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Autore: Ladybird    02/09/2006    3 recensioni
Cho Chang era una delle ragazze più carine del castello, senza dubbio, e anche una delle più intelligenti. Ed era sola, in quel momento. Quale momento migliore per prenderla per i capelli e trascinarla per tutti i corridoi? Sorrise involontariamente a quel pensiero, ma lo scacciò dalla testa. Non poteva assolutamente fare una cosa del genere.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Chang, Ginny Weasley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginny Weasley accelerò il passo, stringendo più forte il suo zaino consunto, e tutti gli altri libri che stava trasportando

E’ un po’ di tempo che non pubblico nulla, per mancanza di ispirazione.

Però, rileggendo il quinto libro (per la…quattrocentesima volta?) non ho potuto fare a meno di scrivere questa one shot.

È ambientata al quinto anno, durante le vacanze di pasqua, ed è principalmente è ispirata a un dialogo tra Harry e Ginny in biblioteca.

Del dialogo (che si trova a pagina 611 dell’ordine della fenice) ho riportato le parole in corsivo, con la differenza che viene visto con i pensieri di Ginny.

Sperando di aggiornare presto l’altra fanfiction, vi auguro buona lettura.

Un bacio.

 

 

Nico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ginny Weasley accelerò il passo, stringendo più forte il suo zaino consunto, e tutti gli altri libri che stava trasportando.

 

-Ginny, lascia che ti aiuti, piccola-

 

La ragazza si voltò di scatto, colpendo la faccia del ragazzo che l’aveva appena chiamata  con i suoi lunghissimi capelli rossi.

 

- non ne ho bisogno, Micheal, davvero…-

 

Cercò di sorridere, ma davvero non le riusciva…

Guardò di nuovo il ragazzo che continuava a seguirla.

 

Micheal Corner, il ragazzo più stupido della terra…

Si chiese nuovamente cosa aspettava a piantarlo.

 

Era carino, certo, ma nulla di più. I primi due appuntamenti era stato tutto meraviglioso, ma forse più per il fatto che si era accorta che a qualcuno poteva piacere, che per il ragazzo in questione.

Già al terzo appuntamento aveva iniziato ad elogiare le doti delle sue ex- ragazze (tutte corvonero intelligentissime, per giunta), senza contare il fatto che pensava di poter dettare legge sui suoi amici e sul suo modo di essere. Non lo sopportava davvero.

 

Non esageriamo, magari non era così terribile.

 

Semplicemente non era lui, e questo, per Ginny Weasley, faceva tutta la differenza del mondo.

 

Deviò nel bagno delle ragazze, mollando i libri in mano a Micheal, tenendo solo la borsa.

 

- aspettami in Sala Comune, vorrei rinfrescarmi…sai, dopo l’allenamento…- gli sorrise, e sembrò che lui lo prendesse come un buon segno.

 

In effetti lo era.

 

Lei piaceva a Micheal, e alla fine, seppur non ne fosse innamorata, era piacevole stare con lui, se non altro per non sentirsi sola.

Almeno aveva la sensazione che non stesse buttando via altri anni preziosi della sua giovinezza ad aspettarlo.

Aspettare lui, non Micheal Corner.

 

Lui era semplicemente meraviglioso, tutto quello che una ragazza poteva desiderare…

 

Ma aspettarlo sarebbe stato tempo sprecato.

 

Lo vide entrare in biblioteca, e per un attimo fu tentata di seguirlo, ma il suo ragazzo la stava ancora osservando, forse per assicurarsi che non fosse aggredita mentre entrava in bagno.

 

Patetico.

 

Certo, se lo avesse fatto lui non si sarebbe lamentata di certo.

Per evitare di scagliare qualche fattura al dolce e premuroso corvonero preoccupato, si affrettò a entrare in bagno.

 

Non era sola, com’era prevedibile, e fu abbastanza irritante ascoltare le vocette stridule delle ragazze che si rifacevano il trucco, come se quella fosse l’unica attività degna di nota.

 

E fu ancora più irritante, quando da uno dei bagni uscì lei.

 

La squadrò da capo a piedi, come faceva ogni volta che si incontravano, quasi con una sorta di ironia nello sguardo.

Aspettò però che fosse lei, a fare il primo passo.

Già era abbastanza doloroso vedere che si portava a spasso come un cagnolino l’uomo dei suoi sogni… doverle essere amica era davvero inaccettabile.

 

Durante tutte le riunioni dell’ES aveva fatto in modo di trovarla prima di Harry, per comunicarle le novità sul loro gruppo di esercitazioni, e (si rendeva conto di essere infantile, ma non poteva farci nulla!), ogni volta che erano insieme cercava di smontare ogni sua frase, per  dimostrare…

 

Per dimostrare…

 

Cosa?

