Anime & Manga > Evangelion
Segui la storia  |       
Autore: KaienPhantomhive    18/01/2012    6 recensioni
-Seguito di 'Evangelion Alternate Future'-
Quattro mesi sono passati dalla comparsa dell'Angelo delle Tenebre e dalla disfatta degli Angeli Maggiori.
Ora una Nuova Genesi getta le ombre su quattro universi accomunati da uno stesso segreto.
Come finirà la storia dei ragazzi dal destino designato e del Multiverso?
Una favola attraverso lo Spazio ed il Tempo, fino ai Cancelli del Paradiso...alla ricerca della felicità.
-Citazione:
"Si schiudono i battenti del Cancello di Tanhoizer e si apre infine...la Heaven's Door!"
Serie coinvolte: Evangelion, GunBuster/DieBuster, Aquarion, Gurren Lagann
Fisica di riferimento:
Maxwell, Einstein, Tanhoizer, Schwartzchild, Lorentz, Teoria M, Supestringhe, Heisenberg
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Neon Genesis Evangelion - Moonlight SINphonia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E con questo arriviamo allo pseudo-penultimo capitolo di questa mia estenuante long-fiction. Dico ‘pseudo’ perché il finale sarà diviso in tre parti: un finale ‘pratico’ (o materialistico/trascendente), uno ‘psicologico’ (una breve analisi introspettiva dei personaggi che hanno fatto ‘la storia’ di AFTERMATH) ed uno alternativo.

Cosa vuol dire alternativo? Beh, siamo in Eva ed i desideri posso creare interi mondi! Abbiate la compiacenza di leggere fino all’ultimo e non vi deluderò…;-)
 
P.S: se qualcuno fosse interessato ad improbabili ‘spin-off’ (ma che possono anche essere visti come lavori a parte) della serie, è in breve arrivo il primo capitolo del mio ‘Punta al Top!1.5-LineBarrel’, miniserie di passaggio tra i due capolavori di Hideaki Anno (Punta al Top!-GunBuster e Punta al Top!2-DieBuster) che spiegherà qualche antefatto poco chiaro relativo ad alcuni personaggi di questa fiction, sui quali non mi sono potuto prodigare più di così.
In ogni caso spero che continuerete a seguirmi. :-)
Ma ora bando alle ciance: l’emozione continua!

 
 
Giorno 6:
Soul’s Refrain– L’Ultimo Volo dell’Exelion
 
Universo sconosciuto. Eden. Ora ignota.
 
Una piccola cascata di piume immacolate circondava la figura del Grande Tomah, ritto al centro dello Spazio cosmico pervaso da Galassie e Stelle lontane.
 
“Il tempo del Risveglio è ormai giunto.” – risuonò nel Vuoto una voce potente e cavernosa – “L’Ultima Ora sta per scoccare.”
“Il Cancello si schiuderà presto ed il Multiverso tornerà ad uno stato primigenio…” – una seconda voce di donna echeggiò.
“…ed il nostro Progetto formerà infine in nuovo Mondo per cui abbiamo tanto atteso.” – concluse una terza entità invisibile agli occhi.
 
“Lo so…” – il tono caldo, suadente ed intriso di compiacimento del Caduto affiorò lentamente dalle sue labbra – “tutto procede secondo i nostri piani. Perfino la morte di quell’uomo e la sconfitta della Flotta Anti-Spiral erano traguardi necessari.”
 
L’unione delle voci decretò il congedo:
“Finalmente le Razze Ancestrali si ricongiungeranno in noi…e Thanatos porrà Morte e Rinascita al Vecchio Mondo. Addio.”
 
La flebile luminosità di miliardi di stelle si estinse, mentre lo Spazio lasciò il posto alle pareti cristalline della Grande Sala; dal bouquet pendente si staccò l’ultimo fiore: Malkhut.
 
“Sebastian…” – l’Angelo delle Tenebre parlò al demone in nero, alle sue spalle, stringendo il fiore di un blu cobalto – “…ormai è il nostro tempo. Al termine di questo giorno…l’umanità dovrà mettere alla prova la forza dei suoi desideri! E Malkhut aprirà il cuore della Sala del GAF…”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 02:15. Ufficio del Gran Consiglio. Super Spiral Dreadnought ‘Cathedral TERRA’.
 
Hatori posò il lungo cappello rosso e gli occhiali sul tavolo, massaggiandosi la palpebre stanche e parlando a fatica:
“Così avete decifrato tutte le pagine…?”
 
“Sì.” – fu l’asciutta risposta di Rossiu Adai – “Con il supporto di Lord Genome abbiamo ultimato la trascrizione: le Pergamene del Mar Morto contenevano una mappatura stellare crittografata. Abbiamo trovato…il ‘punto debole’.”
 
“La zona cedevole, la falla nel piano…” – proseguì Fuyutsuki – “…una zona di Spazio distorto d’emersione dal Multiverso, che può essere violata dall’Equazione di Maxwell: la Heaven’s Door.”
 
“Io non la chiamerei ‘falla nel piano’…” – la bocca di Jean-Jerome si incurvò in una smorfia di scetticismo – “…ricordiamoci che Tomah è ancora in possesso dell’ultimo Rotolo. Il Messaggero della Fine ed il Destino di tutti sono ancora avvolti nell’ignoto.”
 
“Qualsiasi cosa si celi oltre quel portale…” – Simòn strinse con vigore un pugno – “…noi lo fermeremo, a qualunque costo!”
 
“Mi compiaccio della sua determinazione, Jiiha.” – Ikari lo squadrò da capo a piedi – “La sua fermezza eviterà fastidiose polemiche, durante la Degenerazione dell’Exelion.”
 
“Che cosa?!” – il ragazzo avvampò, scattando sulla sedia – “Spero di aver sentito male! Far collassare…un’intera astronave?! Ma…non avrete intenzione di…?!!”
 
“Sacrificare un equipaggio umano per raggiungere il nostro obiettivo…” – Fudo affondò il viso nei dorsi delle mani, in meditabondo silenzio – “…possiamo davvero permetterci tanto? Non è stato proprio lei, Ikari, ad affermare che ‘la Morte non può generare altra Vita’?”
 
Il Comandante della NERV si levò, le lenti dei suoi occhiali rilucettero all’ombra:
“Mi spiace. Lo status quo è cambiato. Da questo momento in poi il Comando passa sotto la NERV: se vi opporrete…useremo la forza. L’operazione ‘Tanhoizer’ è prevista per le ore 00:00 di questa notte; terminerà al cambio di data. Comunicheremo i membri dell’equipaggio da missione entro cinque ore. E’ tutto.”
 
“Questo è…!!”
“Simòn…lascia stare. Ormai non c’è più nulla da fare.” – Adai frenò il suo Comandante, onde evitare che sferrasse un poderoso pugno contro l’uomo dai bianchi guanti.
Infine Ikari rivolse un brusco invito al Generale:
“E lei cosa ha da dire, Hatori? Spero che non ripeterà la stessa patetica sceneggiata di Jiiha...”
 
Ivankov sollevò appena lo sguardo; gli occhi arrossati. Mormorò in un soffio:
“Ho appena perso il mio Ammiraglio…assieme al potere decisionale sulla FRATERNITY. Tuttavia, siamo riusciti a concludere l’Operazione Carneades 2.0 per tempo: il mio Universo è salvo, almeno spero. Non ho nulla da perdere, null’altro da guadagnare…a questo punto…fate come volete.”
 
