa. Eppure era passato quasi un anno, perché non riuscivo a dimenticare, ad andare avanti!? Ricordo ancora il suo sguardo, quegli occhi arancioni come foglie appassite durante l’autunno, quei capelli indomabili che al vento si muovevano di modo da non scompigliarsi, e il suo sorriso. Era l’apertura delle porte del paradiso per me,specialmente se la causa di quel sorriso ero io. Innamorata? Non lo so, e non lo saprò mai. Ormai non dovevo neanche più pensarci, dovevo andare avanti, anche se questo voleva dire senza di lui. Jason in fondo non era male, anche se aveva la tipica faccia, e fama da donnaiolo; ma chi ero io per poterlo cambiare? Mi illudo ancora che le cose accadano come nei film: Il classico donnaiolo incontra una ragazza del tutto diversa da lui, e dalle persone che normalmente frequente, e lo cambia radicalmente. Facendogli capire cos’è l’amore.. tutte cazzate. Una persona è com’è! E nessuno è in grado di cambiarla, se lui o lei non vuole farsi cambiare. Jason era un ragazzo educato, si vedeva. Simpatico, lo intuivo. Ma capace di amare, ancora no. Ma non sempre ogni giudizio fatto in partenza si rivela vero, magari avere un amico che non mi conosceva come la “reclusa”, poteva farmi bene.
  
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