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Autore: nadya94    19/01/2012    0 recensioni
Questa è la mia prima ff quindi sarei davvero felice se mi deste dei consigli su come migliorare. Ho deciso di scrivere riguardo a questa coppia magnifica, Robert e Kristen, con le dovute modifiche! Spero vi piaccia!
"Ma dove trovarla? In fin dei conti sapevo solo il suo nome. Ma perchè mi interessava tanto? L'avevo vista una sola volta e non sapevo nulla del suo carattere, nulla di nulla": ragionamento con il cervello.
"Devo trovarla": ragionamento con il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è la mia prima fan fiction, per cui siate sincere: considero le critiche costruttive! Inoltre volevo ringraziare due mie amiche: senza di loro non avrei scritto nulla! Buona lettura! 

"Nulla due volte accade
 nè accadrà. Per tal ragione
 si nasce senza esperienza,
 si muore senza assuefazione"
 W. Szymborska


“Kris ! svegliati, è tardi ! “ urlò mia madre dal piano di sotto.
“Oh, no ! ti prego, non mi va “ pensai, mezza insonnolita. Non mi andava di alzarmi ed andare a scuola. Non perché non mi piacesse studiare, anzi, andavo piuttosto bene in ogni materia, ma … mi sentivo a disagio lì. Era un luogo popolato da persone a me estranee e non contava nulla il tempo in cui ci sarei stata : sarebbe stato sempre lo stesso, Certo, conoscevo gente, avevo degli psudo-amici, ma niente a che vedere con legami forti e “duraturi” che credevo di aver istaurato un tempo, quando ero una semplice adolescente senza pensieri. “ Alt ! Kristen, non pensare a queste cose, ti rovini solo la giornata “ pensai e a mio malgrado costrinsi il mio corpo ad alzarsi dal caldo letto. Mio Dio, faceva un freddo cane lì fuori : vedevo dalla finestra la solita nebbia londinese nascondere tutto il paesaggio circostante la mia casa. Vivevo in centro, con mia madre, in una piccola casa a due piani, ma ciò che amavo di più era il giardino circostante : era stata una fortuna trovare una casa nel centro di Londra con un giardino circostante ! Andavo lì ogni qualvolta ne avevo la possibilità( ossia ogni volta che riuscivo a liberarmi dalla stretta malefica dei compiti che ci assegnavano a scuola ) e restavo sotto una grossa quercia per ore, distesa all’ombra e rilassata come non lo ero mai stata. Ma anche lì il buio dei miei incubi infestava la mia tranquillità. Dopo un po’, riprendevo a pensare al passato, a ciò che avevo fatto, a ciò che ne era conseguito : prendevo la testa tra le mie mani, non volevo pensarci, volevo solo dimenticare. Era chiedere troppo ?! si, forse si. Forse era quello il modo x scontare la pena..
No, decisi, quella mattina non sarei andata a scuola. Non mi andava, non ce la facevo a sopportare quei visi assenti e indecifrabili, che non facevano altro che pensare ai loro stupidi problemi adolescenziali.
Uscìì da casa in fretta, con addosso solo una vecchia felpa nera, mi alzai il cappuccio e camminai per le strade del centro, Strano pensarlo, ma mi faceva sentire a mio agio stare in mezzo alla folla, camminare indifferente di tutti e indifferente a tutti. Era quello che mi serviva : odiavo le persone che cercavano di sapere tutto di me e del mio passato perché mi facevano ricordare cose che non VOLEVO ricordare.
Camminavo senza sapere dove andavo, lasciavo che i miei pensieri mi guidassero, mentre il mio cervello camminava verso tutt’altri luoghi. Ad un tratto, mi ritrovai davanti una biblioteca, “ Wow, andiamo a vedere un po’ che c’è di bello ! “ pensai. Ecco ciò che ci voleva, un bel libro !
Amavo la lettura pazzamente : amavo sfogliare le pagine con i polpastrelli delle dita, sentire il profumo di esse non appena comprato, ma soprattutto amavo catapultarmi in un luogo sconosciuto, in un mondo diviso da quello in cui vivevo. Era un’utopia, una fuga dalla realtà e me ne rendevo conto, ma era ciò che volevo, ciò che riusciva ad allontanarmi dal baratro in cui rischiavo di cadere.
