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Autore: 0Faith0    03/09/2006    4 recensioni
Draco Malfoy è alle prese con il suo passato ed è innamorato di una ragazza per cui mai si sarebbe aspettato di provare quel sentimento. L’aiuto di qualcun altro sarà indispensabile.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mancava un mese a Natale…
Si alzò dal letto a baldacchino con questo strano pensiero nella testa.
...Ed era il suo SESTO anno a Hogwarts.
Inciampò in un paio di pantaloni non suoi e afferrò gli occhiali dalla raffinata forma rettangolare; andò in bagno e si sciacquò il viso candido, alzò lo sguardo allo specchio: osservò i tratti regolari del suo viso dalla pelle liscia e morbida; i suoi occhi azzurri gli apparivano vuoti, come senza un significato…a quel punto abbassò il volto mettendosi le mani fra quei soffici capelli biondi. Fortuna volle che non ci fosse nessuno nel dormitorio, a causa della sua influenza, perché se qualcuno lo avesse sentito parlare avrebbe pensato che stesse impazzendo.
“Sono io questo? Mi guardo allo specchio e mi vedo, ma non esistono specchi in grado di mostrare il carattere. Sto cambiando, lo sento, percepisco dentro di me questa sensazione, come se stessi venendo fuori di un guscio, come se finalmente potessi dopo molti anni vivere come me stesso e non come il clone perfetto di qualcun altro…di…mio padre…non so perché ma le prime persone che mi vengono in mente in questo momento sono coloro che per cinque anni consecutivi – Dio, cinque – ho offeso, insultato, preso in giro…i Weasley, la Granger, Potter…e mi sento in colpa, già, Io. Io Draco Malfoy mi sento in colpa per dei Grifondoro. Ma è giusto che sia così alla fine, chi rompe paga e, per quello che mi riguarda io ho rotto ed ora pago. “Pago per i Weasley, quella massa di gente tutta capelli rossi e lentiggini, per – come l’ho nominato io – Lenticchia. Per i suoi vari fratelli, per (che c’entra meno di niente in questa cosa) la ragazzina, Ginny.
Pago per la Granger, Hermione Granger. La sapientona. Per averla chiamata mezzosangue, un dispregiativo usato comunemente tra i Serpeverde, ma si sa…la casa delle Serpi è una casa a sé.
Pago per Potter, per lo Sfregiato. Per aver offeso i suoi genitori, che io ho avuto e lui invece No. Beh per quanto riguarda mio padre (se così sono convinto a chiamarlo) lasciamo perdere che è meglio. Ma mia madre, se non ci fosse stata io sarei già morto, lo so…so che mio padre desiderava una figlia, quando sono nato è stato costretto ad accettarmi.
Purtroppo per cinque anni non ho dato loro tregua sempre dir loro le solite battutacce malefiche, con quel ghigno idiota stampato in faccia. Con la mia aria da snob vissuto…maledetto Lucius, tutta colpa tua! Ma ora basta rimuginare sul passato…nel presente ormai sono quello che sono, o meglio, tutti pensano che io sia quella persona…vorrei cambiare, vorrei dimostrare alla gente quello che sono in realtà…ma come posso ora? COME FACCIO?”. Scaraventò un bicchiere di vetro contro lo specchio, rompendolo…
“Perfetto…ora sette anni di guai…” disse tra sé e sé… “Chi vuoi prendere in giro Draco? Tu ormai SEI quella persona che non vuoi essere…che tu lo voglia o meno…Reparo!”


