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Autore: Afaneia    22/01/2012    0 recensioni
Chi è Luisa? Un tempo non era nessuno, era solo una piccola ragazza di provincia, una piccola allenatrice di Borgo Foglianova partita all'avventura come tanti, come tutti. E ora? Ora è la Campionessa di Kanto e Johto, dopo aver superato sfide e pericoli e aver sconfitto, dopo anni di viaggio e allenamento, Lance e Rosso, il Presidente della Lega Pokémon e il vero Campione delle due regioni.
Ma la vita continua a cambiare. La piccola ragazza di provincia ora è quasi una donna e i suoi nemici (Rosso, Argento, quel ladro che conobbe il primo giorno del suo viaggio) stanno cambiando e le loro relazioni mutano con loro. E soprattutto, ciò che cambierà definitivamente la sua vita sarà l'arrivo di Ho-Oh, la fenice di fuoco delle leggende, che discenderà dal cielo ad annunciarle una grande verità...
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Lance, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga della Prescelta Creatura'
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Venne il giorno della finale della Lega Pokémon.

Un ragazzo aveva raggiunto i Superquattro.

Uno dopo l’altro, Lorelei, Bruno e Agata caddero sconfitti. Uno dopo l’altro, i Superquattro rientrarono nel sottopassaggio.

Fu indetta un’ora di pausa perché il ragazzo potesse riposarsi.

Luisa, Argento e Lance erano seduti l’uno vicino all’altro sul palco d’onore, rigidi e alteri, ma felici di essere insieme.

“Va’ a prepararti” suggerì Argento dopo quaranta minuti. Lance assentì col capo e si alzò per scendere dal palco. Si fermò sulla cima della scaletta.

“Luisa…”iniziò. “Ho visto combattere quel ragazzo. Non raggiunge il mio livello, quindi sarò io a vincere. Stasera, combatterò con te. Sappi che nell’Arena non saremo i Prescelti.”

“Io sarò la Campionessa e tu sarai il mio avversario” rispose Luisa, senza voltarsi a guardarlo.

“Siamo intesi, allora” disse Lance cominciando a scendere.

“Lance…” chiamò ancora la ragazza. Lance si voltò a guardarla. “Lance, in bocca al lupo.”

Il ragazzo sorrise. “Crepi” rispose, scendendo di corsa i gradini.

Suonò l’ora. Il giovane fece il suo ingresso in campo.

Luminoso nel suo abito da Superquattro, Lance entrò a propria volta. Alla sua vista si scatenò un coro di applausi. Lance non guardò il pubblico, limitandosi ad accennare segni di ringraziamento con le mani.

“Può non essere il migliore” sussurrò Argento. “Vuoi negare che la sua sia una figura incredibile?”

Lo era, lo era realmente. L’estrema e artificiosa eleganza del suoi gesti richiamava gli sguardi affascinati del pubblico. Era bellissimo e bellissimo era il suo combattimento.

Il ragazzo s’impegnava. Davvero, si impegnava, e nel suo volto Luisa rivide se stessa.

“Non è abbastanza” disse a bassa voce.

Argento scosse la testa. “No. Non lo è.”

Non lo fu. D’un tratto, egli perse la pazienza e il suo Venusaur cedette sotto i colpi incessanti del Dragonite di Lance.

Ma Lance non sorrise alla vittoria. Strinse freddamente la mano all’allenatore, ma brevemente e senza entusiasmo. S’inchinò al pubblico, con l’eleganza e l’orgoglio di un vero campione, e lasciò l’Arena.

Risalì i gradini che lo portarono al palco d’onore. Sulla scala incontrò Lorelei.

“A volte mi domando” disse lentamente la ragazza “perché combattiamo.”

Lance esitò. “Perché?”

“Non parlo di te, che sei forte. No, no, non parlo di te. Parlo di me, di Agata, di Bruno. Combattiamo per te, ma tu sei più forte. Allora perché tu vuoi che combattiamo per te?”

Lorelei era seduta su uno scalino, senza far caso al bel tailleur blu che si sgualciva un pochino. Guardava in basso da dietro gli occhiali.

“Non chiederti perché combatti, Lorelei” disse Lance stancamente. “Non impazzire chiedendotelo.”

Riprese a salire i gradini. Dalle sue spalle giunse la voce di Lorelei che diceva: “Forse combatto perché non saprei cos’altro fare.”

