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Autore: NiNieL82    20/01/2012    3 recensioni
Di che materiale sono fatti i sogni? Sono cristalli sottilissimi che si rompono al contatto con la realtà? Tiepide brezze pronte a svegliarci di soprassalto nelle notti estive? Bolle di sapone che bruciano gli occhi? Fiamme che divampano e bruciano ciò che si trovano attorno? Tempeste che scompigliano la nostra vita quando è già difficile sopravviverle giornalmente? Non sempre quello che sognamo è quello che vogliamo! E i sogni, se non realizzati, possono farci soffrire.
Cinque storie di sogni e passioni. Cinque ragazze: Angela, Ann Belle, Charlotte, Elizabeth e Joanna. Cinque uomini: Mark, Howard, Jason, Gary e Robbie. Una serie televisiva, il successo, una reunion, un video da girare, un intervista, un viaggio per dimenticare.
Nessun 'e vissero felici e contenti' perchè la vita è un'avventura che va vissuta fino infondo. Fino alla fine. Accettando tutte le sfide, i dolori e le prove che ogni giorno ci propone. Non per avverare i propri sogni, ma per renderli adatti a noi, scoprendone il loro materiale.
NdA: la storia è divisa in cinque parti, una per personaggio e tutte avranno un titolo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange , Mark Owen, Robbie Williams
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: Cristalli rotti (1995-2006)



"Che vuoi?"

La voce dura di quella ragazza lo aveva scosso. Era abituato a vedere fans cresciute ma, comunque, adoranti. Non scontrose e riottose nei suoi confronti.

Sorrise cercando di sembrare naturale o almeno il più possibile e disse:

"Si saluta così un vecchio amico?"

"Non mi sembra che siamo stati amici io e te..."rispose secca Ann Belle.

"Per un po' lo siamo stati.." disse Howard sorridendo conciliante.

"Per quanto ti ha fatto comodo, forse... E anche quando ti faceva comodo, scusa se te lo dico, non credo fossimo amici.." ribatté Ann Belle ancora più dura.

Howard sospirò e cercando di essere il più calmo possibile, avvicinandosi all'orecchio della ragazza sussurrò:

"Lo sai che per me non è mai stato così"

Ann Belle lo guardò con gli occhi ridotti a due fessure e disse sfidandolo:

"Allora, sentiamo.. Se mi consideravi un'amica, HOWARD... Come mi chiamo?"

Ecco! Aveva fatto da solo una bella frittata. Come diavolo si chiamava. Ricordava qualche cosa di lei. Sapeva di conoscerla e di averle fatto del male, tanto, ma non si ricordava il suo nome.

Gli sembrava di ricordare qualche cosa con il Belle finale, ma quanti nomi c'erano con Belle, Bel alla fine?

Sospirò e sorridendo, sentendosi un po' stupido nell'ostentare sicurezza, disse:

"Isabel!"

"AHHH" rispose Ann Belle mimando il suono metallico che veniva riprodotto nei quiz televisivi quando viene data una risposta sbagliata. "RISPOSTA SBAGLIATA.. La concorrente vince. La star torna con la scatola del gioco, per divertirsi con gli amici a casa..."

Howard guardò quegli occhi. Non rispondendo a quella semplice domanda, aveva perso l'unica occasione che aveva di parlare con lei, sistemare le cose.

Possibile, però, che non ricordasse tutto. Che sapesse di averle fatto del male, ma qualche cosa, nella sua mente, offuscasse il periodo in cui lei era entrata nella sua vita?

Ann Belle si stava per allontanare, quando Howard, tenendola per un braccio la bloccò e disse:

"Ti prego non andare.."

"ANN BELLE! ECCOTI.. MA DOVE TI ERI CACCIATA?"

Ann Belle! Ecco! Era questo il suo nome.

In un attimo la testa di Howard elaborò i dati che gli erano stati consegnati e, come un'ondata di acqua che infrange una diga, il velo che offuscava i ricordi di Howard si dissolse, riportando a galla quei giorni e invadendo la testa di mille ricordi.


Aprile 1995: In un albergo di Manchester, durante un meet & great con alcune fans...


