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Autore: Samurai Riku    19/01/2012    1 recensioni
A Gintoki Sakata viene commissionato il recupero di un oggetto speciale, da un individuo altrettanto speciale, che darà inizio alla più grande impresa che i tuttofare si siano ritrovati di fronte.
La Yorozuya si trova a capo di un grande e affascinante mistero, legato ad un'antica leggenda. Gintoki, Shinpachi e Kagura dovranno lottare per l'onore del Giappone e dei samurai, in una storia ricca di azione, comicità e avventura.
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Kagura, Shinpachi Shimura, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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< Insomma, questa avventura nello spazio non si è conclusa nel migliore dei modi… >

< Tsk! Indovinate di chi è la colpa!? >

< Gintoki, finiscila di lamentarti. È successo, basta! Sakamoto non partecipa nemmeno al riassunto!! >

< Non capisci Shinpachi! È una questione di principio!! >

< Proprio tu parli di principio, hai davvero una gran faccia tosta! >

< Non litigate! Shinpachi, fa parlare Gin!  >

< Coosa?! E perché dovrei?! Il riassunto l’ho sempre fatto io, è una parte che mi spetta di diritto!! >

< Te l’ho già detto, tua voce brutta e stridula! Pure Sadaharu ha voce più migliore di tua! >

< Eh no!! Sadaharu no!! >

< Si dice migliore, non più migliore! Se proprio vuoi, dì più bella! >

< Proprio tu fai da maestro, Gin… >

< Qualcosa da ridire, spalla? >

< Aaah, fatela finita! Quanto la tirate lunga! E poi c’è un altro fermo immagine?!? Non c’è proprio fantasia in questa storia!! >

< Hijikata!! >

< E tu che diavolo ci fai qui?! >

< Partecipo alla prossima scena… >

< E io che credevo di essermi liberato di te una volta per tutte. >

< Non accadrà mai, idiota. >

< È tutto da vedere…  ehi, ma fumi anche qui!! Nel fermo immagine!! >

< Hijikata, sei impossibile! >

< Drogato! >

< Ehi!! Cosa diavolo volete da me?! È vietato fumare ora? Guardate che vi ammazzo!! Finita questa storia vi ammazzo!! >

< Stai impestando di fumo tutto il bel panorama di Edo! >

< Bel panorama… è il vostro squallido quartiere. >

< La tua anima è squallida… >

< La tua vita è squallida, Sakata!! >

< Basta!! Mi avete rotto voi due!! Non intromettetevi più nei miei riassunti e ora andiamo avanti con la storia!! >

< ……… >

< … scusa. >

 

La Yorozuya si incontrò con il vicecomandante della Shinsengumi e il suo secondo in un modesto locale di Kabuki-cho.

-Allora, com’è andato il viaggio nello spazio?- domandò Okita.

-Non fare domande inutili, Sogo. Non hai seguito il riassunto?-

-No Hijikata, avevo da fare.-

-Sfido chiunque a capire qualcosa da quel riassunto…- commentò Shinpachi -Comunque, è stato del tutto inutile, nessuno è riuscito a decifrare quel messaggio.-

-Mh, a proposito.- iniziò Gin posando il cucchiaio nella coppa mezza vuota di parfait al cioccolato

-Abbiamo incontrato i banditi amanto che ci han fatto perdere il treno per Nagoya.-

-Ah sì?- si interessò Toshi.

-Ce l’avevano proprio con voi!! Vi han seguito addirittura nello spazio!-

-Si fanno chiamare ‘Shi to hakai’ e lavoravano per qualcuno che non ci vuole tra i piedi.- continuò il tuttofare.

-Da come parli deduco che li avete sistemati a dovere.-

-Tutti tutti!!- esclamò Kagura alzando la faccia impiastricciata di panna e gelato.

-Chi li ha mandati? Takasugi?- chiese Okita.

-No, non è il tipo… anche se Katsura mi aveva detto che si era alleato con gli Harusame…- aggiunge soprapensiero Gintoki.

Tutti si voltarono verso di lui, tranne Kagura, troppo occupata a mangiare.

-Cosa…?!-

-E ce lo dici adesso!!??- sbraitò Shinpachi.

-Eh? Be’, non credevo fosse così importante! Infondo non li abbiamo più incontrati, no?!- ribatté lui.

-….. quel tizio ha frequenti contatti con Katsura Kotaro, il terrorista capo del gruppo Joi, e ne parla come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.- pensò sconcertato Hijikata, coprendosi il volto con una mano.

-Conoscete pure i pirati dello spazio?!- si meravigliò Sogo.

-Sì, una volta siamo stati implicati in una brutta faccenda cn quei loschi tipi.- disse Shinpachi.

-E come solito è toccato a me risolvere tutto!!- Gin diede un pugno in testa al ragazzo seduto accanto a lui.

-Ahio! Non ci siamo certo fatti prendere apposta, che credi!! Ci avevano pure drogati quella volta, nn è stata una passeggiata!-

-Oh no, nemmeno per me!! Sai che volo mi ha fatto fare quel fanatico cos player!? Mi ero fatto molto, molto male!!!- ribatté Gin trattenendo la testa dell’altro quasi contro il tavolo.

-Allora eri tu il samurai che ha aiutato Katsura contro gli Harusame!! Incredibile!!- esclamò Sogo sempre più stupito.

-Sentite un po’ voi, non mi importa nulla degli Harusame al momento! Credo che questa faccenda sia decisamente più importante!!- sbraitò Hijikata picchiando un pugno sul tavolo per attirare a sé l’attenzione e farli stare zitti -Aaah…- sospirò -Noi abbiamo parlato con lo Shogun.-

Shinpachi si sistemò per bene gli occhiali sul naso -Com’è andata?-

-Abbastanza bene, diciamo così…- il vicecomandante si accese una sigaretta -Abbiamo tenuto la bocca chiusa su Takasugi, ma… ho la sensazione che lo Shogun sappia qualcosa.-

Gintoki ascoltò attentamente -Quindi?-

Toshiro alzò le spalle indifferente -Quindi nulla… non so dirti cosa ci nasconde.-

-Uff, sei inutile Hijikata!!-

-Ehi, io ti sto aiutando!! Guarda che potrei benissimo fregarmene, il mio compito è finito più di una settimana fa!!-

-Non avete scoperto nulla…?- continuò Shinpachi, ignorando le frecciate che si mandavano Gintoki e Hijikata.

Sogo scosse il capo -Nulla di che… non so se vi interessa, ma quando siamo usciti dal castello abbiamo incrociato un Tendoshu.-

-Eh? Un Tendoshu…? Scusa, ma questo cosa c’entra?-

-E io che ne so… non avevo altro da dire.-

-……..- Shinpachi rimase spiazzato.

Gin interruppe la discussione, interessandosi alle parole di Okita. -Tendoshu hai detto? Non sono quelli del Bakufu?-

-Sì, loro. Ormai comandano quelli a Edo, non lo Shogun…-

Gintoki restò in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto.

-… ti sei incantato, Gin?- Kagura gli passò una mano davanti alla faccia.

-È caduto in catalessi. Troppi zuccheri…- disse pacato Toshi

-Ma non si cade in catalessi per troppo zucchero!!!!- sbraitò Shin.

