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Autore: Leese    20/01/2012    2 recensioni
“Mamma?! Papà?! Dove siete??”
Girava quasi a vuoto, la vista gli era stata resa quasi impossibile dal continuo sgorgare delle lacrime, ma la cosa le andava quasi bene: quello che c’era non voleva vederlo, i suoi occhi, la sua mente e la sua anima non potevano sopportare visioni simili.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nata il 18 maggio nel villaggio di Irmes, Ellywick era la minore di 3 fratelli. Sin dai primi anni della sua vita si è sempre fatta notare per la sua vivacità, la sua estrema curiosità e voglia di scoprire continua che veniva bloccata solo dalla voce profonda, ma sempre dolce, del padre, Amsi. Quest’ ultimo era  un uomo di tutto rispetto nel villaggio poiché, dato il suo ruolo di guerriero, riusciva a dare un notevole contributo alla protezione degli halfling che popolavano quel ristretto luogo.
“La luce dei miei occhi” così diceva sempre l’amorevole e adorato padre ai suoi tre figli “la mia vita non avrebbe senso senza voi tre piccole creature!” quindi si girava verso sua moglie, nonché madre dei fratelli, Ivrea : “Sono il nostro lavoro più bello, non trovi?” le ripeteva rivolgendole un dolce sorriso; lei annuiva sorridendo e guardando con occhi soddisfatti la sua famiglia. Inutile dire che Ellywick adorava quei momenti di affetto che riempivano le sue giornate: li aspettava ogni giorno, come se non fosse completa senza quei discorsi, considerati dai suoi fratelli, Estashus e  Loryn ,“smielatezze di famiglia”.
12 gennaio. Questa la data che rimarrà marchiata a fuoco nella mente di Ellywick. Questa la data che è riuscita a distruggere lei, il suo mondo, la sua famiglia.
Faceva freddo,  troppo freddo per una semplice giornata invernale, aveva nevicato tutta la notte.
“Elly! Elly se non ti svegli subito ce ne andiamo senza di te.”
Giusto, la corsa invernale, la giovanissima halfling se ne era totalmente dimenticata.
“Andate voi” aveva risposto “Se ne avrò voglia vi raggiungerò più tardi.”
Non le andava a genio l’idea di uscire per i boschi vicini con i fratelli, in particolare con quel freddo.
“Dai El! Capita una vola l’anno, non possiamo perderci un’occasione così.”
Dopo numerosi inviti parzialmente declinati, Ellywick si vestì velocemente sotto indicazione della sua premurosa madre per riuscire così a scegliere gli abiti più caldi.
Un saluto veloce ai loro genitori e i tre fratelli partirono, con la promessa di tornare prima del tramonto. La corsa invernale consisteva in una sorta di gita per i boschi e, senza utilizzare nessun aiuto, i ragazzi dovevano trovare oggetti possibilmente utili alla famiglia o comunque alla casa, e spesso le ricerche si trasformavano in una vera e propria corsa contro il bosco e il tempo di ritorno. Ellywick aveva una strana sensazione quel giorno, come se i rumori impercettibili del vento le dicessero di non andare, quindi fece luogo della situazione ai fratelli:
“Ma smettila, non ti è mai piaciuta la corsa invernale, non usare scuse per tornare indietro” le rispondeva Estashus con tono seccato.
“Credimi! Stavolta c’è davvero qualcosa che non va… Vi prego, non chiedetemi il motivo ma sento che dobbiamo tornare indietro!”
Fece dietro-front ma venne subito ripescata da suo fratello Loryn
“Tranquilla Elly, sicuramente non è nulla. Vuoi cercare di divertirti almeno oggi?”
Loryn era sempre molto comprensivo nei confronti della sorella e, stavolta, la sua idea gli sembrava solo uno stupido scherzo. Elly però, non demordeva:
“Andate voi, continuate la corsa. Vado solo a dare un’occhiata poi torno subito, fatemi solo mettere in pace i miei pensieri.”
Seccatamente, i fratelli acconsentirono, tanto o rimanevano lì a parlarne o dovevano andare tutti insieme e di tornare indietro non se ne parlava.
