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Autore: hipster    18/01/2012    6 recensioni
Kurt cerca solo una persona che lo ami davvero; Blaine cerca anime, tante anime, per soddisfare la sua sete. Ma cosa succede quando nemmeno le regole dell'Inferno riescono a mettere in riga un Angelo dannato? Cosa succede quando un Demone si innamora di un Umano? Sicuramente tanti guai.
[Demon!Blaine]
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Angels and Demons'
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Nota: Scusatemi per il ritardo, ma ultimamente la mia vita sta diventando impossibile a causa della scuola ç--ç
Ma chi l'ha inventata, dico io?
Anyway, questa nota non è solo per le scuse, ma (soprattutto) per dirvi che questo capitolo, con ogni probabilità, sarà il penultimo.
E' ancora in "forse" in realtà, sto decidendo ancora se dividere o no l'ultimo capitolo... Ma comunque siamo arrivati alla fine (quasi)! 
I ringraziamenti li rimando all'ultimo capitolo :)
Quasi dimenticavo! Ci tengo a mostrarvi la prima (e anche unica, lol)  Fan Art  di questa fiction, by la mia Gonzales
L'ho semplicemente adorata, perdonami, non potevo non metterla *^*
A presto!
Baci,
Allie <3

Kurt seguì Jane dentro il parco: sembrava quasi che stessero cercando una zona appartata. Kurt non aveva idea di come sarebbero entrati negli Inferi, Jane non aveva fatto nessun accenno a quello. «Ok, Kurt, vieni qui, abbracciami.» disse Jane, perentoria, dopo essersi guardata attentamente intorno. «Scusami?!» disse Kurt, arrossendo.
Doveva abbracciare un’estranea? Jane gli fece un sorrisino. «Credevi ci fosse la porta per entrare? Dai, vieni qui! Non essere timido!» disse lei, scherzando. Kurt si avvicinò circospetto e l’abbracciò. «Non era così difficile, bravo! – lo prese in giro lei – Ecco, prendi questa – continuò Jane, mettendogli qualcosa in tasca – in caso di necessità, puoi usarla. Ora chiudi gli occhi: quando li riaprirai sarai da solo; trova Blaine e tornate a casa. Se ti scoprono, sei fritto». Kurt deglutì rumorosamente: non l’avrebbe mai ammesso, ma aveva davvero paura.
Stava per scendere negli Inferi per salvare il suo ex ragazzo demone che l’aveva lasciato spezzandogli il cuore. Era troppo anche per lui. Forse aveva bisogno di un analista.
Chiuse gli occhi fortissimo e si strinse forte a Jane; quasi immediatamente si alzò un fortissimo vento, che quasi gli fece mollare la presa. Era più che terrorizzato: avrebbe voluto poter aprire gli occhi e controllare che fosse ancora vivo, ma Jane gli aveva detto di restare ad occhi chiusi. Si strinse a lei, con tutte le sue forze, fin quando non si trovò a stringere solo aria.
Aprì gli occhi, confuso, ed era solo. Si trovava effettivamente in una caverna; o almeno così gli sembrava.
Era molto buio, non riusciva a vedere nulla. In un istante di lucidità, prese il cellulare con mano tremante e lo accese: una flebile lucina proveniva dallo schermo e illuminava un po’ l’ambiente circostante; sembrava proprio una caverna. Tese l’orecchio, ma tutto ciò che sentiva era il suo respiro affannoso e il battito del suo stesso cuore.
Guardò a destra e a sinistra: da che parte doveva andare? Aveva completamente perso la bussola.
«Blaine…?» sussurrò a voce bassissima. Non sapeva cosa si aspettava: un urlo? Un sussurro? Un sospiro? Non lo sapeva. Ma non sentì nulla.
Ordinò ai piedi di muovere i primi passi, e così fece: tremante, cominciò a camminare verso destra. E se fosse a sinistra la strada giusta?
Probabilmente si sarebbe strappato i capelli per la disperazione.
Perché Jane non gli aveva detto dove andare, prima di lasciarlo lì da solo al buio?!
Si appoggiò alla scomoda parete rocciosa, per poi scivolare a terra, tra i singhiozzi: non sapeva cosa fare.
Poi si ricordò dello strano oggetto che Jane gli aveva messo in tasca e che ora gli formava uno strano rigonfiamento. Lo prese e lo illuminò con il cellulare: sembrava una specie di bussola. Rincuorato, balzò in piedi: la freccetta non faceva che roteare, finché non si fermò indicando il sud, ovvero la strada a destra. Cominciò a seguire quella strada, senza più pensare: doveva sbrigarsi. Illuminando la strada con il cellulare, e sentendosi per questo molto sciocco, tese l’orecchio a sentire qualunque rumore. Seguendo la bussola, si addentrò in un tunnel, che lo portò in una serie di stanze vuote, ma ancora nessuna traccia di Blaine. Ogni tanto lo chiamava, sussurrando, sperando di sentirsi rispondere.
