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Autore: Cheonefer86    21/01/2012    0 recensioni
Anche un semplice ballo può essere una porta verso la felicità.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Un passo dopo l’altro, il sordo rumore dei tacchi che risuona nella stanza seguendo la musica, tu che mi osservi immobile, quel tuo sguardo nero che mi scruta l’anima

 

Nota: un piccolo consiglio di lettura, leggete ascoltando questa musica ;)

 

Per il Club “Facciamo Finalmente Felice Severus”.

 

 

 

 

 

Black Eyes’s Tango

 

Un passo dopo l’altro, il sordo rumore dei tacchi che risuona nella stanza seguendo la musica, tu che mi osservi immobile, quel tuo sguardo nero che mi scruta l’anima.

Un passo dopo l’altro e sono davanti a te, seguendo queste note, accarezzo lieve la tua casacca, bottone dopo bottone come se fossero corde di uno strumento cupo e armonioso.

Un piede tra le tue gambe a sfiorarti e ti muovi, sorridi, una mano che stringe la mia, mentre l’altra carezza la pelle lasciata scoperta dal vestito rosso che si muove seguendo i violini.

Fiamma nella notte che brucia i tuoi occhi oscuri che mi guardano come mai hanno fatto, se ci penso non mi conosci affatto, i nostri scambi di battute si riducono a monosillabi e occhiate gelide, ma adesso, qui, è come se fossimo legati da tutta una vita. Sono qui per caso, per sbaglio, seguendo questa musica che mi ha portato da te, inseguendo le corde di un violino che si muovono sotto una luna piena tinta di rosso.

Rosso come l’abito che si muove seguendo me, seguendo te; rosso che si addensa nella notte svanendo nel nero del tuo vestito. Danzano tra le note, vorticano nell’aria creando una spirale in cui due colori si sfiorano, ma mai si toccano.

Come le nostre anime, così a contatto in questa sensuale danza, ma così distanti da non poter sentire l’uno il calore dell’altro.

La mia pelle che ti sfiora, il mio cuore che sente il tuo, ombre nella notte che scivolano sul freddo pavimento, passo dopo passo e le mie labbra sono così vicine alle tue, sento il tuo respiro caldo mentre una goccia di sudore ti scende lungo la fronte, carezzando il tuo viso come io non posso fare.

Il tuo respiro caldo mi gela l’anima, i tuoi occhi s’incatenano ai miei per un breve istante, una vita eterna che vedo scivolare lungo le dita quando continui a muoverti in silenzio, la mia schiena contro il tuo petto e le tue pallide mani che mi toccano lievi le braccia, provocandomi brividi intensi che mi trapassano la carne.

Il tuo respiro sulla mia schiena nuda, la tua gamba che rapida s’insinua tra le mie togliendomi l’equilibrio, ma con un rapido gesto mi fai voltare e sono di fronte a te, a continuare questo ballo sotto la luna, a guardare i tuoi occhi d’oscurità tra il suono di un pianoforte e un violino.

Le dita si muovono decise sui tasti della fisarmonica, come le tue che nota dopo nota esplorano la mia pelle facendomi scoprire sensazioni che non sapevo si potessero provare.

Quante parole non dette nascoste negli sguardi, negli occhi tuoi neri che danzano illuminando la mia anima triste e stanca che riprende a bruciare ad ogni tuo tocco, ad ogni tuo sospiro che mi scalda la carne.

Come posso provare simili emozioni con qualcuno che a malapena sopporto?

Forse perché non ti conosco affatto.

I tuoi occhi neri sono così impenetrabili che non riesco a scorgere null’altro che dolore, ti sono così vicina che dovrei percepire una qualche essenza di te, ma sento solo un’enorme sofferenza che ti grava sul cuore.

Passi veloci, mi stringo a te mentre guardo il tuo viso che vedo sereno solo qualche istante, le tue spalle forti che sorreggono una vita dura e incerta, un cuore spezzato che batte in un’anima silenziosa e solitaria.