-Nh…? Che c’è?-

-Tu incantato, Gin.-

-Aah, basta.- il samurai si alzò -Sono stanco, torniamo a casa.-

-Ma…. va bene.- acconsentì dopo Kagura.

-Ci vediamo, Hijikata.- salutò Shinpachi seguendo i suoi amici. -Grazie ancora.-

-Vedete di non cacciarvi in situazioni più grandi di voi.-

-Troppo tardi, tossico!- gli rispose Gin uscendo dal locale.

-Bastardo!!!- gridò il vice verso la porta. -Tsk… deve sempre avere l’ultima parola!-

-Ammettilo Hijikata, anche tu ti preoccupi per loro!- lo punzecchiò Okita.

-Neanche un po’!!! Sparisci se non vuoi morire, Sogo!!-

-Va bene, va bene! Come sei irascibile, Hijikata!- si alzò dal tavolo -Davvero, dovresti andare da un analista… fanno miracoli!-

-Te ne vuoi andare!!??- Toshiro gli lanciò dietro il posacenere, mancandolo  per un soffio, ma facendolo scappare a gambe levate in strada. -Uff… - sbuffò.

Una cameriera gli si avvicinò -Scusi signore, avete finito?-

-Eh? Sì, certo…-

-Allora ecco a lei.- e con un bel sorriso gli porse il conto.

Toshi restò in silenzio alcuni secondi a fissare il foglio di carta stampato a macchinetta con tutti quei numeri. Una vena in fronte cominciò a pulsargli sulla fronte -…… che figli di… mi hanno fregato!!!!-

 

 

-Ora cosa facciamo, Gin?- domandò Shinpachi poco dopo aver lasciato il bar.

-Ce ne torniamo a casa…- rispose con la più totale indifferenza massaggiandosi il collo.

-E con quel codice?-

-Mettiamo annuncio! Qualcuno si farà vivo!-

-Sì, bell’idea Kagura.- commentò con sarcasmo Shinpachi -Così ci ritroviamo il Kiheitai sotto casa!!-

-Io almeno proposto!!-

Gin sbuffò -Tanto dovremmo batterci ancora contro si loro, è inevitabile. Un classico di manga e anime.-

-Preferirei comunque evitarlo…-

-Come ponti sospesi nel vuoto, Gin?-

-Esatto Kagura! In ogni manga prima o poi i protagonisti devono raggiungere un luogo isolato collegato con il resto del mondo solo tramite un ponticello di legno marcio e corda, striminzito, vecchio di due secoli, che resta intatto fino a quando tu non ci metti il piede sopra e inevitabilmente si disintegra facendoti precipitare nel vuoto!!!-

-Significa che anche noi precipiteremo nel vuoto!!??- gridò Shinpachi

-Non disperare, ragazzo! I protagonisti fortunati trovano sempre il modo per salvarsi!- sentenziò Gin arrivato all’agenzia tutto fare, iniziando a salire le scale seguito dai due.

-Ti pare che noi siamo fortunati, Gin?!?-

Prima di entrare in casa Gintoki si bloccò davanti all’ingresso -Ehi… la porta è socchiusa.-

-E allora? Ti sarai dimenticato di chiuderla, oppure Otose e Chatrine stanno cercando qualche spicciolo per l’affitto.- spiegò Shinpachi che non era per nulla turbato.

-Aah!! Se ci sono ladri?!-

-Kagura potrebbe aver ragione!- subito Gin brandì la bokuto appiattendosi contro la parete,

-Magari essere in tanti!- Kagura lo imitò -E stanno soqquadrando tutta casa!!-

-Si dice mettere a soqquadro!! E poi mi spiegate cosa c’è là dentro da rubare?!- sbraitò Shin -State esagerando, come sempre!!-

-…… il latte alla fragola.-

-Eh?- il giovane Shimura guardò perplesso Gin che era diventato improvvisamente serio.

-Potrebbero rubare il latte alla fragola.-

-O i miei sukombu!-

-Oddio no…- Gin serrò la presa sulla spada di legno -Tutti i miei numeri di Jump!!-

-Ma le sentite le cretinate che dite!!?? Solo a voi importa di quelle cose!!-

Kagura guardò seria Shinpachi -Anche tu hai cose preziose in casa.-

-… eh? Cosa?- improvvisamente Shinpachi realizzò -I miei CD di Otsu!!!-

-Bravo, vedo che tu arrivato finalmente!-

-Per non parlare di Sadaharu… è grande e grosso ma dei criminali professionisti potrebbero essere riusciti a neutralizzarlo! O peggio!! Lo porteranno con loro nei prossimi furti!!- continuò Gin lasciando vagare la fantasia.

-Sadaharu!!!- esclamarono Kagura e Shinpachi colti dal terrore.

-Ora basta!!- Kagura scansò Shinpachi e con un calcio volante sfondò la porta d’ingresso -Giù le mani da Sadaharu!!!-

-Kagura!!-

-Aspetta!!-

-Yaaah!!!- la ragazza entrò di volata in casa, atterrando con il poderoso calcio uno degli intrusi.

Gin e Shinpachi la raggiunsero subito -Kagura!-

-Tranquilli, l’ho steso!- poi si guardò attorno -Dove sei Sadaharu!?- e andò a cercarlo.

I due samurai guardarono la persona stesa a terra.

-… Gintoki, ma questo…-

-… è Zura!!-

 

-Certo che siete proprio tre scemi-. Commentò Katsura seduto su uno dei due divani, accanto ad Elizabeth, con una borsa del ghiaccio in testa.

-Ah sì?! Siamo noi gli scemi, eh?! Mai sentito parlare di proprietà privata??- sbraitò Gintoki seduto con Shin e Kagura sul divano di fronte.

-Vi stavamo aspettando.-

-Restare fuori no eh?!?- inveì Shinpachi -Non si entra nelle case altrui così!!-

-Quanto la fate lunga! È più di una settimana che vi cerco, che fine avete fatto, si può sapere?-

-Abbiamo avuto un lavoro impegnativo.- spiegò Gin -Anzi, non abbiamo ancora finito, per cui non rompere Zura!-

-Non sono Zura, il mio nome è Katsura!! E che lavoro sarebbe che vi occupa così tanto tempo?-

Gintoki sbuffò -Nulla di interessante… lo Shogun ci ha chiesto un favore.-

Zura, stupito, si sporse in avanti -Lo Shogun?!? Lavorate per lo Shogun?!-

-Solo perché paga bene!- disse Kagura.

-Gintoki, da te non me l’aspettavo proprio…-

-Hai sentito Kagura, no? Paga bene.-

-Posso sapere cosa vuole lo Shogun da voi?-

-Ci ha detto di trovare spada Kusanagi!- rispose prontamente Kagura.

-Zitta!!- sbraitarono Gin e Shinpachi.

Katsura assunse un’espressione pensierosa -Kusanagi… la spada divina?-

-See, see… e devo dire che per essere solo una leggenda ci sta causando non pochi problemi.-

-Cosa ci vuole fare Tokugawa con quella spada, Gintoki?-

-Ha detto che vuole riscattare il potere dei samurai.-

Lo guardò sorpreso -Lo Shogun ha ancora il suo onore… be’, non l’avete ancora trovata?-

-Secondo te saremmo qui?!- gli fece notare con poco tatto il tuttofare -Per fartela breve nella copia custodita a Nagoya abbiamo trovato uno strano indizio.-

-Sarebbe?-

Gin gli porse il frammento cartaceo -Questo qui.-

-È scrittura amanto? Non sapete cosa ci sia scritto?-

-No, non siamo riusciti a decifrarla.- spiegò Shinpachi.

