Capitolo 3
Rabbia, disprezzo, rancore... paura.
Arriverà?
Ed eccolo
lì.
Il solito cretino che girava nel suo quartiere. La
sua unica ossessione?
…… Usagi.
“Seiya,
ancora qui sei? Ma tu non lavori mai? Dai,
su adesso va via che ho da fare.” Le diceva la ragazza mentre
riprendeva la
bici e si dirigeva verso casa.
“ Ehi
Bocconcino, adesso neanche mi saluti? Dai
vieni con me a prendere un gelato, su non fare la timida.”
Con aria spavalda si
avvicinava alla biondina, mentre tentava un approccio più
intimo con lei. La
sua faccia da schiaffi, era a pochi centimetri a quella della ragazza.
Usagi girò
violentemente il viso verso la sua
bici, voleva solo scansare quel rompiscatole.
Lui aveva
già tentato varie volte di baciarla ma
lei, non si faceva abbindolare.
“ Devo
andare sono in ritardo, il gelato non lo
voglio e tanto meno da te. Cerca di sparire, non mi va di vederti
sempre in
giro ai miei piedi!” salì in sella e scomparve tra
la folla del paese.
“Sarai mia
ragazzina, prima o poi non resisterai a
lungo. E presto non potrai più rifiutarmi!” Seiya
pensava. Un sorrisetto
beffardo comparse sul suo viso mentre abbassava gli occhiali da sole
per
guardare meglio la ragazza ormai lontana da lui.
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Lo studio del dottor
Chiba era ormai vuoto,
l’ultima paziente stava per andare via.
“ Non si
preoccupi signora, prenda quei medicinali
che le ho dato e ci vediamo mercoledì alle 17 qui nel mio
studio, arrivederci.”
Chiuse la porta e si
sedette alla scrivania, una
chiamata della segretaria lo avvisava che era già tardi e
stava andando via . Il
suo personal computer era pronto per essere aggiornato sulle ultime
pazienti
che aveva visitato. Il suo lavoro allo studio era appena finito, ma non
la sua
giornata lavorativa. Bussarono alla porta. Kunzite entrò
salutando il suo
amico.
“ Ancora
pieno di lavoro, Mamoru?”
“No, ho
appena finito, adesso ho altri
appuntamenti al consultorio del paese. E tu? Come mai da queste
parti?”
“Ho appena
finito anche io l’ultima visita della
giornata e sto andando a casa. Sono un po’ stanco.”
Kunzite era un ginecologo
molto affermato. Aveva compiuto gli studi a New York con eccellenti
voti. Era
bravo e molto importante nel suo mestiere. Non era un tipo da
“copertina” ne
tanto famoso , ma era abbastanza importante anche lui.
“ Sai
Kunzite a volte ti invidio, tu hai una vita
spensierata quello che invece manca a me …”
Il viso del giovane
moro nascondeva un po’ di
tristezza;
Non era molto felice
nella sua vita? Eppure era sposato
con una bellissima moglie e aveva una dolcissima figlia che amava
immensamente.
“ Mamoru, mi
fai preoccupare quando dici cosi! Setsuna
è una bellissima donna e hai una figlia, mi vuoi dire che
non sei più
innamorato di lei?”
Mamoru
guardò il suo amico dritto negli occhi,
come se volesse dirgli di più, come se lo volesse mettere al
corrente di ciò
che provava, ma quella volta non gli fu possibile esprimere
ciò che aveva
dentro e con un sorriso un po’ sarcastico in viso:
“ Non so,
Kunzite, col tempo le cose cambiano e
vedo che Setsuna sta diventando sempre più isterica e
pretende molto da me. E’
ossessiva pretende molto più di ciò che ha! Ma
non posso lasciarla, abbiamo
Hotaru. Lei è la mia gioia più grande. Non vorrei
mai il suo male!”
Mamoru era davvero
confuso mentre confessava ciò
che sentiva in quel momento. Sentiva come un animale in
cattività, chiuso in
una gabbia di cui non c’è via d’uscita.
Il
lavoro
era solo la sua via di fuga da quella casa ormai stretta per un uomo
come lui.
Cosa poteva fare? Quale soluzione trovare?...
Si era già
fatto tardi e il consultorio del paese
lo aspettava. Aiutare i poveri anche se non veniva pagato lo faceva
sentire
bene. Il solo pensiero di tuffarsi a capofitto nel suo lavoro per
aiutare il
prossimo, soprattutto in un quartiere povero come quello, gli piaceva
davvero
tanto. Pur essendo un uomo ricco e di buona famiglia, una stimatissima
famiglia,
non gli importava.
