Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Rayleigh    17/01/2012    4 recensioni
Come sarebbe la vita di tutti i giorni se... foste piccoli come una formica? Costretti a vivere una vita fra mille pericoli, avvenuture e, perché no, anche un pizzico di divertimento?? Potrete scoprirlo leggendo questa storia, nella quale sono raccontate le avventure quotidiane di Sandro, il nostro "piccolo" (è davvero il caso di dirlo xDxD) protagonista che, con una dose non indifferente di ironia, cerca di guardare con il sorriso ad una vita rischiosissima per via del suo essere minuscolo... come un insettino =DDD
Dal testo:
"Ebbene sì. Il mio nome è Sandro, e... beh, purtroppo, come immagino sia abbastanza chiaro, le mie dimensioni non sono molto... normali. Infatti (ahimé), purtroppo sono piccolo proprio come una formica."
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UNA VITA DA FORMICA


Capitolo 13

«Argh!!», mia sorella Sara grida concitatamente: e io non posso fare nulla.

Sì, perché questa è davvero la peggiore delle situazioni! Mia sorella è stata appena rimpicciolita, per mezzo di una strana sostanza, da una sua "amica", Giorgia... e adesso lei vuole tenerla con sé! Senza contare che in questo preciso istante sta anche schiacciandola sotto il piede... devo intervenire assolutamente!
«Non ti rendi conto della situazione in cui ti trovi?», esaltatamente Giorgia si rivolge a lei.
«Ugh...!!»
«È meglio che eviti di recrminare così, e fai come voglio io... non ti rendi conto che mi bastano due secondi per ucciderti, spiaccicandoti sotto i miei piedi?»
Giorgia continuava il suo discorso piena di sé: ed era così piena di sé da non badare più neanche a me. Questo è buono: ma che fare? Non so assolutamente come intervenire per invertire il processo e re-ingrandire mia sorella; ma certamente quella siringa è troppo pericolosa, e in ogni caso sarà studiando quella che mia sorella potrà tornare alla normalità.
Quindi, non mi resta che... sottrargliela!

Facile a dirsi, complicato a farsi; ma non mi perdo d'animo: e scendendo lungo una gamba del tavolo in pieno stile pompieristico, arrivo sul pavimento senza danni; e, da lì, in mezzo minuto mi porto alle sue spalle, con un giro lungo ed articolato per evitare di entrare nel suo campo visivo. La siringa è ancora nelle sue mani, quindi... non ho altra scelta. Sì: mi prendo di coraggio, e mi avvicino al suo mastodontico piede, dal lato posteriore; e arrampicatomi su di esso, comincio ad inerpicarmi per arrivare alla gamba.

«Su, su... cosa c'è, ti fa male, eh? Ti fa male?», continua intanto ancora Giorgia, ignara del fatto che io mi stia arrampicando su per i suoi jeans; e, poco dopo, giungo sul bacino.

Tiene la mano su di esso, e racchiusa fra le sue dita, ecco la siringa; non ho quindi alcun motivo per salire ulteriormente, dal momento che l'obiettivo della mia scalata è direttamente alla mia destra.
"Benissimo!", penso: "Adesso devo semplicemente sfilarlo dalle sue mani: ma sarà difficile, non importa se abbia o meno una presa salda, con la mia minuscola forza non riuscirò a fare granché..."; ed effettivamente sembra una Mission Impossible... e io, ahimé, non sono 007. Però ho forza di volontà: e questo mi basta. Quindi, metto le mani su quella siringa, e tiro il più possibile.

«Eh? Che è?», sento all'improvviso: accidenti, deve essersi accorta di me! E infatti, la vedo girarsi, e guardare verso la sua mano, per poi esclamare con aria sorpresa...:
«Tu! Maledetto...! Che ci fai qui!?»: e così dicendo, sventola la mano cercando di spazzarmi via: ma io mantengo salda la presa alla siringa, e non mollo. Solo all'ultimo momento, nel tentativo di non volare via, dò un malaugurato calcio alla siringa: e questa, spostatasi di poco, si muove quel tanto che bastava affinché l'ago colpisse proprio la mano di Giorgia.

Non appena questo avviene, Giorgia caccia un urlo che chiunque avrebbe sentito, ma che dura solo un attimo: perché subito, incredibilmente, la vedo rimpicciolire alle stesse dimensioni mie e di Sara e, con lei, affievolirsi anche il tono della sua voce. Ed entrambi precipitiamo sul tappeto — che ci salvò da un impatto altrimenti mortale — dove giaceva quasi priva di sensi anche mia sorella.
E, accanto a noi, rimasta delle proprie dimensioni, gigantesca... quella siringa.

Ah, se non è questa la situazione peggiore...!!

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Rayleigh