 

Che lei era meglio?

 

Non era di certo vero.

 

Cho Chang era una delle ragazze più carine del castello, senza dubbio, e anche una delle più intelligenti.

 

Ed era sola, in quel momento. Quale momento migliore per prenderla per i capelli e trascinarla per tutti i corridoi?

 

Sorrise involontariamente a quel pensiero, ma lo scacciò dalla testa. Non poteva assolutamente fare una cosa del genere.

 

Si guardò allo specchio, sorridendo nuovamente: era tutta spettinata, per via dell’allenamento.

Quella domenica era stato più disastroso del solito, visto che uno dei battitori si era colpito da solo con la mazza.

 

 

-Ciao, Ginny-

 

La sua voce la costrinse a riemergere dai suoi pensieri.

 

Cho Chang non era solo carina, era anche educata gentile, simpatica… un tipo da prendere a schiaffi, in conclusione.

 

Le fece un sorriso tirato, giusto per non sembrare più astiosa del dovuto.

 

-ciao, Cho…-

 

Lei sorrise, ma aveva gli occhi rossi.

Come da copione.

 

Ginny si chiese se era lei ad essere anormale perché non piangeva mai, oppure era Cho che era peggio di una fontana.

 

-Ginny, vorrei parlarti…- Cho tirò su col naso, impercettibilmente.

 

La rossa sorrise tra se e se… era la seconda possibilità la più accreditabile, decisamente.

 

-dimmi tutto, Cho- si sforzò di essere seria, e di sembrare almeno leggermente interessata.

 

-a  proposito di Harry…-

 

La ragazza azionò il getto dell’acqua, cercando di fare quanto più rumore possibile. Quello era l’ultimo argomento di cui aveva voglia discutere. Lei e Harry, lei e l’uomo dei suoi sogni, in pratica. Ma stava scherzando?

 

-io…- arrancò la corvonero intimorita dal comportamento di Ginny- e lui abbiamo litigato…-

 

-e io che posso fare?- cercò di rendere il suo tono quanto più gentile fosse possibile, ma una nota aspra (almeno secondo Ginny) fu molto avvertibile. Troppo forse.

 

-vedi, io gli ho spiegato che Marietta non voleva fare la spia, però…-

 

-però cosa Cho? A me sembra proprio che se Marietta non avesse voluto, non l’avrebbe fatto! Come non l’ho fatto io, come non l’hai fatto tu, come non l’hanno fatto i miei fratelli…- sbottò in tono arrabbiato. Aveva discusso con Hermione a proposito di quell’argomento, ed era d’accordo con lei che tutti quanti si trovavano nella medesima posizione di pericolo, ma che nessuno aveva parlato, per l’amicizia che li legava, e Marietta aveva infranto quella, prima di tutto…

 

-ma sua madre lavora al ministero! Cerca almeno tu di capire in che posizione si trovava!-

 

-anche mio padre ci lavora, ed eravamo in quattro ad essere coinvolti!-

 

-ma tuo padre non conta…è solo…- la corvonero si zittì improvvisamente. Aveva appena oltrepassato un limite invisibile.

 

-me l’aspettavo un’affermazione del genere da te, a dirla tutta!-

 

-beh, non puoi certo darmi torto…-

 

-sta zitta!-

 

-Harry ha detto esattamente la stessa cosa. A furia di frequentare voi ed Hermione diventerà un sovversivo!-

 

Ginny era accecata dalla rabbia. Senza nemmeno sapere come tirò fuori la bacchetta.

 

-fornunculus!-

 

In un momento Cho si accasciò per terra. Si coprì la faccia con le mani, tastandola spaventata. Ginny si complimentò con se stessa. La faccia della ragazza era coperta da brutte vesciche giallastre, che (secondo corretto funzionamento dell’incantesimo) dovevano emanare anche un vago odore di uova marce.

 

Cho si alzò di scatto. Era furiosa.

 

Senza nemmeno aspettare un secondo, si lanciò su Ginny, afferrandole i capelli, cominciando a tirare.

 

-che succede qui?-

 

Il grido di Hermione le bloccò all’istante.

Entrambe voltarono la testa:  Ginny ancora con la bacchetta in mano, e Cho su di lei con in mano una ciocca di lunghi capelli rossi.

 

-si può sapere che state combinando?- chiese il prefetto di grifondoro, con uno sguardo esasperato, ma allo stesso tempo…divertito?

 

 

-certo, ci mancavi solo tu!- Cho si rialzò da terra, furiosa.- cos’è? Avete complottato contro di me?-

 

-è quello che ti meriteresti, brutta…-

 

-Ginny!- Hermione la bloccò per un braccio, facendole segno di tacere.

