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Autore: Blue Crystal    20/01/2012    3 recensioni
Quando l'amore va oltre, ti colpisce,ti lascia il segno ma soprattutto ti fa vincere ogni tua paura.
Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia :)
E' narrata interamente in prima persona da Sharon, una ragazza quindicenne con una storia un po' particolare.
Non ci sono elementi fantasy (mi dispiace ma, visto che è la prima volta che scrivo, non volevo cimentarmi in questo genere!) ma è una storia di comuni adolescenti, scritta per permettere meglio a tutti di immedesimarsi realmente.
Fatemi sapere che ve ne pare! :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le strade della mia città alle 4 di pomeriggio sono completamente vuote..
SI vede solo qualche macchina sporadica con qualche donna dentro che parla con i figli nei sedili posteriori e l'autobus che accompagna i ragazzi delle scuole medie alle proprie case. Per il resto, silenzio.
Oltre qualche clacson non si sente nulla.
I vetri delle auto fanno si che le persone all'interno, viste da fuori, sembrano far parte di un film muto.
E forse è meglio così.
Ho già troppi pensieri per la testa, e sentire quelli altrui non mi sembra una delle cose migliori.
Svolto a destra, poi a sinistra e di nuovo a destra.
Qualche gatto salta da una parte all'altra di un muretto mentre le foglie degli alberi, accartocciare e fragili allo stesso tempo, sembrano seguire il mio stesso tragitto e mi accompagnano fino all'entrata della scuola di danza.
Faccio un respiro profondo e suono il campanello, visto che la porta era bloccata.
Arriva una ragazza alta e snella della mia  ad aprirmi, con le scarpette con la mezzapunta e un tutù impeccabilmente pulito, senza alcun filo che esce dalle spalline.
Deve essere sicuramente nuova, penso.
«Ciao» mi accoglie con un sorriso leggero e apre la porta per farmi entrare 
«Come posso aiutarti?»
«Volevo venire a salutare Mia.. Insegna ancora qui??»
«Certo, è mia zia!» dice chiudendo la porta e facendomi strada mentre mi spiega lungo il corridoio come è strutturata la scuola «questo è il camerino, qui c'è il bagno, qui..»
«E' cambiato tutto» penso ad alta voce.
«Allora non è la prima volta che vieni!?» dice sorpresa.
«Come scusa?» chiedo.
Ero immersa nei miei pensieri, e non l'avevo nemmeno sentita.
Guardare la disposizione diversa dei mobili, delle salette, degli specchi e dei quadri mi ha fatto capire come tutto va avanti, anche se ti fermi.
Il mondo intorno a me non si era fatto alcuno scrupolo, ed aveva continuato a vivere.
Dovevo rimettermi al passo, subito. Non potevo restare indietro, no. Assolutamente no!

«Dicevo non è la prima volta che vieni, visto che hai detto che è cambiato tutto!» mi ripete entrando nella saletta da ballo, dove Mia non c'era.
«No no.. Ma.. Mia??» chiedo guardando ogni angolo della sala.
Almeno quella era rimasta sempre la stessa.
Le sbarre in legno, lo stereo nell'angolo in fondo della stanza, gli specchi perfettamente lucidi..

«E' uscita un attimo.. Dovrebbe tornare tra 10 minuti. Se vuoi, puoi aspettarla qui.» dice avvicinandomi la sedia.
«Grazie..» e mi siedo.
«Se non ti dispiace, io continuo a provare.. Altrimenti chi la sente mia zia!!!» e, senza darmi nemmeno il tempo di replicare, aziona la musica e inizia a fare esercizi al centro della sala. 
Prima posizione, Pliè, Grand Pliè, Arabesque.. 

Quanti ricordi.
Inizia a scendermi qualche lacrima, ma quella ragazza fortunatamente non se ne accorge.
«Comunque io sono Clara.. Tu?» mi chiede mentre esegue una sorta di Relevè alla sbarra.
«Sharon, piacere.»
«Sharon???» sento una voce alle mie spalle.
La voce, inconfondibile. Era Mia.
Mi alzo e corro ad abbracciarla.
Era sempre la stessa di 4 anni prima.
Capelli perfettamente legati, trucco sempre delicato e leggere, rossetto rosso passato perfettamente.

«Miaaaa!! Che bello rivederti!» dico abbracciandola.
«Sharon.. Fatti vedere.. Che ti sei fatta bella!! Come stai? E' da una vita che non ci vediamo..»
«Lo so, scusa. Ma ho preferito fermarmi un attimo.. Dopo quello che è successo..»
«Tesoro, lo so.. Ma ora stai meglio» e sorride leggermente «ti si legge in viso.. Che è successo.. Hai trovato il fidanzato??»
«Ma no!!» e arrossisco.
«Clara.. Puoi andare adesso.. Ci vediamo domani. Puntuale eh!» dice rivolgendosi alla nipote.
«Certo zia. Ciao.. E' stato un piacere conoscerti, Sharon.» dice guardandomi come se avesse visto un fantasma.
«E' stato un piacere anche per me!» e sorrido aspettando che si giri ed esca dalla porta principale.
Parlare con Mia è stato, per me, sempre come parlare con una sorella maggiore.
I suoi consigli, le sue opinioni.
Tutto era diventato indispensabile per me.
E ora, dopo quattro anni, l'ho finalmente capito.
Le ho parlato di tutto ciò che era successo negli ultimi tempi, fino ad arrivare ad oggi.

«Quindi pensi di ritornare qui?» dice guardandomi fissa negli occhi e sorridendo.
«Se per te va bene..» mi interrompo e insieme diciamo "SI" ad alta voce ridendo e abbracciandoci.
«Ti aspetto domani allora.. Ti entrano ancora le scarpette?? Credo di no, giusto?» chiede guardandomi i piedi.
«Esatto, ma domani mattina uscirò a comprarle, visto che non ho scuola..»
«Perfetto!!!» dice soddisfatta. «Vieni qua» continua «guarda qui!».
Mi porge una cornice con una foto.
Eravamo io e lei sul palco, durante una premiazione.
Miglior ballerina dell'anno della scuola. 
Premio inventato da Mia per spronare tutti i suoi allievi. Che ricordi!
Scoppio quasi a piangere, mentre qualcuno suona alla porta.

«Beh Mia, io vado.. Si è fatto tardi!»
«Aspetta, ti accompagno.. Così vedo pure chi è..» dice seguendomi nel corridoio stretto.
Mi precede e apre la porta, mentre un ragazzo, forse qualche anno più grande di me, la saluta porgendole un pacchetto.

«E' da parte di mia sorella, ha la febbre e non è potuta venire!!» dice mentre Mia afferra il pacchetto.
«Tranquillo Davide! Anzi, salutamela tanto..» 
«Certo!» il ragazzo sorride e si allontana.
«Emh.. Mia, adesso scappo.. Ci vediamo domani!!» dico dandole un bacio sull guancia e uscendo.

Davide.
Quel ragazzo aveva lo stesso colore degli occhi del mio amico Davide.
No, non può essere lui.
Mentre penso ciò cammino e, svoltando un angolo, sbatto contro qualcuno.
Lui.
Da vicino era ancor più carino.
Occhi azzurri, capelli sbarazzini neri con qualche ciuffetto fuori posto, pelle di un colorito stupendo e un sorriso bellissimo.

«Scusa, non ti avevo vista» dice diventando leggermente rosso.

Vi è mai capitato di avere una sorta di colpo di fulmine?
Se la risposta è si, allora potete capire come mi sento ora.
   
 
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