Howard sorrise all'ennesimo obiettivo e abbracciò un'altra ragazzina tremante per l'emozione.

Il buon vecchio Dougie era uno stacanovista. Non si tirava mai indietro, nemmeno quando non stava tanto bene, nemmeno quando le giornate non erano delle migliori.

E per questo Nigel lo adorava. Oltre al fatto che avesse un bel corpo, ovvio!

Si voltò per guardarsi intorno e sentì un gran vociare e uno scroscio di risate divertite.

Come sempre venivano dalla direzione di Rob.

A dire il vero Robbie passava un momento strano. Se periodo era la parola adatta.

Da un po' di tempo stava facendo di tutto per farsi sbattere fuori dalla band, facendo cose che non piacevano non solo a loro, ma, cosa più grave, nemmeno a Nigel.

Tutto era partito con delle amicizie strane. Gente che circolava intorno a Rob solo per i suoi soldi, più che per vera amicizia. Gente che lo riduceva uno straccio con serate che finivano alle prime ore del mattino e, di conseguenza, rendendolo impresentabile il giorno dopo.

Ma Howard non voleva immischiarsi in quella storia. L'ultima cosa che gli serviva era inimicarsi Nigel che, in confronto agli altri, trattava discretamente sia lui che Gary.

Sospirando un po' per l'impotenza di quel momento davanti all'autodistruzione di uno dei membri della band, un po' per la noia, si guardò intorno.

Notò che poco lontana dal gruppo di fans di Robbie, c'era una ragazza. Spiccava per la sua particolare bellezza, che la rendeva più che appetibile, nonostante dimostrasse non più di sedici anni.

Si guardava intorno spaventata, stretta nella sua tuta dell'ADIDAS, il segno di riconoscimento usato da tutte le loro fans, più perché loro stessi in più di un servizio fotografico le indossavano spesso e volentieri. Alle volte sorrideva guardando quelle ragazze che cercavano di imitarli perfino nel modo di vestire. Riuscivano a comprare vestiti dai costi elevatissimi, solo per poter spartire con il loro idolo almeno un capo di vestiario, senza sapere che quando si diventa ricchi e famosi, per una strana regola, i vestiti te li regalano.

Una cosa che Howard si ricordò bene anche nel futuro più lontano, fu che i suoi piedi si mossero da soli, senza che nessuno li comandasse, andando verso la direzione della ragazza che aveva appena visto. Non seppe cosa lo portò da lei. Seppe solo che lo fece. Si avvicinò, sorridendo, cercando di capire che cosa intimorisse quei bellissimi occhi grigio verde.

E cercando di essere il più tranquillizzante possibile chiese, con quella che poi, invece, perfino a lui risultò un po' troppo suadente:

"Sei qui per qualcuno in particolare?"

La ragazza si voltò e gli occhi grigio verde spauriti e un po' sorpresi lo travolsero facendogli sentire uno strano languore. Cavolo! Doveva darsi una calmata oppure rischiava la galera.

Un sorriso, dopo qualche minuto di esitazione, illuminò il viso della ragazzina che con un filo di voce rispose:

"Robbie! Ma ci sono tutte quelle ragazze.. E io non riesco a parlargli.."

Howard fu intenerito dalla dolcezza e dalla sincerità di quella bambina ragazza che, sicuramente, non si curava del fatto che aveva buttato così il nome di Robbie senza nemmeno curarsi degli altri. O di lui che era comunque un membro della band alla pari di Robbie.

E guardandola con altrettanta dolcezza disse:

"Dai! Ti faccio conoscere Robbie" e le prese la mano.

Forse quel contatto fece ricordare alla ragazza che anche lui era un Take That, perché Howard si rese conto che tremava appena. Si voltò e cercando di tranquillizzarla, sorrise:

"Tranquilla.. Non mangio mica... Piuttosto.. Non ti ho chiesto come ti chiami.."

"Ann Belle.." rispose lei in fretta.

"Ann Belle" ripeté per memorizzarlo lui "Bel nome! Originale.. Davvero bello.." e guardandola dolce aggiunse: ".. come te del resto.."

