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Autore: Essandre    18/01/2012    3 recensioni
Più lo guardava più aveva la sensazione di averlo già incontrato “Lavori al Ministero?”
“Io?” chiese l’uomo sorpreso.
La ragazza annuì
Lo sguardo di Lupin si spostò per un istante su Sirius, le sue labbra si strinsero in un'unica linea quasi a voler trattenere una risata prima che lui rispondesse“No”.
“Ci siamo già incontrati?”insistette chiedendosi cosa nella sua domanda potesse divertirlo tanto.
“Non prima di ieri” le assicurò tornando ai suoi libri.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Rimase sul marciapiede, indecisa. Sapeva che non avrebbe potuto cambiare idea, lo aveva saputo nell’istante in cui aveva accettato di recarsi all’appuntamento con Malocchio, eppure per un breve istante esitò. Era solo suggestione, si disse osservando un ultima volta la tetra facciata nera ed i vetri opachi della casa prima di decidersi a salire i pochi gradini che portavano alla vecchia porta nera.


Un leggero filo di fumo si sollevava ancora dalle braci che il fuoco non era stato in grado di consumare del tutto.
Si guardò intorno lasciando scorrere lo sguardo sui presenti,
riconoscendone la maggior parte, talmente impegnati a discutere tra loro da non prestarle attenzione, mentre seguiva Hestia Jones.
Si era appena seduta quando la porta della cucina si aprì nuovamente.
 Aveva tagliato i capelli, che pur lunghi non assomigliavano più ad un
aggrovigliato ammasso di fili, le sue guance erano meno scarne di quanto non mostrasse nelle foto segnaletiche che tappezzavano il Dipartimento. Non aveva mai incontrato prima di quel
momento Sirius Black eppure avrebbe riconosciuto quel volto ovunque.
Quando i suoi occhi incontrarono per un istante quelli del cugino, provò la
sensazione che le stesse sorridendo compiaciuto, ma probabilmente fu
solo un'impressione perché un attimo dopo lo vide voltarsi verso l'uomo seduto alla sua
destra ignorandola.

" Lui chi è?”
Lo sguardo di Hestia si soffermò su tutti coloro che erano seduti intorno
al vecchio tavolo di legno prima di tornare a posarsi interrogativo su Tonks “Lui chi?”
“Lui”ripeté la giovane Auror indicando con gli occhi l’angolo opposto della stanza in direzione dell'uomo che scuoteva deciso la testa opponendosi a qualsiasi cosa Sirius gli stesse dicendo “Ho la sensazione di averlo già incontrato, ma non riesco a ricordare dove”aggiunse pensierosa.
“Remus Lupin?” chiese l’altra versandosi un bicchiere d’acqua “Questa è la seconda volta che lo vedo. ” riprese dopo essersi assicurata di stare parlando della stessa persona "Non so molto di
lui, ma mi hanno detto che è un vecchio amico di tuo cugino.”
Le faceva uno strano effetto sentire associato il nome di Sirius Black al proprio, prima però che potesse dire qualcos'altro Silente entrò nella stanza ponendo fine ai mormorii.
“Ninfadora.” chiamò Alastor Moody facendole cenno di alzarsi.
“Non chiamarmi Ninfadora!” lo avvertì alzandosi scandendo lentamente le singole parole mentre i suoi capelli si tingevano di rosso per poi tornare di nuovo viola.


“Così tu sei un Auror” disse Sirius avvicinandosi al termine della riunione.
“Si” rispose la ragazza. Si sentiva un po’ a disagio nello stare nella stessa stanza e parlare con lo stesso uomo a cui metà dipartimento Auror dava la caccia.
Il padrone di casa la guardò per un lungo istante in silenzio, studiandola, quindi scoppiò a ridere.
“Ho detto qualcosa di divertente?” domandò sentendosi vittima di uno scherzo che non riusciva a capire.
“No” le assicurò osservando affascinato i suoi capelli tingersi per un breve istante di nero per poi tornare viola. Ricordò quanto Malocchio aveva detto sul carattere di quella ragazza “Stavo solo
riflettendo” si sedette sul tavolo e le sorrise. “Una strega mezzosangue, che è riuscita a diventare Auror e trama alle spalle del Ministero proteggendo un pericoloso assassino.” uno strano piacere sembrò pervadere la sua voce nell'associare sé stesso al concetto di 'pericoloso assassino'. Posò i piedi sulla sedia e i gomiti sulle ginocchia “Se solo i miei cari genitori potessero essere qui in questo momento!” esclamò con un pizzico di entusiasmo e follia “Il figlio traditore
e la prova vivente della contaminazione del sangue dei Black che siedono insieme nella loro cucina” rise di nuovo piegando indietro la testa.

