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Autore: FannyHarris    19/01/2012    2 recensioni
Adesso, a discapito di tutto, io chiedo aiuto a Te, o Dio, pregandoti di dare un'altra occasione a questa mia anima grave e impura a causa di tutti quei peccati di cui io stesso mi vergogno e mi pento, l'occasione di poter espiare le mie colpe. Il momento è giunto. E' quindi quello l'angelo che è venuto a portar via ciò che di me è eterno? Sono pronto perchè sono nelle mani di Dio al quale io mi sono abbandonato senza riserve... Dio sii propizio a me peccatore.
Genere: Malinconico, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Manfredi

Benevento, temo che questa città sarà l'ultima che i miei giovani occhi potranno più vedere. I battaglioni del Francese Carlo D'Angiò erano in vantaggio numerico e sono così riusciti a sbaragliare i miei anche grazie alla tattica di prendermi alla sorpresa, che sciocco, dovevo prevederlo e giocare d'anticipo, invece ho fatto la scelta sbagliata. Ahimè, non sono riuscito a realizzare il mio sogno, quel sogno che ancor prima era stato di mio padre, veder riunito questo nobile paese nella mia figura e renderlo il migliore come già un tempo lo era stato quando era riunito nell'Impero Romano: la cultura e le arti crescevano e maturavano adornando l'impero, tutti ne parlavano e prima di me tanti sovrani hanno tentato questa stessa mia impresa e tutti quanti come me hanno miseramente fallito. Padre mio, non sono riuscito nella mia promessa, sono solo un debole. Ah, pace all'anima sua, caro padre, adesso so anche io che significa morire così giovani, e con ancora tanti piani per l'ignoto futuro. Eh... Tutti mi accusano di essere io colui che ti ha portato via la vita, è vero che sono stato un peccatore dagli orribili peccati ma non fino a quel punto; ma ora non ha più alcuna importanza visto che sono giunto al termine del mio breve cammino terreno e tutto ciò che è terreno non deve più turbarmi. Sento molto dolore, ma durerà ancora per poco; la vista di un occhio, già ferito nello scontro, si sta lentamente offuscando, e così, altrettanto lentamente, un velo si pone oscurandomi la vista di questo mondo. O miei cari valorosi compagni, mi avete sostenuto e aiutato, vi chiedo perdono per avervi trascinato nel baratro della morte assieme a me; vi riesco ancora a scorgere e come ora accade a me, esalate i vostri ultimi respiri. Il cuore mi duole, è proprio qui che Carlo mi ha colpito con un netto e deciso colpo di spada. Ma, il dolore che inizio ad avvertire ora è diverso da quello che si avverte per una ferita corporea, è una ferita interna la mia, inerente l'anima che solo ora sento appesantita a causa degli atroci peccati di cui l'ho caricata, e nemmeno nell'aldilà potrà rimaginarsi tanto facilmente, o forse mai più. Già, la sento l'anima che lentamente tenta di liberarsi di queste membra e le abbandona proprio come ora sto abbandonando la mia amata figlia a sè stessa... Spero che lei sia più forte di suo padre. Quanti pensieri, quanto ancora da fare, ma sento che il tempo stringe. Non mi rialzerò più da questo suolo macchiato del mio sangue, che vedo liberarsi senza che io possa fare nulla, e di quello dei miei compagni, ma anche avversari. Secondo la chiesa io sono un dannato eterno, ma io confido nell'enorme misericordia e amore Divino. Adesso, a discapito di tutto, io chiedo aiuto a Te, o Dio, pregandoti di dare un'altra occasione a questa mia anima grave e impura a causa di tutti quei peccati di cui io stesso mi vergogno e mi pento, l'occasione di poter espiare le mie colpe. Il momento è giunto. E' quindi quello l'angelo che è venuto a portar via ciò che di me è eterno? Sono pronto perchè sono nelle mani di Dio al quale io mi sono abbandonato senza riserve... Dio sii propizio a me peccatore.

   
 
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