Le sue dita si serrarono sulla lucida e gelida canna da sparo di una pistola:
Io sono stanco.”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 06:00. Stanza n.66. Stessa Nave.
 
Le gocce d’acqua cadono fitte e pungenti come aghi sul viso del ragazzo ritto nella doccia.
La schiena è contro le fredde piastrelle del muro, mentre l’erogatore superiore continua a gettare i suoi gelidi aculei contro il suo corpo, sul quale scivolano lentamente.
Si raccolgono ai suoi piedi, dove sciacquano via nello scarico della doccia.
Lui poggia la nuca contro la parete, mentre i capelli nocciola madidi d’acqua gli si appiccicano sulla fronte.
“E così…non ne è rimasto più niente.” – sussurra piano, fissando il soffitto del bagno – “Se ne è andato così come era arrivato. Proprio come quei Mostri…proprio come quel giorno…”-
Un ricordo sbiadito gli attraversa la mente:
 
Una stanza affollata di bambini chiassosi.
Tre donne intente a calmarli.
Molti desideri. Molte anime senza famiglia.
Una porta si apre ed una giovane coppia entra; la madre tiene per mano un ragazzino di non più di dodici anni.
Lo sguardo del ragazzino incontra i grandi occhi blu scuro di un bambino nella sala, intento a giocare solitario con delle sfere ad ologrammi.
Lascia la mano della madre e gli corre incontro.
Il bambino si scosta, quasi intimorito.
L’altro gli rivolge un ampio sorriso e domanda:
“Cosa fai?”
“Sto giocando…”
“Da solo?”
“Io sono sempre solo.”
“Oh…beh, anch’io. Ma un giorno diventerò un ‘Topless’ e a quel punto non dovrò mai più essere solo! E nemmeno coloro che mi circonderanno!”
“Cos’è un ‘Topless’?”
“Davvero non lo sai? Beh…è un po’ come…un supereroe! Sì, è così: i ‘Topless’, assieme alle ‘Buster Machines’, sono gli eroi dell’umanità!”
Gli occhi dell’orfanello si illuminarono di ammirazione: quello che aveva davanti voleva essere il paladino della razza umana.
Magari non lo sarebbe mai stato…ma la sola idea lo rendeva speciale.
“Ti va di giocare con me?” – gli chiede, facendogli posto accanto.
“Certo! Oh, a proposito: com’è che ti chiami?”
“Ryan. E tu?”
“Io sono Sam. Ehi, ti andrebbe di diventare il mio fratellino? Sono sicuro che ci divertiremo un sacco!”
Le guance del piccolo Ryan si arrossano di commozione:
“Sì! Assolutamente sì!”
 
La giovane coppia di prima si avvicina, tendendogli un mano con fare amorevole:
“Allora, Ryan…benvenuto nella nostra famiglia!”
 
Il ricordo sfuma e scorre via assieme agli effluvi di quel bagno riposante.
Una lacrima quasi impercettibile si mescola all’acqua che scorre sul volto del ragazzo…e un sibilo soffocato di risentimento misto ad affetto gli serpeggia tra le labbra:
“E’ sempre stata tutta colpa tua…di quella tua maledetta Infantile Dipendenza.”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 08:30. Appartamento n.107. Stessa Nave.
 
Kittan Bachika si passò una mano tra gli ispidi capelli biondi ossigenati innaturalmente, sorridendo compiaciuto del suo riflesso nello specchio:
“Caro il mio Kittan…sei proprio un fusto! Eh, già! Guarda che muscoli! Belli sodi!”
E si diede una pacca sugli addominali perfettamente scolpiti.
Fece per infilarsi la maglia, fischiettando. Poi riflettè ad alta voce:
“Però, a pensarci bene…ma sì! Si vive una volta sola, no? Ho deciso: oggi voglio chiedere a Yoko se…”
 
…Frusshh…
Un rumore leggero lo interruppe.
 
“Una lettera?” – si domandò, raccogliendo la busta fatta scorrere sotto lo stipite della porta.
L’intestazione recitava:
‘Informazioni operative strettamente riservate. Alla Vostra sola attenzione.’
 
Mpf! So già che c’è scritto!” – sbuffò, stracciandola in due – “Sembra che siano decisi, alla fine!”
 
Abbassò lo sguardo verso un mazzo di fiori confezionati, fingendo una qualche vena di auto-ironia a velare il compianto:
“Oh, beh…niente appuntamento con Yoko, per oggi!”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Appartamento n.23. Stessa Nave.
 
Un leggero sibilo sul pavimento della cabina: un rettangolino di carta scivolò oltre la porta.
 
Michael Black si alzò dal letto, sul quale era pigramente sdraiato.
Camminò fino alla lettera introdotta di soppiatto.
Badò a mala pena al mittente.
La scartò trepidante e nervoso.
Si soffermò per un attimo sul contenuto…poi i suoi occhi neri si sgranarono in un’espressione di consapevole raccapriccio ed impotenza:
“N-non ci credo…non è possibile…!”
 
 
*   *   *
 
Due ore dopo. Ponte di Comando.
 
Il nuovo Central Dogma era insolitamente semi-deserto, mentre tutta la navigazione sub-spaziale procedeva per algoritmi periodici del MAGI System.
 
Solo un piccolo drappello di personale della NERV indugiava sulla piattaforma centrale; un’aria densa e greve sui loro volti.
 
“E così…” – sospirò Maya, stringendo il cuscino ortopedico rosa – “…siamo giunti quasi alla resa dei conti? Dopo tutto questo tempo ci avviamo davvero alla battaglia finale?”
“Già…ma quale prezzo?” – mormorò Hyuga, reggendosi la fronte.
 
Misato Katsuragi strinse un pugno, distogliendo lo sguardo verso le vetrate:
“Quello che sta per avvenire è semplicemente rivoltante. Solo l’idea mi la nausea!”
 
“Qualunque soluzione alternative risulterebbe fallimentare. Questa è l’unica via possibile.” – Ritsuko sorseggiò del caffè amaro liofilizzato al 97%, senza nemmeno badare a quel sapore sintetico – “E’ proprio questa nostra prigionia mentale che rende ancor più drammatica la scelta.”
 
“Se non fosse per quelle persone…” – Aoba gettò il capo all’indietro, verso l’altissimo soffitto del Ponte – “…ora saremo già morti. Il loro sacrificio garantirà la sopravvivenza dell’Universo.”
 
“Ormai dovremmo aver capito che la vita di un singolo individuo è indispensabile.” – Misato si voltò, disgustata – “Una sola esistenza cela molteplici desideri, per ognuno dei quali nasceranno infinite realtà alternative, nel tentativo di esaudirne anche solo uno di essi. Devo ammetterlo…siamo delle persone orribili.”
 
 
*   *   *
 
 
Tre ore dopo. Zona di mantenimento faunistico. Settore 89. Stessa Nave.
 