Zura lo osservò meglio -Sembra strappato.. il messaggio, o qualsiasi cosa sia, sembra interrotto.-

-Sì… l’altra parte ce l’ha Takasugi.-

-E ora cosa c’entra Takasugi?!?- sbottò sempre più confuso Katsura.

-Anche lui sta cercando quella spada.-

-Questa storia è sempre più complessa. Avevo sentito che Takasugi era occupato in qualcosa di grosso con i suoi uomini, ma non avrei mai pensato che si fosse messo a dare la caccia ad una leggenda.-

-È molto probabile che anche lui lavori per qualcuno.- disse Gin.

-Solo che non sappiamo chi…- disse Shinpachi.

Katsura posò il foglietto sul basso tavolino -Magari lui ha tradotto il resto del messaggio…-

-Qualsiasi cosa ci sia scritta, Takasugi cercava proprio questo.-

-Infatti, Shinpachi.-

-Non avete altra scelta, allora.- Zura incrociò le braccia al petto -Incontratevi con Takasugi e risolvetevela voi.-

-Secondo te ci da retta!?!- sbraitarono i tuttofare.

-Non so se te ne sei reso conto l’ultima volta, ma quello lì non si fa tanto scrupoli a staccarci la testa!!-

-Scusa tanto, Gintoki!! La mia era solo un’idea!!-

-Invece che sparare cretinate tieni la bocca chiusa!!-

-Tu sei l’ultimo che deve farmi la predica! Io le cretinate le dico, tu le metti in pratica!!-

-Allora lo ammetti!!-

-Ma mi stai a sentire?! Ti insulto e non dici nulla!!-

-Ormai ho deciso di ignorarti, Zura!-

-E perché continui ad urlare?!? E poi il mio nome è Katsura, non Zura!!-

Mentre i due se ne dicevano di ogni, Elizabeth attirò l’attenzione di Kagura e Shinpachi con un cartello

I ragazzi si scambiarono uno sguardo perplesso.

-Una matita? Va bene, un attimo solo.- Shinpachi si alzò andando a prendere una matita dal portapenne sulla scrivania e la portò ad Elizabeth -Ecco!-

-Lei la impugnò e avvicinò il pezzetto di carta sul tavolo, tutto sotto lo sguardo confuso dei ragazzi.

Restò un istante in silenzio ad osservare la scrittura incomprensibile, poi, come colta da un improvviso lampo di genio, si mise a scribacchiare.

-Nh?-

-Schinpachi… cosa sta facendo?-

-Io… non lo so. A meno che…- anche il ragazzo venne colto da un lampo di genio -Ah!! Gin!! Gintoki!!- lo chiamò a gran voce per farsi sentire oltre il litigio con Zura.

-Che c’è?!- sbraitò irritato.

-Elizabeth!!-

Gin e Katsura si voltarono verso l’animale amanto rimanendo immobili a fissarla.

-E-elizabeth… tu…- Zura era senza parole.

Appena finì di scrivere porse il foglio di carta al capo tuttofare al quale si affiancarono subito Shin e Kagura.

-Che ha scritto?!- chiese trepidante Kagura.

-È… una coordinata, anzi mezza…-

Katsura guardò incuriosito Elizabeth e poi Gintoki -Una coordinata? E di cosa?-

Gintoki lo guardò sconcertato -Zura, non fare domande stupide!-

-Ehi, ehi, aspettate un momento! Noi ci siamo fatti mezzo universo precipitando su un pianeta alieno, abbiamo combattuto contro una dannata banda criminale spaziale… e adesso scopriamo che l’unica in grado di tradurre quel messaggio è Elizabeth!!??!!-

-Shinpachi, fossi in te mi stupirei poco.- disse Gin.

-Ma non ha senso!! Comincio a pensare che l’autore ci prova gusto a metterci nei casini!!-

-Ma dai?!- fecero coro Gin e Kagura.

-Uffa…- Shinpachi si lasciò andare sul divano ormai depresso.

-Ora dobbiamo capire cosa indicano queste coordinate.- Gin si volse all’amico -Zura, hai una mappa?-

-Gin, non fare domande stupide!- rispose rinfacciandogli le sue stesse parole.

-Già, da te pretendo troppo…-

-Quella può essere coordinata di tesoro nascosto!!- esclamò Kagura.

-Non dire fesserie, ragazzina!- sbottò Katsura -Cosa centra un tesoro con la spada Kusanagi?!-

Improvvisamente Gin e Shinpachi vennero colti da un’idea lampo, nel più puro stile ‘Detective Conan’ -Ma certo, un tesoro!!-

-Eh?- Kagura li guardò confusa -Ho ragione?-

-Sì! In un certo senso è proprio un tesoro che dobbiamo trovare!-

-Un tesoro divino!!-

-Pensaci, Zura! Cosa si sa della vera Kusanagi?! L’ultima informazione che abbiamo!-

Il samurai restò un attimo in silenzio, ad occhi chiusi, riflettendo -La spada divina originale venne irrimediabilmente persa in mare nella battaglia Dan-no-ura tra il clan Heike e il clan Minamoto.-

Gin sbandierò davanti al volto dell’amico il pezzo di carta -E questo lo abbiamo trovato nella copia della spada custodita al tempio di Nagoya!- sfoggiando un sorriso sornione.

-No, impossibile! Non dire cavolate, Gin! Quella… non può essere la coordinata per trovare la vera Kusanagi!!-

-E perché no?- sorrise Gintoki.

Katsura rimase spiazzato; non riuscì più a spiccicare parola di fronte a quella rivelazione inaspettata.

-Gintoki…- lo richiamò Kagura.

-Cosa c’è?-

-Se spada si trova in mare noi come la raggiungiamo?-

-Ehm… a questo non avevo pensato…-

Katsura riacquistò la sua solita sicurezza e guardò l’amico con un sorrisetto spavaldo -A questo posso rimediare io.-

 

 

 

Tempo ventiquattrore e i seguaci di Katsura Kotaro, capo del movimento Joi per l’espulsione degli amanto, procurarono al loro leader una sicura imbarcazione che lasciò il porto di Edo verso sud-est. Anche se la coordinata era incompleta, fu abbastanza facile capire dove dirigersi: la battaglia Dan-no-ura fu combattuta in mare, per cui l’originale spada divina, doveva trovarsi da qualche parte nelle vaste acque, indicata da quella coordinata approssimativa.

I tre tuttofare stavano in coperta, seduti su apposite panche, aspettando di concludere quel viaggio.

-Non avremmo dovuto avvertire lo Shogun di questa scoperta? O almeno la Shinsengumi?- chiese Shinpachi a Gintoki.

Lui continuava a fissare l’acqua che si infrangeva contro la chiglia in legno, spumeggiando -No… non fa nulla.- poi volse lo sguardo alla ragazza accanto -Kagura non sporgerti troppo o finirai con il cadere in mare!-

-Non cado!!- ribatté lei.

