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Autore: Panda_chan    17/01/2012    4 recensioni
Naruto è biondo e ha gli occhi azzurri, è vero, ma il taglio degli occhi è come il tuo, e quando lo vedo ridere scorgo nel suo sorriso la tua forza e la tua ilarità.
Chiudo piano la porta della stanzetta, per non svegliarlo, e ritorno a sdraiarmi sul divano, senza abbandonare il filo dei miei pensieri.
Guardando il soffitto vedo una piccola crepa, probabilmente l’intonaco sta cedendo: diversi amici e conoscenti mi hanno detto che sarebbe opportuno che io mi trasferissi da qui, che è un appartamento vecchio, che non sarà difficile per il Quarto Hokage trovare un alloggio più dignitoso per sé e per suo figlio.
Ma io non lascerò questa casa, non mi muoverò da qui, nemmeno se mi dovessero trascinare a forza.
Questa casa sa di te.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Minato/Kushina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Salve!
Sono tornata con una vecchia shot che avevo scritto per un contest tempo fa – non me ne voglia chi lo ha indetto, se sta leggendo, ma proprio non mi ricordo il titolo, mi dispiace ^^’ – e non mi sono mai ricordata di non averla pubblicata.
Il tema era la reazione di un personaggio assegnato dal giudice per la morte di un altro personaggio, sempre assegnato dal giudice, in un luogo prestabilito.
A me sono capitati Minato e Kushina e il luogo è la loro casa – quindi se la cosa non vi pare coerente con il manga, è perché i connotati erano già stati assegnati e dovevo scrivere attenendomi a quelli. :)
Spero che sarà comunque una cosina piacevole. :)
Buona lettura!
Panda

 

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Plic. Plic. Plic.
Con un moto di fastidio mi alzo dal divano per chiudere bene il rubinetto del lavandino che perde.
E pensare che me lo dicevi sempre di ripararlo.
Adesso le gocce non cadono più, ma in compenso la casa è avvolta nel silenzio, e allora mi rendo conto che forse era meglio prima, quando almeno c’era un rumore a risuonare, per quanto seccante fosse.
Maledizione. Maledizione a te e a tutto quell’insoffribile e adorabile baccano a cui mi avevi abituato, che adesso mi manca immensamente.
Questo silenzio plumbeo non è normale. Non ci sta più nella mia vita. Non dovrebbe più esserci…
Dalla cucina ritorno in salotto e mi guardo intorno.
È un grave errore, lo capisco subito, ma d’altronde non posso e non voglio evitarlo.
Sul comò, non molto grande ma elegante e dalle linee semplici, come piaceva a te, sono posate delle cornici: ed è bello rivederti almeno in quelle foto, nella più piccola, a sinistra, che ti ritrae nella tua prima divisa da genin, ancora bambina, e nella seconda verso destra, in cui compariamo tutti e due, io in veste di maestro, tu di mia allieva.
Quanto abbiamo dovuto penare, io e Jiraiya, per convincerti a scattare  quella foto…

 

“Su, Kushina, non è mica un ritratto da esporre alla pubblica piazza! È solo una foto ricordo!”
“Sì , infatti, solo tu e Minato ne avrete una copia. È qualcosa che manterrà vivo nel tempo il momento in cui siete ufficialmente divenuti maestro e allieva!”
“Ma insomma, cosa non vi è chiaro della parola ‘no’? Se volete ve la ripeto: NO!”
“Uff, Kushina…”

 

Alla fine ti abbiamo persuasa, ma quanta fatica.
Di fianco, la cornice di legno intarsiato regalataci da Tsunade racchiude dietro il suo vetro un altro momento di noi, un altro scorcio della nostra vita.
Te lo ricordi, Kushina... Te lo ricordi quando ti ho chiesto di sposarmi?

 

“Stai… Stai scherzando. Vero, Minato?”
“Affatto. Ho l’aria di uno che scherza?”
“Ma... Ma…”
“Sì?”
“È solo che… Già all’inizio, quando ci siamo fidanzati, mi sembrava impossibile che Minato Namikaze, orgoglio e fiore all’occhiello di Konoha, il Lampo Giallo della Foglia, avesse davvero accettato di stare con me. Ma ora… Addirittura sposarsi…”
“Quindi, la tua risposta…?”
“Beh, visto che sembri così ansioso di cacciarti nei guai… La mia risposta è sì!”

