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Autore: Dragana    20/01/2012    6 recensioni
[La bambinaia francese]
In una notte da romanzo gotico due amiche si ritroveranno dopo tanto tempo, e si parlerà di donne intelligenti, di libri sanguinosi e, non ultima, dell’importanza delle ombre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Fare amicizia via internet? Nooo, non fa per me!”
Sei le mie prime ultime parole famose.
Auguri, Chiara!





FEMMINE DI VALORE
 
“Così siamo rimaste nella stanzetta dove dorme Olympe, e abbiamo chiacchierato fino a tardi sedute sulla sua branda.”
(Sophie)

Olympe, alias Gennaro, se ne stava stesa sulla sua branda, nella stalla di Thornfield Hall. Aveva chiuso un attimo gli occhi, ma li riaprì appena sentì il cigolio della porta; temeva che Leah fosse più intraprendente del previsto. Se solo la situazione in cui erano non fosse stata così delicata avrebbe potuto anche regalarle un bacio, prima di andarsene.
Invece era Sophie.
-Ti disturbo, Olympe? Stavi dormendo? Scusa, ma avevo così tanta voglia di parlare con un’amica!- bisbigliò.
-Non dire sciocchezze, sassolino, vieni qui e siediti vicino a me… cercavo solo di scoraggiare Leah!-
Sophie le si sedette accanto e si tolse la cuffietta, lasciando che i lunghi capelli neri le cadessero sulle spalle. Scosse la testa un paio di volte, passandoci le mani.
-Finalmente… non vedevo l’ora di scioglierli. Chissà come fa miss Jane a portare sempre quelle crocchie così strette, non le verrà mal di testa?-
Olympe sbuffò. Non aveva avuto a che fare quasi per nulla con l’istitutrice, e quel poco che aveva visto non le era piaciuto. Questa prima impressione, unita a quello che aveva scritto di lei Sophie nelle sue lettere, la rendeva indisponente nei suoi confronti.
-Ci sono delle persone che, pur avendo l’intelligenza per capire cos’è che crea loro malessere, non cambiano modo di agire, e quindi si meritano tutti i mal di testa che gli verranno. Sai la cosa che mi fa più arrabbiare? Che in genere queste persone sono donne!-
Sophie sorrise.
-Non stai parlando di acconciature, Olympe, o sbaglio?-
-L’ho sempre saputo che sei la più intelligente di tutti, sassolino!-
Risero. Dopo tutti quei mesi, ridere con un’amica sembrava a Sophie la cosa più bella del mondo. Sperò solo che nessuno l’avesse guardata abbastanza da intuire l’ombra della gioia nei suoi occhi, ma né mister Rochester né miss Jane si erano mai dati la pena di guardarla troppo e, in quanto agli altri servitori, aveva recitato così bene la parte della stupida che non la guardavano più.
-Dobbiamo dirlo a miss Jane, Olympe. Avvertirla. Lo sai che madame Céline ci ha detto di farlo!-
Olympe si esibì in uno dei suoi ghigni migliori, quello col mezzo sorriso, il sopracciglio elegantemente inarcato e lo sguardo sarcastico.
-Sophie. Dolce e strana creatura quasi ultraterrena. Non avvertiremo miss Jane “ho un palo in culo” Eyre per due ottimi motivi.-
Sophie trattenne la risata. Non era molto gentile parlare così di miss Jane, non lo meritava. Anche se doveva ammettere che l’immagine del palo era molto azzeccata.
-Motivo uno, che è quello serio: il piano è cambiato, dobbiamo scappare dopo il matrimonio e quindi non possiamo rischiare che salti, non dopo tutto quello che avete passato da quando è morto il Cittadino Marchese. Mi spiace per Jane Eyre, ma in questo caso Dédé e madame Céline hanno la precedenza.-
Sophie sospirò. –Sì, è vero, tuttavia…-
-Tu vuoi salvare tutti, e questo ti fa onore. Dico davvero, se ci fossero più donne come te il mondo sarebbe un luogo migliore per tutti. Però, Sophie, considera questo, che poi è il secondo motivo: miss Jane non è una stupida.-
-No che non lo è! Miss Jane non sarà bella e vivace come quella Blanche Ingram, ma è intelligente, irrequieta, indipendente… vale mille volte di più di quelle stupide di cui si circondava mister Rochester, e soprattutto vale un milione di volte più di lui!-
Sophie si era infervorata, le guance pallide si erano colorite. Olympe le tirò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorridendo.