Andare
ad
aiutare chi è più bisognoso di lui…
era qualcosa che lo faceva sentire vivo e
capace di amare.
Una persona con tanto
spirito umano? Beh si .. era
Mamoru Chiba.
Salutò
il
suo amico, aprì la porta dello studio e si diresse verso
l’uscita dell’edificio.
Il “clip clip” dell’allarme
dell’auto gli fece capire che gli sportelli si
erano aperti. Salì e mise a moto partendo con la sua auto
blu notte.
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“ Sei sicura
che un viaggio vi farebbe bene?”
“Sì,
anche se lui si rifiuterà dovrà
accontentarmi!” Setsuna era in salotto con in mano un
catalogo che proveniva direttamente
dall’agenzia di viaggi ‘gente
viajera
.*
“Voglio
andare in Giamaica, voglio divertirmi e
soprattutto lui dovrà accompagnarmi. Lo pretendo, sono sua
moglie!!! Non può
dirmi di no!” La donna dai capelli scuri si alzò
dalla poltrona in cui era
seduta e guardò fuori dalla finestra mentre con rabbia
pronunciava quelle
parole.
Pretendeva un marito
più presente ma non tanto
perché lo amasse alla follia ma bensì per poter
viaggiare e soddisfare i suoi
capricci. Sì, capricci tipici di una donna che fa tesoro del
suo stato sociale.
Snob e sofisticata come solo lei poteva apparire, con accanto un uomo
importante nell’ alta società.
“ Ne hai
parlato con Mamoru? Sai che è una
decisione da prendere in due..”
Kaolinite rimase
con lo sguardo
puntato sulla rivista mentre il suo viso assumeva un aria superba. Non
sapeva
se ciò che la figlia pretendeva era giusto o sbagliato. Ma
era sempre sua
figlia. In molti anni in cui era stata in quella casa sapeva che la
figlia ciò
che si proponeva riusciva ad ottenere, come quando da piccola
desiderava
qualcosa a tutti i costi.
Setsuna non diede caso
a quelle parole aveva in
testa ben altro, qualcosa per cui sapeva che il marito le avrebbe fatto
fare
quella vacanza insieme a lui.
Lo conosceva davvero
bene e sapeva che se voleva
andare d’accordo come in una buona famiglia doveva sottostare
a ciò che lei
voleva, pur di non chiedere il divorzio.
Il
campanello suonò e Hotaru scese di corsa le scale,
“ Papinoo papinoo mio
adorato” e subito in braccio al suo papà
stampandogli un mega bacio sulla
guancia .
“ Chi
è la bimba più bella del mondo?” Mamoru
era
appena tornato a casa felice di riabbracciate l’unico amore
vero della sua
vita.
Setsuna sul divano di
alzò andando in contro al
marito amorevolmente, sapeva che doveva comportarsi bene per poter
ottenere
attenzioni dal suo Mamoru.
“ Amore mio,
come è andata a lavoro?” La moglie
aveva chiesto lasciando un po’ perplesso il giovane dottore.
“ Tutto
bene, grazie”
“ Vorrei
parlarti, mi amor, possiamo andare nel
tuo studio ho bisogno di chiederti una cosa importantissima.”
Mamoru annuì ,
non capiva bene quel comportamento così strano da parte
della moglie. Era raro.
Setsuna lo guardava
con occhi ammaliatori, come
ogni genere di donna che vuole ottenere qualcosa dal proprio uomo. In
fin dei
conti era suo marito poteva tutto.
Avvicinandosi al
giovane cominciava ad
accarezzargli il collo, gli sistemava la camicia, e pian piano con le
mani gli
toccava le braccia accarezzandole accuratamente.
Il
suo viso
era sempre più vicino al suo. “ Sai , amore
mio”. Cominciò la donna. “Vorrei
davvero tanto passare del tempo insieme a te. Solo tu ed io, come
quando
eravamo fidanzati. Mi manchi davvero tanto.”
Le
mani
della donna si intrecciarono con i capelli del giovane Mamoru che
ancora non
capiva il motivo di quell’atteggiamento. Rimase immobile
senza rispondere alle
provocazioni. “Setsuna, perché ti comporti cosi?
Sono stanco e ti prego dimmi
dove vuoi arrivare con quest’atteggiamento!”
