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Autore: Marge    18/01/2012    3 recensioni
Aveva la sensazione di aver appena interrotto un sogno importante, e si sentiva inquieta, senza conoscerne il perché.
Fic partecipante al P0rn Fest con il prompt "Maria Antonietta/Oscar, Self" ed alla Maritombola con il prompt "Moresome".
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Rêve


Si svegliò naturalmente, mentre ancora fuori dalle finestre solo gli uccellini del mattino erano desti, ed il sole aveva appena cominciato a schiarire la notte all’orizzonte. Aveva la sensazione di aver appena interrotto un sogno importante, e si sentiva inquieta, senza conoscerne il perché.
Sbatté gli occhi un paio di volte, poi li chiuse nuovamente, abbandonandosi al tepore delle lenzuola, alla dolcezza di morfeo. Portò le mani al petto, e si accorse di essere sudata, e di avere il cuore veloce. Cosa stava sognando? Scivolò nuovamente nella fantasia onirica, senza accorgersene.
Alle sue spalle, Hans sbottonò delicatamente la camicia candida, e posò i palmi delle mani aperte sul suo torace. C’erano le bende, ovviamente: portava sempre le bende per costringere il suo seno, che non era sicuramente florido, ma facilmente individuabile, anche sotto la spessa stoffa della giubba militare, se non l’avesse stretto a quella maniera.
“È molto triste che tu debba obbligarti a tutto ciò” sussurrò la voce roca di Hans nelle sue orecchie, stringendo il seno tra le mani. Perché mai Axel diceva una frase del genere, nella sua mente? Senza darsi una risposta, sfiorò le punte con il palmo, delicatamente, rabbrividendo: sotto la camicia da notte non portava nulla.
“Posso?” chiese lui. Sentì le dita intrufolarsi tra le fasce, sfiorarle il solco sotto i seni, e questo le fece contrarre il ventre in una morsa di piacere. Le bende si allentarono e caddero a terra in un fruscio, e le sue mani – quelle di Hans, ovviamente – si appiattirono su di lei, schiacciando le mammelle contro i muscoli del torace. Lasciò andare un sospiro.
Un’improvvisa sensazione umida sotto l’ombelico le fece abbassare il campo visivo.
“Posso, Oscar?” disse André, inginocchiato ai suoi piedi; le sue labbra indugiavano ancora sulla sua pelle liscia, ed i riccioli neri come la notte le sfioravano le cosce.
Cosa faceva lui lì, nella sua fantasia?
Non le diede tempo di chiederglielo, per quanto sarebbe stato illogico: la baciò nuovamente, scendendo con piccoli tocchi lungo la stoffa del pantalone, fino a posare le labbra proprio al centro, tra le gambe, rimanendovi più a lungo: le sembrò di sentire la pressione lieve realmente, proprio lì, ed un calore seguirlo, concentrarsi, avvampare come lo scoppio di un fucile.
Axel le lambì il collo, le morse il lobo di un orecchio, le scoprì la nuca rivolgendo i riccioli dorati su una sola spalla. Rabbrividì dalla base del collo alle gambe, che le tremarono, e sarebbe caduta in ginocchio se le mani di André non l’avessero afferrata per le natiche, stringendo i polpastrelli come a voler imprimere la loro forma sulla sua carne.
“Questa storia sta uscendo fuori dal mio controllo…” pensò, scendendo con una mano tra le cosce. Per quale dannato motivo André era lì?
Improvvisamente, nella scena, torbida come il fondo della Senna dopo una pioggia tumultuosa, comparve la figura minuta della regina.
“Maria Antonietta?” si domandò Oscar, sconvolta. “Perché lei è qui?”
La fanciulla, bionda come non mai, con i riccioli dorati sciolti che le scendevano fino alla vita, la pelle diafana e le gote rosse, rise d’un riso argentino come il suono di mille campanelli di cristallo. Indossava solo una lunga camicia da notte, ricamata e quasi trasparente a causa di un provvidenziale raggio di luce alle sue spalle. Oscar l’aveva vista in quelle vesti una sola volta, seduta ad uno sgabello di fronte ad uno specchio, mentre alcune dame la pettinavano con cura; rigida, il capitano delle guardie si era inchinata e non aveva alzato lo sguardo fino al congedo, enunciando con impeccabile serietà il motivo della sua visita. Ed ora, la delfina saltellava, leggiadra come un cerbiatto, nel suo sogno, fino a raggiungerla, poggiandole una mano sulla spalla sinistra, in punta di piedi per eguagliare la sua altezza.
“Maestà, ma cosa…” provò a dire.
Inutilmente, le proteste le morirono in gola, e le sue mani, quelle vere, fredde e ruvide, non la smettevano di correre su e giù, dai seni alle cosce.
Hans le morse il collo, provocandole una scarica di brividi lungo le spalle, mentre André nuovamente posava un bacio proprio tra le gambe, stringendole le natiche tra le mani, senza darle modo di muoversi; e con un sorriso impertinente, socchiudendo gli occhi, la regina Maria Antonietta intrufolò la lingua tra le sue labbra, ed era piccola, guizzante e bagnata.
Il piacere esplose nella sua mente, ed inarcò la schiena sollevando il bacino contro la sua mano, per un istante; sparì, troppo velocemente, facendola tornare bruscamente alla realtà.
Aprì gli occhi: era nel suo letto, ovviamente. Si coprì il volto con le mani, respirando ancora forte, e con il cuore accelerato. Il sole era ormai sorto.




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Fic partecipante al P0rn Fest con il prompt "Maria Antonietta/Oscar, Self" ed alla Maritombola con il prompt "Moresome".
È la prima volta in assoluto, nella mia vita, che mi cimento con la tematica dei rapporti tra più persone; dal momento che sono una fan assoluta del canon, in ogni opera, ho reso il tutto esclusivamente una fantasia di Oscar, sfuggita leggermente al suo controllo, per far sì che possa sembrare plausibile anche all’interno della trama originale. Credo comunque che si possa tranquillamente considerare una PWP, dal momento che veramente non c’è alcun riferimento temporale né tantomeno introspettivo XD
See ya!
  
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