-Ma è proprio questo il punto, sassolino. Lo vedo anch’io che miss Jane è intelligente. E mister Rochester non le ha fatto la corte da lontano, hanno vissuto un anno nella stessa casa, e lei ha avuto tutto il tempo di rendersi conto del suo pessimo carattere e di tutti i suoi difetti. Se nonostante tutto ha deciso di sposarsi, sono fatti suoi. Non tocca a noi preoccuparci per lei.-
Sophie sospirò. –Sì, però… anche madame Céline è una donna intelligente, e anche lei è stata ingannata. Può succedere. E madame Céline ha tanti amici, aveva il Cittadino Marchese, mentre miss Jane è sola. Se mister Rochester la ingannasse, chi darebbe lavoro a una donna che ha già vissuto con un uomo senza essere legalmente sposata, magari con un figlio bastardo? Che parola orribile, detesto anche solo pronunciarla…-
-Ti sei affezionata a miss Jane come Dédé, alla fine, eh?-
Sophie si strinse nelle spalle.
-Penso che saremmo potute andare d’accordo, se non avessi dovuto fare la commedia. Penso che non meriti di essere presa in giro. Tutti possono fare sciocchezze quando si innamorano, Olympe, non è giusto che la vita di una persona debba essere rovinata solo per uno sbaglio fatto col cuore!-
Olympe rimase in silenzio, un vago sorriso sulle labbra.
-Non preoccuparti, Sophie. Mister Rochester non potrà fare a Jane Eyre quello che ha fatto a madame Céline: qui tutti lo conoscono, il pastore è un vero sacerdote… il matrimonio sarà valido per forza. Non so se Jane Eyre sarà felice, ma di sicuro sarà tutelata. E noi dobbiamo pensare soprattutto alla nostra sicurezza.
-Non ti piace proprio l’istitutrice, eh Olympe?-
-Ma no, non è questo. Se potessi aiutarla senza correre rischi lo farei, credimi. Ma non possiamo rimetterci tutti noi per una che ha scelto volontariamente di rinunciare alla sua libertà, non credi?-
Sophie sorrise.
-Non ti piace, ammettilo.-
-Hai vinto, non mi piace. Sai, ci sono due generi di donna che sono la rovina della categoria. Le prime sono le svenevoli: sai, quelle sempre sulle nuvole, bisognose di un uomo che le protegga perché da sole non saprebbero neppure attraversare casa propria, così deliziosamente ingenue… bah, quelle mi fanno venire il voltastomaco!-
-Ma miss Jane non è così!-
-No, lei è ancora peggio. Vedi, la svenevole non può fare altrimenti. Non ce la fa, non riesce nemmeno a concepire che ci possa essere un altro modo di vivere, se anche ci sbatte il muso non lo capisce. Lei è così. È insopportabile, ma se non ci arriva non ci arriva, per cambiarla occorrerebbe un cambio radicale della società e non so nemmeno se basterebbe. Ma che mi dici di quella donna che ha un cervello, ma appena si innamora decide di non usarlo, ne fa un pacchetto e lo mette da parte?-
Sophie annuì, pensierosa.
-Pensa a madame Céline, sassolino-, incalzò Olympe. -L’amore per Mister Rochester non le ha impedito di considerare Toussaint una persona e non una proprietà, di accogliere te nella sua casa, di garantire a entrambi un’istruzione, e nemmeno di riprendere a ballare. Un amore, anche se sbagliato, non può annullare la personalità e i valori di una donna. E nessuna donna deve permettere che questo accada, nessuna, a maggior ragione se è una donna intelligente.-
-È questo che ti fa rabbia. Le potenzialità sprecate.-
-Esatto. E a proposito di potenzialità sprecate…- il sorriso di Olympe divenne improvvisamente ammiccante. –Hai visto che bello è Tùssi con le treccine giamaicane?-
Sotto quello sguardo, Sophie arrossì. Cercò di nascondere il volto dietro una specie di tendina di capelli.