Lo guardò preoccupata chiedendosi se non fosse fuori di testa quando l’uomo che Hestia aveva chiamato Lupin si avvicinò.
“Devi scusarlo.” si intromise gentilmente  “Dodici anni ad Azkaban non hanno migliorato le sue già scarse buone maniere. Spero non ti stia dando troppo fasti...”
“Stavamo parlando se non ti dispiace” lo interruppe Sirius improvvisamente serio.
“Tu stavi parlando” lo contraddisse l'altro senza mostrare alcuno stupore per quel repentino cambiamento di umore “lei ti guardava cercando di decidere se sei completamente pazzo o meno. Se volevi farle venire dei dubbi sulla tua sanità mentale ci sei riuscito”
“Se mi credesse pazzo o colpevole” ribatté Sirius “Non sarebbe venuta qua stasera” A quelle parole sembrò ricordarsi della sua presenza e tornò a voltarsi verso la cugina”Cosa pensi di me?”
Non si era mai sentita tanto a disagio in vita sua, e lei di situazioni imbarazzanti ne aveva vissute più di quante avrebbe potuto raccontare. Istintivamente si guardò intorno, velocemente, desiderando
non essere sola con loro. Sperando che Malocchio venisse a chiamarla, che chiunque li interrompesse, ma non c'era nessuno eccetto loro tre nella stanza.
Tornò a guardare il cugino che la fissava in attesa, un’espressione indecifrabile sul volto. Se solo una settimana prima le avessero detto che avrebbe aiutato a nascondere Sirius Black, avrebbe riso ma c'erano troppe cose che non la convincevano in quanto stava accadendo ultimamente. “Non sei un assassino” rispose, forse un po’ troppo rigidamente e sbrigativamente pensò chiedendosi se quello non fosse un qualche ‘test a sorpresa’"magari un poco folle" si lasciò sfuggire con un mezzo sorriso a bassa voce ma non abbastanza piano da non farsi sentire, pentendosi quasi
subito nel vedere i due scambiarsi una veloce occhiata.
Indietreggiò istintivamente non appena Sirius saltò giù dal tavolo a quelle parole ma prima che potesse muovere l'altro piede sorprendendola l'uomo le passò un braccio intorno alle spalle
stringendola al suo fianco come una vecchia amica.“Un poco, forse”le concesse scherzando.


“Dove sei stata? Sei n ritardo!”

“Lo so” rispose Tonks appendendo vicino alla porta il mantello “mi spiace”.

“Hai idea di quanto mi hai fatto preoccupare?” continuò suo padre seguendola con lo sguardo entrare in sala da pranzo”Non si parla d’altro ormai che di misteriosi incidenti e...”

Attraverso i vetri degli occhiali gli occhi di Ted Tonks la scrutavano nervosamente, in cerca di qualsiasi indizio su cosa l’avesse trattenuta tanto a lungo fuori di casa“Non devi preoccuparti per me” lo interruppe Tonks sedendosi al suo fianco” So cosa faccio. Sono un Auror, ricordi?”

“Questo dovrebbe farmi sentire meglio?”chiese ironicamente l’uomo accigliandosi.

“Avresti dovuto pensarci prima invece di assecondarla quando disse di volere diventare Auror” si intromise Andromeda portando la cena a tavola.

Sua madre poteva anche divertirsi a punzecchiare il marito ma Tonks era sicura fosse stata in pena quanto lui. Il modo in cui l’aveva scrutata assicurandosi che stesse bene non lasciava possibilità di fraintendimenti “Mamma” chiamò prendendo il piatto che le porgeva “ mi parleresti di Sirius
Black?”

Il tintinnio del cucchiaio ruppe il silenzio.

“Perché questo interesse per lui?”chiese Ted sorpreso da quella domanda osservando la moglie, improvvisamente pallida, raccogliere in silenzio l'insalata rovesciata sulla tavola.