Katsura li raggiunse -Ammettilo Gintoki, non riesci a fidarti del tutto dello Shogun Tokugawa.-

Il tuttofare esitò un attimo a rispondere -Non è questo… dello Shogun posso anche fidarmi, ma è al resto del Bakufu che non riesco a dare fiducia.-

Shinpachi soppesò le parole dell’amico -Il resto del Bakufu…?-

-Ovvio, ormai sono tutti amanto quelli che controllano il nostro Paese!-

-Già…- disse Kagura -I Tenkoshu.-

-… Tendoshu!!- la riprese Shinpachi.

-Quelli controllano anche la Shinsengumi. Avete collaborato con loro, no? sicuri di potervi fidare?-

-Saranno pure controllati dal Bakufu Zura, ma loro rientrano in quel cerchio ristretto di persone fidate.- rispose Gin con un mezzo sorriso.

Annuì comprensivo -Va bene, ho capito Gintoki.-

-Katsura…- lo chiamò Shinpachi, decisosi finalmente ad esporre quel pensiero che si portava dentro dall’inizio del viaggio -Non era necessario che venissi anche tu. Insomma, grazie per l’imbarcazione, però non sei coinvolto in questa faccenda, e…-

-E poi c’è Takasugi.- lo precedette -Non devi preoccuparti, Shinpachi. Non l’ho mai considerato un mio compagno al tempo della guerra e di sicuro non inizierò ora.-

Gintoki alzò una mano distratto, ritornando a fissare le onde -Vale anche per me.-

Shinpachi lo guardò gravemente. Non era molto convinto di quell’affermazione.

Un marinaio si avvicinò al gruppo -Katsura!!-

-Cosa c’è?-

-Abbiamo quasi raggiunto la coordinata che ci hai dato, anche se non è precisa…-

-Bene, è una buona notizia, no? Perché sei così agitato?-

-Sulla traiettoria c’è una piccola isola vulcanica…-

-Quindi? C’è pericolo di un’eruzione?-

-Di quello non ne siamo del tutto sicuri, ma c’è una… una nave spaziale approdata.-

-Una nave spaziale, dici?- Katsura guardò Gintoki, che si voltò verso di lui.

-Dieci a uno che si tratta di Takasugi.-

Katsura abbozzò un sorriso -Non sei mai stato fortunato con le scommesse.-

-Già, ma questa volta ho la totale certezza della vittoria, anche se non la considero un’opera della Dea Bendata.-

-… già…- il samurai si voltò al sottoposto -Fate rotta verso quell’isola, ma dobbiamo essere invisibili all’altra nave!-

-Sìsignore!!-

 

La Yorozuya riuscì a salire a bordo della nave spaziale ancorata nei pressi dell’isola vulcanica.

La loro imbarcazione era poco distante, nascosta alla vista da uno sperone di costa e dalla nebbia. Il ponte sembrava deserto, magari non era nemmeno la nave del Kiheitai e quella era solo una fortuita coincidenza… ormai ci si aspettava di tutto da quest’anime.

-Ora che siamo qui?-

-Cosa facciamo?- chiesero Shinpachi e Kagura.

-Be’, adesso… ehm…-

-Non ne hai la minima idea, vero?-

-Ma no… è che, insomma…-

Dei passi, lenti e calmi, interruppero il balbettio del samurai tuttofare. Tutti si voltarono verso la porta che conduceva sottocoperta, tramite una rampa di scale.

-Che facciamo?! Arriva qualcuno!!-

-Sei tu il capo! Devi prendere in mano la situazione, Gin!!-

Un uomo uscì da quella porta, tenendo le mani in tasca del lungo e scuro cappotto che indossava, fischiettando un allegro motivetto e messa a tracolla portava una shamisen. Superò Gintoki, Kagura e Shinpachi senza battere ciglio, continuando a camminare sul ponte fino ad arrivare al parapetto in legno. Forse non li aveva proprio visti, indossava anche degli occhiali da sole.

I tre rimasero immobili, a fissare quello strano individuo, parlando tra di loro a bassa voce.

-Gin… chi è quello?-

-E come faccio a saperlo!!- poi si rivolse al ragazzo -Shinpachi, tutto ok? Hai una faccia…-

-Sì Gin, è solo che… che io quel motivetto lo conosco.-

L’uomo smise di canticchiare, si tolse le grandi cuffie che gli coprivano completamente le orecchie appendendole al collo e si voltò verso i tuttofare -Salve.- li salutò, lasciandoli spiazzati -Così siete voi le persone che tentano di ostare i nostri progetti.-

-Ehm… mi sa di sì.-

-E dunque, anche voi siete riusciti a decrittare il messaggio rinvenuto nella copia della sacra lama, ma ditemi…- fece qualche passo avvicinandosi a loro -Dove siete stati tutto questo tempo? Non avere vostre notizie ha causato ansietà nei nostri animi.-

I tuttofare si scambiarono uno sguardo perplesso -Ma come diavolo parla questo…?- si domandò Gin.

-Anche tu sei un uomo di Takasugi? Chi sei?- lo interpellò Shinpachi.

-Sì può dire di sì, ma è scortese imporre domande senza essersi neanche presentati con cortesia.-

Un’altra volta il linguaggio forbito di quel tizio li spiazzò -Noi siamo l’agenzia tuttofare di Edo. Ora tocca a te.- disse Gin.

-Piacere di conoscervi, agenzia tuttofare di Edo.- fece un lieve e cordiale inchino -Il mio nome è Bansai Kawazami.-

-Bansai… perché questo nome non mi è nuovo…- pensò Shinpachi.

-Bene, Bansai. Takasugi ti ha lasciato qui tutto solo?- continuò il samurai con ironia.

Kawazami restò un istante a fissarlo in silenzio -Dovete scusarmi, non è mia consuetudine agire in maniera così sgradevole non dando risposta ai quesiti, ma è da parecchio tempo che auspico incontrarvi.-

Gin alzò un sopracciglio perplesso -Auspi… che??-

  cosa che si mangia?-

-… no, Kagura.-

-In particolar modo desideravo incontrare te, Sakata Gintoki.-

-Oh, davvero? Guarda che se hai bisogno di un tuttofare basta dirlo; se paghi, siamo disponibilissimi.-

-Ad esprimere correttamente il mio pensiero sarebbe più consono dire che tenevo tanto ad incontrare il Demone Bianco.-

Dal suo volto sparì ogni briciolo di ilarità e rimase ad osservare Bansai con una serietà e una freddezza paurose, riflesse nelle iridi color rubino.

Shinpachi e Kagura volsero lo sguardo all’amico.

-Vi ho osservati combattere, tu e Kotaro Katsura, quando Nizo aveva ormai perso il controllo di Benizakura, e ho trovato conferma riguardo a ciò che Takasugi mi aveva riferito. Desidererei poter incrociare la mia spada con la tua.-

-Tsk!! Tu solo gran sbruffone!!- inveì Kagura puntandogli contro l‘indice della mano destra.

-Mi dispiace deluderti, ma non ho la minima voglia di affrontarti. Ora, se vuoi scusarci…- Gin si incamminò senza degnarlo di altra attenzione. Riuscì solo a fare pochi passi. Rapido di riflessi brandì la bokuto al fianco, senza però riuscire a sfoderarla. Bansai era davanti a lui, katana sguainata per fendere, arrestata dalla prontezza e dal sangue freddo -È stato veloce.. troppo veloce!-

-Ah! Gin!!-

Colti di sorpresa Shinpachi e Kagura si allontanarono di un passo.

