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Autore: madoka94    17/01/2012    0 recensioni
Salve a tutti! Ho voluto lanciare una sfida a me stessa:provare a fare una fic su Assassin's Creed!Mi sono appena cimentata nel videogioco e non ho potuto resistere a fare questa storia X3
L' unica cosa è che vorrei un vostro parere se continuarla o meno, altrimenti la toglierò e lascerò perdere U.U .
Se c' è qualcosa che non va nel testo e nel resto della storia ditemelo che rimedierò subito.
Ed ora vi lascio, buona lettura (spero)! ^_^
PS(ho voluto cambiare la storia mettendola a capitoli)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Eravamo uscite di casa che erano le 10:30, in quel momento mancavano pochi minuti a mezzogiorno.
Aspettai che Sarah prendesse le ultime scorte di pesce vicino all' angolo della pescheria e proprio li dietro si sentivono le voci di due soldati che percorrevano la via dopo chiecchierandosela tranquillamente.
-Hai sentito?Si dice che sia arrivato un Assassino in città.-disse uno dei due all' altro.
-Abbassa la voce quando parli di queste cose, idiota!-
-Scusa..pensavo che lo volessi sapere.-
-Certo che lo voglio sapere se non voglio sentire i dieci rintocchi che suoneranno per me.-
I miei pensieri si fecero strada interrogativi nella mia testa: quale Assassino?Cos' erano i "dieci rintocchi"?
-Che diamine sono i "dieci rintocchi"?-
Sentì che si erano fermati a un metro di distanza da me, cercai di non farmi vedere da loro e continuai ad ascoltare curiosa la conversazione.
-è una storia che hanno inventato gli altri in caserma, un pò per intimorire chi la ascolta e anche per inventare una leggenda ai novellini come te.-
-E quindi è una storia falsa, giusto?-
La voce del soldato inesperto si intimorì appena, infondo erano un pò fifoni questi soldati.
-Non ho mai detto questo.-disse serio l' altro soldato per poi riprendere il discorso.-Dicono che quando si sentono risuonare le campane della chiesa, oltre ad avvertire l' ora della messa, vuol dire che è passato l'Assassino, come segno di presagio.Anche loro fanno da complici per dargli dei segnali..-
-Segnali?-
-A un Assassino molto abile,esperto e discreto gli servono solamente dieci rintocchi di campana o ancor meno per compiere il suo compito. Il primo rintocco è il segnale per colpire, il settimo per fuggire e il decimo per scomparire nel nulla, proprio come un angelo della morte.-
Restai sbalordita a sentire una conversazione del genere.
"Ora capisco perchè non ne ho mai sentito parlare."
-E..e ci credi?-chiese il novellino che se la stava proprio facendo sotto dalla paura.
-Non saprei, sono dicerie, ma con questi uomini con un dono del genere di togliere la vita non bisogna lasciar scorrere niente.Ricordati di questo, una cosa che si dicono anche tra di loro e ne hanno fatto il loro credo: nulla è reale, tutto è lecito.-
Ci fu una piccola pausa soffocata dai richiami dei mercanti e il vociferare della gente.
-Tu...tu ne hai mai visto uno?-
-Guarda, ringrazio il cielo che non ne ho mai avuta l' occasione, però ho sentito uno che ha fatto la guardia al lato nord-ovest alla volta che portava al distretto dei ricchi che è stato sfortunato.
Disse che con altri compagni l' avevano accerchiato ma..di tutti loro ne rimase solo lui, ancora adesso si chiede se l'avesse lasciato in vita apposta o se era troppo occupato a pensare ad altro per ucciderlo.
Disse anche che portava una veste che chiunque l' avrebbe scambiato per un monaco se si fosse intrufolato fra uno di essi o l' avrebbe visto pregare, se invece cel' hai vicino non fai in tempo ad accorgetene che ti ha tagliato la giugolare.-
Mi venne uno shock quando mi ricordai di quel ragazzo vestito come descritto dal soldato e quasi svenni nel realizzare che era lui, era l' Assassino.