-È diventato altissimo…-, balbettò.
La salvò una folata di vento particolarmente forte, che svegliò uno dei cavalli. L’animale fece un breve nitrito e distolse l’attenzione di Olympe da lei.
-Che pessimo tempo! Con un tempo così Thornfield Hall diventa ancora più cupa, sembra di essere in un romanzo gotico!-
Olympe sembrò cascarci, o forse capì che Sophie voleva cambiare argomento.
-Davvero! Un po’ come in “Vento focoso e passionale sotto le magnolie”, quando Dorothy si traveste da serva per raggiungere il misterioso Terence nella stalla, ma vengono scoperti dalla cameriera innamorata del cupo indiano…-
-Oh, cielo… e se arriva Leah e mi fa una scenata di gelosia?-
Scoppiarono a ridere come matte.
-Tu! Dannata francese, lasciva come tutte le donne della tua terra e peccatrice per natura! Cosa fai col mio Gennaro?- Tuonò Sophie.
-Ma no, Leah, non è come sembra, stavamo parlando, pensa un po’, proprio di te!-
Sophie rideva tanto che le venivano le lacrime. Com’era bello poter ridere di cuore, finalmente, dopo tutto quel tempo!
-Potremmo scriverlo noi, un bel romanzo!-, esclamò Olympe. -Inizierebbe con una ragazza dai capelli neri che ama leggere, un sassolino che se ne sta sempre nell’ombra, tanto che tutti si dimenticano di lei…-
-Sì! Potrebbe essere una figlia illegittima-, continuò Sophie. –La sua vita scorre tra libri e fantasticherie fino a che, durante un viaggio in Toscana, viene attirata con l’inganno in un palazzo nobiliare in cui la fanno schiava…-
-Ma no, sassolino, si sono mai visti italiani che schiavizzano altri europei, dopo la caduta dell’Impero Romano? Nel palazzo nobiliare succede che… fammi pensare…-
-Che i signori del palazzo in realtà sono vampiri, e lei è solo una delle vittime. Ma è talmente abituata a rimanere nell’ombra che i vampiri si dimenticano di ucciderla, e così si trasforma.-
-Qualcuno ha letto Polidori, eh?- rise Olympe.
Sophie si unì alla sua risata. -Non ti piace questo sviluppo?-
-Sì che mi piace. Allora, la nostra sassolino-ombra deciderà di lavorare per i Signori vampiri distinguendosi per le sue abilità e poteri, perché il nostro romanzo deve mandare un messaggio positivo alle donne che lo leggeranno: uniamo l’utile al dilettevole! -
-Sì, ma facciamole trovare l’amore: uno che non la faccia smettere di lavorare per i vampiri, qualunque lavoro si possa fare per dei vampiri…-
-Facciamo che è nella loro guardia d’onore. Comunque, nessuno la noterà per sciocchezze come il bell’aspetto o cose così; però sarà intelligente, orgogliosa, indipendente e sarà il suo carattere a stregare il più affascinante vampiro della guardia d’onore, che sarà un uomo alto, muscoloso, ricciuto…-
-Va bene, va bene! Sarà la donna-rivalsa, questo sassolino!-
-Puoi dirlo forte. Quella che farà capire a tutte che non importa essere belle o ricche, che la vita e le soddisfazioni arrivano grazie a ciò che si è e non a ciò che qualcun altro vuole che siamo, e rimanendo coerenti e dignitose. E questo romanzo s’intitolerà, vediamo…-
-“Di libri, di ombra e di sangue”!-
Olympe la guardò, stupita.
-Però! E un titolo così da dove ti è uscito?-
Sophie si strinse nelle spalle. –Le ombre non sono meno importanti della luce-, affermò, a mo’di spiegazione.
-Sophie…-
Lei ridacchiò. –Me l’ha detto Dédé. Gliel’ha insegnato miss Jane durante una lezione di disegno; mi è rimasta impressa, perché è una frase molto bella.-
-Lo è. Ma non mi ammorbidirai nei confronti di miss Jane Eyre, sassolino!-
Il vento fischiò di nuovo; Sophie si alzò dalla branda, con un sospiro.