Il Comandante Simòn Jiiha sedeva a gambe larghe sulla fredda panchina bianca, mentre centinaia di piccoli pesci tropicali nuotavano silenziosi nell’immenso acquario preservativo.
La testa china, le mani giunte tra le gambe.
Una meravigliosa donna dai lineamenti fragili e serafini lo affianca, nel tentativo di consolarlo.
Lui schiude le labbra, parlando debolmente:
“Guarda queste piccole creature, Nia…quel battito impercettibile delle loro pinne smuove una quantità d’acqua talmente esigua che, se non così non fosse, l’equilibrio dell’ecosistema resterebbe pressoché invariato. Eppure, ad ogni istante della loro apparentemente insignificante esistenza, le Malebolgie della Spirale si allungano sempre di più, intrecciandosi alle nostre vite e permettendoci di combattere e sperare. Cosa succederebbe, ora, se uno di essi morisse? E dieci? E cento?”
 
La ragazza lo rimira con occhi di un azzurro gelido, stringendosi alle sue spalle:
“Kittan è stato un grande amico. Non ho alcuna risposta ai tuoi tormenti, Simòn. Non c’è modo alcuno, amore mio, in cui io possa alleviare le tue pene. Però…so che lui è d’accordo. Sa che qualcuno dovrebbe farlo comunque…ma solo lui ha le capacità per riuscirvi. Riuscire a salvarci.”
 
Lui solleva lo sguardo distrutto e si limita ad annuire:
“Sì. Lo so.”
 
 
*   *   *
 
 
Poco dopo. Area ricreativa. Stessa Nave.
 
“Vado a prenderti un caffè. Torno subito.” – Naruto si congedò rapidamente, lasciando la ragazza dai lunghi capelli dorati nella grande stanza bianca dalle pareti trasparenti.
 
Lei si voltò verso la vetrata sul Vuoto, distorto dall’Iperguida, mentre lo Spazio iniziava a tingersi di un biancore nevoso, avvicinandosi al centro della Via Lattea.
Si chiese cosa mai potesse significare quell’avviso pronunciato all’interfono di un’Operazione decisiva imminente.
 
Un fruscìo alle sue spalle.
Si voltò di scatto, in un sussulto di trepidazione
Poi riprese fiato, sollevata:
“Ah, Black, sei tu! Mi hai fatto spaventare!”
 
Il ragazzino dai capelli corvini si scostò dall’alta pianta esotica dietro la quale si nascondeva; rispose timidamente:
“Mi scuso, non era mia intenzione. Sai, sono venuto fin qui perché volevo farti una domanda: se tu dovessi morire, di qui a poco, cosa faresti prima di lasciare tutto?”
 
Quella frase la lasciò per un momento interdetta, non cogliendone appieno il motivo:
“Oh, beh…suppongo che passerei gli ultimi istanti facendo ciò che desidero con la persona che amo. A dire il vero…è una domanda che mi pongo spesso. Le nostre vite sono costantemente sul baratro del precipizio, ma tuttavia non ne siamo consapevoli o perlomeno tentiamo di fingere di non esserlo. Sapere che forse stai per morire, ma non ne sei certo, è una sensazione frustrante, perché non puoi essere nemmeno libero di fare ciò desideri. Credo quell’uomo, l’Ammiraglio, provasse una sensazione simile, ieri.”
 
“Già…” – mormorò Mike, ad occhi bassi – “…allora la pensi proprio come me. Vedi, io sono venuto fin qui proprio per esaudire questo preciso desiderio. Spero tu non ti senta in imbarazzo, se ti dico che sei l’unica persona a bordo che io desideri vedere prima di morire.”
 
Lei esitò ancora; le labbra le iniziarono a seccarsi, mentre un oscuro presentimento iniziava a farsi strada in lei:
“Non credo di capire completamente…ad ogni modo, sei carino a dire così, ma…”
 
Io non voglio essere ‘carino’.” – un sibilo intriso di rancore si levò dalla gola del ragazzo – “Non voglio essere uno dei tanti; non voglio essere come quello sfigato di Uzumaki…”
 
Lei aggrottò la fronte, scossa:
“Non mi piace quello che stai dicendo. Che cosa vuoi?”
 
“L’hai detto tu stessa, poco fa: passare un po’ di tempo con chi desidero. A questo punto mi pare chiaro che ciò che voglio…sei tu.”
 
Ginevra trattenne il fiato, schiacciandosi contro il vetro della finestra.
Lui iniziò ad avvicinarsi, a testa bassa, mentre la sua voce s’incrinava in un rantolo serpentino:
“Dal primo giorno che sono arrivato a Neo-R2, dal primo momento che ti ho vista, in quel giorno di primavera…ho iniziato a provare una sensazione di malessere, dentro di me: la consapevolezza che quel ‘qualcosa’ nei tuoi occhi, nel tuo sorriso...mi sarebbe sempre stato vietato.” – sollevò di scatto la testa, furente; gli occhi stravolti e madidi di lacrime – “E perché?! Perché preferisci quel…quell’idiota indeciso e depresso! Cos’ha lui che io non ho, si può sapere?! Forse ti piacciono i tipi in perenne imbarazzo?! Le infanzie difficili?! O magari ti fa sentire tanto corteggiata il fatto che lui abbia messo a ferro e fuoco una città intera?!”
 
La ragazza portò una mano alla bocca tremante:
“Smettila! Così mi spaventi…!”
 
“E allora fai la brava e non ti darò più fastidio!” – le ordinò, afferrandole i polsi.
“Che cosa fai?! Lasciami!”
“Su, avanti, ora non fare tanti la preziosa!” – sogghignò in un sorriso felino, mentre i capelli neri ed ispidi gli si incollavano sul viso, coprendogli gli occhi – “Sono sicuro che farlo con quello smidollato non è per niente divertente, vero?! Invece io ti farei vedere un vero ragazzo di cosa è capace! Coraggio, dai, che ti costa farmi un piacere?!”
Ed iniziò ad allentare il primo bottone dei pantaloni con la mano sinistra, mentre con la destra tentava di farsi spazio sotto la camicetta della ragazza:
“Su…FATTI SCOPARE!!!”
Le sue dita le strinsero il seno.
Lei lanciò un gridolino e lo spinse via con quanta più forza:
“NON TI AVVICINARE, MI FAI SCHIFO!!!”
 
Lui ricadde a terra, dolorante alla schiena; sibilò tra i denti:
“Razza di puttanella ingrata…!”
E provò a rialzarsi, afferrandole con una mano l’orlo della gonnellina a scacchi della nuova divisa della NERV.
 
“Eccomi, scusa se ci ho messo…ma che diavolo…?!” – Naruto entrò sorridente nella sala, prima che lo sgomento gli lasciasse cadere il caffè caldo dalle mani.
Sentì avvamparsi ed un istinto di protettiva violenza gli sgorgo nelle tempie e nelle braccia:
“TOGLILE LE MANI DI DOSSO!!!”
 
Corse verso il ragazzo, caricandolo di peso e gettandolo al suolo.
Gli si inginocchiò sopra, sferrandogli un pugno al viso, accecato dalla rabbia:
“NON TI AZZARDARE A TOCCARLA!!!”
Mike rimase con la testa piegata da un lato, sorridendo malizioso nonostante la ferita al labbro:
“Ma guarda…è arrivato l’eroe! Un po’ in ritardo, principe azzurro!”
“Come ti sei permesso?! Che cazzo ti salta in testa?!” – ringhiò Naruto, afferrandolo per il colletto della camicia sgualcita.
“Oh, niente…volevo solo farle vedere le differenze tra maschio e femmina!” – ripose con tono di sfida.
L’altro si tirò indietro, caricando un altro diretto; le labbra strette dai nervi.
Black lo anticipò:
Gli afferrò il polso destro, tirandolo verso di sé e assestandogli un colpo di fronte sul setto nasale.
Naruto si coprì il naso sanguinante con una mano, venendo scalciato via dall’ormai privo di senno fifth children.
Si asciugò il sangue dalla narice e si voltò verso di lui, con uno scatto ferino:
“Io ti ammazzo!!”
 