“È già un ottimo motivo” osservò il ragazzo continuando a salire.

Raggiunse il palco. Luisa e Argento lo guardavano.

“Sei stato bravo” disse solamente la ragazza.

Lance assentì col capo. “Grazie.”

“Quanto era forte?” chiese Argento.

“Abbastanza per giungere fin qui. Abbastanza per sconfiggere i Superquattro.”

“Troppo poco” disse Luisa voltandosi per dargli le spalle.

“Troppo poco” convenne Lance. “Combatteremo stasera, Prescelta Creatura.”

 

Combatterono con il buio, nell’Arena illuminata a giorno.

Lance, con tutte le proprie forze, fino allo stremo.

Luisa, con grazie e leggerezza, distrazione.

“Dragonite, Ira di Drago!”

“Typhlosion, Lanciafiamme!”

Era semplice per la Prescelta Creatura. L’incontro durò pochi minuti.

Proclamata per la seconda volta Campionessa, Luisa non sorrise né ringraziò il pubblico. guardò direttamente negli occhi Blu, che sedeva pallido tra i Capipalestra, e con le labbra sillabò: stanotte.

Ed eseguì un inchino prima di dileguarsi.

Assieme a Lance, raggiunti da Argento, scivolarono nel sottopassaggio che li avrebbe condotti nella Sala d’Onore.

“Sei stata bravissima” disse Lance mentre correvano le buio.

“E tu, Lance? Un pezzo di bravura.”

“Bravissimi entrambi” esclamò Argento ridendo. “Finalmente è finita!”

“Quando andrai da Rosso, Luisa?”

La ragazza sospirò, mentre in fretta percorrevano i gradini. “Ho fatto segno a Blu che ha tempo per stanotte. Darò a Rosso un giorno intero per piangerci su. Domani notte andrò a Monte Argento.”

“Veniamo con te” disse Argento. Luisa sorrise. “Grazie.”

Entrarono nella Sala d’Onore. Pur essendo quasi perennemente chiusa, era sempre mantenuta illuminata.

“Dopo una Lega è sempre più bella” osservò Luisa. Ripensava all’ultima occasione nella quale l’aveva vista.

Lance sorrise. “È sempre bella.”

Si accostò alla piattaforma computerizzata e iniziò a lavorare. Luisa si sfilò la cintura e gliela passò. Lance dispose i suoi Pokémon al loro posto. Dopo pochi istanti, il volto della ragazza comparve sullo schermo.

“Salute, Nuovo Campione!” gridò Lance e rise.

“È stata dura” disse Argento. “Ora però dobbiamo festeggiare!”

“Ce lo meritiamo” constatò Lance.

Si accostò al lato opposto della piattaforma e chinandosi premette un pulsante. Un momento dopo, nell’aria si udì uno scatto secco. Luisa si guardò attorno. “Lance? Cos’è?”

“Guardate.”

Con un sibilo, le pareti cominciarono ad abbassarsi lentamente, rientrando nel pavimento. In capo a un minuto, a sostenere il tetto erano solo le colonne portanti della Sala.

“È… è bellissimo” osservò la ragazza guardandosi attorno incredula.

“Si vede tutta Kanto!” esclamò Argento, avvicinandosi.

“Quasi” ammise Lance. “La visuale copre molte miglia. Di giorno si vede fino a Zafferanopoli, se è nitido più oltre ancora. Ora si vede fino a Smeraldopoli e Celestopoli…Miramare, se guardate bene.”

“Il vecchio” mormorò Argento. “Chissà se può vederci.”

Si accostarono al lato orientale della Sede. Guardarono a lungo verso Celestopoli.

D’un tratto, vedendo nella luce un punto discordante, Luisa si voltò. Si precipitò a vedere una creatura, avvolta in un mantello scuro, correre giù lungo la Via Vittoria. S’intristì a guardare, ma si costrinse a distogliere lo sguardo.

“Cosa facciamo ora?” chiese. “Passiamo la notte qui a guardare le stelle?”

Ci fu silenzio per un attimo.

“Andiamo dai nostri amici” propose Argento.

“I nostri amici?” ripeté Lance confuso. Argento rise e corse a indicare l’ovest.

“I nostri amici, là.”

“”

   
 
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