-Me ne mortifica apparire scortese e prepotente, ma non mi è possibile farvi allontanare.-

-Tsk… non molli mai, eh? Kagura, Shinpachi! Voi andate mentre io mi occupo di questo damerino!!- ordinò senza distogliere lo sguardo dal suo avversario.

-Sì!-

Kawazami Bansai diede un forte colpo con l’elsa della katana all’addome di Gintoki, poi scattò verso i due ragazzi rinfoderando la spada.

-Ugh!!-

-… aah! La-lasciami!-

-Shinpachi!!-

Gin alzò lo sguardo -Shin!! Chi diavolo è questo!? Da dove è saltato fuori?!-

Bansai, con la sua shamisen, aveva immobilizzato il giovane Shimura alla gola.

-Gi-gintoki!-

Sfoderò completamente la bokuto avvicinandosi -Ehi, lascialo stare. Volevi combattere contro di me, no? Eccomi, sono qui!-

-È un vero peccato che non ci sia anche Katsura.- poi Bansai guardò Shinpachi -La tua canzone… assomiglia molto a quella che stavo ascoltando poc’anzi.-

Il ragazzo lo guardò confuso -Canzone…?-

-Cosa sta dicendo tizio strambo? Canzone di Shin?! Da quando spalla ha canzone tutta sua?!- pensò Kagura.

-Quella che arma è?-

-Anche se lo lasciassi, ormai non potreste fare nulla.-

Dei potenti riflettori illuminarono la nave, rivelando dozzine e dozzine di uomini armati che accerchiavano i tuttofare, come se fossero usciti dalla nebbia, dissipata dal bagliore improvviso.

-Da dove spuntano fuori questi??- sbraitò Kagura.

Gin si guardò intorno irritato -Mai una volta che vada bene…-

Takasugi Shinsuke si fece largo con gli altri due membri del Kiheitai al seguito -Gintoki, ancora tra i piedi…-

Lui si voltò verso il vecchio compagno d’armi -Dì al maggiordomo di liberare il mio assistente.-

-Con calma, con calma, quanta fretta.- abbozzò un sorrisetto.

-Ahah!- rise sprezzante Sajima -Siete arrivati tardi, tuttofare da quattro soldi!-

-Taci, racchia!!- l’apostrofò Kagura.

-Ma perché… ci devo andare di mezzo sempre io?!- si rammaricò Shinpachi.

-Credevo non avresti mai tradotto il messaggio, anzi… Ahahahah!! Non immaginavo che l’avresti trovato!!- rise di gusto Takasugi.

-Chi sono, il più cretino?? Era inevitabile che ci saremmo rivisti, ma tenderci un’imboscata così… è davvero patetico, Takasugi!-

Calmò la risata -Tanto… è tutto inutile, Gintoki.- lo guardò con un’espressione di scherno -È troppo tardi per la spada Kusanagi.-

Il samurai non distolse per un solo istante lo sguardo da lui… non ci riusciva. Non riusciva a trattenere la rabbia che gli scorreva dentro, come sangue nelle vene. Non riusciva ad impedire al cuore di battere così veloce, diffondendo quell’ira come un veleno in tutto il suo corpo ad una velocità impressionante… se ne sentiva pervaso, avvolto completamente… non riusciva a tenere a bada il demone.

Ma ora il demone era ancora a cuccia… non si era ancora svegliato del tutto… e con la mente lucida esaminò attentamente la figura di Takasugi e sotto l’abito finemente decorato che portava sulle spalle, appese alla cintola del kimono bordeaux, v’erano due spade. Tutto gli fu subito chiaro -…. No!- gli uscì di getto.

Takasugi sorrise. Il sorrisetto beffardo e provocatorio non se ne era mai andato dal suo volto, ma vedendo l’espressione stupita e scossa dell’altro si accentuò ancora di più -Te l’ho detto… sei arrivato tardi, Gintoki.-

Strinse la presa sulla bokuto -Dove diavolo è Katsura?!-

-Non lasciare quel ragazzo, Bansai.-

-Come vuoi Shinsuke, anche se non sono in grado di garantirti la sua morte.-

-Non ci sn problemi, a questo rimedio io.- sguainò la sua katana.

-Sta fermo Takasugi!!- inveì Gintoki.

Gli rivolse il solito sorrisetto spavaldo -Che c’è, Gin? Sei nervoso? Uhuhuh… Ti propongo una scelta.- tacque per un istante, studiando l’espressione dell’altro. Er davvero divertito -La leggendaria Kusanagi, o la vita del tuo assistente?-

Shinpachi avvertì la punta dell’arma premuta sulla sua schiena. Fredde gocce di sudore gli imperlarono il volto. Chiuse gli occhi.

-Takasugi, sei un bastardo!- ringhiò Gin a denti stretti.

-Mi pare una scelta facile, Gin. Mostrati per ciò che sei, mostrami i tuoi artigli!-

-Stupido!! Gin non lascerà morire Shinpachi!!- esclamò Kagura.

-Non il demone che conosco io…-

-Mi sembrava di avertelo già detto…- digrignò i denti chinando il capo -Non mi conosci affatto!!- fissò truce il criminale e scattò verso di lui.

-Ti sei rammollito, Gintoki!!- Takasugi ritrasse il braccio per fendere la schiena del ragazzo, ma la lama cozzò contro l’ombrello di Kagura, che si era messa in mezzo.

-Tu non tocchi Shinpachi!!-

-Tsk…!!-

Gin deviò all’improvviso, arrivando al fianco di Bansai, pronto a dargli una stecca pauroso capace di spezzargli qualche costola.

Gli ottimi riflessi di Bansai gli permisero di parare il colpo sfoderando la sua spada -Sei aggressivo.-

-Vedi ora, come divento aggressivo!!- afferrò con una mano il collo della shamisen che teneva bloccato Shinpachi, e la spezzò con un colpo secco.

Il ragazzo cadde a terra, con le mani alla gola, affamata d’aria.

-Allontanati Shinpachi!!- ordinò Gintoki.

Lui si alzò incespicando, facendo qualche passo, ma subito Sajima gli fu addosso -Dove credi di andare?!- sfoderò le sue pistole.

-Waah!-

-Levati, ragazzina!-

-Che te ne fai di due spade? Dai una a me!!- Kagura allungò la mano per afferrare la Kusanagi, sistemata al fianco dell’uomo.

Questi, intuendo il gesto, si mosse e riuscì a ferirla al braccio destro.

-Aah!- Kagura si allontanò di qualche passo.

-Finalmente possiamo scontrarci, Demone Bianco.- disse Bansai.

-Non me ne frega niente di te!!-

-Trovo curiosa la tua predilezione di servirti una umile bokuto. Riesci a debellare i tuoi nemici con quest’arma?-

-Credimi, l’importante non è il materiale della spada!-

Gintoki teneva fermo Bansai parando il suo fendente, ma doveva ammetterlo, faceva fatica a tenerlo a bada. Era un vero avversario, uno che non scherza… un nemico temibile.

-Non hai scampo con me, pidocchio!!-

-Pidocchio a chi?!?- Shinpachi brandì la sua spada di legno muovendola contro Sajima.

Lei balzò indietro evitando il colpo e sparò contro il ragazzo due proiettili rossi.

-Ah!!- un colpo riuscì ad evitarlo, l’altro  lo ferì di striscio ad una mano -Maledizione!-

Takasugi si rivolse al suo compagno -Hanebata! Va sottocoperta e fa partire la nave!-

-Ci penso io, Takasugi.- lo stratega scese sottocoperta.