“Basta! Tutti e due!!” – gridò Ginevra, tappandosi le orecchie in lacrime, inascoltata.
 
Oltre la soglia della sala, l’inseparabile trio composto da Nikolas Vacheron, Pierre Vieira e Alexander Winchester notò per caso la disputa.
“Ehi, voi due, che state combinando?!” – Pierre si diresse rapidamente verso i ragazzi, seguito dai colleghi.
 
Afferrò per un braccio Naruto, strattonandolo ed allontanandolo dal ragazzo steso al suolo:
“Basta così, calmati ora!”
“Lasciami!” – tentò di divincolarsi, allungando un calcio a vuoto verso Mike – “Voglio farlo pezzi!”
“Avanti, non aspetto altro!” – lo provocò il fifth, di rimando, mentre Nikolas ed Alex gli bloccarono gli avambracci, spostandolo a distanza di sicurezza.
Il second children lanciò un grido straziato:
“Perché mi fai questo?! Ti credevo un amico!”
 
“Ed io non credevo di dover venire mandato al macello!” – replicò Michael Black; la voce ora rotta solo dai singhiozzi del pianto.
 
“Cosa…?” – ansimò Ginevra, stordita.
Naruto provò a quietarsi:
“Di che stai parlando…?!”
 
“Perché non glielo dici tu, Vacheron?” – Mike si sedette a terra, sussurrando con ribrezzo – “Perché non dici loro la verità?”
 
Alex squadrò l’amico con la coda dell’occhio:
“Cosa dovremmo sapere?”
Il Topless abbassò lo sguardo, riluttante al pensiero:
“Vedete…in qualità di ex-Tenente, sono al corrente di alcune prese di posizione dal parte del Consiglio. Come potete vedere, siamo quasi arrivati a destinazione: il punto di non-ritorno. La TERRA vorrebbe emergere dall’Universo, per colpire direttamente il nido dei nostri nemici; ma per far questo…distruggeranno un’intera Nave da battaglia.”
“Ma è un suicidio!” – protestò Naruto – “Quali saranno le persone che...?!”
Poi tutto divenne chiaro, fissando quello che fino a pochi minuti fa era uno dei suoi amici più stretti:
“No…non anche lui…”
 
“Ora avete capito?” – Mike si rialzò; la voce piatta ed atonica – “Sembra finalmente che abbia la possibilità di porre fine alla mia agonia.”
 
“Lui voleva solo che…” – Ginevra si tappò le labbra con una mano, scossa.
 
“Perdonatemi per quello che ho fatto.” – concluse pilota dell’Eva 03 – “Ginevra…addio.”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Giardino interno. Stessa Nave.
 
Silvia de Alisia immerse un dito nelle acque cristalline del piccolo stagno artificiale, attorniato da un prato verde brillante ed inondato di luce accecante.
Lo lasciò ondeggiare per un po’, smuovendo delicatamente la superfice increspata del laghetto:
“Così sta tutto per finire? I nostri ricordi, il nostro futuro…finiranno tutti insieme, nel momento in cui il nostro stesso presente diverrà passato?”
 
“I ricordi sono solo i fantasmi delle vite passate che continuano a scorrere anche in questo momento.” – Sirius colse un frutto rosso da un albero poco distante – “Nel momento in cui cessiamo di esistere in una di esse, queste ombre si sostituiscono al nostro esistere, permettendoci di vivere nuovamente.”
 
Apollo si sdraiò sul prato, fissando la cupola sovrastante di veto; una finestra verso lo Spazio. Mormorò a mezza voce, perdendo l’impertinenza dei suoi occhi:
“Ed è per questo che siamo tormentati dagli spettri del passato: poiché dimentichiamo ciò che un tempo avevamo contemplato e che ora si ripropone in casuali giochi di luce suggeriti dal tempo…mentre le nostre realtà si fondono inesorabilmente in qualcosa di nuovo.”
 
La ragazza dai lunghi capelli biondi, raccolti in due complicate acconciature, strinse il bracciale sull’avambraccio destro: tre piume di luce rosata sembravano voler fuggire dalla pietra preziosa incastonata nel gioiello, come amanti prigionieri:
“Le mie ali…il momento è ormai è così prossimo che posso quasi sentirne le pulsioni. In realtà, però…” – Silvia sorrise amaramente, di una dolcezza melanconica – “…posso avvertirle già da molto tempo. In ogni attimo cerco di differenziare la realtà presente da quella passata, nel tentativo di risalire ad un’unica verità. A qualcosa di bello, di semplice.”
 
“Ciò che dici è vero.” – annuì il ragazzo dai capelli rossi – “Ma chi si ostina a cercare la perfezione nel cielo, molto spesso trascura i fiori sulla terra: le piccole bellezze che rendono speciale questa esistenza.”
 
Sirius si voltò verso la porta nascosta in una parete, coperta da una fitta rete di rampicanti:
“Credo che sia quasi il momento…dovremmo raggiungere gli altri.”
 
“La fortuna di averti incontrato/a…”
“La sfortuna di averti incontrato/a…”
“Sarebbe stato meglio se non ti avessi mai incontrato/a...”
 
 
*   *   *
 
 
Ore 23:45. Ponte di Comando. Stessa Nave.
 
Cathedral TERRA in WARP-out!” – annunciò Maggie; le mani tremanti – “Raggiunte le coordinate di destinazione: l’Incrociatore è ora al Centro della Galassia!”
 
“Ci siamo riusciti…” – mormorò il Vicecomandante Adai – “…siamo infine arrivati alle porte dell’Universo! Lord Genome, è questo il covo degli Anti-Spiral?!”
“No.” – ripose la testa umana nel liquido cerebro-spinale – “Il pianeta dei Fantasmi dei Ricordi si cela nell’Iperuranio, in quell’intercapedine spazio-temporale fuori dal nostro Universo.”
“Lo snodo nevralgico di tutte le realtà.” – puntualizzò Fuyutsuki – “La regione di Vero Vuoto del Multiverso, fuori da tutte le altre vite parallele.”
 
“Comandante Ikari…” – Misato evitò di voltarsi verso il suo interlocutore, tentando di mantenere gli occhi fissi sul biancore lattescente di Spazio, Stelle e Nebulose che si intravedevano fuori dalle colossali vetrate del Ponte – “…è certo di quello che sta per fare? Possibile che non abbia alcun ripensamento?”
 
Gendo Ikari congiunse le mani davanti al volto, con un imperativo inopinabile:
“Assolutamente no. Se questa è l’unica via spianata…noi la percorreremo senza alcuna esitazione.”
 