L’uomo era molto irritato, non
sopportava quel contatto con la moglie. Sapeva che lei voleva arrivare
a
qualcosa ancora ignota per lui, sapeva che , quando aveva questi
momenti
improvvisi di vera “Donna mangia Uomo” era solo per
chiedergli dei favori o
costringerlo a fare qualcosa con lei. L’amava o era
già finito tutto? Non
capiva cosa stesse succedendo al suo corpo. Sentiva disprezzo non
voleva che le
mani di Setsuna lo stringessero, non sopportava il fiato sul collo di
quella
,che infine, era sua moglie. Quel contatto così freddo e
vuoto senza d’amore,
lo odiava e soprattutto odiava essere “coccolato”
solo per ottenere qualcosa.
“ Amore mio
voglio solo che tu ed io facessimo un
viaggio insieme. Sono sempre triste, sei sempre fuori per lavoro e non
hai mai
tempo per me, lo faresti un regalino alla tua cara
mogliettina?” Continuava il
suo giochetto seduttivo, coccolando e baciando il marito che continuava
ad
essere impassibile.
Mamoru si giro e si
staccò dalla donna andando
verso la poltrona e si sedette.
“ Va bene va
bene ti accontenterò, farò in modo di
prendermi una pausa da tutti gli impegni lavorativi e di dedicarti il
mio
tempo, lasciami pensare però, devo prima disdire alcuni
appuntamenti. Per favore
lasciami solo Setsuna.”
“Mi dispiace
amore mio ho già prenotato! Domenica
a quest’ora saremo già in viaggio per la
Giamaica.” Un sorriso furbo e maligno
nacque sul viso della donna mora mentre continuava a guardare negli
occhi
Mamoru.
“ Sei matta?
Come hai potuto prenotare senza dirmi
niente??! Io ho un lavoro ho i miei impegni e persone che contano su di
me!!!”
“ Una
settimana amore mio ricordalo! Una settimana
…” Setsuna lo guardò con aria furbetta,
un sorriso si aprì sul suo viso. “Ci
sono riuscita” pensò, uscì dallo studio
soddisfatta per quello che aveva appena
fatto. Sapeva come ottenere qualcosa e c’era riuscita!
Un pugno sul tavolo,
una forza carica di rabbia!
Mamoru sapeva che non poteva fidarsi di quella donna. Sì,
era sua moglie ma
l’amore era quasi svanito. Non accettava questi dispetti,
quelle ripicche. Come
una bambina quando non le comprano il nuovo giocattolo. Era sua moglie
la donna
con cui aveva avuto una bambina, la donna in cui tutti questi anni
aveva condiviso
una casa, un letto; La donna per cui non provava niente solo rabbia,
tanta
rabbia accumulata da tempo. Che scelta c’era?
Nessuna, bisognava
solo accettare e cercare di far
rinascere la scintilla dell’amore? Amore.. una parola ormai
rara nella sua
vita. Amore è tornare a casa e trovare la propria moglie
gentile e affettuosa anziché
trovare una donna perennemente infelice. Per lui amore era solo Hotaru,
in
questo momento della sua vita in cui bisognava accettare tutto e
buttare giù
bocconi amari. Sopportare, SOPPORTARE, lo doveva fare, non per lui ma
solo per
sua figlia, l’unico amore sincero che provava.
La delusione, la
rabbia era come avere delle
catene al cuore, non poteva più vivere. Si sentiva come in
carcere e Setsuna
era la sua palla al piede.
Poggiato
con la schiena al muro scivolò e si sedette per terra. Di
nuovo i pensieri si
facevano vivi. Quella notte riaffioravano i ricordi.
Perché
aveva fatto tutto questo? Perché? Forse la
colpa era stata anche di lei, sua moglie.
Un
altro
pugno a terra.
Gli occhi gli
pizzicavano. Sentiva di esplodere. Doveva
sfogarsi, sapeva che era l’unico modo per liberarsi da
quell’angoscia.
Le lacrime venivano
giù, gli occhi rossi. Con una
mano si teneva la testa, non poteva più sopportare il
rimorso di quella notte buia
d’estate.
Hotaru
aprì
lo studio trovando suo padre seduto per terra.
“Papà,
sono venuta qui per poter mangiare un dolcino
in santa pace. La mattina, nonna Kaolinite, non me li fa mangiare, dice
che
divento grassa e dovrò fare la dieta da grande. Ma a me
piacciono un sacco!!!”