 

Cho si voltò di scatto, mulinando i lunghi e lucenti capelli neri.

Uscì dal bagno, sbattendo rumorosamente la porta.

 

-perché mi hai fermato? Erano mesi che desideravo prenderla a schiaffi!- Ginny si girò verso la sua amica, esasperata e confusa.

 

-mi sembra che tu ci sia riuscita!-

 

-cosa farai? Mi toglierai altri punti??-

 

-non ne ho la minima intenzione-

 

Ginny la guardò leggermente perplessa.

 

-sicura di sentirti bene?- le chiese, scrutandola torva.

 

-certo- rispose Hermione sorridendo- se non l’avessi fatto tu avrei dovuto picchiarla io!-

 

Ginny rise, un po’ sorpresa… non era certo da Hermione un’affermazione del genere.

 

Uscirono insieme dal bagno, dirette verso la Sala Comune.

 

La rossa rivolse uno sguardo speranzoso alla biblioteca… Harry era di certo lì.

 

-se vuoi puoi andare da lui… io devo finire ancora di fare i compiti che la Mc Granitt aveva intenzione di assegnare per la prossima settimana…-

 

-Hermione, tu sei pazza!-

 

-Ginny, stavo scherzando…-

 

-ah scusa- Ginny sorrise all’amica.

 

Hermione si scosse i voluminosi capelli, e sorrise a sua volta.

 

-era un modo per dirti che se vuoi stare con lui da sola, io troverò qualcosa da fare, sia per me che per tuo fratello…-

 

-Hermione, sai bene che è inutile- abbassò lo sguardo- è solo una perdita di tempo…-

 

-io non lo penso. Io ho sempre creduto che tu fossi la ragazza adatta a lui, dopotutto.- Hermione annuì vigorosamente.

 

La sua amica sorrise.

 

-continui a pensare che potrebbe guardare me? Dopo Cho? Dopo che io ho iniziato ad uscire con un altro ragazzo?-

 

-io credo che dopo Cho, e soprattutto  dopo che hai cominciato a uscire con un altro ragazzo, tu ti sia creata davvero delle possibilità…-

 

-non dire idiozie-

 

Hermione si fermò di scatto, girandosi e prendendo Ginny per un braccio, mettendola con le spalle al muro.

 

-riflettici un attimo, Ginny. Da quando hai iniziato a non vivere per ogni suo respiro e ogni sua parola, hai dimostrato di essere una persona forte, con una personalità di spicco, che Cho Chang non eguaglierà nemmeno quando i tempi saranno adatti perché diventi ministro della magia.-

 

-lo so…-

 

-Ginny, non hai capito che stai facendo vivendo la tua vita in funzione di te stessa?-

 

-cosa, Hermione?- Ginny guardò l’amica dal basso verso l’alto, scrutandola speranzosa.

 

-ti stai facendo conoscere per come sei. Brillante, intelligente, forte, bella, meravigliosa… fidati, se sei te stessa, hai molte più possibilità-

 

-sembri mia madre!-

 

Hermione le scompigliò forte i capelli…sembrava ancora più disastrata.

 

-ma con che scusa ci vado?- chiese scostandosi in fretta dalla sua presa.

 

-le uova di tua madre… portagli il suo, fate una bella chiacchierata, e avrai fatto un altro passo.-

 

 

-grazie…-

Ginny diede ad Hermione un bacio sulla guancia, e corse a prendere le uova… Ron per fortuna ancora non era tornato dall’infermeria.

 

Ripercorse all’inverso tutti i corridoi e le scale, e giunse di nuovo alla biblioteca.

Prima di entrare, respirò profondamente, strinse maggiormente il pacco con l’uovo, e scrutò la stanza in cerca di Harry.

 

Come al solito, era solo, pensieroso.

 

Si avvicinò lentamente.

 

-Harry?-

 

Il ragazzo con gli occhiali non diede segno di averla sentita, così riprovò, senza risultato…

 

 

-Harry, dico a te, mi senti?-

 

Il ragazzo sussultò, spaventato. Ginny trattenne a stento una risata.

 

-eh?-

 

Incrociarono i loro sguardi, Ginny sorrise, e si rese conto che ai suoi occhi doveva sembrare uno spaventapasseri. Decise che non importava molto. L’importante era essere lì a parlare, da soli.

 

-ciao-

 

Lo vide affannarsi a spostare i libri per farle posto.

 

-come mai non sei all’allenamento?- chiese scrutandola torvo.

 

-è già finito. Ron ha dovuto accompagnare Jack Sloper in infermeria-

 

-e perché?-

 

-non ne siamo sicuri, ma pensiamo che si sia colpito da solo con la mazza.-

 

Ginny riprese fiato, e sorrise. Era da un po’ che parlavano da amici, e lui non l’aveva mai ascoltata così attentamente. Pareva sollevato, quasi.