“Che cosa vuoi fare, papà…?!” – Shinji, sulla piattaforma d’osservazione dedicata ai piloti strinse un pugno, mentre il ricordo di un padre duro e distante prendeva nuovamente forma ai suoi occhi, ora più evidente che mai.
L’uomo non ripose.
Qualcuno chiese:
“Ma dov’è il Generale Hatori?! Perché non è insieme agli altri?!”
Ancora nessuna riposta.
 
Katsuragi legò i capelli in una coda, aggiustando al cravatta femminile della divisa in pelle nera da Capitano; deglutì e respirò affondo:
“E sia: si dia il via all’Operazione ‘Tanhoizer’! Arresto totale della Cathedral TERRA! Preparazione dell’Exelion per la Degenerazione! Trasporto dell’ALL-SPARK all’interno della Nave selezionata!”
 
“Secondo te cosa hanno intenzione di fare?” – chiese Thomas, all’orecchio di Naruto.
“Non lo so.” – ripose lui, mentendo, ad occhi bassi.
Il ragazzino esitò un attimo, dubbioso; poi chiese ancora:
“E ‘Crow’? Che fine ha fatto l’Americano?”
“Non so nemmeno questo…”
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Hangar n.3. Stessa Nave.
 
Il kilometrico Exelion blu, l’unico rimasto della Flotta ormai distrutta, attendeva al centro della ciclopica Sala Macchine, mentre centinaia di individui dai volti sconosciuti si avviavano inesorabilmente al suo interno, come martiri.
Sui loro sguardi un’ombra non tanto di paura, quanto di stanchezza, debolezza…impotenza e pegno verso le famiglie abbandonate, a chissà quanti miliardi di kilometri di distanza. Forse in Universi totalmente opposti.
L’enorme ALL-SPARK precedentemente contenuto nel Reattore Degenerativo dell’Ammiraglia ora veniva lentamente posizionato nella Camera a Fusione del Vascello Sacrificale.
 
Nel frastuono delle macchine e degli ingranaggi, solo i cuori delle persone lasciano il posto ad una melodia che quasi prende corpo nell’etere: una nenia funebre di dolce rammarico. Il Ritornello dell’Anima.
“Così sei tu l’altro?” – chiede Kittan Bachika, sorridendo tristemente al ragazzino al suo fianco – “Sei molto giovane, per il tuo ruolo.”
Michael Black è ora impassibile; fissa la Nave in stoccaggio e parla lentamente:
“Già. Però va bene anche così: in fondo, mi sono sempre sentito inutile, in confronto a voialtri. Se posso dare il mio contributo, allora lo farò. Ma perché lei, Signor Kittan, ha accettato? Lei è così coraggioso e forte! Perché non resta con gli altri?”
“Se lo facessi, scappando dal mio destino, che uomo sarei? Ed in fin dei conti non servirebbe a nulla: finirei solo col mettere le vite di tutti in pericolo. Sembra che qualcuno abbia deciso così…mi sta anche bene.”
 
Il ragazzino lo guarda per un momento: quanta decisione, quanta serenità in quell’uomo così brusco all’apparenza.
Eppure quanta voglia di vivere si intravede nei suoi occhi. Una voglia di vivere che forse lui stesso non ha. Chiede:
“Ha qualcuno in particolare che sta abbandonando, Signore?”
Kittan cerca di fare dell’ironia poco riuscita:
“Siamo quattro Agenzie a bordo, giusto? Beh, allora diciamo che mi mancherà parecchio almeno un quarto dell’equipaggio! Ahaha!”
E ride di gusto. Qualcosa che lascia Black senza parole.
Il guerriero della DAI-GURREN respira e parla ancora:
“In realtà tengo più a loro che a me stesso. Prima che ci incontrassimo, prima che questi nostri Mondi entrassero in contatto…siamo stati più che compagni di Brigata: siamo stati come fratelli. Abbiamo fatto così tanto insieme…ci muovevamo e agivamo come un unico corpo. Sentirsi isolato dal resto dal tuo ‘corpo’ non deve essere proprio una bella sensazione, eh, ragazzino? Però devo ammettere ci sono alcuni a cui tengo più che ad altri: le mie tre sorelle, ad esempio. E poi Simòn: lui è forse quello che odio e ammiro di più tra tutti; mi ricorda un ‘vecchio amico’.”
“Li saluterà?”
“Non credo: non voglio che le mie piccoline si rattristino troppo, ora: sono ragazze forti, quando capiranno ciò che sta per succedermi…lo accetteranno. Simòn, invece…beh, lui sa già tutto, ovviamente. No, non mi saluterà nemmeno lui: non vuole vedere. Ma lo capisco…ne ha passate tante anche lui, sai? Al Mondo siamo davvero tanti a soffrire, senza nemmeno rendercene conto. E poi ci sarebbe un’ultima persona che…”
 
“Allora avevamo visto giusto.” – la voce calda e paterna di Leon Marshall prese di sorpresa Mike – “Eravate qui.”
 
I due si voltarono: l’Inviato era poco distante, sulla predella metallica sospesa sull’Exelion, accompagnato dalla sixth children e dal giovane Ryan.
 
“Come mai siete venuti proprio voi?” – domandò il ragazzo americano, sorpreso.
 
“Hai anche il coraggio di chiederlo?” – ripose Leon, sorridendo in un gesto di schermatura dalle emozioni, avvolgendogli un braccio sulle spalle – “Sono sempre il tuo tutore legale, no? O ormai sono troppo vecchio, per te?”
Michael gli assesta un colpetto sul torace, a volerlo schernire:
“Beh, forse sei un po’ matusa, ma mi stai bene anche così.”
Infine il suo volto si adombra nuovamente, mentre poggia per la prima volta in vita sua la testa sul cuore dell’uomo, come a volerne cercare l’intimo battito dell’anima:
“Ti ringrazio per questo…”
 
Mari si avvicina, lentamente:
“Noi volevamo solo starti vicino. So quello che stai pensando ora, ed anche Ryan lo sa. Prima mio fratello, mesi fa; ora il suo…e adesso perfino tu ti senti in dovere, non è così?”
Lui si rialza, seccato:
“Cos’è: il Circolo dei Fratelli Defunti?”
“E’ una cosa istintiva.” – mormora il Topless – “I Cari Estinti che hanno dato la vita per noi, il cui fantasma resta legato ai luoghi ed alle persone che li hanno conosciuti…non ci diamo pace fin quando non li rincontriamo, in un modo o nell’altro. Se ne vanno improvvisamente e ci sentiamo sperduti, mentre con loro svanisce per sempre anche l’ideale di ‘essere umano’ che più tentiamo di raggiungere.”
Mari poggia i gomiti sulla ringhiera; le trecce di mogano scosse dai vapori dei macchinari:
“Teru, ad esempio, è sempre stato convinto che non fossi in grado di decidere da sola della mia vita. Non posso dire di averne buoni ricordi, in franchezza…però la protezione che esercitava nei miei confronti è stata innegabile. Mi voleva bene come un padre…ed in quei momenti, quando il mio corpo si univa a lui, non ne soffrivo poi molto: l’amore che poteva provare verso di me non aveva nulla di volgare o ipocrita. Abbiamo vissuto come padre e figlia e come amanti. Come fratelli gettati, soli, verso l’Infinito.”
“Per me è diverso.” – riflette il ragazzino; gli occhi nerissimi persi nel vuoto – “Ognuno di voi ha dentro di sé un ricordo forte di quelle persone: quella sensazione di odio misto ad ammirazione che sapevano suscitare…il loro essere si è impresso indelebilmente i voi. Ma mio fratello Blake mi è stato accanto per poco tempo, non abbastanza da conoscerlo a dovere. Non ho forte impressione di lui, a posteriori…però qualche cosa di lui è rimasta in me: l’idea di essere protetto senza però minare la mia libertà, il sapere che esistono persone in grado di sentire un fratello come un vera parte di sé e non come un peso. Quel Blake J. Black vive ora all’interno dell’Eva 03, come unico luogo al mondo in cui possa ancora celare il mio desiderio: il desiderio di poter nuovamente essere protetto da lui.”
 