-Questa nave non deve schiodarsi da qui! Kagura!! A Takasugi ci penso io, insegui quel tizio!!-

-Agli ordini, Gin!!- la ragazza Yato scattò all’inseguimento di Hanebata.

-Shinpachi!! È tutto ok??-

-Sì Gin! Sto bene!- rispose senza distogliere lo sguardo dall’avversaria.

Bansai aveva osservato tutto -Gintoki, stai fronteggiando me, come puoi ponderare di raggiungere Takasugi?-

-Fidati che un modo lo trovo!- si allontanò con una spinta.

-Da solo non ce la farai mai!- la voce giunta alle sue spalle lo fece voltare di scatto. Sul parapetto opposto stava Katsura a spada tratta, con buona parte dei suoi uomini del gruppo Joi.

-Zura!! Finalmente!-

-Non sono Zura, il mio nome è Katsura!-

-Allora ci sei anche tu, ma che bella rimpatriata!- disse con sarcasmo Shinsuke.

-Non complicarmi le cose, Takasugi.-

-Siete voi che vi mettete sempre in mezzo.-

-Katsura!!- gridò Shinpachi -La nave sta per partire, muovetevi!!-

-Taci, quattrocchi!!!- Sajima, in preda ad un attacco isterico, scaricò quasi tutto il caricatore sul povero Shinpachi.

-Waaah! Ma sei impazzita!!??-

-Uomini…- disse Katsura -Scatenate l’inferno!!-

-Vuoi farci denunciare per plagio!!!!???- sbraitò Gintoki, mentre Katsura e i suoi si riversarono sul ponte pronti a combattere.

-Non devi distrarti, Demone Bianco.-

-Cos…? Ugh!- fece in tempo a spostare lo sguardo su Bansai che gli fu di nuovo addosso. Si difese il torace cn le braccia, inevitabilmente ferite dal colpo dell’altro. -Bastardo!-

-Non ho tempo da perdere…- approfittando della confusione Takasugi aggirò il ponte, arrivando dalla parte opposta della nave, ma inaspettatamente si ritrovò di fronte Katsura.

-Credi davvero che ti lascio andare così?-

-Zura…- lo guardò irritato -Ti sei fatto coinvolgere anche tu nella follia di Gintoki?-

-Follia? La tua è follia. Ti sei bevuto il cervello!!-

Il ghigno sul volto del criminale si accentuò sempre più fino a scoppiare in una risata -Ahahah!! Ma davvero, Zura?! Te l’avrà detto Gin, che lavora per lo Shogun, no? Vuole ripristinare l’antico onore dei samurai…. Uhuh… Ahahahahah!!! Non sembra anche a te ridicolo?!-

Katsura lo fissava serio, inespressivo in volto.

-È troppo tardi!! È decisamente troppo tardi!-

-Tu perché vuoi tanto quella spada, allora?-

-Uh! Mi dispiace, ma sono informazioni riservate, Katsura…-

-Qualsiasi cosa sia, di sicuro è una pessima idea lasciartela.- impugnò saldamente la sua katana.

-Vuoi combattere contro di me, Zura?-

-Il mio nome non è Zura, è Katsura! Vedi di ficcartelo in testa!!- si lanciò contro l’avversario.

 

Kagura raggiunse la sala comandi dove era andato Hanebata, per azionare i motori e far volare quella nave. L’uomo stava già macchinando con leve e bottoni quando lei arrivò alle sue spalle, puntandole la canna dell’ombrello dritta alla testa -Fermo.-

Hanebata si bloccò, alzò le braccia, come se si arrendesse e si voltò verso la ragazzina, osservandola senza mostrare una qualche espressione -Sei venuta tu per fermarmi?-

-Mio capo detto di  prenderti e io obbedito!-

-Che ragazzina ubbidiente. Mi ricordo di te, ti avevamo catturata e usata come esca contro Katsura e i suoi, ma non aveva funzionato. Sappi che il modo barbaro di come ti avevano legata non l’ho deciso io, io sono contrario alla violenza sulle donne.-

-Tu solo stupido se credi che belle parole fermino me! Non sono donna comune, io sono superdonna!!- esclamò con fervore, mantenendo la mira.

-Quindi ora mi si pone un problema…- restò un attimo in silenzio a riflettere -Se mi muovo tu mi spari, ma devo far partire la nave, come il mio capo mi ha ordinato, ma non voglio finire con il combattere contro di te, sei una ragazza.-

 

Gintoki e Bansai erano divisi da non più di tre metri. Entrambi immobili, ritti, silenziosi. Si studiavano, cercando di capire le rispettive prossime mosse.

Gin avrebbe di gran lunga preferito seguire Takasugi, in modo da risolvere questa storia una volta per tutte e poter così prendere la spada divina, ma si trovava incastrato con quello strano spadaccino, troppo strano eppure così abile da riuscire a tenergli testa senza troppi problemi. Teneva testa a lui, al Demone Bianco… Takasugi se li sceglie bene i suoi uomini…

-È arrivato Katsura, e se n’è già andato… un vero peccato.-

-Comincia a darmi sui nervi!!-

-Sai, Gintoki…- Bansai si sistemò meglio gli occhiali da sole sul naso -Comincio a sentirla.-

-… sentire cosa?-

-La tua canzone.-

 

-Yaaaah!!!- Shinpachi corse verso Matako Sajima alzando la spada sopra la testa, all’ultimo si spostò al suo fianco per colpirla con una stecca, ma lei deviò il colpo con un calcio e puntò una delle sue pistole alla fronte del ragazzo.

Sogghignò -Uhuhuh… sei finito, quattrocchi!-

-Ugh! Dannazione… mi ha bloccato la spada a terra con il piede, nn riesco a liberarla!- Shinpachi faceva leva per liberarsi e allontanarsi, ma sembrava tutto vano.

-Addio!- Sajima premette il grilletto, ma dalla canna dell’arma uscì solo un rumore secco. -Ma… cosa?- riprovò un’altra volta, e ancora e ancora, ma nulla. -No, non è possibile!!-

Il ragazzo restò un attimo a fissarla incredulo, poi un sorrisetto gli apparve in volto -Hai finito le pallottole, idiota!!!- lasciò la presa sulla spada e prese il polso di Sajima, le piegò il braccio allontanandolo dalla sua testa e sbilanciandola si riprese la spada bloccata.

-Ehi!! Che cavolo fai?!-

-Impari a sottovalutarmi!!- concluse colpendola con un colpo micidiale, che la ribaltò a terra.

 

Shinsuke Takasugi e Katsura Kotaro si fronteggiavano in un vero e proprio duello. Nessuno aveva stabilito il prezzo di quello scontro, ma era evidente, entrambi sapevano che avrebbero pagato con il sangue.

Le lame cozzavano, producendo clangore e scintille, fendenti parati e alcuni andati a segno.

Il destino a volte è davvero bizzarro; due uomini, una volta compagni di battaglie e guerre, ora si ritrovano a scontrarsi per motivi ignoti l’uno all’altro, per ideali simili, ma contrastanti, per il piacere e il disprezzo di rivivere il passato.

-Ti sei sempre schierato dalla parte di Gintoki, Zura… ma lui per te che ha fatto?-

-Gintoki non è cambiato.- rispose serio.