Sarah mi risvegliò dal mio stato catatonico temporale richiamandomi e ricominciammo ad incamminarci verso casa, passando per la strada della chiesa per far prima.
Stetti sempre dietro di lei guardando la sua schiena coperta dalla sua mantella marroncina.
Non sapevo se raccontarle di quello che era accaduto, se l' avessi fatto mio padre non mi avrebbe mai più consentito di uscire e..poi mi venne un lampo!
Forse era per questo che non voleva che uscissi, perchè sapeva dell' arrivo dell' Assassino, per tenermi al sicuro.Chissà se anche Sarah lo sapeva..
In men che non si dica arrivammo davanti alla piazza della cappelletta, mancava poco al rintocco di mezzogiorno e c' era una gran folla che urlava e schiamazzava dando nomi che non sarebbero stati da dire.
-Cosa succede?- chiesi a Sarah.
Lei non mi rispose,quel che guardava indignata bastava, dei soldati erano sul patibolo e alle loro spalle avevano giustiziato uomini e donne che sicuramente erano innocenti impiccandoli.
Li riconobbi, erano gli stessi che avevo incontrato al mercato.
"Maledetti..."
Cercai di trattenermi per non andare direttamente da loro e fargli pagare la stessa punizione.
-Venite Astrid, hanno dato spettacolo abbastanza..-
Perchè, pensavo, perchè tanta crudeltà e pazzia?Perchè?
Cosa avevano fatto per meritare tutto questo?
Era per aver rubato, come diceva quel Crociato che andava su e giù sul patibolo come se stesse marciando, o per divertimento?
Li odiavo, odiavo tutti loro per quel che stavano facendo alla popolazione, a quello che stavano facendo nelle altre città che avevano sottomesso.
Sentì la leggera mano di Sarah sfiorarmi la spalla, con lo sguardo che mi diceva che anche lei provava le stesse cose che provavo io e che non dovevo darne peso.
Stavamo per incamminarci quando vidi un falchetto che era appollaiato sulla trave volarsene via, al di sopra della cappelletta, lo seguì con gli occhi occorgendomi che c' era qualcuno sulla trave dove stava la campana, un uomo dalla veste bianca con il cappuccio.
All' inizio non ci feci caso, ma poi sentì il suono sordo della campana.
Il primo rintocco di mezzoggiorno.
"Ma è..l' Assassino!"
Voltai di scatto la testa e notai che non c' era più, guardai verso la folla furibonda e vidi la sua figura scostare una persona alla volta, ogni passo che faceva era accompagnato da quei rintocchi.
Fu il terzo rintocco quando arrivò abbastanza vicino al patibolo, il Crociato lo notò subito e ordinò ai due soldati al suo fianco di attaccarlo, lui sembrò non preoccuparsene come se la situazione fosse sotto controllo.
Cominciò ad accelerare con piccoli scatti verso i gradini, prendendo la balestra che aveva sulla schiena scoccò la freccia al soldato che stava alla sua sinistra, quello di destra gli stava per arrivare addosso ma lo infilzò con la balestra stessa evitando il colpo con la spada che gli stava per dare.
Era davanti al Crociato, faccia a faccia, lui stava per sguainare la spada ma in quell' istante l' Assassino era già in aria dopo aver compiuto un salto con una lama che gli usciva dalla polsiera in cuoio dalla mano sinistra.
Le immagini sembravano muoversi lentamente, come se il tempo stesse rallentando.
Poi quel suono, il suono del sesto rintocco, il suono della lama conficcata nella gola.
Tutti quanti, compresa io, rimanemmo senza parole con occhi terrorizzati e sorpresi.
Non riuscivo a credere che era successo tutto in un attimo, in un solo istante aveva compiuto una carneficina.