Poi, le lacrime presero il sopravvento sul suo cuore freddo e solitario come un corvo:
“Perché, a differenza di voi…io non sono capace di affrontare al vita da solo! Tutto quello che più adoravo di lui era il suo istinto a proteggermi, a trarmi fuori dai guai! Non sono capace di vedere me stesso come un individuo nel mondo. Dunque, se non so badare a me stesso…COME MAI POTREI DIFENDERE QUALCUN ALTRO?!”
 
Leon tentò di stringergli la mano, ma lui si rifiutò:
“Oggi ho fatto una cosa orribile: Ginevra, quella ragazza…l’unica in grado di farmi afferrare la mai vita a due mani, per difenderla…lei non può essere mia! Ed io, per gelosia di un altro ragazzo esattamente come me…io stavo per ferirla! Come donna e come essere umano…non sono allora degno di battermi per la vita altrui!”
 
Nuovamente, Marshall lo strinse con vigore, riuscendo a bloccarlo e a calmarlo con voce morbida e pastosa:
“Ora ascoltami bene, Mike: sebbene tu abbia motivo di rammaricarti per ciò che stavi per fare, non devi incolpare il tuo cuore di amare qualcuno, poiché è qusto che ci rende umani. L'essere umano prova amore quando riesce ad intravedere un frammento della propria anima nel cuore dell'altra persona; ciononostante nel momento in cui comprende di non potersene impossessare, l'essere umano inizia a provare gelosia. La gelosia è la voce dell'anima umana che richiama il proprio frammento.”
 
“Ehi, moccioso…i ragazzi non piangono, capito?” – Kittan Bachika gli assesta una pacca sulla schiena, sbilanciandolo in avanti, con affetto rudemente espresso.
Lui sembra rasserenarsi un poco, asciugandosi le lacrime:
“Certo! Non mi importa ciò che mi succederà: sarò io a compiere le mie ultime volontà, al fine di proteggere come coloro che amo!”
Spostò lo sguardo verso gli altri ragazzi:
“Voglio provare un amore puro come tuo fratello, Mari! E, Ryan…io voglio battermi fino a morire come l’Ammiraglio Witwicky, per donare ciò che resta della mia vita all’unica persona che vorrei si salvasse davvero! Io, oggi…vi salverò tutti!”
 
Quello che, tra pochi minuti, cesserà di essere il padre adottivo di una vita gli concede l’ultimo abbraccio; sussurrandogli un piccolo incoraggiamento in quello slang d’Oltreoceano con cui sono cresciuti:
C’mon, little black ‘Crow’…hang on, over and over!”
This’ll be my own Will, old-boy!” – gli risponde lui, ricambiando la stretta.
 
Un allarme risuona per la struttura.
 
I tre ospiti si scostano:
“E’ ora. Vorremmo poter dire che ci rivedremo…”
 
“E chi lo sa!” – replica con spudorata spavalderia Kittan, mentre si allontana nel tumulto dell’equipaggio pronto a partire.
 
Infine, una mano sconosciuta lo afferra e lo trascina all’ombra.
Un bacio imposto con vigore ma eseguito con dolcezza.
Due labbra morbide premute contro le sue; una sensazione di rossetto ancora umido.
Un sapore di fragola e ciliegia come nota di coda, come un ultimo amplesso lascivo che si rimescola in bocca.
Una frase sussurrata rapidamente e con passione:
“Il resto te lo darò quando sarai tornato…”
La donna nel buio scompare oltre una porta meccanica, mentre per un momentoi lunghi capelli rosso fiamma ondeggiano in un piccolo taglio di luce.
 
Lui resta a guardare il portellone dell’Exelion che lo scherma dal resto del Mondo, decretando il suo destino.
Solo un commento di profondo cordoglio affiora timidamente dalle sue labbra:
“Allora temo che aspetterai troppo a lungo…mia dolce Yoko Littner.”
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“I preparativi sono terminati.” – confermò Hyuga, con una nota di mestizia nella voce – “Siamo pronti ad iniziare.”
Zack strinse i denti, nel leggere i dati di analisi:
“La quantità di Spazio Vuoto nei prossimi centotrenta kilometri è pari allo 0 assoluto. Il WARP potrà essere eseguito secondo disposizioni.”
 
Misato portò una mano al cuore, facendosi coraggio:
“Rilascio dei blocchi 3, 4, e 6. Apertura del condotto principale. Exelion…lancio.”
 
Naruto rabbrividì a quelle parole, mentre la ragazza dagli occhi di vetro gli si strinse accanto.
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Le mascelle del continentale volto di prua della Cathedral TERRA si schiusero leggermente ed una piccola croce di luce blu si allontanò rapidamente da esse.
 
L’Exelion accelerò costantemente fino a raggiungere una velocità sub-luminosa.
Sotto l’Effetto Doppler Relativistico, la cuspide della fusoliera iniziò a tingersi di azzurro intenso; i motori di poppa ed il resto della carena apparivano da tergo solo come un’indistinta cometa di un rosso cangiante.
Una freccia dai colori cangianti scagliata a miliardi di kilometri orari nello Spazio puntellato di astri silenziosi.
 
Infine si bloccò bruscamente, ignorando qualsiasi inerzia.
 
 
*   *   *
 
 
Contemporaneamente. Entry Plug. Interno dell’Eva 03.
 
Mike chiuse i pugni intorno alle leve di guida, mentre ogni suo respiro risuonava nell’abitacolo, amplificato dai polmoni dell’Eva.
Il lento ribollire dell’L.C.L. ad ogni sua inalazione…
Il suo lieve ansimare e la riposta organica dell’Unità…
Il debole ma costante ticchettìo di spie luminose e dati sinaptici in costante aggiornamento sugli schermi laterali…
In quell’unico momento di totale buio e solitudine, ogni singolo, piccolo -ed in altre occasioni insignificante- rumore risuonava come un’inebriante e futuristica melodia.
 
“Dopo così tanto tempo, stringo ancora le redini dell’Eva…credevo di averne perso il controllo. La mia utilità nel resto del gruppo era pari o meno a quella di coloro che attendono e pregano sulla Terra. Non gradisco questo luogo, eppure mi è inscindibilmente legato, in modo viscerale. Forse sento inconsapevolmente il bisogno di morire…ora che sono pochi attimi dalla mia fine non ne sono spaventato, ma attratto. Che ci sia qualcosa per me di bello, aldilà del Cancello?”
 
Spinse lentamente la cloche: sui megaschermi baluginano spasmodicamente diagrammi ed immagini dissonanti, incomprensibili.
Poi, la visione dello Spazio riempì tutto l’abitacolo ed il ragazzo sì sentì quasi galleggiare in assenza di gravità: l’Unità 03 era stata trasportata sullo scafo della Nave da battaglia, tramite un complicato sistema traente.
 
