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Autore: Niagara_R    18/01/2012    7 recensioni
Loro sono i Green Day, lui è un Lord Signore Chipiùnehapiùnemetta, la casa è un castello oscuro e tetro pieno di cantucci nascosti, gli altri sono gli incomodi che spunteranno a random per perseguire il loro scopo. Il punto di congiunzione di questa storia? Il gruppo PunkRock più ottuso che esista sulla faccia della terra!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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2.

Lord Signore eccetera

<< Spettacolo! >> esclamò Tré Cool.

<< Che cosa? >> domandò Mike.

<< Riflette la mia immagine! >> rispose iniziando a gesticolare come uno scimpanzè guardando la sua immagine nel finestrino.

<< Tré, è davvero molto interessante, ma che ne dici di guardare avanti? >> commentò Billie Joe, facendogli notare che era proprio lui che guidava.

<< Ah, ecco perché ho il volante in mano. >>

I Green Day erano partiti per Transilvanian Boulevard il giorno 23, stipando tutti i loro astrusi bagagli nel baule della spaziosa macchina di Tré, duecentodiciannove valigie, da quelle grandi quanto un ippopotamo a quelle piccole come un ramarro, avevano fatto in modo di portarsi dietro solo lo stretto necessario, quindi avevano praticamente svuotato le loro camere da letto e i loro bagni per trascinarseli dietro.

<< Oddio! >> urlò ad un tratto Billie Joe.

<< Che c’è? >>

<< Non mi ricordo se ho portato la piastra per capelli setosi! >> rispose voltandosi verso Mike, seduto dietro, con un’espressione disperata.

<< Sì, l’hai portata, mi si sta infilando tra la sesta e la settima costola. >> lo tranquillizzò Mike.

<< Ah, ok! >> sorrise il frontman rilassandosi. Per poi tornare a sconvolgersi.

<< Oddio!! >>

<< Cosa? >>

<< L’ho portato il mio set di matite per gli occhi e correttori? >>

<< Sì, mi stanno disegnando la Gioconda sulla schiena. >> lo tranquillizzò Mike.

<< Ah, ok... >>

<< ... >> fece Mike.

<< ... >> fece Billie Joe.

<< Cosa?! >> fece Mike.

<< Li hai portati i preservativi? >>

In quel momento Tré Cool inchiodò puntando il piede sul freno, mandando a gambe all’aria sia il cantante che il bassista.

<< Siamo arrivati!!! >> decretò con un sorriso.

Sgusciarono fuori dall’auto e si rimisero i piedi, osservando l’unica dimora presente in Transilvanian Boulevard.

Era una costruzione molto simile ad un grande castello, grandi finestre strette e alte che sembravano visi di preti accigliati, tre possenti torri merlate dove alcuni graziosi corvi neri cantavano una strana solfa, sottili feritoie che spezzavano i grandi mattoni grigiastri che sembravano lì da tempo immemorabile, un grande portone in legno massiccio con un batacchio in ferro nero. Il giardino era composto da una grande quantità di alberi marci e contorti, rigorosamente senza una fogliolina nonostante fosse primavera inoltrata, il terreno era senza erba, solo terra scura e spoglia, l’atmosfera era tetra, il sole non si vedeva, le nubi ricoprivano soltanto l’area del castello, mentre in lontananza sulla città brillava un bellissimo sole.

<< Wow... >> commentarono all’unisono le tre giovani marmotte.

<< Beh, cosa stiamo aspettando? Bussiamo! >> Billie Joe prese l’iniziativa. Si parò di fronte al grande portone e prese a bussare col batacchio che raffigurava il ghigno di una bestia strana che sembrava stesse provando atroci dolori, sicuramente il risultato dell’ascolto di un cd di Avril Lavigne.

Il portone si aprì con uno straziante cigolio.

<< Ci vuole dato dell’olio. >> puntualizzò Tré Cool.

Entrarono. L’interno era ancora più spettacolare dell’esterno. Un atrio enorme li accolse, di fronte a loro una mastodontica scalinata di legno scuro che più si dipartiva in due strade, una verso destra e una verso sinistra. Le pareti ricoperte di grandi arazzi, il pavimento foderato di tappeti, drappi e stoffe si sprecavano, candele e candelieri accesi praticamente ovunque. Da dove erano loro potevano vedere altre due gigantesche sale, a destra e a sinistra, oggetti e arredamenti di uno sfarzo che non avevano mai visto.

<< Io l’avevo detto, impaccato di soldi! >> sorrise Tré con aria da faina.

<< Benvenuti onorevoli amici. >> disse qualcuno.

Dalla scala, come comparso dal nulla, prese a scendere un uomo vestito con ricercatezza, velluto nero e pizzi rossi e bianchi, la sua pelle era livida e pallidissima, i suoi occhi iniettati di sangue, i capelli biondi che ricadevano sulle spalle, il suo sorriso rosso vivo, i suoi modi eleganti, il suo sguardo ammaliante.

<< Assomiglia ad un incrocio tra Biancaneve e Marilyn Manson. >> borbottò Mike agli altri due.

<< Lei dev’essere... >> iniziò Billie Joe.