Correva per le scale come se perdere la lezione di Storia della Magia fosse la cosa più importante al mondo, correva talmente veloce che non si preoccupava di dove metteva i piedi, infatti, un gradino preso male e…oh! “Non pensavo che il pavimento fosse così morbido…” affermò con un sospiro finché non alzò gli occhi e allora la sua espressione serena, con la bocca sorridente pronta a pronunciare un “Grazie” sincero s’incupì…
“Ah…sei tu…sempre moscio eh Malfoy? Non un accenno di muscolo…il Quidditch non ti serve a molto, vedo…” disse Ginny sarcastica.
“Ah beh…se vuoi mettiamola così…ma se non ci fossi stato io, altro che lezione di Storia della Magia…te n’andavi diretta in infermeria! Attenta a dove metti i piedi Weasley!”
Ginny neanche gli rispose, si sistemò la divisa e prendendo la borsa si rimise a correre… Draco la guardò incespicare in una stringa allacciata male, per fortuna non cadde…scosse la testa bionda e si avviò nei sotterranei dove due piacevolissime ore di Pozioni con i Grifondoro l’attendevano…
“Come mai questo ritardo, Draco?” chiese Piton.
“Uh…un piccolo incidente di percorso” rispose, sedendosi affianco alla Parkinson.
Mentre tirava fuori gli ingredienti per la pozione Mirabola, che avrebbero preparato quel giorno, udì sussurrare da Ron Weasley:
“Io ve l’avevo detto che aveva gli occhiali…dopotutto si era capito da anni che Malfoy ci vede malissimo, con quella mostruosità che si porta sempre appresso…”
Lo sentì sghignazzare, lui e i suoi inseparabili amici, ovviamente la Granger e Potter.
Draco prese un foglietto, approfittando del fatto che Piton stesse scrivendo la Pozione sulla lavagna e ci scrisse:
“Vedo (e bene) e sento che i tuoi pettegolezzi inutili e superficiali non cambiano mai, ogni anno la stessa storia del mostro della Parkinson, sì ok ti do ragione, è veramente orribile, dà il voltastomaco al solo vederla, ma ora basta, una volta che ti dico che mi fa schifo la pianti, no? Ah, già che ci sei salutami lo Sfregiato e…la Granger.
Ci vediamo Lenticchia!
Ps: tua sorella quest’anno è veramente carina, tienila d’occhio.”
Eseguì un semplice incantesimo in modo che il foglietto si piegasse a formare un aeroplanino e con il Wingardium Leviosa lo fece volare verso Ron che lesse il foglietto rapido e poi lo passò agli altri due, nel contempo si girò verso Draco e scandì, senza però emettere alcun suono, “Tocca – mia – sorella – e – ti – ammazzo”
Draco sorrise divertito e cominciò a preparare la pozione Mirabola.
Quando uscì dall’aula si toccò le tasche scoprendo che il suo pacchetto di sigarette e l’accendino erano spariti.
Tornò in aula cercandoli inutilmente, così alla fine, decise di andare ai giardini dove, sicuramente, qualche Serpeverde era intento a fumarsi la siga post-lezione.
Così fece e incontrò un Marcus Flitt intento a fumarsi una canna.
“Ciao Marcus, non hai una siga da darmi?” gli chiese.
“Sempre allo scrocco tu eh? Comunque no, le ho finite, però i cannoni ce li ho, se vuoi per quattro galeoni te ne do uno” rispose quello.
Draco tirò fuori quattro monete doro e con la canna in bocca si mise a fare due passi…senza neanche accorgersene fu al campo da Quidditch dove entrò nel reparto Manici di scopa nel quale c’era anche la sua, la sua Nimbus 2001, identica a tutte le scope della squadra di Serpeverde, “dono” di Lucius.
La prese e uscito in campo, ci salì a cavalcioni e spiccò il volo. Davanti ad una tribuna vide una figura su una scopa, si avvicinò…
“Weasley? No, ma dico…sei proprio tu, Ginny Weasley? La ragazzina tutta zucchero e cioccolato? Questo è davvero incredibile, stai fumando!”
“Acuto Malfoy, ci sei arrivato, sai, conoscendo il tuo volume di materia grigia nel tuo cervello inesistente devo ammettere che hai fatto progressi, da non credere…comunque ti dico una cosa…per lo zucchero possa andare, ma per il cioccolato, io lo preferisco amaro” rispose lei e fece un tiro.
Draco osservò l’accendino blu e argento, l’angolo del pacchetto di sigarette che spuntava dalla tasca del mantello della ragazza e disse:
“Quando me li hai presi?”
“Quando hai evitato che io cadessi come un sacco di patate stamattina” rispose lei con un sorriso. Un sorriso molto bello, pensò Draco…ma in cuor suo lui pensava ad un altro sorriso, che mai gli era stato riservato.
“A cosa pensi Draco Malfoy?” gli chiese Ginny facendo un altro tiro.
“A…niente…non potresti capire”
“Ti dico una cosa: mai sottovalutarmi. Cos’hai quest’anno? Niente più battute? Non è che ti sei innamorato?” l’ultima frase la pronunciò seria facendo scomparire all’istante quel sorriso scherzoso.
Draco la guardò a bocca aperta, aveva centrato perfettamente il punto.
“Ti sbagli Weasley” mentì chiudendo la bocca di scatto.
“No, non mi sbaglio e questo tu lo sai benissimo”
“E anche se così fosse? Cosa vuoi da me? COSA VUOI?”
rispose Draco, che si stava lasciando prendere da uno dei suoi attacchi d’ira.
Ginny rimase impassibile, non un fremito di paura, un luccichio di emozione, lasciavano trapelare i suoi occhi. “Voglio solo aiutarti Malfoy, che tu ci creda o no… che tu lo VOGLIA o meno…”
Draco si girò, sorpreso da quella frase e avvicinandosi guardò Ginny negli occhi verdi, poi abbassò lo sguardo. Una piccola mano candida gli risollevò il mento “Guardami…cosa ti angoscia Malfoy?”
“Io…non me la sento di…parlarne…ora” Ginny sospirò e fece un ampio sorriso.
“Se hai bisogno fai un fischio, te l’ho detto: io posso aiutarti” disse così la giovane fulva e con guizzo volò via.