Aprì gli occhi a fatica, sollevando il capo:
“Ci siamo.”
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
“L’Exelion ha raggiunto il punto di non-ritorno!” – esclamò Aoba.
“A questo punto non possiamo non dare il via all’Operazione!” – ordinò Ritsuko – “Se aspettassimo oltre la Compressione di Vuoto schiaccerebbe la Nave e tutto questo sarebbe vano!”
 
Naruto sentì il cuore accelerare, non riuscendo a trattenere un moro di disperazione:
“NO!! NON POTETE FARLO!! COSI’ MORIRANNO TUTTI!!”
 
Un fruscio di sgomento si levò tra i presenti, all’oscuro di tutto.
 
Shinji si voltò verso il padre; il volto livido e contratto in una smorfia di orrore:
“Cosa sta dicendo?! Papà, cosa hai intenzione di fare?!”
 
“SILENZIO!!!” – tuonò il Comandante Ikari, levandosi in piedi; gli occhi penetranti come lame – “Arrivati a questo nodo di svolta non possiamo permetterci alcun ripensamento! Disobbedite e ciò ce troverete sarà solo la morte, macchiandovi della vita vostra e di tutti coloro che sono attualmente a bordo!”
 
“Il ragazzo ha ragione!” – Mark abbandonò la sua postazione, furente – “La Degenerazione Totale del Cubo non è mai stata effettuata prima! Potrebbe risultare fallimentare! L’intero Universo imploderebbe su sé stesso se incorresse anche un margine di errore infinitesimale!”
 
“Tuttavia non ci sarebbe altro futuro. In altro modo questa realtà potrebbe venire corrotta dal Vero Vuoto.” – il richiamo atono e lugubre di Lord Genome gelò il sangue nelle vene dei presenti – “Una regione spaziale di Vero Vuoto posta in un Universo diverso dall’Iperuranio stesso rischierebbe di destabilizzare l’Equilibrio Spiralico dell’esistenza, costringendo l’Universo ad un’involuzione forzata, raggiungendo l’Entropia. Aprendo un Cancello di Tanhoizer verso l’Iperuranio si può passare oltre; la sua chiusura causerà un restringimento della tramatura spazio-temporale, ricucendo questa regione di Universo ormai prossima al cedimento.”
 
“Ci state dicendo che moriranno ad ogni costo?! Che quella Nave è uscita per andare al macello?!” – gridò qualcuno della DAI-GURREN.
 
“Ora calmatevi.” – la voce di Michael Black risuonò sul Ponte di Comando – “Tutto quello che succederà d’ora in avanti rispetterà la nostra volontà alla perfezione.”
 
Thomas cadde in ginocchio, mentre i ricordi di mesi e mesi gli ghermirono il cuore:
“L’Americano…?! Quell’idiota sta…per morire?!”
Leon Marshall voltò lo sguardo altrove, sebbene la sensazione di disarmante debolezza continuasse a raggiungerlo e tormentarlo.
 
“E’ stato divertente vivere con voi!” – l’estremo saluto di Kittan Bachika fece ridestare Simòn, che sollevò la testa immersa tra le mani, in un gesto di muto dolore.
 
“NO!!! FRATELLONE!!” – le tre giovani Black Siblings si gettarono in lacrime verso un computer, tentando quasi di estrarre la fonte di quella voce dagli inespressivi e freddi altoparlanti, accecate dalla follia.
“NON CI ABBANDONARE!!”
 
Leeron Littner si coprì la bocca con un mano.
 
Yoko si artigliò il crani con le unghie smaltate, mentre le lacrime rigavano già il bel viso, sciogliendo il trucco:
“KITTAN!!!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
Non attese oltre, come a non voler dare spazio a timore e risentimenti.
Michael Black meditò per un breve momento:
Ora Blake, fratello mio…realizza il mio unico desiderio! Il mio futuro, il nostro…plasmiamolo con questa Macchina!
Infine esclamò in un unico moto di spirito:
“IO SONO MICHAEL J. BLACK: PILOTA DELL’EVANGELION 03!”
 
Un’aureola si allargò sulla sommità del casco del gigante bi-meccanico
Una sinfonia potente ed angelica si estese dal centro dell’Eva, amplificata dalle Stelle stesse: il vero Ritornello dell’Anima.
 
 
 
Una luce abbagliante si irradiò dall’interno stesso dell’Exelion, mentre la carena iniziò a scomporsi ed inarcarsi come il carapace di colossale crostaceo color zaffiro.
 
La piastra pettorale dello 03 esplose, rivelando un Elemento S2 pulsante di un rosso vivo.
Le cromature bianco fosforescente dell’Eva si tinsero di scarlatto.
Gli occhi del pilota rilucettero di violetto, nel caos multicolore dell’Entry Plug.
Lentamente, l’Eva si piegò su sé stesso…mentre un paio d’ali piumate nere come le Tenebre della Notte dei Tempi si dispiegarono per decine di kilometri.
Un fontana di luce dorata si allungò dal centro della Nave, quasi a voler mimare le ali dell’Eva, avvolto da una luce rossastra.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
Fuyutsuki indietreggiò, seriamente sconvolto:
“L’Unità 03…sta abbandonando la forma umana! E’ il suo Risveglio!”
Ikari mormorò trepidante:
“Ormai non abbiamo più alcun controllo su di lui…sull’anima dell’Eva!”
Gen Fudo chiuse gli occhi, aprendo il cuore alla meravigliosa sinfonia:
“L’anima di un essere umano che invoca l’amore…il potere della nostra Volontà non conosce limiti!”
 
Misato boccheggiò atterrita ed insieme estasiata dalla melodia celeste:
“Si sta liberando dalle catene della Raione di questo Mondo! La sua essenza sta sfiorando il trascendente! Proprio come quattro mesi fa…proprio come l’Eva 01!”
 
Lar’C si stinse a Ryan:
“Sarebbe questa la vera forma di un Evangelion?!”
 
Leon si lasciò cadere al suolo:
“L’Eva si è ridestato al fine di esaudire l’infantile attaccamento fraterno di un bambino! Mike…dunque è questa la forza dei tuoi desideri?!
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
“SIGNOR KITTAN!!” – gridò Mike a perdifiato, nel tentativo di superare con la voce l’incessante ed assordante sinfonia dell’anima.
“NON C’E’ BISOGNO CHE TU AGGIUNGA ALTRO, RAGAZZINO!!” – ripose l’uomo, esaltato – “STA PER ARRIVARE UNA DOSE A VITA DI ENERGIA!”
 
 
*   *   *
 
 
Cella della Scintilla. Exelion.
 
Lo Space King Kittan caricò l’enorme trivella meccanica, puntandola verso il Cubo.
 
“Coraggio, bello…” – lo incitò il pilota, assestando una pacca sul cruscotto – “…la nostra ultima, gloriosa vittoria! GIGA…KITTAN…DRILL…
 
L’arma del Gunmen si ingigantì spropositatamente, attivandosi.
 
…BREAKEEEEER!!! SPIN-ON!!!
 