Mi allontano per qualche istante da te mentre la musica continua a riempire la stanza dove intensi raggi di luna colorano il fuoco che ci arde dentro, mi fissi immobile mentre lentamente ti togli la casacca nera, slacciando ad uno ad uno i bottoni, seguendo i miei passi che mi spingono lontano da te, per poi tornare a sentire le tue braccia strette intorno alla mia vita.

Sentire un calore che mi pervade lungo tutto il corpo quando il tuo respiro scivola sulla mia pelle.

Mi stringi a te, alzandomi da terra sento la mia testa che si svuota da ogni pensiero, da ogni incertezza di questa mia vita, ogni passo di questa danza mi regala una felicità che non sapevo più provare, ti vedo sorridere nello spazio dell’infinito e ne gioisco, pur non conoscendo ogni cosa di te, mi sento serena, un senso di pace mi pervade quando i tuoi occhi mi scrutano dentro, mi toccano l’anima.

Scivolo a terra mentre le tue mani mi afferrano i polsi, una stretta che mi brucia confondendosi con il rosso che danza insieme a me, che si muove sinuoso su questo freddo pavimento di pietra che accoglie i tuoi passi, i tuoi sospiri. Fredde mura che osservano i tuoi silenzi sotto una luna scarlatta che si tinge del nero dei tuoi occhi.

Vorrei poter dire tante cose, ma il tuo sguardo mi gela ogni parola e non riesco a sostenerlo per lunghi istanti, mi penetra a fondo, mi volto verso il bianco dipinto nel cielo che sanguina per ogni dolore che attraversa la terra, per ogni lacrima versata inutilmente.

Come le tue che sento fluire potenti sul tuo cuore.

Il mio corpo è così vicino al tuo, un profumo così intenso da darmi brividi che riesci a percepire: sorridi per questo.

Tutto questo mi sembra così assurdo, una di quelle favole che ascoltavo da bambina, come può tutto questo essere reale?

Non riesco a credere che un uomo che praticamente mi odia stia ballando con me in assoluta tranquillità, come se fossimo vecchi amici… o vecchi amanti. Ma non siamo nessuna delle due cose.

Sono venuta in questa stanza senza una meta precisa, volevo andare nel parco per respirare un po’ di fredda aria notturna sotto una splendida luna drappeggiata di porpora, invece qualcosa mi ha spinto qui, davanti ad un muro di sola pietra dal quale è comparsa una porta che si è aperta davanti ai miei occhi.

Sono entrata e una musica danzava sulle pareti di tempi lontani.

La Stanza delle Necessità, la chiamano, e la mia unica necessità era trovare un po’ di pace e di solitudine.

Ma ho trovato te, e la mia anima si è avvicinata senza che io potessi far nulla.

Non so cosa tu cercassi in questo luogo, so che entrata qui dentro volevo solo darti un attimo di felicità, come se una forza strana dentro il mio corpo, mi obbligasse ad avvicinarmi sempre di più a te.

Ed ora le tue mani percorrono delicate il mio corpo, le sento lievi che scostano il vestito per carezzarmi la pelle. I raggi di luna sfumano le tue labbra che sono così vicine alle mie che quasi sento il bisogno di toccarle, un desiderio che mi sale dal cuore, un desiderio che rimane sulle dita.

Rimango immobile ad osservarle, sono attratta dalla tua bocca, vorrei sfiorarla, ma d’improvviso sento il tuo tocco sulla mia, le tue mani sono fredde e un brivido mi attraversa la schiena.

La musica continua a percorrere ogni fessura di questa pietra, ad osservare questo strano sogno tra note così oscure e intense.

- Ho provato ad ignorarti facendomi odiare, ma quello che ho ottenuto è stato solo desiderarti ancora di più.

Queste parole mi sconvolgono l’anima, sento il cuore scoppiarmi in petto.

Vorrei rispondere a queste parole, ma le tue labbra sulle mie non mi permettono di parlare, ed io mi perdo in questo contatto che ho bramato per lungo tempo, nascondendolo anche a me stessa facevo finta che questo sentimento non mi appartenesse.

La musica si ferma, i violini scompaiono, nessuno più tocca il pianoforte e il mio sogno è diventato  improvvisamente reale.

   
 
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