Ma cosa gli diceva la testa!? Era una bambina! E nemmeno la conosceva, per quanto poteva saperne, poteva essere una pazza assassina.

Ma in quel momento la voglia di apparire il cavaliere serviente, che l'avrebbe portata dal suo principe, prevalse sulla ragione di Howard.

Ciò di cui non si rese conto era che Ann Belle arrossiva.

Quella era la prima volta che accettava un complimento senza rispondere male a chi glielo rivolgeva.


"ANN BELLE! ECCOTI! MA DOVE TI ERI CACCIATA?"esclamò Eloise avvicinandosi.

La ragazza si voltò di scatto e sorridendo riconoscete all'amica appena ritrovata, disse:

"Arrivo Eloise!" e guardando Howard, dura, aggiunse: "Io devo andare 'AMICO'! Se non ti spiace..." e senza nemmeno guardarlo si allontanò, lasciando Howard con la sua scia di profumo come unica traccia del suo passaggio.


In macchina Ann belle sospirò guardando fuori dal finestrino.

"Scusa.. Non sapevo che ci fosse anche lui.. Se ci fossero stati tutti me ne sarei resa conto, avrebbero scritto il nome del gruppo... Allora non ti avrei chiesto di venire... " si scusò Eloise.

"Non importa El.. Non importa.." sospirò Ann Belle.

"Ann.. ne vuoi parlare?" chiese Eliose sistemandosi nel sedile.

"No. Lui è passato. E come tale voglio che rimanga.." rispose Ann Belle guardando fuori.

Il passato. La prima volta che quel muro sottile di speranze si era infranto, per colpa di un sogno diventato realtà. E quando succede, non sempre, il risultato è il migliore.


"Rob!Rob!" ripeté Howard.

Ann Belle lo ricordava benissimo. La mano di Howard che calda e grande stringeva la sua piccola, bianca e fredda.

"ROB! PEZZO DI IDIOTA! E' PIÙ DI UN'ORA CHE TI CHIAMO...VUOI GIRARTI SI O NO?" esclamò Howard spazientito.

Robbie si voltò e guardò Howard divertito. Quando Ann lo vide così vicino ebbe un tuffo al cuore. Vedeva che era strano, ma per una ragazzina di sedici anni che non ha mai provato nemmeno la marijuana, gli occhi rossi del ragazzo potevano essere dovuti al troppo freddo oppure il non aver dormito troppo, anche se, ridendo come una pazzo mostrava anche ad un cieco di essere, forse, un po' troppo su di giri.

Ann Belle li guardò parlare. Howard la indicò sorridendole con dolcezza. Robbie ascoltava Howard e poi la guardò. O meglio. La squadrò. E con quello sguardo sembrava quasi volesse spogliarla.

Per la prima volta in vita sua Ann si sentì come sporca, senza che un uomo la toccasse, solo per quello sguardo strano che Robbie le rivolgeva. E si sentì una stupida.

Quello che successe dopo, appena Rob l'ammise alla sua corte di fans adoranti, nella testa di Ann, per anni, non fu chiaro. Mai.

Ricordava Robbie che la guardava e che la squadrava da capo a piedi, facendola sentire a disagio, facendola tremare, facendola sentire sempre più stupida. Le mani di lui un po' troppo intraprendenti.

Poi quella frase:

"Sai che sei proprio una bellissima ragazza... Che dici di venire con me e..."

Il resto della frase lo ricordava benissimo.

Si staccò dall'abbraccio di Robbie, piangendo. Si sentiva insultata. Quello non era lo stesso Robbie. Lo stesso ragazzo che le sorrideva dai poster.


Howard sospirò guardandola allontanarsi..

Era diventata se possibile più bella. Forse era solo diventata una donna. E questo la rendeva terribilmente sexy.

Un suo amico si avvicinò e scherzò:

"Allora.. Stanotte in bianco. L'amica di Eloise non te la da?"

Howard lo guardò stupito e disse:

"Le conosci?"