-Tsk… non vi capirò mai. È finita l’epoca dei grandi ideali, è finito il tempo in cui lo Shogun regnava! È finito vent’anni fa.-

-Perché dici questo? Sia tu che io lottiamo ancora per cambiare le cose! Anche se tu lo fai nel modo sbagliato, Takasugi. Prendersela con l’Imperatore o lo Shogun, non porta proprio a niente!-

-Perché, difenderlo porta a qualcosa?!-

-Non lo so, ma Gin ci crede… o non sarebbe qui.-

-Basta, mi hai stancato Katsura!!- adesso fu Shinsuke a fiondarsi sull’altro per un colpo mortale.

Katsura bloccò la lama con la sua, si scansò di poco a lato, ritraendo la spada e caricando il colpo

-Basta lo dico io!!- con un movimento deciso e rapido delle braccia spezzò la spada di Takasugi.

La lama cadde a terra e il metallico rumore riecheggiò in quello spazio e nell’animo dei duellanti, come se non ci fosse altro in quel momento, come se il fragore della battaglia non potesse più intaccarli e quell’unico suono avesse inghiottito tutto il resto.

Takasugi spostò lo sguardo sull’uomo al suo fianco -Mi ha… spezzato la spada.- per un attimo si sentì smarrito, poi riacquisto la sua solita sicurezza e il suo solito ghigno -Be’, poco importa…- lasciò andare il moncherino metallico e pose la mano destra sul fianco sinistro.

A Katsura su subito tutto chiaro -Non vorrai… aspetta Takasugi!-

-E perché? È sempre una katana, anzi… la katana per eccellenza!- sguainò dalla cintola la divina spada -Che ne dici, Katsura? Sarà davvero un’arma leggendaria?!- impugnata dopo tanto tempo, la lama splendeva, come appena scesa dal cielo, dalle mani della Dea Amaterasu. Takasugi lo sentiva, avvertiva quell’immenso potere attraversargli l’arto e diffondersi in tutto il corpo, risvegliando l’anima, risvegliando la belva nera che albergava in lui.

Katsura indietreggiò di un passo, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla spada -Quella… è davvero Kusanagi no Tsurugi! Ha una forgiature perfetta, l’hanno forgiata gli Dei… un’arma del genere nelle mani di Takasugi… no, non voglio nemmeno pensare cosa potrebbe fare!-

-È incredibile, Zura… questa leggendaria spada non è mai andata perduta! L’ultima parte della leggenda non è altro che una montatura, una balla!! Durante la battaglia contro il clan Minamoto, l’Imperatore decise di nascondere l’originale Kusanagi, per evitare che cadesse nelle mani nemiche, e così, una volta a Nagoya ne hanno plasmato una copia, in cui è stato inserito quel foglietto, scritto da un servitore amanto… la storia è completamente diversa da come la conosciamo!- spostò lo sguardo dal rivale alla spada, accentuando il ghigno -Adesso noi possiamo riscrivere la storia!-

-Stai farneticando, Takasugi…-

-Uhuhuh… proviamo il potere di questa arma divina!!- agitò la lama contro Katsura, il quale balzò in dietro per evitare il fendente, ma fu tutto vano. Un’incredibile forza lo travolse, lanciandolo contro la parete delle cabine che sfondò.

-Aaah!!- si ritrovò steso a terra, senza spada, con il kimono sporco di sangue all’altezza dell’addome -Dannazione… è questo il potere della falciatrice d’erba? Non mi ha nemmeno sfiorato eppure sono ridotto così…- pensò toccandosi la profonda ferita con una mano che si tinse di rosso. Fece leva sulle braccia per alzarsi, ma un’improvvisa fitta di dolore lo costrinse a star fermo

-Uugh!!-

Takasugi arrivò davanti a lui -Strabiliante, non è vero?-

-… Takasugi… quella è un’arma pericolosa… non sai di cosa sia realmente capace…-

-Oh, lo so bene invece! E la userò per uccidere te e Gintoki!!- brandì la katana con entrambe le mani alzandola sopra la testa e la abbassò rapidamente sul corpo inerme di Katsura.

 

Kagura aveva sparato qualche colpo ad Hanebata, evitati con abilità, tanto che riuscì a premere un pulsante sul pannello di controllo. Una leggera vibrazione investì la nave spaziale, poi i motori si accesero.

-Ora non puoi più fare niente, ragazzina. La nave sta partendo.-

-Bastardo, riportaci a terra!!!- sbraitò sparando.

-Ferma, ferma!!! Anche volendo non potrei, hai distrutto il pannello di comando.-

-Tu solo imbroglione!!! Imbroglione con complesso lolita!!-

-Io non ho il complesso di lolita!! Sono solo un femminista!!-

L’assurdo litigio venne bruscamente interrotto da un forte boato, seguito da qualcosa che sfondò il soffitto in legno della sala comandi precipitando tra Kagura e Hanebata.

Nel polverone sollevatosi si riusciva a distinguere due figure.

-Ach… ach!!-

-Zura!!- Kagura accorse dal samurai steso a terra.

-Sono riuscito a spostarmi evitando il colpo, ma Takasugi ha sfondato il pavimento!-

-Tu senti bene, Zura?!-

-Non molto…-

Takasugi, caduto in ginocchio, si sollevò, affiancando Hanebata -Tsk… ci siamo sollevati dall’acqua?-

-Sì, siamo  partiti ora.-

-Bene.- ridacchiò -Finiamo questi scocciatori.-

-Zura!! Nave vola!- esclamò Kagura.

-Cosa…? Non possiamo continuare a combattere… resteremo intrappolati o uccisi… ugh!-

-Fermo, tu non deve muovere!- Kagura lo aiutò ad alzarsi.

-Portami fuori… dobbiamo avvisare gli altri!-

-Che fai, scappi Zura?- ghignò Takasugi.

Katsura alzò lo sguardo, guardando con odio Shinsuke -Tu non sai… che forze hai scatenato!-

-Ora andiamo Zura!- Kagura fece una smorfia allo stratega, poi si voltò risalendo le scale in fretta.

-Piano!!! Aaah!!!-

-Resta qui Hanebata. Me ne occupo io.-

 

Bansai  spinse Gintoki contro il parapetto, facendogli picchiare la schiena.

Il samurai dai capelli d’argento contrastò il colpo con la bokuto, anche se non riusciva a respingerlo.

-Sto solo… perdendo tempo!- con la coda dell’occhio riuscì ad intravedere Kagura che usciva in coperta con Katsura sottobraccio, che si lasciava trascinare -Ma che…? Kagura!! Katsura!!-

-Gintoki Sakata, ti distrai troppo.-

-Tu sta zitto!!-

Katsura diede un chiaro ordine ai suoi uomini impegnati nella battaglia -Ritirata!!!- gridò con tutto il fiato rimastogli.

-Ritirata?- Gin guardò oltre la spalla di Bansai -Un momento… che fine ha fatto il mare?-

-Gintoki!!- lo chiamò Kagura -Zura ridotto male! Io porto via!!-

-Sì, vai, vai!! Porta via anche Shinpachi!-

A poco a poco i ronin del gruppo Joi abbandonarono la nave buttandosi nel vuoto, finendo in mare. La nave spaziale stava gradualmente prendendo quota.