 

E poi l’ultima foto, la più grande.
L’unica che mi costringo in ogni modo a non guardare, a non sfiorare nemmeno con lo sguardo, perché vederla sarebbe il colpo di grazia.
Non voglio vedere noi, nel giorno delle nostre nozze.
Non voglio vedere i tuoi occhi, il tuo viso, la tua espressione.
Non voglio vedere te, irrimediabile maschiaccio, per una volta elegantemente acconciata, truccata, abbigliata con lo splendido abito bianco e il velo.
Non voglio vedere me, di fianco a te, sorriderti appena nonostante la felicità che ricordo distintamente essere stata incontenibile, e cingerti la vita sottile con un braccio.
La conosco a memoria quella foto, l’ho guardata talmente tante volte dal giorno del tuo funerale da imprimermi nella mente ogni singolo dettaglio. Quindi ora basta.
Vado oltre il salotto, oltrepasso la varie stanze della nostra casa forse non così grande ma accogliente, e arrivo fino alla nostra camera.
Guardo la trapunta che copre il letto, di un intenso color arancione, con un sorriso amaro rivedo il momento in cui l’abbiamo comprata.

 

“Oh, Minato, guarda!”
“Ma… Kushina, non potremmo proprio comprare quella azzurra, o magari quella verde, che sono così semplici ed eleganti?”
“Assolutamente no! Quella è roba da vecchi!
Questa invece è così originale, darà un tocco di colore alla stanza!”
“Non mi piace.”
“Minato, ho deciso che compreremo quella.”
“Non dormirò mai sotto quella roba, Kushina, ti avverto.

 

E infatti la sera stessa ti ho aiutato a stenderla sopra il lenzuolo.
Non sono mai stato capace di dirti di no, Jiraiya mi ha sempre preso in giro per questo.
Poso gli occhi sulla specchiera davanti a cui pettinavi ogni mattina i tuoi lunghi capelli rossi, lucenti e bellissimi, poi sul comò in cui riponevi i tuoi vestiti, e sul comodino dove stavano posati i libri che ti piaceva leggere prima di dormire.
Ogni singolo oggetto di questa casa, ogni particolare, ogni angolo mi riporta a forza ad un momento che abbiamo vissuto insieme.
Non so, a volte credo di non riuscire materialmente a sostenere il peso della tua memoria; ma quando mi capita di pensarlo mi sforzo di rammentare com’era il tuo carattere, deciso, forte, tenace: e allora mi dico che devo imparare ed essere come te.
Devo farlo per poter andare avanti, altrimenti non sopravvivo; devo farlo per Naruto, che sarà costretto a crescere senza una mamma e non può permettersi di avere un padre debole che vive immerso nei suoi stessi ricordi.
Già, Naruto.
Girando lentamente sui tacchi esco dalla nostra camera per entrare nella sua: dorme, tranquillo, fortunatamente estraneo a tutto  il dolore che si è abbattuto sulla nostra famiglia.
Almeno questo mi consola: è troppo piccolo per rendersi conto della perdita.
A volte lo vedo ruotare gli occhi azzurri tutt’attorno, probabilmente cercandoti, ma gli basta la presenza di un viso conosciuto che passi un po’ di tempo con lui a fargli ritornare il sorriso.
Dicono tutti che mi somiglia, ma ogni volta che lo guardo io penso a te, non a me stesso.
È biondo e ha gli occhi azzurri, è vero, ma il taglio degli occhi è come il tuo, e quando lo vedo ridere scorgo nel suo sorriso la forza e l’ilarità del tuo.
Chiudo piano la porta della stanzetta, per non svegliarlo, e ritorno a sdraiarmi sul divano, senza abbandonare il filo dei miei pensieri.
Guardando il soffitto vedo una piccola crepa, probabilmente l’intonaco sta cedendo: diversi amici e conoscenti mi hanno detto che sarebbe opportuno che io mi trasferissi da qui, che è un appartamento vecchio, che non sarà difficile per il Quarto Hokage trovare un alloggio più dignitoso per sé e per suo figlio.
Ma io non lascerò questa casa, non mi muoverò da qui, nemmeno se mi dovessero trascinare a forza.
Questa casa sa di te.

 

“Oh, questa è un capolavoro!”
“Forse è un po’ piccolo, come appartamento…”
“Ma guarda che amore di balconcino! E le stanze!”
“Ci sarà qualche lavoro da fare, ma in effetti è uno stabile ben costruito…”
“Prendiamo questo, Minato-kun!”
“Ti piace così tanto?”
“Oh, sì! Lo riempiremo insieme noi due! Saprà di me e di te.”

 

 

**********

 

Nnnnnon è molto allegra, mi rendo conto, d’altronde il contest era ben preciso. ^^
Non mi ricordo esattamente nemmeno come mi sono classificata, a dire il vero. ò.ò
Ringrazio chiunque abbia letto e mando un bacio virtuale a chi vorrà recensire. :D
A presto!
Panda

  
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