Mamoru fece cenno alla
figlia di sedersi accanto a
se facendole poggiare la testa sulla sua gamba. La bambina
capì, qualcosa non
andava bene al padre. Quel uomo forte e grande che vedeva sempre
davanti a se,
come una roccia adesso stava dando a vedere il lato più
fragile davanti a sua
figlia. Hotaru si alzò mettendosi in ginocchio vicino al
padre seduto per
terra:
“
Papà cos’hai, perché sei
triste?” Con la mano
cercava di asciugargli le lacrime sul viso del suo papà.
“Non è niente, tesoro
mio, a volte anche gli adulti hanno paura e piangono come dei bambini.
Ma non
ti devi preoccupare adesso passa. Davvero.” Gli
regalò un sorriso, per
tranquillizzare la bimba, che con due occhioni lo guardava
abbracciandolo forte
forte.
“
Papà, non
devi avere paura me l’hai insegnato tu a non avere paura di
niente !” Il
dottore strinse la figlia in un abbraccio da perdere il fiato.
Era
convinto ormai, lui viveva per sua figlia. Lei era l’unica
ragione nella sua
vita per andare avanti e proteggerla dai pericoli della vita! Doveva
farlo! “ Va
bene amore mio, adesso però va a letto tra poco vengo e ti
do il bacio della
buona notte. E’ già tardi per te domani la scuola
ti aspetta.” Un bacio sulla
guancia e un sorriso per Hotaru che si alzò da terra
camminando verso la porta appassendo
la maniglia e chiudendosela alle spalle.
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“Kakyuu io
esco, stasera Minako, Nephrite e gli
altri mi hanno invitata ad una festa non faccio tardi. Promessooo!!!
” Uscì
dalla porta di ingresso.
Scese di corsa le
scale e con passo svelto camminò
per le strade illuminate dai lampioni del quartiere di Malaga.
Un silenzio mai
sentito prima. La gente era in
casa, stanca dopo una giornata per strada a lavorare. Era strano
sentire quella
pace in una strada tanto trafficata al mattino.
Il locale ‘
Puerto de vida ’ era a pochi passa da
casa sua.
La
musica
ad alto volume, si sentiva ovattata anche fuori sulla strada. Usagi
aprì la
porta entrando al locale … Gente che ballava, gente che
parlava seduta al
tavolo e gente che beveva. C’era di tutto in quel luogo.
Salutò il
suo amico Nephrite, un ragazzo con i
capelli un po’ lunghi ben curati.
“
Ehi
Nephrite come sta andando la festa?”
“ Bene Usa.
Dai vieni a ballare!!” Usagi fu
trasportata dall’amico al centro della pista mentre tutti si
scatenavano
ballando le hit del momento.
Tutta musica spagnola,
molto ballabile. Bachata,
salsa, cha cha cha e
tante altre robe.
La ragazza si
lasciò andare, le piaceva davvero
tanto ballare. Un sorriso le si aprì naturale in viso mentre
salutava gli altri
amici del quartiere. Minako era seduta in un tavolino in disparte con
altre
persone mentre la fissava un po’ tra i suoi pensieri, con il
viso preoccupato.
Usagi ballava
spensierata. Era l’unico modo che
aveva per poter sfogare e svagare.
Due braccia
però la bloccarono.
“ Che cavolo
vuoi adesso?”
“ Bambolina,
non fare così. Non hai mica visto un
fantasma.” Seiya la teneva stretta per i polsi mentre la
obbligava a ballare
vicini.
“ Lasciami
in pace, o grido!!! Non voglio ballare
con te!! E poi se non te ne sei reso conto, questo non è un
ballo da fare in
coppie quindi allontanati da me!!!” La biondina cercava di
liberarsi da quella
forte presa. Odiava, detestava nel peggiore dei modi quando qualcuno le
metteva
le mani addosso soprattutto se quel qualcuno era un uomo come lui!.
“ Hai
ragione ok, ok non ti tocco più. Però non ti
allontanare da me dai rimani qui.
Pasticcino non puoi
scapparmi di nuovo” La
bloccò con un abbraccio tanto forte che
Usagi non poté liberasi. Si muoveva in modo brusco cercando
di svincolarsi da
quelle grandi braccia rudi che la stringevano. Tirava calci, gridava.
Non lo
voleva accanto. Ma per quanto poteva muoversi non riusciva a liberarsi!.
“ Lasciami
Seiya. LASCIAMIIII! TI ODIOO VATTENEE,
AIUTOOOO!”