Sospirò impercettibilmente. Sperò solo che lui non se ne accorgesse.

 

-Comunque…  è arrivato un pacco che ha superato tutti i controlli della Umbridge-

 

Mise il pacco marrone sul tavolo. Certo era un po’ malandato, ma il contenuto era senz’altro sensazionale. Ginny si affrettò a dire di cosa si trattava.

 

-uova di Pasqua da parte della mamma. Ce n’è uno anche per te. Eccolo.-

 

Prese l’uovo decorato con i boccini, e glielo porse timidamente. Harry lo afferrò, e un’aria triste gli si sposò in volto.

Preoccupata, Ginny si avvicinò leggermente.

 

-stai bene, Harry?- gli chiese dolcemente.

 

Lui alzò il volto brusco.

 

-si, sto bene-

 

Per un momento, Ginny fu tentata di chiedergli se non gli piaceva il cioccolato. Poi ci ripensò.

 

-sei molto giù, ultimamente… sono sicura che se parlassi con Cho…-la sua voce suonò molto più sprezzante di quello che in realtà desiderava, ma non poteva farci nulla.

 

-non è con Cho che voglio parlare…- si affrettò a chiarire lui.

 

Ginny lo scrutò attentamente, nascondendo il suo sollievo a quella notizia.

 

-e con chi allora? – chiese curiosa.

 

-io…-

 

Per un attimo Ginny pensò che non volesse parlarne con lei, perché Harry evitava accuratamente di guardarla.

 

-è con Sirius che vorrei parlare. Ma lo so che non posso.-

 

Ginny, sorrise, estremamente contenta di quell’inaspettata confidenza. Lo guardò per un attimo scartare l’uovo, e mangiarne avidamente un pezzo.

Presa da una strana euforia, ne prese un pezzo, e lo guardò raggiante.

 

-beh- disse lentamente-se proprio vuoi parlare con Sirius, possiamo trovare un modo, immagino.-

 

Harry la guardò esterrefatto.

 

Ma andiamo… con la Umbridge che controlla tutti i camini e legge la nostra posta?-

 

Ginny non si scompose.

 

-quando sei cresciuta con Fred e George dopo un po’ cominci a credere che se hai abbastanza fegato, tutto è possibile- affermò decisa.

 

Arrossì furiosamente… sentiva lo sguardo di Harry su di se… andava bene dare ragione ad Hermione, su tutti i discorsi sull’essere se stessi e via dicendo, ma a quello, non ci si sarebbe mai abituata…

Soprattutto considerando il fatto che Harry non l’aveva mai guardata in quel modo.

Decisa, anche lei alzò lo sguardo, e per un attimo si perse in mille pensieri che cinque secondi dopo nemmeno ricordava.

 

 

-CHE COSA CREDETE DI FARE?-

La voce tuonante di Madama Pince arrivò alle loro orecchie come una bastonata.

 

-oh acci…mi ero scordata…-

 

Ginny, spaventata, si alzò di scatto, iniziando a raccogliere la sua roba  e quella di Harry…

 

-CIOCCOLATO IN BIBLIOTECA…FUORI, FUORI FUORI!!!-

 

I loro oggetti cominciarono a picchiarli furiosamente  sulla testa, mentre correvano disperati all’uscita della biblioteca.

 

Ginny sentì quasi di svenire, quando sentì la mano di Harry prendere la sua, per correre più veloce. Improvvisamente cambiarono direzione, svoltando in un corridoio deserto.

Il cuore di Ginny prese a battere furiosamente. Era convinta che si sarebbe sentita male da un momento all’altro…

Lasciò di scatto la mano di Harry… lui la guardava ridendo… sembrava stranamente sollevato.

Anche lei si sentì molto meglio.

 

-ora vado da Ron in infermeria…- disse lui tra le risate.

 

-ok…- lei gli sorrise dolcemente.

 

Poi accadde qualcosa di inaspettato.

 

Harry mise una mano tra i suoi capelli, lisciandoli.

Poi le diede un bacio sulla fronte.

 

 

A Ginny sembrò quasi di cadere nel vuoto, senza potersi fermare.

 

Lui si staccò, ancora sorridendo.

 

-grazie…- le disse.

 

A lei sembrarono le parole più belle del mondo, e rimase ferma dieci minuti, sorridente, a guardarlo sparire nel corridoio, mentre saliva verso l’infermeria.

 

Si toccò il punto in cui lui l’aveva baciata, incredula…

 

Si disse che, dopotutto, Hermione aveva sempre ragione.

 

Non era stato tempo perduto…

 

Non lo sarebbe mai stato…

 

 

 

*fine*

 

 

  
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