Q uella sera, mentre Draco si avviava verso la Sala Grande, una ragazza gli piombò addosso facendolo andare in terra, lui sospirò e disse “Ginny Weasley, questa volta ti ammazzo davvero!”.
Ma tirandosi su non vide Ginny raccogliere la cartella e il suo contenuto sparsi a terra, bensì vide una folta chioma di boccoli color miele, due occhi nocciola e due gote leggermente arrossate per la corsa. Quando ella sollevò lo sguardo le sopracciglia le si inarcarono.
“Non so perché hai pensato fossi Ginny, comunque è evidente che sono Hermione Granger, no? Sai, siamo giusto un tantino… diverse!”.
Fece per alzarsi, ma inciampò nella cartella e fu costretta ad appoggiarsi a Draco, che continuava ad osservarla.
“Che hai da guardare Malfoy?”
“Nulla che ti riguardi Granger!” rispose lui e scendendo le scale a due a due entrò in Sala Grande.
Il banchetto era cominciato da un po’ quando un gufo piuttosto vecchio si appostò sul tavolo di fronte a lui con una lettera legata alla zampa. Draco guardò prima a destra, poi a sinistra,ma il gufo imperterrito guardava lui, così prese la lettera e il gufo volò via.

Ciao Malfoy,
devo parlarti, ci vediamo dopo il banchetto in biblioteca, so che non hai problemi a stare in giro oltre il tempo limite, in più sei un Prefetto quindi dovresti avere meno problemi…comunque, a più tardi dalla bravissima, intelligentissima e bellissima (ovviamente sono molto modesta)

G.W
Draco sorrise e, accortosi che la rossa non era già più seduta al tavolo dei Grifondoro, andò in biblioteca dove, braccia conserte ed espressione scocciata, l’aspettava Ginny.
“Complimenti per la rapidità! Una tartaruga è mille volte più veloce di te!” esclamò lei.
“Hey, hey, hey, hey! Calmina eh? Tu hai scritto –dopo il banchetto- e io sono venuto prima della fine del banchetto, quindi evita di rompere, chiaro?”
Ginny mandò gli occhi al cielo come per dire “Ma guarda che idiota!” e, prendendolo per un braccio poco gentilmente, lo portò fuori dalla biblioteca e infine giunsero alla stanza delle necessità. Quando furono entrati Ginny gli chiese:
“Hermione?” Draco ebbe un sussulto. Si girò verso Ginny e le chiese “Che cosa diavolo centra la mezzosangue, ora?” Ginny scoppiò a ridere.
“Oh…centra eccome Draco, ho visto come la guardavi quando vi siete scontrati per le scale, ero lì…tu…sei…innamorato…cotto…di…Hermione Granger…”
“No”
“Si”
“Noooo!”
“Siiii!”
Si guardarono male, poi improvvisamente scoppiarono a ridere. “Sembriamo dei bambini di cinque anni!” disse Ginny dopo un po’ quando finì di asciugarsi le lacrime. “E’ vero…” disse Draco abbassando lo sguardo.
“E’ vero cosa?”
“Quello che hai detto prima…ho perso la testa per la Granger…”
Ginny non parlò, lo guardò e basta per non metterlo in imbarazzo. Era una situazione difficile quella…Hermione, come d’altra parte Harry e Ron, odiava Draco, ma ora che lui si era innamorato di lei, cosa poteva fare? Come poteva dimostrarle di essere cambiato?
“Cosa vuoi fare, Draco?” lui si lasciò sprofondare nella poltrona e rispose senza guardarla: “Non lo so…non ne ho idea. Come posso avvicinarmi ad una persona che mi odia?” Ecco il punto dolente. Ovviamente c’era arrivato anche lui.
“Puoi cominciare con il corteggiamento anonimo” rispose Ginny.
“Si certo, così quando scoprirà chi sono in realtà ci rimarrà malissimo e mi manderà a cagare”
“Non per forza” Ginny gli si avvicinò “Vedi, se tu cominci con l’inviarle dei fiori, dei piccoli regali, lettere carine, insomma, anche se quando ti vedrà farà una smorfia, subito dopo penserà a come sei stato dolce e premuroso, no?”. Draco mandò gli occhi al cielo.
“Ma io non sono così DOLCE E PREMUROSO….”
“Lei ti piace veramente?”
“Si” rispose lui.
“Ce l’hai la FORZA DI CAMBIARE?”
Dopo un attimo di silenzio Draco chiese:
“Come faccio a sapere cosa le piace, che fiori le piacciono ecc..?”
“Beh, scusa, io cosa faccio secondo te? Coltivo i cavoli?”