Erano mesi che davano la caccia a Black e lei non ne aveva mai parlato prima “Sono solo curiosa” si giustificò la ragazza assaggiando l’arrosto“Vorrei sapere di più. Vedo la sua foto tutti i giorni”

Fin dal terzo anno ad Hogwarts aveva deciso di voler entrare a far parte degli Auror, aveva studiato fino allo stremo per ottenere i voti necessari, aveva superato le selezioni per entrare al Ministero. Era stato difficile, più di quanto si era aspettata ma c’era riuscita. Non riusciva a credere di stare tradendo il Ministero per un uomo di cui non sapeva praticamente nulla.

Non aveva mai visto sua madre sconvolta come nel sentire il nome di Sirius. Non le aveva mai parlato della sua famiglia e non c’era da meravigliarsi considerato che una delle sue sorelle era in prigione e l’altra ….


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“Tonks!” esclamò sorpreso Sirius apparendo sulle scale che portavano in cucina richiamato dal rumore di passi“Cosa ci fai qui?”

 “Spero di non averti disturbato” rispose la ragazza vedendolo in vestaglia nonostante fosse quasi ora di pranzo.

“Tu disturbarmi?” chiese quasi sconvolto da quella possibilità “Non puoi capre quanto sia felice di vedere qualcuno” la guidò nel salotto “ben venuta nella miglior stanza della mia prigione” annunciò ironicamente invitandola ad entrare”Molly e i suoi figli mi stanno aiutando a sistemare la casa ma non hai idea di quanta robaccia ci sia qui dentro”.

La ragazza si guardò intorno curiosa. Una grande libreria occupava gran parte della parete di destra . Un tavolo ovale in legno massiccio un piccolo divano e due poltrone dalla rigida spalliera e l’aria piuttosto scomoda occupavano il resto della stanza. “I Weasley vivono con te?”

“No” rispose poggiandosi alla mensola di marmo sopra il camino “Chi potrebbe voler vivere in quest’orribile vecchia casa?”

“Questa casa non è così terribile come la descrivi tu.” lo contraddisse Lupin entrando nella stanza e posando in un angolo una grossa borsa “Ciao Tonks” salutò uscendo nuovamente dalla stanza.

“Odiavo questo posto da ragazzo e lo odio ancora” ribatté Sirius impuntandosi e ignorando quanto detto dall’amico“Gli unici momenti piacevoli qui dentro li ho trascorsi con tua madre” aggiunse con rimpianto.

“Sul serio?” domandò sorpresa la ragazza poggiandosi al davanzale memore dell’ostinato silenzio della madre sull’argomento.

“Andromeda era la mia preferita”le confermò l’uomo sedendosi accanto a lei” l’unica persona normale della famiglia”.

“Fatta eccezione per te” lo corresse Lupin posando per terra una seconda borsa.

“Era sottinteso. Che stai facendo?"domandò curioso vedendolo inginocchiarsi sul pavimento vicino ai bagagli .

“Sistemo le mie cose” rispose Lupin uscendo dalla borsa un paio di vecchi, pesanti libri dalla copertina rovinata “Non ti spiace se uso la libreria, vero?”

“E’ tutta tua” gli concesse accompagnando le parole con un gesto della mano“Remus ha accettato di vivere con me” spiegò alla cugina  “Spero che Lunastorta mi faccia sentire un po’ meno solo”

“Lunastorta?” domandò

Lo sguardo di Sirius incrociò quello di Lupin per un lungo istante durante il quale Tonks si sentì in imbarazzo provando la strana sensazione di stare assistendo ad un dialogo silenzioso.

“E’ solo uno scherzo dei tempi della scuola” rispose Remus.

Per quanto il suo tono di voce fosse gentile la ragazza pensò che il suo umore fosse peggiorato rispetto a pochi minuti prima, anche se non riusciva a capirne il motivo.
Più lo guardava più aveva la sensazione di averlo già incontrato “Lavori al Ministero?”

“Io?” chiese l’uomo sorpreso.

La ragazza annuì

Lo sguardo di Lupin si spostò per un istante su Sirius, le sue labbra si strinsero in un'unica linea quasi a voler trattenere una risata prima che lui rispondesse“No”.

“Ci siamo già incontrati?”insistette chiedendosi cosa nella sua domanda potesse divertirlo tanto.

“Non prima di ieri” le assicurò tornando ai suoi libri.

  
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