Mi sentivo come una bambina, felice di essere in un luogo a me così caro, e non pensavo a nulla, solo alla prossima storia che avrei letto.
A scuola ci avevano assegnato come lettura “ Orgoglio e pregiudizio “ di Jane Austen, perciò, dato che non l’avevo mai letto fino ad allora, decisi che era arrivato il momento di leggerlo. Non mi andava di chiedere a qualche assistente di cercarlo, dunque mi misi alla ricerca e mi addentrai nella sezione “ Classici “.
Non c’era nessuno, a parte un giovane ragazzo. Ad occhio e croce, doveva avere la mia stessa età. Era di spalle, molto più alto di me, con una chioma disordinata e spettinata, dal colore castano tendente al biondo.
Passai oltre e vidi che il libro che cercavo era proprio di fronte a me. Feci per prenderlo, ma le miei dita non sfiorarono la copertina, bensì un’altra mano sconosciuta. Mi voltai di scatto e … rimasi folgorata dal suo viso. Era il ragazzo di prima, ma di spalle non mi era sembrato così .. come dire, bello. Aveva degli occhi colore ghiaccio, stupendi e freddi allo stesso tempo, e profonde occhiaie circoncidevano i suoi occhi. Sembrava provenisse da una notte passata insonne.
“ Sc.. scusa “ balbettai, in cerca di una risposta meno cretina ed ovvia di quella che avevo dato.
“ No, scusami tu, non mi ero accorto che stavi prendendo lo stesso libro ! “ sorrise, ed il sorriso riuscì per un attimo a riscaldare quegli occhi glaciali.
“ Ummm, non ti preoccupare, posso prendere la copia che c’è dietro, nessun problema ! “ ok, stavo facendo la figura della scema. Che diavolo stava succedendo ? Non mi ero mai sentita così stupida.
“  Okay ! Anche tu sei scappata da scuola?Di nuovo quel sorriso.
“Ehm, si..non avevo nulla da fare” risposi impacciata, chiedendomi dove volesse arrivare.
“ Neanche io. E’ una bella coincidenza. Ma scusa, non volevo impicciarmi degli affari tuoi” replicò, notando la mia espressione piuttosto distaccata.
“no no, non pensarci neanche! E’ che..non sono molto espansiva”, sorrisi, per cercare di eliminare quella stupida sensazione di panico.
“Già, capisco. Bhè, io vado nella sala letture ed inizio a leggerlo” disse, indicandomi la sua copia del libro. “Se vuoi ci vediamo lì!”
“ C-c-certo!” Respira Kris, respira. Non hai ancora fatto nessuna figurella. Si, ma a chi la davo a bere? Che idiota! Non sono molto espansiva?! pensai scimmiottando me stessa. non restava altro che cercare di salvare il salvabile. Mi armai di forza e coraggio e a passi lenti ma decisi lo seguii, evitando di guardarlo. Lui si sedette ad un tavolo e mi invitò a sedermi di fronte a lui.
“ Che idiota! Non mi sono neanche presentato! Io sono Robert, piacere di conoscerti” disse, un po’ imbarazzato, tendendomi la mano.
“Kristen” risposi sorridendo e stringendogli la mano delicatamente.
Stranamente, mi rilassai e sospirai, sorpresa di me stessa. Di solito non mi sentivo a mio agio con qualcuno facilmente, o almeno non dopo quello che era successo. Era forse il contesto? Già forse si, o almeno lo speravo. Iniziai a leggere, sentendomi subito meglio. Ogni tanto guardavo dall’altra parte del tavolo dove sapevo che c’era lui e a volte lo beccavo a fissarmi. Arrossivo inconsapevolmente e mi sorrideva abbassando subito lo sguardo.
Dopo un’ora, mi alzai, certa che non sarei riuscita a sopportare di fare altre figuracce e poi non potevo ritornare a casa tardi, altrimenti mia madre mi avrebbe uccisa, di sicuro!
"Io devo scappare, mia madre mi scuoia viva se scopre che sono qui" dissi, interrompendo il silenzio che si era creato.
"Mi ha fatto piacere incontrarti. Spero di rivederti presto qui" rispose, un pò impacciato.
"Certo.." Non essere così idiota, urli silenziosamente a me stessa.
Agitò la mano, mimando un saluto, subito seguito a ruota da me. Me ne andai cercando di non inciampare in nulla e con il ricordo dei suoi occhi fissi su di me.
 
   
 
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