Ellywick si diresse verso il villaggio a grandi passi, aumentando sempre di più la velocità; sentiva di doversi muovere, di doversi sbrigare come se il tempo stringesse.
Mancavano pochi metri all’entrata principale del villaggio che vennero percorsi dall’halfling in meno di un secondo. La grande porta delle mura era chiusa, come sempre d’altronde :
“Sono Ellywick, figlia di Amsi. Apritemi.”
Forse passarono poco più di 30 secondi, fatto sta che nessuno aprì quella porta e Elly non vedeva decisione più  ovvia se non quella di scalare le mura. Non era la prima volta che lo faceva, ma quella volta le sembrò la più difficile della sua vita:  le piante rampicanti che percorrevano la parete erano state rese scivolose dalla neve che si scioglieva velocemente sotto le sue mani. Anche se con fatica, Elly riuscì comunque ad arrivare sulla cima delle mura. Lo scenario che le si poneva davanti era forse il più raccapricciante e orrendo che una piccola halfling potesse vedere : nessuno, nessuno in quel villaggio si stava muovendo.
Erano tutti distesi sulla neve fredda dove le macchie di sangue, anche quelle più piccole, erano ben visibili.
Ellywick si lasciò scappare un grido, il più forte che e disperato che le sue corde vocali potessero creare in quel momento. Scese velocemente dalla cima delle mura e si mise a cercare qualche fortunato ancora in salvo nel villaggio. Le lacrime affluivano sul suo viso, non aveva mai pianto così tanto in vita sua:
“Mamma? Papà? Dove siete?”
Girava quasi a vuoto, la vista gli era stata resa quasi impossibile dal continuo sgorgare delle lacrime, ma la cosa le andava quasi bene: quello che c’era non voleva vederlo, i suoi occhi, la sua mente e la sua anima non potevano sopportare visioni simili.
Improvvisamente si bloccò, la cosa più straziante che potesse vedere era proprio lì davanti ai suoi occhi:
Amsi, il  guerriero più forte del villaggio, e Ivrea, la sua amata compagna, erano distesi entrambi a terra ormai privi di sensi.
Un altro urlo da parte della figlia dei due squarciò il silenzio. Com’è potuta accadere una disgrazia simile? Perché proprio il villaggio di Irmes? Chi poteva compiere un atto tanto atroce?
Domande, una miriade di domande si facevano strada nella mente della povera halfling; era rimasta sola, ormai era scontato, per lei c’erano solo i suoi fratelli. Cadde in ginocchio davanti ai due corpi con le lacrime che non avevano ancora intenzione di lasciare il suo visto:
“Non avrei dovuto andarmene... lo sapevo che non avrei dovuto andarmene! Perdonatemi.. perdonatemi..”

Ellywick ora è cresciuta e quel dannatissimo episodio appartiene ormai al passato, anche se è riuscito a cambiare completamente la ragazza e, spesso, non si fa scrupoli nemmeno a entrare nella sua mente durante la notte.
Da piccola adorava farsi notare, ora il suo scopo è proprio quello di non farlo: agire nell’ombra usando l’astuzia e l’abilità, sono diventante per lei una ragione di vita. Scassinare serrature? Un vero e proprio gioco da ragazzi; Agire all’oscuro per volgere la situazione a suo favore?  Una bazzecola ; Disarmare trabocchetti e trappole? Niente di più facile. Ellywick si era trasformata a tutti gli effetti una ladra.
Uno scopo le rimane ancora ben impresso nella mente: voleva scoprire chi aveva assassinato i suoi genitori, nonché l’intero villaggio e con le sue nuove abilità aveva intenzione di scoprirlo.
Non molto tempo fa le si presentò l’occasione di imbarcarsi e dirigersi verso Waterdeep e la cosa non le sembrava di certo male come inizio.
Quindi eccola quindi, ormai a bordo del galeone del Cetriolo di Mare pronta a recuperare qualche informazione e , statene certi, che nulla riuscirà ad  intralciare il suo percorso. 
  
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