La conficcò in un ingranaggio ad incastro, mentre un Diagramma a Spirale si estese nel suolo, per l’intera struttura.
Gli ignoti segni alieni sulla superficie dell’ALL-SPARK si irradiarono di smeraldo, mentre il manufatto misterioso assunse la forma di uno Ipercubo, sviluppato tridimensionalmente.
Un fragore non abbastanza potente da cancellare il suono della musica accompagnò una luce abbagliante di un candore paradisiaco, esplodere dal nucleo della Scintilla ed investire il resto della nave.
 
Mentre la cabina di pilotaggio si dissolveva per sempre nella luce, lì’ulimto, sprezzante pensiero di Kittan Bachika suonò così:
“Allora è questo quello che si prova mentre si muore! Allora rallegrati, Yoko…perché ip sono felice!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
L’intero Exelion divenne un’unica croce di luce.
La protezione frontale del volto dello 03 si scheggiò sull’occhio, con un piccolo sbuffo di vapore; il feedback di riposta dualistica inflisse un acuto dolore all’occhio sinistro del children, che portò una mano all’occhio sanguinante.
 
“NO…NON MOLLARE PROPRIO ORA!!” – Mike si morse un labbro fino a falro sanguinare, mentre il suo corpo iniziò a liquefarsi in una luce confusa – “ANCORA UN ULTIMO SFORZO! A.T.FIELD: SVILUPPO MASSIMO!!! AMATERASU!!!”
 
Un oceano di fiamme nere avvolse ciò che rimaneva della Nave, costringendola in un punto materico microscopico.
Un buco nero tra le vampe nere.
 
“DISPIEGO TOTALE…DEL CANCELLO DI TANHOIZER!!!”
 
Le fiamme si riscaldarono fino ad apparire di un bianco abbagliante.
Infine tutto deflagrò in un’apoteosi di luce e colore, mentre Fasce di Moebius ed Anelli di Originazione Stellare si allargarono per il Centro della Via Lattea in una sfera di luce meravigliosa:
 
 Image and video hosting by TinyPic
 
“Finalmente! Finalmente posso vederti…fratellone!”
Una lacrima di gioia sgorgò tra le ciglia del ragazzino, mentre il Semi-Dio risvegliato si fuse all’energia luminosa dell’esplosione.
 
 
*   *   *
 
 
Ponte di Comando.
 
Un mormorio di estasi si levò dalla Sala.
 
“Ci sono riusciti…!” – boccheggiò Rossiu.
Kittan e quel ragazzino hanno fatto questo?!” – Simòn serrò un pugno, incapace di qualsiasi altro movimento.
 
Kozo Fuyutsuki mormorò in un sussulto di incanto:
“Si schiudono i battenti del Cancello di Tanhoizer e si apre infine…la Heaven’s Door!”
 
“La Degenerazione Totale dell’ALL-SPARK…l’evento fisico primigenio che hai sempre sognato di vedere, Sam…” – Mikaela Banes portò una mano alla gola, soffocata da lacrime di timore e commozione – “…si offre ora ai nostri occhi, per la sopravvivenza di interi Universi! Grazie…EXELION!!”
 
“Il WARP sta per chiudersi!”  avvisò Zack, impaziente – “Ormai siamo nel suo Raggio di Schwartzchild! Dobbiamo saltare nell’Iper-Spazio!”
 
Simòn Jiiha lasciò da parte i sentimenti, mente il suo imperio risuonò come quello di un vero Comandante:
Energia Spirale a pieno regime! ENTRIAMO NEL WARP!!!”
 
 
*   *   *
 
 
Esterno.
 
I reattori colossali del Dreadnought si infiammarono, spingendo tuta la struttura verso il cuore pulsante del Cancello.
Lo Scafo si assottigliò per la Trasformata di Lorentz, e venne risucchiato nel nulla.
La sfera di luce si richiuse.
 
 
*   *   *
 
 
Iperuranio.
 
Nel momento esatto in cui le ultime note del Ritornello dell’Anima si estinsero, insieme ai cuori che lo avevano composto con la forza dei propri desideri, lo Spazio Vuoto di un Universo ignoto si incrinò come vetro.
Esplose in una mare di frammenti e segmenti spazio-temporali, vomitando fuori la Cathedral TERRA in tutta la sua enormità.
 
Il primo passo verso la Battaglia Finale era stato compiuto.
 
 
*   *   *
 
 
Luogo imprecisato. Stessa Nave.
 
Cris chiuse gli occhi, nell’ombra:
“Dunque siamo passati oltre?”
 
Una fitta alla testa lancinante.
Un grido acuto, come un Hallelujah di un Angelo Crudele.
Una serie scomposta di immagini.
Ricordi, suggestioni, forse visioni di vite precedenti.
Grida di morte; urla di gioia pura.
Una mano sottile e bianca verso la fronte affondò nel suo cervello come uno spettro.
 
Il ragazzo cadde al suolo, contorcendosi da dolore…assolutamente solo:
“NO! NON ORA!! NON FARLO!!”
 
Altre proiezioni psico-grafiche:
un mare rutilante di volti e voci, luoghi e sensazioni lampeggiavano follemente e crudeli, accompagnati da n canto che nulla aveva ormai di paradisiaco.
Degli spettri senza volto gli aleggiarono intorno, in quel caos mentale di allucinazioni.
Lo afferrarono per le braccia, strappandole dal dorso con un denso schizzo di sangue rosso, immobilizzato a mezz’aria.
Gridò di dolore spirituale; il volto contratto in un’irriconoscibile smorfia di puro orrore e disperazione:
“VI PREGO, BASTA!! NON TI AVVICINARE!! CHI C’E’ LI’?! PER FAVORE, NON LASCIARE CHE SI AVVICINI A ME!! NON LASCIARE CHE SBIRCI NEL MIO CERVELLO!!!”
 
Il suolo stesso si disintegrò sotto i suoi piedi, cadendo in pezzi verso un Nulla scintillante di croci rosse ed acuti lirici assordanti.
Qualcosa di enorme emerse dal nero Vuoto.
Una sagoma umanoide gigantesca; dall’unico occhio ricurvo luminoso di un folle colore ametista: l’Eva 08.
Lo ghermì nel palmo della mano.
Il corpo straziato di Cris rimase inerme, mentre le fauci nascoste del gigante spaventoso si schiudevano in una foresta di denti acuminati e saliva grondate,.
Lo inghiottì senza esitazione, gettandolo nel nero vuoto.
 
Lui gridò…poi cadde ansimante al suolo.
Si riprese a fatica, respirando affannosamente:
“Solo un sogno…soltanto un sogno…”
 
Si rialzò, fisando l’enorme volto meccanico innanzi a lui:
L’Unità 08 attendeva muta al suo posto, capovolto al contrario.
 
Il ragazzino si levò in piedi e deglutì.
I suoi occhi di un blu abissale si tinsero improvvisamente di un rosso demoniaco, mentre le sue pupille si ridussero due crocifissi:
“Capisco…dunque è infine arrivato il momento: ora mi è chiaro il mio scopo. Non c’è modo alcuno in cui possa sottrarmi alla Fine prescritta nel Destino.Vorrà dire che sarò io a porre termine a tutto questo…andiamo, Eva 08! Verso il nostro Ultimo Atto! Verso…LA FINE DEL MONDO!!”
 
Image and video hosting by TinyPic 
 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Evangelion / Vai alla pagina dell'autore: KaienPhantomhive