<< Esatto, io sono Lord Signore Bertrando Spinucchio Evaristo Chiaro Diocleziano Ginevro Alberto Francisco Daddario Emanuele Pietro e Paolo... >>

Billie Joe in realtà stava per dire il tizio impaccato di soldi come dice Tré, ma quella sfilza di nomi lo confuse ancora una volta, infatti dopo i primi cinque nomi la sua mente prese a vagare su dove potesse aver comprato quella splendida tonalità di fondotinta applicabile su tutto il corpo.

<< ...Svezenio Armando Johnny Maxinne Davidio. E’ un piacere ricevervi! >> concluse dopo tre ore.

<< Ehm, sì, anche per noi! >> esclamò Mike, l’unico che non stava dormendo in piedi.

<< Vi prego, non state lì sulla porta, vi mostro le vostre stanze così potrete riposarvi! Chopin! >> Batté le mani, e apparve da una delle stanze un altro tizio, alto circa due metri, le spalle grandi quattro, emaciato e scavato, nel senso che in faccia e ovunque sembrava gli mancasse qualche brandello di carne, i suoi occhi erano vacui e guardavano costantemente verso il cielo, le mani enormi abbandonate lungo il corpaccione, vestito con un completo di stracci, una fila di chiodini piantati gli correva per la fronte, parlava a grugniti, proprio come Courtney Love.

<< Dovresti mangiare qualche bistecca amico, guarda come sei conciato! >> gli fece notare Tré.

<< Chopin, porta le valigie degli ospiti nelle loro stanze. >> gli ordinò Lord Signore Sofronio Carpazio Smandollo Bettino eccetera.

<< Buona idea! >> annuì Billie Joe tornando dal mondo dei sogni. I Green Day scaricarono tutto dalla macchina e ricaricarono tutto tra le braccia e sulle spalle di Chopin, col risultato che il maggiordomo andava in giro dondolando come un pendolo brillo.

<< Prego, seguitemi. >> intimò Lord Signore Signor Burns Giacchetto Ramengo Filippo Carlotto Fiondolo Osiris Potter eccetera con un gesto teatrale, facendo il figo col mantello. I tre eroi lo seguirono sulle scale, imitandolo, e prendendolo per i fondelli.

Le tre stanze erano grandi e arredate nella stessa lussuosa maniera, pizzi, merletti, broccati, sete e quant’altro, mobili antichi e di legno pregiato con maniglie in oro, soprammobili di cristallo e porcellane, la stanza di Tré era quella più eccezionale, infatti vi era una credenza con una collezione di Swarovski che alla prima occhiata valeva quanto un’isola del Pacifico. Tré fu felicissimo. Invece Billie Joe fu esaltatissimo dal fatto la sua era l’unica camera col letto a due piazze, a baldacchino, foderato di lenzuola viola e coperte nere di velluto e seta che solo a guardarlo partiva di testa. Mike per poco non svenne quando vide nel suo armadio una sacca da golf completa di tutti i ferri, ed ognuno di essi aveva l’impugnatura di avorio e platino con un piccolo diamante al centro.

<< Siete soddisfatti dalle vostre sistemazioni? >> domandò Lord Signore Pinocchio Michelangelo Astolfo Pigotto Autezio Ferlocchio eccetera.

<< Porca vacca! >> fu l’eloquente risposta di Tré Cool, che valeva poi per tutti e tre.

Chopin arrivò su venti minuti dopo, sudando come una mortadella, grugnendo più sbuffante del solito, le sue braccia già muscolose sembravano avessero appena giocato a braccio di ferro con Rambo.

<< Molto bene, ora vi lascio per rinfrescarvi, ci rincontreremo stanotte a cena. >> sorrise Lord Signore Papocchio Balbo Nordo Acciugo Lanzazio Mareo eccetera. Da quando li aveva incontrati non aveva smesso un attimo di sorridere, Mike pensava che lo facesse perché era fierissimo delle nuove protesi dentarie con canini appuntiti e che quindi le mostrasse a chiunque, Tré Cool invece pensava che gli fosse venuta una paresi. Billie Joe continuava imperterrito a sognarsi il letto, e soprattutto a programmare tutto ciò che avrebbe fatto tra quelle lenzuola.

<< Ehm, Mr. Armstrong, sta bene...? >> domandò Lord Signore Smantracchio Anastasio Attanasio Serao Pier Silvio eccetera, vedendolo vagare per la stanza come un fantasma in pena, lo sguardo vacuo tanto quello di Chopin e un’espressione dell’altro mondo stampata in faccia.

<< Non si preoccupi, quando vede un nuovo letto fa sempre così. >> assicurò Mike con aria di saperne più di chiunque altro.

 

 

Indovinate? Continua!

 

 

 

 

 

:D LOL, piaciuto questo capitoletto?!XD C’era delirio? Essì, è normale!

Avete cercato di trovare un senso a tutto questo ma non ci siete riusciti? Vi svelo un segreto: questa cosa non ha nessunissimo senso!XD

 

Ringrazio già chi ha messo questa storia tra le seguite e le preferite, e grazie anche a chi ha commentato, sperando di non avervi confuse troppo con tutte queste cacchiate!XD

Un commentino non mi dispiace mai - ormai lo sapete!XD - e spero che questa cosa che potrebbe definirsi storia continui a garbarvi!

Tanti baci, al prossimo capitolo!

   
 
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