L'amico annuì:

"Certo! Sono stato con Eloise per un paio di mesi. Frequentavo la loro casa ogni giorno.. Ann è una che ti fa girare la testa anche al mattina presto. È bellissima"

Howard non ascoltava quello che diceva il ragazzo. Pensava solo ad una cosa: quello sapeva dove abitava Ann Belle.

"Sai dove abita, quindi!" e sorridente aggiunse: "Mi devi aiutare, dude"


"Sei un coglione Robbie... Non ti rendi conto che è solo una bambina?"

Howard sentiva pulsare la testa per la rabbia. Stavolta Robbie aveva davvero esagerato. Ann era una ragazzina innocente, di quelle che credevano all'immagine assolutamente finta che Nigel voleva dare di loro e non di quelle disposte a tutto per infilarsi nel tuo letto.

"Oh! Dougie è una fan... Cosa vuoi che voglia..." si lamentò Robbie, fingendosi infastidito.

Le altre fans li guardarono curiose. Mark, Gary e Jason, invece, seguivano la scena con gli occhi sbarrati, chiedendosi cosa passasse nella testa di entrambi e se si fossero dimenticati il fatto che dovevano sorridere sempre e ad ogni costo.

Howard si rese conto che non era quello il momento di fare una scenata. Chinò la testa. Era furibondo.

E veloce, ignorando chi lo chiamava, lasciò la stanza. Voleva solo vedere dove fosse quella ragazzina.


La trovò che piangeva e le porse un fazzoletto.

"Non è cattivo. E' solo che morde ogni tanto.." sorrise Howard guardandola.

Ann sorrise a sua volta. E prendendo il fazzoletto, disse:

"Grazie!"e soffiò il naso

Lui la guardò e chiese:

"Quanti anni hai?"

"Quindici. Quasi sedici a dire il vero.."rispose Ann asciugando le lacrime.

"Quando li compi" chiese sempre con più dolcezza.

"Tra una settimana.." disse lei guardandolo negli occhi.

Howard sorrise e disse.

"Caspita! Che ne dici di festeggiare quel giorno? Siamo ancora a Manchester per promuovere 'Back for good'.. E mi piacerebbe rivederti.. Per farti gli auguri"

Gli occhi di Ann si sbarrarono grati. Non sapeva che Howard, dentro, si chiedeva che cosa stesse facendo. Certo! Non era la prima volta che faceva amicizia con alcune fan. Ma lo scopo principale era quello di portarsele a letto. E non sapeva se con lei voleva lo stesso.

Fu mentre pensava a questo che si trovò le braccia di Ann attorno al collo, mentre lo ringraziava, grata.

Non sapeva che, in quel momento, si era dato la zappa sui piedi da solo.


Ann Belle sospirò buttando la borsa sulla poltrona e si lasciò cadere sul divano con un sospiro.

"Vuoi che ti prepari un bagno caldo, prima di andare a dormire?"chiese Eliose dolce.

Ann le sorrise grata e disse:

"Vai pure faccio da sola.."

"Sicura?" domandò ancora Eliose.

"Tranquilla. Vai pure.." rispose Ann sollevandosi.

Eliose le baciò la fronte e augurandole la buonanotte, si allontanò.

Mentre preparava la vasca e il resto per lavarsi, Ann pensò a quello che successe dopo quell'invito. A come divenne facile, dopo che Howard la presentò a Paul e James, entrare ovunque. A come cominciò a considerare Howard un amico, dopo il piccolo regalo, una collanina in corda con la A e la B in argento sopra, che le fece per il suo compleanno. Di come si confidò con lui. Attendesse di vederlo ogni volta che era a Manchester.

Cercò pure gli indirizzi di tutti. E quando scoprì quello di Howard, si piazzò sotto casa sua. E lui, invece di sembrare spaventato, la fece salire su.

Si immerse nella vasca, sospirando grata di quel calore. E pensò ancora. A come a sedici anni per lei, fu facile considerare quella una bella amicizia, un colpo di fortuna insperato.

Ma in quel momento, conscia di quello che era successo, sapeva che quella era solo l'anticamera dell'inferno che l'attendeva e che l'avrebbe portata a cambiare la sua vita. Per sempre.

   
 
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