L' Assassino cadde insieme al corpo ormai senza vita e in segno di rispetto gli chiuse gli occhi ritirando la lama.
Si sentì il settimo rintocco, il momento di fuggire.
Veloce come il vento corse via dal patibolo seguito dai soldati che erano già sul posto.
Non so cosa mi fosse venuto in mente di fare, però volevo vedere come avrebbe fatto a scappare, volevo seguirlo, così anche io mi misi a correre.
-Astrid!Tornate indietro!ASTRID!!-
Sapevo che quel che facevo mi avrebbe fatto perdere la fiducia in Sarah e mio padre, ma io volevo sapere, ero semplicemente curiosa.
Cercai di stare un pò lontana dai soldati per seguirli, era dura visto la velocità che correva l' Assassino.
Stava andando in diverse vie cercando di distrarli e farli perdere di vista, in un attimo lo vidi correre sui tetti.
"Ma come diamine ha fatto?!"
Scrollai la testa, non era il momento di farsi quelle domande.
Sentì il nono rintocco.
Con salto felpato discese dal tetto atterrando su uno dei soldati tramortendolo e corse verso la chiesa fermandosi di spalle al portone.Si girò lentamente a guardare i soldati con un piccolo sorriso beffardo appena accennato sulle labbra, non lo capì.
"Perchè si è fermato?Così lo prenderanno!"
Fui una sciocca a fare una supposizione del genere, infatti al decimo rintocco le porte si aprirono e ne uscirono fuori dei monaci teutonici.Man mano che avanzavano lui indietreggeva, mimetizzandosi fra di loro.I soldati andarono incontro il gruppo ispezionandoli uno a uno.
Ormai mi ero fermata per la stanchezza a guardare la sua ultima opera di prestigio, mentre il fiato mi bruciava prepotente la gola per lo sforzo.
Improvvisamente mi sentì qualcuno prendermi per il braccio con una stretta micidiale, Sarah mi aveva seguita.
-Perchè siete scappata in questo modo? Mi avete fatto venire un infarto!Avete idea di chi era quell' uomo?!-mi sbraitò contro, perdendo ogni controllo.
Abbassai lo sguardo con fare dispiaciuto non rispondendole alla domanda.
-Sarah..mi stai fecendo male..-le dissi solamente in un sussurro e lei mi lasciò subito.
Sapevo che era arrabbiata con me, glielo leggevo negli occhi, sicuramente pensava che aveva fatto male a fidarsi di me.
Ma quest' ultimo pensiero se ne andò via quando la vidi stringermi fra le sue braccia tremanti, ancora spaventata dall' accaduto.
-Non lo fate più...non saprei cosa fare se vi accadesse qualcosa.-
Mi si bloccò il fiato e non era perchè mi stava stringendo forte..quel che sentivo faceva molto male..
-Scusami.-
-Su, su, adesso andiamo.Si è fatto veramente tardi.-
Lei mi prese la mano, passammo davanti la chiesa, nonostante tutto ero ancora concentrata nel sapere se lo avessero trovato.Sentì uno dei soldati imprecare, per me quella fu la risposta che non cel' avevano fatta.
Spostai lo sguardo verso la folla che camminava tranquilla, vidi un cappuccio bianco guardare nella mia direzione, dopo che passarono altre persone il cappuccio sparì.
Ripensai alle parole dei soldati che erano al mercato, alla fine dei conti avevano ragione.
Nulla è reale, tutto è lecito.
Quanto era vero...
In quell' istante il falco di prima volò sopra alle nostre teste indisturbato, alla ricerca di una nuova preda, mentre la città ritornò a essere serena, ognuno continuando a fare la propria vita.
Qualcosa, però, mi diceva che quella dolce calma si sarebbe rotta nuovamente, con un nuovo urlo accompagnato dal suono della campana, da quei dieci rintocchi che portavano alla morte.


 



  
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