Sapphir vedendo la
scena corse in aiuto
dell’amica…
“Seiya
lasciala stare. Non dare spettacolo non ne vale la pena” Ma
Seiya non mosse
ciglio, la voleva a tutti costi.
La lite si
scatenò. Sapphir lo colpì alla faccia e
cosi come in una catena tutti cominciarono a dare il via ad una rissa,
mentre i
proprietari del locale cercavano di calmare le acque.
Usagi si sedette al
tavolo di Minako. Cominciò a
bere. Era scioccata.
Odiava
maledettamente le mani addosso. Tremò come una foglia. Non
voleva nessuno
vicino.
Minako le diede
l’acqua ma rimase distaccata, non
sopportava qualcosa di Usagi. Ma cosa?
Il
suo
sguardo era pieno di gelosia, e di dolore allo stesso tempo. Le voleva
bene ma
non poteva far a meno di essere fredda in quel modo.
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Ore 23.30.
Il ticchettio
dell’orologio da polso poggiato sulla
scrivania dello studio.
Il Giudice Tsukino era
seduto al suo PC , aveva
molto lavoro da fare quella sera.
Il telefonino
squillò.
“ Pronto, si
vengo subito. A dopo” Riattaccò, era
agitato e subito dopo digitò un numero.
Il telefono squillava.
Una voce rispose.
“ Scusi per
l’orario hanno chiamato dal
commissariato è urgente ho bisogno del suo aiuto. Ci vediamo
li, a dopo”
Riattaccò nuovamente il Giudice.
Prese la sua 24ore,
avviso la servitù della sua
improvvisa uscita dicendole di avvisare la moglie nel caso avesse
chiesto di
lui, le chiavi della sua auto erano sul cruscotto mise in moto e
partì con la sua
auto.
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Le sirene in
lontananza annunciavano l’arrivo
della polizia.
I ragazzi erano
terrorizzati. Qualcuno piangeva
altri tremavano per ciò che era successo altri sentivano il
corpo leggermente
indolenzito.
Delle volanti si
fermarono davanti al locale,
raggruppando i ragazzi e portandoli con se al distretto di polizia per
dichiarare l’accaduto.
In commissariato,
Usagi era preoccupatissima. Al
solo pensiero di ciò che le stava per accadere , brutti
ricordi riaffiorarono
alla sua mente. Si trovava in stato di shock . Guardava in giro con
aria
confusa ma impaurita allo stesso tempo. “Stava riaccadendo,
si , dopo tanti
anni stava riaccadendo. Le mani rudi su di lei. NO Non voglio. Ho
paura.” E poi…
Pensava a Kakyuu, pensava a ciò che le stava per succedere.
Cosa le avrebbero
fatto in quel commissariato? E se l’avessero arrestata? Si
spaventava.
Mille
pensieri gli vennero in testa. Una gran confusione in tutto quel luogo.
La
gente gridava, volevano spiegazioni, volevano uscire da quel posto. La
paura
l’aveva terrorizzata al solo pensiero di dare una brutta
notizia alla sua amata
Kakyuu. Le voleva troppo bene per farle un torto così
grande. Ad un tratto, si
sentì la porta aprirsi, entrarono due persone, Usagi non
diede caso a ciò che
stesse accadendo avvolta dalle sue preoccupazioni però,
alzò lo sguardo,
asciugando qualche lacrima di paura. La testa ancora confusa ma pronta
a
dichiarare ciò che le avessero chiesto… i suoi
occhi si alzarono guardando
altre le teste di quei tanti ragazzi che si trovavano dentro quel luogo
pino di
baccano.. Spalancò gli occhi :
uno sguardo di sorpresa inaspettata sul viso della giovane ragazza …“No, non posso crederci … e di nuovo lui…”
*gente viajera = in Spagnolo significa Gente che viaggia.
UNA DEDICA PER VOI:
Ciao a tutte ragazze , lo so sono stata un pochino ritardataria e non ho potuto mantenere la promessa, però tra feste e robe varie non ho avuto il tempo di scrivere questo capitolo che ho lasciato in sospeso =D però adesso è bello pronto e spero che vi sia piaciuto scoprire chi fosse la persona con cui è incimpata Usagi =) , ma le sorprese non finiscono qui , infatti adesso chi sarà mai qtesta persona per cui Usagi rimane a bocca aperta? beh a voi la risposta e soprattutto spero continuate a seguirmi se vi incuriosisce questa storia bacioniii =)
SweetBunny91