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Autore: Molly182    22/01/2012    1 recensioni
Prendere un aereo non era mai stato così difficile come in quell’istante! C’era in gioco tutta la mia vita, i miei sogni e la speranza di stare bene, una volta atterrata.
P.s. La maggior parte dei capitoli sono accompagnati da delle canzoni che si trovano linkate nella storia :)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap 3
I raggi del sole che entravano prepotenti dalla finestra mi colpirono violentemente il viso costringendomi a svegliarmi. Mi strofinai gli occhi e per la prima volta in tutta la mia vita, alzarmi dal letto non fu stato difficile. Scesi lentamente le scale, ancora sbadigliando, e mi ricordai che praticamente la casa era vuota, non aveva né cibo né caffè. Il mio amatissimo caffè.
Velocemente, ritornai al piano superiore e mi chiusi in bagno. Lasciai cadere i vestiti sul pavimento e mi buttai sotto il getto d’acqua della doccia, il tempo di vestirmi e in meno di mezz’ora ero fuori dalla porta di casa diretta per chissà dove.
Mi voltai per guardarla, ancora non mi sembrava vero.
Il sole splendeva nel cielo e un leggero venticello rinfrescava l’aria. Per essere metà Aprile faceva piuttosto caldo, niente a che vedere col clima di New York.
Camminando sempre dritto trovai un bar e m’intrufolai dentro per assumere la mia prima dose di caffeina. Non potevo stare senza caffè! Seduta al tavolo notai che vicino al bersaglio delle freccette era appesa una bacheca con vari annunci. Alcuni avevano richiamato la mia completa attenzione.
Guardai attentamente quei foglietti e uno in particolare si differenziò dagli altri. Era scritto con una caratteristica calligrafia e pur avendo cercato di rallegrare il biglietto con delle stelle si notava che non ci avesse dedicato molto del suo tempo per compilarlo. Lo strappai e lo infilai in borsa ed uscii dal locale.
Dovevo imparare quale autobus prendere e le varie lignee per raggiungere il centro della città. Chiesi informazione al barista e pochi minuti dopo mi trovai ad aspettare l’autobus alla fermata.
Camminando tra i negozi stavo attenta ai cartelli attaccati alle vetrine. Sconti, svendite, marche, niente che dicesse che cercavano personale.
Ormai era passata già gran parte della mattinata e stavo davvero per rinunciarci, mille persone cercavano lavoro ogni giorno e di sicuro non lo avrei trovato di certo io, il primo giorno che mettevo piede in città, certo che no!
Mi sedetti su una panchina e come se fosse un segno, lo vidi. Un cartello con scritto ‘Staff Wanted – Se Busca Personal’. Era il negozio adatto a me!
Entrai e davanti a me si estendevano scaffali di CD e dal soffitto scendevano vari LP mentre altri erano fissati al muro. Nulla era più perfetto che quel negozio.
Andai verso il bancone, dove c’era un ragazzo con degli indomabili capelli castani, quasi biondi, e un tatuaggio sul braccio.
“Mi scusi, state ancora cercando una commessa per il negozio?”
“Si certo”, mi disse alzando solo in quell’istante gli occhi dal PC.
“Vuole che le mostri il curriculum?”
“Passami il tuo iPod”, allungò la sua mano verso di me e dopo averlo cercato nella borsa, titubante glielo passai.
Fece scorrere il suo dito sul piccolo schermo tra le varie canzoni. Non accennava nessuna parola ad eccezione di qualche “Mhm... ” di approvazione.
“Perfetto!”, annunciò dopo un po’. “Ancora nessuno si era offerto di lavorare qui”.
“Troppo impegnativo?”
“Diciamo che chi si è presentato aveva una mp3 scarso”.
“Non di marca?”
“Non di gruppi degni da ascoltare”
“Capisco... ”, accennai un imbarazzato sorriso.
“Sei davvero interessata?”
“Certo”
“Allora puoi già iniziare a lavorare da questa settimana, in questi giorni non c’è molto da fare ma devo sapere se posso avere la tua completa disponibilità per tutto il giorno”, annuii. “A volte ci sono gruppi che vengono a pubblicizzare i loro record o semplicemente a firmare qualche autografo ed è puramente l’inferno, quindi ti toccherà lavorare duramente, sei disposta?”
“Puoi fidarti di me!”
“Bene”, mi sorrise allungando la mano. “Benvenuta a bordo, io sono Gary”
“Mary”
“Allora ci vedremo domani alle nove, Mary”.
“Ok grazie mille”
Uscii dal negozio con un sorriso stampata sul viso. Mi sembrava che fosse stato un segno del destino farmi sedere su quella panchina.
“Scusa”, dissi andando a sbattere contro qualcuno. “Oh sei tu, ciao”
“Ci rincontriamo”
“Eh già”
“Come va la casa?”
“Ancora non sono riuscita a godermela ma suppongo che lo farò presto”.
“Certo”, si passò una mano tra i capelli. “Senti, stasera c’è uno show privato, beh non è tanto privato se no non ci sarebbe nessuno, almeno spero che non sia così, ma c’è musica, sarebbe carino se ci venissi”, mi disse porgendomi un volantino piegato che teneva in tasca.
“Sempre che riesca a trovare il posto”, mi sorrise. “Ora devo andare, è stato... un piacere rincontrarti, Thomas”.

   
 
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