-Meglio che torni nella mia stanza, non vorrei farmi trovare qui, e poi Dédé potrebbe svegliarsi e cercarmi.-
Olympe annuì. -Aspetta, ti accompagno… ne avremo di tempo per chiacchierare, una volta tornate a casa! Passami quella cravatta, il Cittadino Marchese non avrebbe mai permesso che un gentiluomo accompagnasse a casa una signora senza una buona cravatta, e mia nonna è d’accordo con lui.-
-Quindi deve essere vero per forza-, affermò Sophie passandole la striscia di stoffa; la menzione al Cittadino Marchese, in quella serata, rischiava di farla scoppiare in lacrime. Si concentrò sulle dita veloci di Olympe che annodavano la cravatta in un nodo complicatissimo.
-Sei brava-, le disse. Olympe fece un’espressione compiaciuta.
-Lo so fare anche in piena notte nella stanza buia di una taverna-, ammiccò.
-Perché, ti è mai capitato di doverlo fare in piena notte… oh!- Sophie arrossì, quando Olympe le rivolse uno sguardo eloquente.
-Questo non l’ho raccontato alla nonna… Credo di avere una debolezza per gli italiani. O gli spagnoli. Vuoi mettere un italiano o uno spagnolo rispetto a un inglese? Come paragonare un bacio a una stretta di mano!-
-Già la luna è in mezzo al mare, mamma mia, si salterà! L’ora è bella per danzare, chi è in amor non mancherà!-, cantò Sophie. Pensava di essersele dimenticate, le arie d’opera in italiano, dopo un anno che non le cantava più. Invece le parole rotolarono da sole dal cervello alla lingua, precise e sicure. Olympe le sorrise.
-Pronta ad aprire la porta e tornare nel cupo maniero dei Rochester?-
-Pronta. Siamo sicure, allora, che non lasciamo nessun biglietto a miss Jane?-
-E quale è di pazzia segno più espresso / che, per altri voler, perder sé stesso?-
Sophie alzò le mani.
-Va bene, va bene, niente biglietto. Sfidiamo le ombre della notte. Sicura di volermi accompagnare?-
Olympe le aprì la porta con gesto galante, da perfetto gentiluomo. -Le ombre non sono meno importanti della luce, sassolino, me l’hai detto tu!-
-Non io, Olympe. Miss Jane-, disse Sophie, uscendo nella notte.











Note: Fanfiction scritta per il compleanno di OttoNoveTre, per merito della quale ho letto “La bambinaia francese”… Chiara, ti giuro che volevo fare citare a Sophie la Invernizio, ma quella scriteriata ha ben pensato di nascere 14 anni dopo lo svolgersi di questi eventi (e non 21, come ella volle far credere), e così ne è rimasta fuori. Peggio per lei. Auguri!
Ringrazio e incenso vannagio, che mi ha betata ma soprattutto si è subita, come al solito, i miei deliri da “non so cosa scrivereeee!”. Tesoruccio, se non ci fossi bisognerebbe inventarti.
Ammetto che Jane Eyre non mi è mai stata particolarmente simpatica, esattamente per i motivi per cui non piace a Olympe (i due generi di donna che detesta sono i miei). Invece, alla fine di questa storia, paradossalmente l’ho un po’ rivalutata… Le frasi “dolce e strana creatura quasi ultraterrena” e “le ombre non sono meno importanti della luce” sono prese dal film “Jane Eyre”; ammetto di non sapere se sono anche frasi del libro oppure no.
“Vento focoso e passionale sotto le magnolie” è un best seller internazionale e di certo lo avrete letto tutti, che ve lo dico a fare?
Polidori pubblica “Il vampiro” nel 1819. Dato che questa storia è ambientata nel 1837 e Sophie è un’avida lettrice, è molto probabile che lo conosca.
“Di libri, di ombra e di sangue” è stata scritta. Ed è qui!
L’aria che canta Sophie è “La danza” di Rossini. Nel canon, Sophie conosce Rossini e canta le sue opere.
La frase sulla pazzia invece è dell’”Orlando furioso” di Ariosto. Anche qui, Olympe in canon è molto istruita e parla correttamente l’italiano, quindi è probabile che lo conosca.
Non so chi passerà da questa landa desolata, ma a chiunque l’abbia fatto, grazie mille!

   
 
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