-Ora sei solo, Demone Bianco…- riprese a parlare Bansai -Al presente riesco a percepirla palesemente, la tua melodia.-

-Ti spieghi da solo o mettiamo i sottotitoli??-

Kawazami Bansai lo osservò in silenzio. Scrutò con metodica attenzione quelle iridi infuocate e brillanti, rilevatrici della strada conducente all’anima -Davvero… interessante. Una melodia affine l’ho sentita solo un’altra volta. È coinvolgente, quanto malinconica… stonata, disarmonica, ma al tempo stesso attraente… sei un uomo interessante, Demone Bianco.-

Gin lo ascoltava, basito. Aveva l’assurda impressione che riuscisse a leggerli l’anima, e capire ogni suo pensiero, ogni ricordo e stato d’animo che con maestria teneva segreti a tutti.

-Non posso ucciderti, questa tua canzone mi è gradita ed interessante… vorrei continuare ad ascoltarla. Ti auguro buona fortuna, Sakata Gintoki.- fece forza e lo spinse oltre il parapetto.

-Ah…!! Cos…?!-

Shinpachi, liberatosi di qualche nemico, si voltò per assicurarsi che l’amico avesse la situazione sotto controllo -Ehi Gin, come…- lo vide letteralmente sparire oltre la balaustra in legno -Gin!!!-

Bansai rinfoderò la katana, si voltò a guardare il ragazzo e come se nulla fosse si incamminò.

Aveva perso la presa sulla bokuto, inevitabilmente precipitata in mare. Con entrambe le mani si era aggrappato ad una sporgenza della chiglia, umida e salmastra, ed ora ciondolava nel vuoto, a parecchi metri dal mare -Ma porca…!!-

-Gintoki!!!-

Sentì la voce di Shinpachi e alzò lo sguardo -Shin!!-

Il ragazzo si sporse, allungando un braccio verso di lui -Afferra la mia mano!!-

-Ehi… tutti si sono buttati, è inutile che risalgo. Credevo te ne fossi andato con Kagura!-

-Non dire cretinate! Se ti butti da qui finirai dritto sugli scogli!!-

Gin rivolse lo sguardo verso il basso, stando un attimo in contemplazione delle onde che si infrangevano sulla fredda e dura roccia -Dammi la mano Shinpachi, muoviti!!!!- cercò di afferrare la mano dell’altro, ma per quanto si sforzasse non ci arrivava.

-Forza…!! Ci siamo quasi!! Avvicinati un po’!-

-E come cavolo faccio!!??-

-Ti ho quasi preso, Gin… Ah!!- improvvisamente si sentì afferrare da dietro. Qualcuno lo aveva trascinato per il colletto e scaraventato a terra, allontanandolo dal bordo.

-Shinpachi!!!-

-Aah…!!- finì con il sedere a terra e appena alzò la testa per vedere che era successo, si ritrovò di fronte Takasugi, frappostosi tra lui e Gintoki.

L’uomo lo fissava con bramosia, bramosia di ucciderlo.

Shinpachi era pietrificato dal terrore, non riusciva a muoversi e nemmeno a distogliere lo sguardo. Un solo pensiero affollava la sua mente, pungente e doloroso come un pugnale -Sono morto!-

Takasugi impugnò saldamente la Kusanagi, pronto a trapassare con un sol colpo mortale il petto del ragazzo che si trovava di fronte, ma si ritrovò immobilizzato, con il braccio destro a mezz’aria e una morsa alla gola -Che diavolo…?!-

-Ti avevo avvertito di non avvicinarti a lui.- sentenziò Gintoki. Il braccio sinistro era attorno al collo dell’altro e la mano destra bloccava ogni movimento della Kusanagi. Con forza era riuscito ad arrampicarsi, risalendo quei pochi metri che lo separavamo dal ponte della nave e balzando sulla balaustra, a ginocchia flesse,  aveva bloccato Shinsuke Takasugi. -Vattene Shinpachi!!- ordinò.

-M-ma…- il ragazzo non si mosse.

-Vattene ho detto!! Ubbedisci!!!- gridò con ferocia.

Di fronte a quello scatto le gambe di Shinpachi riacquistarono vigore e riuscirono a sollevarlo e portarlo lontano dai due avversari. -Gintoki….­-

-Tsk… che credi di fare, eh?!-

-Non ti lascerò ammazzare uno dei miei, né tanto meno… ti lascerò questa spada!- strinse la presa sul polso di Takasugi. Tenendolo immobile per il collo, riuscì a costringerlo a muovere l’arto a suo comando, piegandolo verso il corpo.

Un sorrisetto di scherno gli apparve in volto -Gintoki… non hai perso i tuoi artigli… sei ancora assetato di sangue. Il tuo demone si è svegliato!-

-L’unico demone qui sei tu, bastardo!! Adesso farò qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa…- avvicinò il volto a quello di Shinsuke, sussurrandogli all’orecchio -Ti uccido!- infilzò con la lama della Kusanagi il ventre del ronin, andando in profondità.

Il suo volto non esprimeva particolare emozioni. Freddo. Distaccato. Deciso.

Shinpachi stava osservando tutto a pochi metri di distanza e rimase senza parole, a bocca aperta di fronte all’impassibilità dimostrata dal suo amico.

Dalla bocca di Takasugi colò un rivolo di sangue, e qualche goccia finì sul pavimento dalla ferita aperta all’addome -Ugh….- dal canto suo, nemmeno Shinsuke pareva cambiato, nonostante il dolore non mutò espressione -Gintoki… non finirai mai di stupirmi…- afferrò il braccio dell’altro con entrambe le mani -… credevo sapessi che le guerre sono vinte solo dai demoni, come me… e te.- un sorriso di scherno gli accese il volto -Purtroppo non alimenti più la belva che vive in te e questo… ti rende solo un umano, una pedina qualunque, impossibilitata a vincere!- strinse i denti, affondò completamente la lama nel suo corpo, trapassandosi da parte a parte. Un lieve tremore lo pervase, ma non cedette al dolore e all’emorragia; rimase in piedi, immobile. L’idea di aver conficcato la spada nel petto di Gintoki lo fece sorridere e questo sopprimeva qualsiasi sofferenza.

Un rantolo sommesso uscì dalle labbra del Demone Bianco, che fissava il vuoto davanti a sé, ad occhi sgranati. Prese la presa sulla gola di Takasugi e sulla falciatrice d’erba. Le braccia gli caddero debolmente lungo i fianchi.

Shinsuke Takasugi si sfilò con una mossa la lama insanguinata dal ventre. Quella lama sacra e divina, sporca di sangue demoniaco. Fece pochi deboli passi in avanti, allontanandosi dalla balaustra. Si voltò giusto in tempo per ammirare lo sguardo perso sul volto pallido dell’altro e vederlo precipitare all’indietro nel vuoto. Piccole gocce di sangue si opponevano alla gravità, fluttuando nell’aria e lasciando una scia davanti al corpo in caduta libera di Gintoki.

Shinpachi si sporse dal parapetto, affondandovi le unghie -Gin.. Gin!!!!!- gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Quando la lama aveva passato da parte a parte il torace dell’amico, ebbe l’impressione che il proprio cuore si fosse fermato. Gin non poteva morire, non lui… non così…

Con la vista e la mente annebbiata saltò sul parapetto lanciandosi -Gintoki!!!!!-

to be continued...
  
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