Era nell’aula di Pozioni già da cinque minuti e Piton non era ancora arrivato…quasi senza pensarci cominciò a sfogliare il libro di testo, probabilmente avrebbero fatto una di quelle pozioni avanzate tipo Veritaserum o cose simili, ma ad un tratto sentì quella risatina che fino ad un anno prima disprezzava enormemente e senza volerlo girò il volto verso quella direzione…e vide il suo viso: teneramente tondeggiante, le guance arrossate appena dal riso, gli occhi color cioccolata irradiavano pura felicità e il sorriso di Draco si spense rapidamente.
Lei era con i suoi amici, con loro era felice e lui…lui, Draco Malfoy era una delle persone che più odiava e disprezzava dell’intero mondo magico. Ma forse una possibilità c’era, no? La possibilità che qualcosa cambiasse e Hermione almeno non lo vedesse più come un nemico.
La porta della cantina si aprì e invece che entrare Piton entrò Luna Lovegood che disse:
“Ehm, ehm…sono mooolto spiacente di dirvi che il professor Piton è fortemente influenzato e non potrà venire a farvi lezione, ciò vuol dire che…avete esattamente un ora, quarantacinque minuti e trenta secondi buchi” detto questo uscì, seguita da tutta la classe, dall’aula e dai sotterranei e Draco si diresse alla Sala Comune di Serpeverde. Entrò nella sua stanza e chiuse la porta a chiave. Sedendosi alla scrivania ricordò le parole di Ginny: “…se tu cominci con l’inviarle dei fiori, dei piccoli regali, lettere carine…”, così chiamò un elfa domestica di casa sua, con la quale andava particolarmente d’accordo.
“Delia!” quella comparve quasi all’istante e, dopo un profondo inchino, si avvicinò a Draco.
“Ho bisogno che tu svolga delle piccole commissioni per me, posso contare su di te?” le chiese lui con tono pacato e gentile.
“Certo padroncino, farò tutto ciò che mi ordinate”
“Bene, vorrei che tu andassi alla libreria il Ghirigoro e prendessi un libro intitolato “Lotte contro la schiavitù degli elfi domestici del XIII secolo”, poi passi da un fioraio di prestigio e prendi un mazzo di rose rosse, fresche e profumate, senza spine. Ce la farai entro un ora?” chiese Draco porgendo a Delia un sacchetto verde smeraldo dal contenuto tintinnante.
“Certo padroncino, Delia sarà qui tra mezz’ora!” e sparì con un crak.
Effettivamente dopo mezz’ora precisa l’elfa fu di ritorno con il libro e le rose, Draco la ringraziò e la congedò. Poi fece un incantesimo che aveva imparato all’inizio della scuola e dopo un gesto della bacchetta pronunciò il nome “Hermione Granger” e i due regali sparirono in una fioca luce azzurra.
Nel frattempo Ginny usciva dal portone principale e raggiungeva Hermione vicino, ma a debita distanza, il Platano picchiatore.
Hermione la vide ed esclamò “Ginny! Cosa ci fai qui?! Dovresti essere a Storia della Magia!”
“Già, ho preso una Pasticca Vomitosa di Fred e George! Vecchie, ma sempre utili!”
In quell’istante, come per approfittare dell’attimo di confusione sul viso di Hermione, una fioca luce azzurra lasciò tra le braccia di quest’ultima il libro che chiedeva da mesi a Ron e ad Harry e i suoi fiori preferiti.
“E questi?” disse sorpresa.
Ginny assunse un espressione curiosa e stupita, mentre in realtà pensava “E bravo Draco…almeno servo a qualcosa di tanto in tanto…”
“Oh…wow Hermione! Chissà chi ti ha fatto questi regali! Non c’è un biglietto?” Hermione si rigirò i regali tra le mani e vide una piccola busta inserita tra un paio di rose. La prese e, appoggiando delicatamente i doni a terra, aprendola lesse sul biglietto:

I pazzi popolano il mondo, il mondo è pazzo…e io…io sono pazzo a essermi innamorato di te,che sei così bella… Voglio dirti un’ultima cosa, prima di lasciare che tu “divori” quel libro, l’odio è un pessimo mezzo per comunicare, prova ad amare anche coloro che consideri nemici, potresti scoprire di averci molte cose in comune…oppure un categorico rifiuto…ciao…

Ps: le rose sono in omaggio alla tua bellezza…

Hermione sorrise compiaciuta e poi, con occhi colmi di felicità guardò Ginny, che le chiese:
“Allora? Hai idea di chi potrebbe essere?”
“Come? Oh, no…assolutamente no…anche se…”
“Anche se cosa?”
“Oh…nulla…” ma abbassò la testa…
“Hermione, che c’è? Perché quella faccia? Cosa c’è che non va?”
Hermione sollevò il mento,ma non guardò Ginny negli occhi. Fece un profondo respiro e mormorò:
“Anche se spero sia Ron, questo ammiratore segreto…”
A Ginny gli caddero le braccia e la bocca gli si spalancò.
Un po’ che credeva la cotta di Hermione per Ron fosse passata, un po’ pensò a Draco…e adesso? Che ne sapeva lei che Hermy era ancora innamorata di suo fratello???
“Beh Herm, fai una cosa, vedi come vanno le cose con questo ammiratore segreto che,mi dispiace per te, non è Ron di sicuro, magari lo conosci, ci esci e ti piace…e Ron…Ron è Ron, lascia stare…ok?”
Una piccola lacrima scese lungo la guancia rosea di Hermione, poi annuì debolmente…

Draco continuò così per un paio di mesi, restando nell’anonimato e inviandole regali bellissimi o che comunque Hermione desiderava, finché Ginny un giorno non gli disse:
“Bene Draco, è venuto il momento di uscire dal guscio”
Gli disse che Hermione era ormai molto curiosa di sapere chi fosse l’ammiratore segreto ed era pronta a conoscerne l’identità.
Il ché era vero anche se, come Ginny sapeva bene, Hermione il fondo al cuore sperava sempre che si trattasse di un ragazzo suo coetaneo, dai capelli rossi e gli occhi turchesi di nome Ronald Weasley.
Draco, nelle ultime due settimane aveva notato che Ginny era come preoccupata e nel dirgli quella frase aveva scorto nei suoi occhi un’ombra di insicurezza mista ad inquietudine.
“Ne sei proprio sicura?” le aveva chiesto lui.
“Si, è ora”
Scrissero insieme un biglietto ad Hermione dicendo di incontrarsi vicino alla Stamberga Strillante quel finesettimana ad Hogsmeade.
Infatti, due giorni dopo, Hermione e Ginny uscirono dai ‘Tre Manici di Scopa’ salutando Ron e Harry con la scusa di dover fare un po’ di shopping tra donne.
Ovviamente la cosa non interessava ai due ragazzi e neanche ci trovarono niente di strano sul fatto che le due ragazze volessero stare un po’ da sole.
Così, si incamminarono sulla strada principale, ma dalla parte opposta rispetto al centro di Hogsmeade.
“Ginny, mi sento un po’…” disse Hermione che non trovava le parole per esprimersi.
“Emozionata?” terminò Ginny per lei.
Hermione annuì, Ginny le sorrise.
Raggiunsero la piccola collinetta prima della Stamberga Strillante e Ginny si fermò sorridendo alla sua amica.
“Io non posso seguirti Herm…ora devi andare da sola. Solo una cosa…Stai tranquilla!” Hermione annuì e le due ragazze si abbracciarono.
Ginny tornò indietro di alcuni metri poi, quando vide che l’amica non la vedeva più si sedette su un tronco tagliato ad attendere.