Quando stava per perdere la speranza di trovarlo, sentì un respiro veloce. «Siete di nuovo qui? Lasciatemi in pace!» urlò una voce flebile. Blaine! Ogni cellula del corpo di Kurt andò in fiamme al suono di quella voce e il ragazzo si affrettò a seguire il suono, fino a giungere in una stanza appartata che prima non aveva visto. «Blaine!» esclamò, quando riuscì a distinguerlo nel buio: era legato sulla schiena ad una roccia; era completamente sporco di fango e polvere e sembrava molto stanco e dolorante. «Deve essere un’allucinazione» borbottò Blaine, chiudendo gli occhi.
«Blaine, sono qui, guardami!» esclamò ancora Kurt, cercando di liberarlo dalle corde nere che lo legavano. «Kurt, tu sei davvero qui…?! Come diavolo hai…» cominciò Blaine, guardandolo stupito. «Jane» disse Kurt, a mo’ di spiegazione. «Avrei dovuto immaginarlo, quella- stupida… non avrebbe dovuto farti venire qui! È pericoloso, se ti scoprissero sarebbe la fine di tutti e due!».
Kurt sospirò e finalmente sciolse i nodi che legavano Blaine a quella scomoda pietra. «Quando ritorneremo a casa mi sentirà, oh se mi sentirà!» disse Blaine, arrabbiato.
«Prego, è stato un piacere. Mi riporti a casa?» disse Kurt, secco. Blaine gli sorrise. «Non credere che non l’abbia apprezzato. Ma non sopporto di averti messo in pericolo, ancora…» disse il ragazzo, circondando i fianchi di Kurt con un braccio. «E ora torniamo a casa. Devo solo pensare come…».
Kurt si sentì sprofondare. «Non sai come uscire di qui?!» esclamò in tono isterico. «Ci sto pensando!».
Kurt ricadde nello sconforto. «Jane aveva detto che avresti saputo come fare…» borbottò, allontanandosi da lui. Per un attimo credette che Blaine l’avrebbe riafferrato e stretto a sé, ma non lo fece. «Come hai fatto a trovarmi?» chiese Blaine, dopo un attimo di silenzio. «Jane mi ha dato una bussola…» mormorò Kurt, stringendola tra le mani. «Vedere…?» disse Blaine, avvicinandosi a lui. Kurt gliela passò e Blaine la prese: per un istante, le loro dita si sfiorarono e Kurt sentì la familiare sensazione di vuoto sparire piano piano a quel tocco; a stento trattenne un sospiro mentre vedeva la sua espressione farsi sempre più seria mentre osservava la bussola. Inutile fingere indifferenza: era ancora completamente innamorato di lui; sentiva che era lui, era lui quello giusto; era lui la sua anima gemella. «Trovato! Vieni con me!» esclamò Blaine, felice come un bambino e, prendendolo per mano, lo condusse fuori. «Dove andiamo?» chiese Kurt, sforzandosi di non urlare.
«La Sala degli Specchi! Possiamo uscire da lì, ma dobbiamo fare in fretta o ci troveranno. Sbrigati!» esclamò Blaine, sempre correndo. Kurt cercò di stare al passo e quando finalmente Blaine si fermò in una sala che diversamente dalle altre era completamente illuminata a giorno: le pareti erano completamente ricoperte di specchi.
«Vieni…» sussurrò Blaine, conducendolo verso uno specchio preciso. «Ti prego, non dirmi che devo entrarci dentro come in “Attraverso lo specchio”» borbottò Kurt.
«Sarebbe così strano?» scherzò Blaine. «Qui è tutto così strano…» disse Kurt, guardandosi attorno. «Benvenuto nel mio mondo» disse Blaine, sarcastico.
«Deve essere stato strano per te vivere nel mio…» mormorò Kurt, guardando il riflesso del ragazzo nello specchio. Blaine abbassò gli occhi. «In realtà no – ammise – credo di aver sempre desiderato di poterne fare parte… darei tutto per essere umano, come te.» fece un risolino e incontrò lo sguardo di Kurt nello specchio. «Siamo in due» sospirò Kurt.
«Io ti amerò sempre, Kurt. Anche da qui.» disse Blaine con semplicità. «Ma ora andiamo…». Blaine lo prese per mano, accarezzandogli piano il dorso con il pollice, tentando di calmarlo.
«Hai paura?» mormorò. «Un po’» mormorò in risposta Kurt. «Non temere, ci sono io qui» disse Blaine, sorridendogli. «Conto fino a tre, poi saltiamo dentro. Uno, due-».
«Due e mezzo» lo interruppe Kurt, con voce tremolante. Blaine trattenne una risata. «Tre!» esclamò, prima di saltare nello specchio, seguito da Kurt.
Kurt chiuse inconsciamente gli occhi e quando li riaprì era all’entrata del parco, accanto a Blaine. 

   
 
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