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Autore: nadya94    23/01/2012    0 recensioni
Questa è la mia prima ff quindi sarei davvero felice se mi deste dei consigli su come migliorare. Ho deciso di scrivere riguardo a questa coppia magnifica, Robert e Kristen, con le dovute modifiche! Spero vi piaccia!
"Ma dove trovarla? In fin dei conti sapevo solo il suo nome. Ma perchè mi interessava tanto? L'avevo vista una sola volta e non sapevo nulla del suo carattere, nulla di nulla": ragionamento con il cervello.
"Devo trovarla": ragionamento con il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi con il secondo capitolo! E' un pò breve, am prometto di rifarmi con il terzo! Volevo cogliere l'occasione per fare ancora tantissimi auguri a una delle mie migliori amiche, Lalla ! E voglio anche rinfìgraziare mia sorella: senza di te, non riuscirei a superare il blocco da pagina bianca! Love you so much! Buona lettura! 


“The mind is its own place and itself
 can make a heav’n of hell, a hell of heav’n”

  J. Milton

 



“Dai, non ci posso credere amico! Hai una faccia da pesce lesso!”
“Uffa Tom, lo sapevo che non dovevo dirti nulla, sei un’idiota” gli sussurrai maligno.
Eravamo in classe, a lezione di Inglese e la professoressa si era accorta del nostro battibecco e mi guardava fissa per zittirmi. Decisi che avrei rimandato la “rissa” a fine ora.
Non appena suonò la campanella, diedi a Tom un sonoro schiaffo sulla testa.  “Ahi! MI hai fatto male!”
“Ti sta bene! Non prendermi più in giro, altrimenti non ti dico più nulla”
“Eh, come faresti senza i miei consigli? Diventeresti uno zitello convinto!” e cominciò a ridere a crepapelle. Lo guardai, all’inizio, senza ricambiare la sua risata, ma era troppo contagiosa, così finii per ridere anch’io fino a sentirmi mancare il fiato. Attraversammo il corridoio fino ad arrivare alla nostra prossima lezione: Chimica. “O mio Dio, odio questa materia” pensai malinconico. Bhè, avrei potuto avere più tempo per pensare, fin troppo. Un’ora passa così lentamente…Strano, ma quell’ora fu la più veloce della mia vita: la impegnai a pensare alla ragazza incontrata in biblioteca. “
“Tempo passato magnificamente” sogghignai tra me e me. Mi aveva colpito tutto di lei: aveva capelli lunghi, castani, leggermente mossi alle punte, semplicemente stupendi. E gli occhi..non ne avevo mai visti di così splendenti e variegati, dal colore verde sfavillante. Aveva un fisico longilineo, dalla statura media, un po’ più bassa di me. Ma oltre tutto ciò (che sì, lo ammisi, mi aveva colpito fin dall’inizio) ciò che mi aveva stupito era la facilità con cui mi ero lasciato andare. Diamine, io con le ragazze ero una frana! Balbettavo, non connettevo i pensieri, aprivo la bocca ogni quarto d’ora. “In realtà, non è che hai parlato molto con lei” puntualizzai tra me e me. Subito dopo diedi una risposta coerente a mio pensiero: avevamo parlato più che con le labbra con gli occhi. Erano occhi profondi, i suoi. Si muovevano vigili e circospetti per la maggior parte del tempo, quasi timorosi, a volte impazienti di fuggire.
Volevo sciogliere quella paura.
Volevo trasmetterle sicurezza, provarle che di me poeva fidarsi.
“I want to reconcile the violence in your heart” ricordai le parole di una delle canzoni che più mi poacevano dei Muse, The undisclosed desires, e pensai che era perfetta per quel momento.
Ma dove trovarla? In fin dei conti, sapevo solo il suo nome.” Ma perché mi interessa tanto? L’ho vista una sola volta e non so nulla del suo carattere, nulla di nulla”: ragionamento con il cervello.
“Devo trovarla”:ragionamento con il cuore. “Un equilibrio no, eh?” pensai, un po’ stressato.
Decisi che sarei ritornato in biblioteca per cercare di conoscerla meglio quello stesso pomeriggio.
Infilai le cuffie nelle orecchie e mi estraniai da tutto e tutti.
 
Pov.Kristen
Che sonno! Non riuscivo a reggermi in piedi, tanto dalla stanchezza che provavo. Un’altra notte così e mi sarei svegliata con occhiaie grosse quanto quelle di un panda.
Un altro incubo, come al solito.
Una mano che mi cercava disperatamente.
Un urlo che squarciava il silenzio assoluto.
Una richiesta d’aiuto implorante.
“Non pensarci, Kris”, reazione automatica del mio cervello. Mi ero abituata ormai, era una reazione spontanea. L’unica cosa non scabrosa a cui potevo pensare era lui, il ragazzo della biblioteca. Come al solito mi facevo il mio solito viaggio mentale in mezzo alle mie fantasie. In realtà non dovevo pensarci, non dovevo legarmi se non volevo soffrire. Ma anche così correvo troppo: chi aveva parlato di legami? Ci avevo scambiato solo due o tre parole. Mah! “Sono un’idiota anche nei miei pensieri”, pensai.
Mi strinsi con le braccia: faceva freddo e sentivo dalla finestra il vento ululare. Addosso, avevo la mia solita felpa e, ai piedi, le mie solite All Star. Ok, forse non era il massino per farmi strare al caldo, anzi sicuramente non lo era, ma mi piacevano e non volevo rinunciarci, neanche con un metro di neve a terra. Testarda? Esatto.
“Ma come la mettiamo con la biblioteca? Ci rivai si o no?” pensò la parte razionale del mio subconscio.
“Bhè, d’altronde devo finire di leggere il libro, quindi DEVO” sottolineando il fatto che era un dovere, non un piacere. “Sicura?”
Uffa, basta con i ragionamenti mentali!

   
 
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