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Autore: Martyx1988    17/01/2012    6 recensioni
Quattro momenti "cruciali" della vita di Pandora, quattro atti della vita di una donna destinata ad essere la protettrice del Signore degli Inferi... 2^ classificata e Premio per il Miglior Personaggio al Saint Seiya Contest "Profumo di Stelle" di Violet Aquarius.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Andromeda Shun, Phoenix Ikki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autore Martina Giovannini

Nickname EFP Martyx1988

Titolo Il tempo tra le mani

Personaggi Pandora, altri

Rating Verde

Genere Introspettivo

Note One-Shot

Informazioni Partecipante al Contest “Profumo di Stelle” indetto da Violet Aquarius

Prompt Calla/Pandora-Venere/Sabbia


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Il tempo tra le mani

Dramma in quattro atti


1° atto


La montagnola bianca sul fondo di quello strano cilindro che suo padre aveva chiamato clessidra diventava sempre più alta man mano che i secondi passavano. Serviva proprio a quello, la clessidra. Gliel'aveva detto suo padre quando l'avevano trovata all'interno della confezione del gioco di società che le era stato regalato per il suo compleanno. Era il mezzo usato dagli antichi per misurare il tempo, quando gli orologi non esistevano ancora o non erano diffusi come nell'epoca moderna. Pandora la trovò un'idea bizzarra e al contempo geniale, quella di racchiudere il tempo in un oggetto così piccolo. Prese la clessidra in mano, tenendo sempre gli occhi sui granelli di sabbia che cadevano. Era una bella sensazione quella di avere il tempo tra le mani, e quello a disposizione di suo padre per disegnare la parola scritta sul cartoncino plastificato stava per finire.

Stop!” dichiarò quando l'ultimo granello bianco attraversò il restringimento al centro della clessidra.

Suo padre le mostrò cosa era riuscito a creare in quei pochi secondi. Accidenti, come disegnava male! Tuttavia, in quel pastrocchio di linee tremolanti, Pandora riuscì a riconoscere una carrozzina con un bimbo dentro e una bambina che, a giudicare dal colore scuro dei lunghi capelli, doveva essere lei. Una freccia indicava il neonato nella carrozzella. Pandora sorrise e disse la risposta. “È il mio fratellino!”

Esatto, Pandora! Brava!” si complimentò suo padre, mentre faceva per mettere via il foglio di carta.

Ma aspetta, hai sbagliato” gli disse la bambina, prendendogli il foglio dalle mani. “Il mio fratellino non sarà così”

E come sarà, allora?” le chiese l'uomo incuriosito.

Sarà un cielo pieno di stelle” rispose lei, sicura.

Un cielo pieno di stelle?” ripeté il padre, stupito dalla fervida fantasia della figlia.

Sì! L'ho visto proprio ieri, quando ho toccato la pancia della mamma per dargli la buonanotte. Il mio fratellino sarà un universo pieno di stelle”


2° atto


Gli ultimi raggi del sole al tramonto arrivavano a stento a scaldare quell'anfratto tra le rocce nel quale la piccola Pandora attendeva, e anche la sabbia su cui poggiava i piedini nudi era fredda. O forse era solo lei che, da quel giorno, percepiva tutto freddo. Guardò il fagotto tra le sue braccia, leggero e pesante al tempo stesso. Il suo fratellino. Il suo universo pieno di stelle. L'anima del Signore degli Inferi Hades, le avevano detto i due gemelli usciti dalla scatola. Un'anima che reclamava il corpo più puro sulla faccia della Terra e, finalmente, l'aveva trovato.

Un'altra coppia di fratelli sostava su quella stessa spiaggia, baciati dal caldo sole calante. Il bimbo più piccolo, seduto tra le gambe del fratello maggiore, stava giocando con la sabbia, di cui aveva appena scoperto l'esistenza. La guardava scorrere tra le mani, la lanciava in aria, la osservava ondeggiare in aria in balia della lieve brezza marina e rideva. E suo fratello con lui.

Pandora sapeva non avrebbe mai sentito ridere così allegramente suo fratello, né lei avrebbe mai potuto fare lo stesso. Mosse un passo e poggiò il piede su una striscia di sabbia tinta del rosso del tramonto, ma anche quella era fredda, proprio come aveva previsto.

Un sorriso amaro, esplicativo di un'altrettanto amara consapevolezza, le increspò il giovane viso. Guardò il suo fratellino e il fratellino di quell'altro, dal cuore puro come l'acqua. Dopo tanto cercare, aveva trovato l'essere immacolato che avrebbe ospitato il Sommo Hades dentro di sé. E, da quel momento in poi, la sabbia sarebbe stata fredda per chiunque.