Hermione stava scendendo dalla collinetta. Vide un ragazzo piuttosto alto, indossava dei jeans chiari a cavallo basso e un paio di sneakers nere con i lacci verde scuro. Il cappuccio del giubbotto nero gli nascondeva il viso.
Hermione si avvicinò di più, il ragazzo misterioso alzò il capo e la ragazza notò che le rivolgeva un bellissimo sorriso. Si avvicinò ancora di più finché non fu a circa un metro di distanza dal ragazzo.
“Ciao” mormorò Hermione.
“Ciao Hermione” le rispose il ragazzo incappucciato.
“Spero che non ti spaventerai. So che sei una ragazza coraggiosa e ti prego di ricordare, una volta che avrai visto il mio viso, di tutto quello che ti ho regalato, ti ho scritto in questi due mesi di anonimato. Mi prometti che non scapperai Hermione?” mentre parlava e guardava la ragazza che aveva di fronte provò una sensazione del tutto nuova: si sentiva felice e con la voglia di abbracciarla da una parte ma dall’altra una fitta al cuore gli sussurrava piano un altro nome…
Hermione notò che la voce le era spiacevolmente familiare ma annuì comunque.
Si tolse il cappuccio e rivelò un caschetto di capelli biondi come l’oro e occhi azzurro cielo.
“Draco Malfoy?!” esclamò Hermione, senza però spostarsi di un millimetro.
“Già…”
“Stai scherzando vero? Tu non…tu non puoi…”
“Io non posso cosa? Essermi innamorato di te? E invece è così che tu ci creda o meno…” rispose Draco avvicinandosi di un passo. Con un incantesimo fece comparire una rosa rossa senza spine che porse alla ragazza.
“Grazie…Mal…Grazie Draco…” riuscì a sorridere.
Draco le prese una mano e le disse con tono sicuro “Avrai qualcosa da dirmi a questo punto. Io credo di aver detto abbastanza, ora voglio sentire tu cos’hai da dire”
“Il fatto è che non so assolutamente cosa dire”
Allora Draco, che non aveva paura di ricevere uno schiaffo o di fare brutta figura le si avvicinò di più e chinandosi la baciò sulle labbra. Draco lasciò la mano di Hermione e le circondò la vita con le braccia continuando a baciarla.

Dall’alto della collinetta una figura, in piedi contro un albero, osservava la scena e in quel momento sentì come una fitta al cuore e gli occhi smeraldo si riempirono di lacrime.

Quando Draco si allontanò, rimase deluso nel vedere che Hermione teneva lo sguardo basso rivolto da un’altra parte.
“Cos’ho che non va?” le chiese.
“Tu?” rispose lei guardandolo con un sorriso amaro stampato sulle labbra, la voce appena tremolante “Tu non hai niente che non va! Tutti quei regali, quei biglietti carini, era tutto meraviglioso! Ma purtroppo…purtroppo hai corteggiato la ragazza sbagliata…”
“Cosa intendi dire?” chiese Draco confuso.
“Che ero l’ultima ragazza di cui…avresti dovuto…innamorarti” fece un lungo sospiro e continuò “Perché io amo un altro ragazzo e niente e nessuno potrà togliermi quest’ossessione…mi dispiace Draco”
“No, non dispiacerti…ti capisco…solo…posso sapere chi è?” “Non gli farai nulla vero?” Draco scosse la testa.
“Ron”
Draco spalancò la bocca e rimase così per qualche secondo. Poi la richiuse e si accorse che quel sentimento così profondo che provava due mesi prima andava mano a mano affievolendosi.
“Solo, mi prometti che potremo conoscerci meglio…come amici, ovvio?”
“Certo!” rispose Hermione.
Così si avviarono verso il centro di Hogsmeade.

