#1. Anatemi

Non avrebbe smesso di guardarla finché i suoi occhi non fossero andati in fiamme – le stesse che le ardevano sul petto e tra i capelli – e persino la sua ombra non gli si fosse marchiata dentro, profonda, nell’anima; e non smise di guardarla nemmeno quando il suo corpo cessò di contorcersi, ansante, stremato, disperato. Era bellissimo, e gli riempiva la bocca d’una smania che non aveva mai sentito prima.
«Signor Karkaroff, la… la prego…»
Il suo singhiozzo fu bellissimo.
«Per la centesima volta, taci e obbedisci, izmet *!»
Quel sibilo fu bellissimo, il pugno di suo padre fu bel…
«Igor, sin **, vieni via.»
Il bambino alzò gli occhi al volto d’alabastro della madre e la seguì, aggrappandosi alla notte e alla sua manica.



#2. Biancospino

Quella primavera gelida gliel’aveva portata nella brezza chiara, e adesso era ancora immersa in una nuvola di neve e spine. Igor la vide stringere le labbra e chinare il viso, a coprirsi le guance livide con un ciuffo di capelli scarlatti.
«Giltinè.» Il bambino esitò, mentre lei gettava un chicco rosso nel suo cestino. «Tra un anno non mi vedrai più, sai? Mio padre dice che entrerò a Durmstrang.»
Per tutta risposta, la ragazza si succhiò di nascosto un dito ferito.
«Ma cosa puoi saperne, tu» saltò su Igor, furente e già lontano. «Sei solo una stupida domestica e… e anche una schifosa Maganò! E poi smettila di seguirmi, glupav ***!»
Lei si voltò e gemette, ma non ne fu sicuro.



#3. Colbacco

Tornò con le dita fragranti di marmellata, la fronte sudata e gli occhi scuri e scintillanti come gore notturne; si sfregò le mani sul grembiule e si chinò a raccogliere il cappello che gli era appena caduto. Igor la fissò impassibile, i polsi nascosti tra le tasche: doveva trattarsi di qualche strano tentativo di pace da domestica.
«Tenga, signorino» mormorò lei, la voce aspra e tremula come se non fosse stata usata da mesi. «È troppo freddo.»
Ma quel sorriso pallido scomparve all’improvviso, mentre due mani gelide s’infilavano tra i suoi capelli.
«Vedi di stare lontana da mio figlio, ragazzina» sibilò il signor Karkaroff, spingendola via. Igor non riuscì a trattenere un sorriso.
Tra un anno non mi vedrai più, sai?, si disse.





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* izmet: "feccia" in bulgaro
** sin: "figlio"
*** glupav: "idiota" 

Ebbene, dovrei essere a studiare filosofia  domani mi interroga ommioddio e ho troppo da scrivere ma poco tempo per farlo, eppure seguo l'ispirazione: ed ecco la vita dell'ennesimo personaggio secondario - ma estremamente ganzo, secondo me - di cui sappiamo pochissimo (chissà se sia davvero bulgaro, poi, vabbé).
Giltinè, il mio personaggio (o la domestica, che dir si voglia), prende il nome dalla personificazione lituana della Morte, mi pare, e alcune vicende s'ispireranno ad alcuni racconti di Poe... per il resto che dire, buona lettura! *fugge nell'ombra*