3° atto


I dodici fuochi della Meridiana dello Zodiaco, quando accesi, erano ben visibili da ogni parte del Santuario. Un altro modo interessante per scandire il tempo, pensò Pandora, ma non tanto quanto le clessidre. Esse ti permettono di vedere ogni singolo secondo scorrere via, perduto per sempre. Ti danno la possibilità di quantificare il tempo trascorso e quello ancora a tua disposizione. Ti fanno sembrare un semplice granello di sabbia la cosa più preziosa del mondo, quando il tempo è poco e le cose da fare tante.

Una volta compiuta la missione, però, Pandora non avrebbe più dovuto temere lo scorrere delle sabbie del tempo. L'immortalità era il premio che Hades aveva messo in palio per la riuscita di quell'impresa.

Tuttavia, di lì a poco, il tempo avrebbe iniziato a correre. Non tanto per lei, quanto per i sei redivivi Specter a cui la missione era stata affidata. Dodici ore erano a loro disposizione per prendere la testa di Atena. 'Chissà a quanti granelli di sabbia corrispondono?' si chiese Pandora, pizzicando distrattamente una corda della sua arpa.

Dal suo castello la Meridiana non si vedeva. Avrebbe percepito l'inizio della missione, e con essa della Guerra Sacra, grazie ai poteri che suo fratello Hades le aveva concesso dopo averla nominata Comandante delle sue truppe. Sentiva, però, il bisogno di vedere il tempo dei sei traditori scorrere, ma ancora di più sentiva il bisogno di averlo tra le mani, di possederlo, nell'illusione di poter essere totalmente padrona del loro destino.

Il suo desiderio venne esaudito poco dopo, quando Zelos di Frog, viscido Specter della Stella della Terra Abnorme, entrò nella stanza con la grossa clessidra in spalla, perfettamente dritta e con la montagnola di fine sabbia bianca accumulata nella sua parte inferiore.

Pandora sorrise e si alzò dallo sgabello imbottito.

Alla buon'ora, Zelos. Un tuo ritardo non sarebbe mai stato perdonato, ne sei consapevole?” domandò minacciosa al suo sottoposto.

Certo, mia signora, per questo ho fatto più in fretta che ho potuto” rispose lo Specter, disgustosamente zelante. “Ecco l'oggetto del vostro desiderio, anche se non ne capisco l'utilità”

Non sei qui per capire, ma per eseguire” precisò Pandora, mentre prendeva la clessidra dalle lunghe dita di Zelos.

Osservò con reverenza ogni riflesso del vetro, ogni intarsio della struttura in legno, ogni singolo granello di sabbia. Ne servivano davvero molti per ottenere dodici ore di tempo.

Pandora sorrise. Come da bambina, l'ebbrezza di avere il tempo tra le mani dava quasi alla testa. Soltanto che, questa volta, non c'era in palio un'effimera vittoria in un insulso gioco di società. Quel tempo dentro la clessidra sarebbe servito per uno scopo ben più alto che disegnare qualcosa su un foglio di carta. Questa volta, alla caduta dell'ultimo granello, avrebbe dovuto avere la testa di Atena, e il suo signore Hades sarebbe stato libero di portare gli Inferi sulla Terra.

Dodici fuochi si accesero nella sua mente e, automaticamente, Pandora girò la clessidra. La striscia di sabbia prese a scorrere sotto i suoi occhi viola. Il tempo dei traditori era iniziato a scorrere.


4° atto


Ora anche io sento il mio tempo scorrere. Avevo creduto nella promessa dell'immortalità e non me ne ero mai preoccupata, ma adesso che l'Armata degli Inferi è sconfitta e che quei quattro uomini hanno raggiunto l'Elisio, anche la mia clessidra è stata girata, e in essa la sabbia scorre più in fretta che per chiunque altro. Perché io, Pandora, ho fallito la missione affidatami dagli dei gemelli, ed essi non perdonano un fallimento. Thanatos è lontano, ma sento la sua presenza opprimente sul mio cuore in affanno, nella mia gola riarsa, nelle mie membra sempre più dolenti. Ma davanti ai miei occhi ci sei tu, come quella volta, alla spiaggia, quando volevo rubarti l'unica tua ragione di vita. Ora che tutto sta per finire, mi accorgo che volevo farlo non solo per risvegliare Hades, ma anche perché ero invidiosa. Invidiosa di te, che potevi ridere insieme a Shun, quando io non ho fatto altro che piangere dalla nascita di mio fratello. Invidiosa di entrambi e del resto del mondo, che poteva percepire il calore della sabbia baciata dal sole.

Ma alla fine non ce l'ho fatta, hai visto? Alla fine è a me che hanno rubato quei pochi motivi che mi erano rimasti per continuare a vivere. E adesso che un dio ha tra le mani la mia clessidra, e con essa il poco tempo a mia disposizione, è giunto il momento di dare un senso alla mia esistenza. A te, Ikki di Phoenix, voglio donare il mio ultimo granello di sabbia.

clessidra

Pandora

   
 
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