La figura si allontanò di corsa e raggiunse il bar più vicino, quello di Madama Piediburro. Chiese del bagno e quando si fu chiusa dentro scoppiò a piangere. Non sapeva perché esattamente. Sapeva solo che il fatto che la sua migliore amica e il suo confidente preferito degli ultimi due mesi si erano baciati l’aveva sconvolta, sapeva che ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva quel volto, quegli occhi azzurri, quei capelli soffici e biondi, quel sorriso meraviglioso, quei lineamenti d’angelo…sapeva anche, però, vedendo le loro espressioni di poco prima, che Hermione doveva avergli confessato il suo amore per Ron. Si asciugò le lacrime e, indossando il cappuccio della felpa nera sotto il giubbotto uscì dal locale ed entrò, qualche minuto più tardi, alla ‘Testa di Porco’. Ordinò una burrobirra grande e la scolò in fretta. Ne ordinò un’altra e, quando fu sul punto di ordinare una terza, qualcuno le fermò il polso e le disse arrabbiato “Cosa stai combinando?!”
Ginny alzò lo sguardo, riconobbe i suoi occhi…
Draco le tolse il cappuccio e vide le guance rigate dalle lacrime che ancora scorrevano lente e calde, vide gli occhi arrossati e leggermente gonfi. Le si sedette al fianco e l’abbracciò, coprendole di nuovo il capo con il cappuccio scuro.
Quando si fu calmata le chiese: “Cosa ti è successo?”
Ginny scosse il capo.
Draco le afferrò una mano e improvvisamente, inaspettatamente sentì un brivido scorrergli lungo la schiena e guardando la ragazza seduta vicino a lui con gli occhi ancora arrossati si accorse di quanto fosse bella, di come il sentimento provato per Hermione Granger fosse scomparso.
“Dimmelo ti prego,Ginny…” lei lo guardò negli occhi e, abbracciandolo, lo baciò calorosamente mentre nuove lacrime le scorrevano sulle gote per poi stillare sulla punta del mento…

Quello fu il primo giorno che passarono insieme e continuarono a stare insieme per anni, nascondendosi, finché, un giorno, a casa Weasley giunse un invito di matrimonio. Tutta sorridente Molly Wealey aprì la busta e ne uscirono una lettera ed un biglietto ben decorato. Ad alta voce lesse la lettera:

“Cari genitori e fratelli,
non crucciatevi per ciò che vi riferirò in questa lettera. È stata dura per me raccontarvi quella bugia, quella che sarei andata a vivere vicino a Cambridge dove lavoravo come assistente Medi Strega. In realtà abito poco fuori Londra, in un castello, con il mio fidanzato e sua madre. Non vi ho raccontato la verità perché sapevo non avreste approvato. Perdonatemi. Per questo motivo invito tutti voi al mio matrimonio. Spero che verrete e cambierete idea sul mio fidanzato. Chiedete ad Hermione che, ne sono certa, sarà lì, sulla sedia della cucina, in braccio a Ron, ad ascoltare. Chiedetele com’è veramente questa persona. Anche Harry, sarà lì anche lui credo, avrà ormai ricevuto l’invito. Ora, leggete il mio invito al mio matrimonio! Con Affetto Vostra Ginny”

Molly aprì il biglietto e si sedette pesantemente sulla sedia premendosi la mano libera sulla bocca.
“Mamma, che c’è?” chiesero Fred e George.
“Ginny…Ginny…si sposa…”
“D’accordo,ma con chi??” chiese Bill ansioso. Sorridendo poi alla moglie Fleur.
“Con Draco Malfoy”
A quell’affermazione Bill cadde, Ron si alzò di scatto, mandando involontariamente Hermione a terra, Fred e George si guardarono con gli occhi spalancati, Harry che si dondolava dalla sedia cadde a terra con un tonfo. Infine il signor Weasley, che entrava in casa in quel momento disse: “Buonasera bella gente! Hey che vi prende? Harry, Bill! Che ci fate per terra? Avete certe facce! Dovreste vedervi! Siete così buffi tutti quanti! Come se fosse giunta la notizia che Ginny ha sposato Draco Malfoy!AhAhAhAH!!” Molly si girò verso il marito.
“Ma caro…Ginny si sposa VERAMENTE con Draco Malfoy!” E fu un attimo: Arthur Weasley svenne.
Dopo un mese erano tutti ad assistere al matrimonio della figlia venticinquenne e del bellissimo Malfoy. Il quale, i Weasley, scoprirono essere veramente una brava persona.


The End……
  
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